mezzi speciali
Eurofighter Typhoon, come ¨¨ fatto il guardiano dei cieli dellĄŻAeronautica Militare
Ą°Dardo 02 qui Grosseto torre, allineati e attendiĄą gracchia in inglese la voce alla radio. Spostando avanti la manetta il pilota risveglia i due EJ200 dal sibilante torpore dellĄŻidle ¨C il Ą°minimoĄą, come lo chiameremmo noi ¨C preparandosi ad effettuare gli ultimi controlli di sicurezza. Tutto funziona a dovere: Ą°Torre di controllo qui Dardo 02, pronto al decolloĄą. La risposta si fa attendere. Si tratta solo di una manciata di secondi, ma sembra interminabile: ¨¨ la quiete prima della tempesta, una calma che ha lĄŻodore pungente del kerosene bruciato. Ą°Dardo 02, qui Grosseto torreĄą si sente finalmente dallĄŻapparecchio Ą°Vento 030-22. Sei autorizzato al decolloĄą. ? il via libera. Un boato assordante squarcia lĄŻaria mentre gli ugelli dei turbofan si accendono come due tizzoni ardenti, accompagnando il tutto con una scia arancione lunga dieci metri che sembra fatta di tanti coni infuocati.
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March Diamonds
ĄŞ ?Li chiamano Mach Diamonds, perch¨Ś sono generati dal flusso supersonico dei gas in uscita dai propulsori. Il nastro di asfalto viene divorato in un baleno: sono sufficienti sette-ottocento metri per raggiungere la velocit¨¤ di 160 nodi, circa 300 km/h, per tirare su il muso e puntare verso il cielo. Mentre tutti, da terra, guardano quella freccia grigia arrampicarsi furiosamente nel blu. Una delle tante cose che riesce bene, splendidamente bene, allĄŻEurofighter Typhoon.
PRIMO DELLA CLASSE
ĄŞ ?Non parliamo di un aereo qualsiasi, ma di uno dei caccia pi¨´ prestazionali attualmente in servizio. Un velivolo che rappresenta una delle eccellenze della cosiddetta quarta generazione e mezza, inferiore in termini di capacit¨¤ in combattimento solo ai pi¨´ recenti, raffinati e costosi stealth di quinta generazione. Parliamo di un prodigio della tecnica che incorpora la migliore tecnologia europea nel campo dellĄŻaviazione militare, apprezzato anche dalle forze armate di Paesi che non hanno partecipato sin dagli esordi al progetto Eurofighter. Nato come un multiruolo spiccatamente votato alle missioni aria-aria, il Typhoon si ¨¨ in seguito evoluto per soddisfare anche altre esigenze operative, ma ¨¨ rimasto prima di tutto un caccia da intercettazione e superiorit¨¤ aerea. Un guardiano dei cieli che, assicurando 24 ore su 24 e 365 giorni lĄŻanno il servizio di Qra (Quick Reaction Alert, il decollo su allarme), consente alla difesa aerea nazionale di reagire prontamente e in maniera adattiva ad ogni eventuale minaccia che possa arrivare dallĄŻalto.
NELLA TANA DEI TYPHOON
ĄŞ ?Per scoprire questo straordinario guerriero alato siamo stati a Grosseto, sede del 4Ąă Stormo Amedeo DĄŻAosta, una delle quattro basi che attualmente ospitano gli Eurofighter dellĄŻAmi (le altre sono Goia del Colle, Trapani Birgi ed Istrana). Proprio allĄŻAeroporto Corrado Baccarini, che nei primi mesi del 2004 il Typhoon ha fatto il suo debutto con le mostrine dellĄŻArma Azzurra, per poi raggiungere a fine 2005 la capacit¨¤ operativa iniziale (Ioc, Initial Operational Capability). Cominciando dunque a fare sul serio, al lavoro per raccogliere lĄŻeredit¨¤ di F-16 e Tornado Adv. Soprattutto, del mitico F-104 Starfighter, lĄŻamatissimo spillone che dopo pi¨´ di quarantĄŻanni era chiamato a godersi una meritatissima pensione. Sotto le insegne della nostra Aeronautica Militare, lĄŻEurofighter ha avuto anche il suo battesimo del fuoco: nel 2011 i Typhoon italiani hanno infatti partecipato, assieme ai Ą°colleghiĄą della Royal Air Force britannica, allĄŻintervento in Libia, sfoggiando per la prima volta anche le proprie capacit¨¤ air-to-ground.
