Basata sul progetto di autotelaio TP400, la Miura entr¨° in produzione nel 1966 e fu uno dei modelli pi¨´ iconici della emergente Lamborghini. Adottando sempre quel motore V12 studiato per la 350 GTV, la Miura si caratterizzava per le linee rotonde e filanti con cui lo Studio Bertone affin¨° il progetto di Bizzarrini, Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani. Caratteristica particolare della Miura fu il motore montato trasversalmente tra l'abitacolo e l'assale posteriore, con ingombro decisamente ridotto. Meccanicamente la Miura P400 disponeva di una frizione monodisco montata all¡¯estremit¨¤ dell'albero motore al posto della originale frizione a triplo disco all¡¯ingresso del cambio. Il cambio era stato sistemato a lato dell'albero motore dentro una unica struttura in alluminio. Il propulsore era dotato di una "persiana" in plastica per ridurre i problemi di dispersione del calore: un particolare che faceva pendant con gli sfoghi del radiatore e le ciglia che circondavano i fari anteriori. Il successo della P400 fu strepitoso e solo nel 1967 ne furono vendute centootto, a fronte delle stime iniziali di non pi¨´ di venti auto vendute annualmente. Il successo continu¨° poi con la P400S, dotata di freni a disco autoventilanti, e culmin¨° con l¡¯introduzione della P400 SuperVeloce del 1971, un capolavoro di potenza capace di erogare 385 Cv. Venne anche sviluppata una versione sportiva, la Jota, che per¨° non gareggi¨° mai e divenne una vettura laboratorio. Ad essa si aggiunsero alcune SV che assunsero la denominazione SVJ. Stanzani e Dallara in seguito svilupparono anche la versione Roadster. Ferruccio Lamborghini, per¨°, blocc¨° l¡¯operazione ritenendo le Cabriolet ben lontane dal suo concetto di GT silenziosa e confortevole.
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