Alla fine degli anni Venti (del XX secolo) Benito Mussolini voleva unĄŻautomobile. Nel senso di un veicolo che egli potesse sfruttare in senso propagandistico. Per raggiungere tale obiettivo, la vettura avrebbe dovuto avere un prezzo accessibile ad una larga fascia di persone. LĄŻauto popolare, lĄŻauto per tutti. Il duce si rivolse allĄŻunica azienda che in Italia potesse riuscirci, almeno in teoria. Naturalmente si trattava della Fiat, di gran lunga il maggiore costruttore nazionale. LĄŻordine (perch¨Ś tale andava considerato) arriv¨° ad un riluttante Giovanni Agnelli nel 1930: produrre unĄŻauto da vendere al prezzo di 5.000 lire. In unĄŻepoca in cui un commesso statale guadagnava quella cifra in poco meno di un anno. UnĄŻimpresa sostanzialmente impossibile per le condizioni tecniche ed economiche dellĄŻepoca. Ma era indispensabile portare un modello simile sul mercato. Il progetto venne affidato a Dante Giacosa, un giovane e brillante ingegnere. La Fiat 500 venne presentata il 15 giugno 1936. Era la pi¨´ piccola vettura al mondo prodotta in grande serie, come la defin¨Ź lo stesso Giacosa. Prezzo 8.900 lire, circa 20 stipendi mensili di un operaio specializzato o lĄŻequivalente di un anno e mezzo di retribuzione di un commesso statale. Anche Mussolini dovette adeguarsi. ? possibile leggere in dettaglio la storia della Topolino a questo link.
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