A portare al debutto il motore Fire ¨¨ stata proprio la Autobianchi Y10. Tra i propulsori pi¨´ importanti della storia moderna del Gruppo Fiat, nella sua primissima applicazione su una vettura di produzione si presentava con una cubatura da 1.000 cc di cilindrata e una potenza massima di 45 Cv erogati ad un regime di 5.000 giri/minuto. Svelato ufficialmente a Termoli il 30 marzo 1985, alla presenza del presidente della Repubblica Sandro Pertini, adotta un basamento in ghisa e una testata in alluminio, accensione elettronica, albero a camme in testa. Tra i punti cardine dei progettisti, l'incremento dell'efficienza rispetto alla precedente generazione di propulsori Fiat, il contenimento di pesi e consumi, la riduzione dei tempi di assemblaggio in stabilimento e, non da ultimo, l'aspetto estetico del motore, curato dal designer Rodolfo Bonetto. Oltre al Fire, la prima generazione di Autobianchi Y10 utilizzava un motore da 1.049 cc ad aste e bilancieri derivato dalla famiglia "Fiasa", quella?dei propulsori pensati anzitutto per il mercato brasiliano. La potenza massima di questa versione, detta Touring, ¨¨ pari a 56 Cv, mentre la velocit¨¤ massima ¨¨ di 155 km/h. Al vertice della gamma della prima serie, la versione Turbo, vera e propria compatta sportiva mossa da un propulsore sovralimentato, della quale parleremo pi¨´ avanti. Laddove la Turbo non poteva essere commercializzata per via delle pi¨´ stringenti normative anti inquinamento, la casa metteva a disposizione un 1.3 da 72 Cv a iniezione elettronica catalizzato. Il listino prezzi della Autobianchi Y10 nel 1985 partiva da 10.894.000 lire nel caso della 1.0 Fire (corrispondenti a 16.500 euro attuali), da 11.420.000 per la Touring (17.300 euro) e da 13.195.000 lire (20.000 euro) per la Turbo.?
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