IL PROGRAMMA EFA
ĄŞ ?Le origini dellĄŻEurofighter Typhoon vanno fatte risalire alla fine degli Anni 70, quando la britannica British Aerospace e la tedesca Messerschmitt-B?lkow-Blohm presentarono ai rispettivi governi il programma congiunto European Collaborative Fighter, diventato poi trilaterale con lĄŻingresso della francese Dassault. Presto a Parigi decisero per¨° di dare forfait a causa di divergenze progettuali e Ą°politicheĄą, procedendo dopo qualche tira e molla sulla strada che avrebbe poi portato al Dassault Rafale (un aereo che, non a caso, presenta con lĄŻEurofighter numerose analogie). Il vuoto lasciato dai cugini transalpini fu presto colmato dallĄŻItalia: nel 1982 Aeritalia, che aveva gi¨¤ collaborato alla realizzazione del cacciabombardiere Tornado in seno al consorzio Panavia, decise infatti di unirsi allĄŻasse anglo-tedesco per la costruzione di quello che dopo qualche altro cambio di denominazione sarebbe diventato il programma Efa (European Fighter Aircraft). Nel 1986, poco dopo il travagliato ingresso della Spagna nel programma, esegu¨Ź il suo primo volo quello che si pu¨° considerare come il primo antenato dellĄŻEurofighter, il prototipo BAe Eap. Nello stesso anno furono fondati i consorzi Eurofighter ed Eurojet, questĄŻultimo nato per lo sviluppo del propulsore dalla partnership di Rolls-Royce, Mtu, Fiat Avio ed Itp.
PRODOTTO IN EUROPA, ESPORTATO NEL MONDO
ĄŞ ?Conosciuto dal 1992 anche con la sigla EF 2000, lĄŻEurofighter fu battezzato con il secondo nome Typhoon (Tifone), che oltre a richiamare lĄŻomonimo caccia Hawker della Seconda Guerra Mondiale proseguiva sul filone Ą°tempestosoĄą inaugurato dal Tornado. Il primo volo fu effettuato nel marzo 1994, mentre la sua entrata in servizio nelle aeronautiche dei Paesi coinvolti nel progetto risale alla prima met¨¤ degli anni 2000. Da allora lĄŻintera flotta di Eurofighter ha accumulato oltre 500.000 ore di volo; i Typhoon italiani, conosciuti con il nominativo interno F-2000A, sono stati spesso rischierati anche allĄŻestero o impiegati per proteggere lo spazio aereo di nazioni amiche, come Lituania, Albania e Slovenia. La gestazione del programma Eurofighter ¨¨ stata, anche a causa degli stravolgimenti geopolitici che hanno accompagnato la fine della Guerra Fredda, lunga e per certi versi non facile; quasi trentĄŻanni dopo questo prestante caccia ¨¨ stato tuttavia prodotto in poco meno di 700 esemplari ordinati non solo da Italia, Regno Unito, Germania e Spagna, ma anche da Austria, Arabia Saudita, Kuwait e Oman (anche altri stati hanno espresso interesse al riguardo). La nostra Aeronautica ne adottati in tutto 96, di cui uno perso nel tragico incidente occorso al Maggiore Gabriele Orlandi nel 2017 durante lĄŻAirshow di Terracina.
PAROLA DĄŻORDINE: CONDIVISIONE
ĄŞ ?LĄŻEurofighter ¨¨ lĄŻunico aereo da combattimento attualmente costruito in quattro linee di montaggio diverse, una per Paese partecipante. Ognuno dei partner, pur occupandosi dellĄŻassemblaggio finale degli aeroplani Ą°nazionaliĄą, produce i componenti assegnati anche per i velivoli destinati agli altri Paesi (in Italia, ad esempio, vengono costruite la parte posteriore della fusoliera e lĄŻala sinistra). Il programma Eurofighter ha infatti avuto fin dagli esordi la condivisione come chiave di volta, come requisito fondamentale di un progetto che puntava a massimizzare anche i benefici di lungo periodo ¨C in termini di know-how e fiducia tra partner ¨C di una cooperazione tecnologico-industriale aperta. Lo scopo era quello di fare un passo avanti ulteriore dopo la positiva esperienza del Tornado, guardando sia alla necessit¨¤ di fornire alle proprie forze armate capacit¨¤ operative adeguate ai tempi sia allo sviluppo di competenze avanzate, in grado di avere ricadute benefiche anche al di fuori del campo strettamente militare. Da qui il ruolo fondamentale che il programma Eurofighter ha avuto per lĄŻintera intera industria europea, come volano di innovazione e paradigma da seguire per la futura integrazione.
