Sul finire degli Anni 60 l¡¯Italia ha ormai voltato pagina e il boom economico sta lentamente lasciando il posto a nuovi cambiamenti sociali ed economici che nel giro di pochi mesi porteranno a un brusco risveglio, fatto purtroppo non solo di innovazioni tecnologiche ma anche da momenti particolarmente difficili. Come sempre il design ¨¨ influenzato da questi cambiamenti e Marcello Gandini si ¨¨ dimostrato una formidabile ¡°antenna¡± capace di captare questi cambiamenti e di tramutarli in concetti e forme, per l¡¯ennesima volta nuovi, firmando alcune delle concept car pi¨´ importanti di sempre. Messe da parte la forme burrose e affascinanti delle automobili Anni 60, la concept car ¡°33 Bertone Carabo¡± del 1968 anticipa nettamente quella che sar¨¤ la moda degli Anni 70 e che di quel decennio ne sar¨¤ quasi la trasposizione formale: profili a cuneo, taglienti e alieni, forme innaturali orientate a un¡¯idea di futuro che ¨¨ estrema e senza compromessi. Una concept car che voglia chiudere violentemente con il passato non lo ¨¨ solo nei concetti ma anche nei fatti: la Carabo ¨¨ nata dal ¡°sacrificio¡± di uno dei simboli degli Anni 60: l¡¯Alfa Romeo 33 Stradale. Alcuni telai invenduti (appunto gli anni erano ostili alle supercar, figuriamoci se prodotte da un¡¯azienda statale) vennero impiegati per realizzare delle showcar e la Carabo ¨¨ proprio una di queste. Il nome ¡°Carabo¡± deriva dall¡¯insetto ¡°Carabus Auratus¡± e da questo in effetti sembra averne ispirato alcune caratteristiche come il colore verde luminescente o come le ali, o meglio le portiere, che non si aprono in modo convenzionale ma verso l¡¯alto e che peraltro hanno i vetri dorati, uno schema quello dell¡¯apertura ¡°a forbici¡± che diverr¨¤ uno degli stilemi tipici di Gandini che rivedremo soprattutto nella produzione Lamborghini. Un¡¯altra firma rivista su moltissime delle auto disegnate da lui ¨¨ il caratteristico ¡°taglio¡± del passaruota posteriore, che non ¨¨ semplicemente ad arco ma ¨¨ teso, volutamente forzato per enfatizzarne il dinamismo e che in questo caso era addirittura verniciato bicolore. Il muso della Carabo ¨¨ uno dei primissimi ad essere quasi perfettamente a cuneo che ¨¨ letteralmente evidenziato, sottolineato, da una bella striscia arancione all¡¯estremit¨¤. La nobile meccanica della 33 ¨¨ nascosta da un cofano motore anche lui in assoluto stile gandiniano, ¨¨ evidente la trasposizione del concetto Miura ma stavolta spinto all¡¯estremo. Poi ci sono le fiancate, nel cui disegno ¨¨ possibile intravedere altri capolavori che arriveranno in seguito. E cosa dire della vista posteriore che sembra quasi un display a cristalli liquidi dell¡¯epoca, in cui alcuni elementi vanno per¨° ad accendersi con la funzione di faro. Un concentrato di idee e forme incredibili che faceva sognare il pubblico, che faceva immaginare il futuro, vetture che?non a caso erano soprannominate ¡°dream car¡±. Perfino il logo era innovativo, con la ¡°a¡± di Carabo che appariva ruotata come la porta della vettura. Geniale.
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