Se la Mangusta si rivel¨° un modello di buon livello capace di rivaleggiare con la Lamborghini Miura, con la Pantera la casa di Albareto arriv¨° al definitivo salto di qualit¨¤ grazie anche ad una partnership ancor pi¨´ stretta con la Ford. Destinata a rimanere in produzione fino al 1993, la nuova De Tomaso poteva avvalersi del progetto di Giampaolo Dallara e di un design avveniristico curato da Tom Tjaarda e si proponeva di contrastare la ascesa di consensi della Chevrolet Corvette e della Pontiac Firebird nel mercato statunitense. Come per la Mangusta il motore fu collocato centralmente sul posteriore ma dal telaio monotrave si pass¨° alla carrozzeria monoscocca, pi¨´ facile da realizzare a livello industriale. Anche questa volta il motore prescelto fu un Ford V8, capace di erogare 330 Cv di potenza grazie ad un carburatore quadricorpo Holley. Il cambio era ZF a cinque rapporti sincronizzati, il differenziale autobloccante, la trazione era posteriore e le sospensioni a triangoli sovrapposti. Il successo della Pantera fu immediato, ma contrasti sorti allĄŻinterno della Ford portarono alla lunga al disimpegno della casa americana e spinsero De Tomaso a continuare lĄŻavventura da solo. Le difficolt¨¤ nellĄŻapprovvigionamento delle unit¨¤ motrici fecero calare notevolmente i ritmi di produzione, che comunque continu¨° fino ai primi anni Novanta con un totale di 7.260 esemplari.
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