Sono sempre di pi¨´ i costruttori che propongono nuove tecnologie applicate alla trasmissione motociclistica, ciascuna con le proprie caratteristiche e alcune del tutto automatiche. Scopriamo quelle attualmente gi¨¤ disponibili e quelle che lo saranno presto
Il tradizionale cambio motociclistico ha caratterizzato l¡¯intera industria delle due ruote per decenni, ma negli ultimi anni c¡¯¨¨ stato un vero e proprio fiorire di soluzioni alternative che hanno messo in discussione la sua immutabilit¨¤. Se una volta il pilota doveva coordinare da s¨¦ l¡¯azione della frizione e del selettore di marcia, funzioni solitamente delegate rispettivamente a mano e piede sul lato sinistro del corpo, oggi questo paradigma non ¨¨ pi¨´ cos¨¬ inflessibile. Certo questa configurazione permette una connessione pi¨´ diretta e coinvolgente con il mezzo, ma risulta anche piuttosto fastidiosa nel traffico e abbastanza impegnativa, se non addirittura allarmante, per i motociclisti alle primissime armi. E cos¨¬ i costruttori hanno iniziato a esplorare altre opzioni ispirate dal settore automobilistico.?Honda ¨¨ stata la prima a introdurre un cambio realmente automatico oltre 10 anni fa con il suo oggi acclamato Dct e nel tempo abbiamo assistito all¡¯evoluzione del quickshifter, nato in pista per velocizzare i cambi in salita senza ricorrere alla leva della frizione e poi diventato bidirezionale con il blipper. Mv Agusta ha fatto debuttare il suo sistema Scs gi¨¤ nel 2018 e pi¨´ recentemente sono comparse altre soluzioni come l¡¯E-Clutch della stessa Honda e i sistemi Y-Amt di Yamaha e Automated Shift Assistant di Bmw, ma anche Kawasaki ha iniziato a sperimentare con i cambi semi-automatici sui suoi modelli ibridi e Ktm ha annunciato per il prossimo autunno il lancio della sua variante sul tema, gi¨¤ battezzata Amt.
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