Con la sesta generazione si entra nel futuro, ed arrivano nuovi, importanti cambiamenti. Su tutti il pi¨´ significativo riguarda il motore, che adotta gli scoppi irregolari. Il sistema denominato Ą°crossplaneĄą arriva direttamente dalle corse, e debutta per la prima volta su una moto di serie proprio sulla Yamaha R1. Le differenze rispetto ad un motore tradizionale risiedono proprio nel particolare funzionamento del ciclo di scoppi che invece di avvenire ogni 180Ąă di rotazione dellĄŻalbero motore, sulla R1 avvengono in sequenza 0Ąă-270Ąă-180Ąă-90Ąă. Ci¨° fa s¨Ź che, si alterni un periodo di Ą°spintaĄą ed uno di Ą°riposoĄą nella potenza erogata, a tutto vantaggio della trazione e dellĄŻaderenza della ruota posteriore quando si ¨¨ in piega. Questo ha portato allĄŻadozione, per la prima volta su una moto di serie, dellĄŻalbero motore a croce denominato crossplane e mutuato direttamente dalla Yamaha M1 ufficiale impegnata nella Moto GP. Oltre ad essere molto efficace, da questo sistema deriva un Ą°soundĄą del motore molto caratteristico e coinvolgente che ¨¨ simile ad un ruggito. Anche il sistema di iniezione viene rivisto e dotato di un secondo iniettore, dedicato ai regimi medi ed alti, sempre alla ricerca di linearit¨¤ e dolcezza nellĄŻerogazione della potenza e nella risposta allĄŻacceleratore. Il motore, completamente ridisegnato, ha ora i cilindri inclinati di 31Ąă ed ¨¨ spostato in avanti nel telaio, tornando ad essere parte stressata del telaio. Lo scarico ¨¨ un 4 in 2 in 1, con i doppi scarichi, triangolari, posizionati sotto il codone del passeggero. Il motore eroga 182 Cv a 12.500 giri/min. e sprigiona 115,71 Nm di coppia massima a 10.000 giri/min. Sono disponibili anche 3 diverse mappe di utilizzo, che vengono gestite dalla centralina, per fornire la potenza richiesta in base allo stile di guida che si vuole adottare. Nuove le sospensioni, con la forcella che guadagna regolazioni separate per ogni stelo: estensione nel destro e compressione nel sinistro, a tutto vantaggio del flusso di passaggio dellĄŻolio negli steli, mentre il mono posteriore, anchĄŻesso completamente regolabile, offre la regolazione separata della compressione per le alte e per le basse velocit¨¤. Nuova la carenatura con i fari ora a due elementi interni e nuove anche le grafiche e le livree. Con questa Yamaha R1 si arriva ad ottenere unĄŻerogazione molto lineare, anche troppo ripensando ai picchi di erogazione di cui erano capaci le altre R1! Migliora la coppia massima, ma lĄŻallungo a cui ci avevano abituato le precedenti versioni, perde un poĄŻ di smalto. La guida per¨° ne risulta pi¨´ redditizia, anche se il peso ¨¨ leggermente aumentato. Pur basandosi sui nuovi accordi fra costruttori, che non menzioneranno pi¨´ il peso a secco ma solo quello in ordine di marcia, con tutti i liquidi ed il pieno di benzina, con i suoi 206 kg la Yamaha R1 sembra essere ingrassata. Nel 2009, Ben Spies in sella alla Yamaha R1 da gara, accreditata di ben 215 Cv, si aggiudica il mondiale Sbk, conquistando 11 pole position su 14 round, ed ottenendo 14 vittorie (17 podi totali) su 28 gare. Sempre nel 2009 il team Yamaha Yart vince, dominandolo, il Campionato Mondiale Endurance, mentre Leo Camier vince il Campionato Superbike Britannico. Intanto, Nakasuga trionfa nel campionato Superbike giapponese. Giunge invece secondo nel Campionato Ama Superbike Josh Ayes, che sempre in sella alla Yamaha R1 conquister¨¤ poi il titolo per due volte consecutive, dal 2010 al 2012. Nel 2011 Marco Melandri, sfiorer¨¤ la conquista del Campionato Mondiale Sbk, giungendo secondo in sella alla sua R1, mentre Hill conquister¨¤ il titolo della Superbike britannica in una rocambolesca ultima gara. Nel 2012 Nakasuga vince il campionato Sbk giapponese, rimanendo poi imbattuto per 5 anni fino al 2017.
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