Dopo la rinuncia ad allestire la 4? edizione, nel 1908, Roma ottiene i Giochi estivi del ‘60: le gare si svolgono dal 25 agosto all’11 settembre 1960, i Paesi presenti sono 83, gli atleti 5338, di cui 612 donne. Le gare in programma sono 150, in 19 sport. L’Italia invia una spedizione composta di 280 atleti, di cui 34 donne, e totalizza 36 medaglie, di cui 13 d’oro. L’Olimpiade dal volto umano fu quella segnata dal trionfo di Livio Berruti sui 200 metri con il tempo di 20′5 stabil¨¬ il nuovo primato mondiale della distanza. Questo proiettava un ragazzo bianco, elegante piemontese, oltre il muro dell’ imbattibile America nera, scrivendo una delle pagine pi¨´ memorabili dello sport italiano nella storia delle Olimpiadi. Ma furono anche i Giochi di Cassius Clay, ancora mediomassimo e non ancora Muhammad Ali, e di Nino Benvenuti, dello sprinter tedesco Hary e dell’ottocentista neozelandese Snell. Fu l’Olimpiade in cui tutti si innamorarono di Wilma Rudolph, l’incantevole gazzella nera di cui si favoleggi¨° un flirt proprio con Berruti. L’Italia raccolse 36 medaglie, come a Los Angelese ‘32: il ciclismo (con l’esplosivo Sante Gaiardoni su tutti) e la scherma furono miniere. E poi, all’ ultimo giorno, al calar della notte, un uomo arrivato dalla povert¨¤ africana, Abebe Bikila, ossuto etiope degli altipiani, varc¨° scalzo l’arco di Costantino. Quella maratona romana apriva una nuova frontiera. I piedi nudi di Bikila erano il primo annuncio. Oggi l’Africa che corre ha invaso il mondo. Si verifica l’unico caso di atleta morto durante una gara olimpica: il danese Knud Jensen, stroncato dagli stimolanti, cade e si frattura il cranio durante la 100 km a squadre a cronometro.