LĄŻINDUSTRIA ITALIANA E LĄŻEUROFIGHTER
ĄŞ ?Nel Vecchio Continente, almeno nel settore aeronautico, non si era mai prodotto qualcosa di cos¨Ź avanzato e raffinato. Per lĄŻItalia e le aziende coinvolte ¨C Aeritalia e le sue incarnazioni successive ¨C il programma Efa ha significato la possibilit¨¤ di collaborare con le principali controparti inglesi e tedesche, sviluppando e affinando cos¨Ź un formidabile expertise anche nel campo dellĄŻelettronica, della lavorazione dei materiali compositi e in aeree tradizionalmente ricondotte al dominio dellĄŻIT (Information Technology, categoria ombrello che raccoglie branche come sensoristica, informatica, computing ecc). La diretta emanazione tricolore del programma Eurofighter ¨¨ Leonardo, azienda che in ultima istanza ha ereditato il testimone passato da Aeritalia ad Alenia-Aermacchi. Con circa 50 mila dipendenti e sedi anche in Usa e Regno Unito, questĄŻeccellenza italiana ¨¨ diventata collettore dei pi¨´ importanti nomi dellĄŻindustria del Bel Paese nel settore difesa-aerospazio, nonch¨Ś uno dei principali player internazionali nel campo del procurement militare. Nello specifico del Typhoon la maggior parte del lavoro viene svolta tra Caselle (Torino) e Venegono (Varese), ma per quanto riguarda i sottosistemi un ruolo fondamentale ¨¨ svolto anche dagli stabilimenti di Nerviano, Ronchi dei Legionari, Pomezia, Genova, LĄŻAquila, Montevarchi, Luton ed Edimburgo. Leonardo ¨¨ attualmente impegnata nello sviluppo e nella produzione degli aerei consegnati al Kuwait: quella destinata al paese arabo ¨¨ la versione pi¨´ avanzata dellĄŻEurofighter, equipaggiata con il radar a scansione elettronica Captor-E il cui sviluppo nellĄŻalveo del consorzio Euroradar ¨¨ guidato proprio dallĄŻazienda italiana.
SUPER-MANOVRABILE (E QUASI INVISIBILE)
ĄŞ ?Alla stregua di molti suoi Ą°colleghiĄą iper-manovrabili come il Dassault Rafale o il Saab Gripen, lĄŻagilissimo Typhoon sfoggia una configurazione con ala a delta e canard, in pratica due piccole alette regolabili che sono uno dei segreti della sua proverbiale maneggevolezza. LĄŻaltro ¨¨ la sua naturale instabilit¨¤: lĄŻEurofighter ¨¨ progettato per essere il pi¨´ reattivo possibile - e di conseguenza aerodinamicamente instabile - delegando allĄŻelettronica del fly-by-wire il faticoso compito di correggere ad ogni frazione di secondo lĄŻassetto dellĄŻaeromobile per mantenerlo Ą°in asseĄą. In quanto a dimensioni ¨¨ piuttosto compatto, almeno per gli standard aeronautici: con unĄŻapertura alare di circa 11 metri e una lunghezza di 16 lĄŻEurofighter fa segnare sulla bilancia circa 11.000 kg (il peso massimo al decollo ¨¨ circa il doppio), un risultato ottenuto mediante il massiccio impiego di leghe leggere e materiali compositi. Pur non trattandosi di un aereo propriamente stealth, il Typhoon impiega numerose soluzioni atte a ridurre la rilevabilit¨¤ ai radar, grazie alle quali la sua Rcs (Radar Cross Section) ¨¨ di soli 0.5 metri quadrati: ci¨° significa che, in buona sostanza, quando viene Ą°illuminatoĄą dai radar nemici lĄŻEurofighter appare pi¨´ piccolo di unaĄ pizza margherita. Gli accorgimenti adottati per renderlo quasi invisibile (si parla a tal proposito di Low Observability) riguardano sia le forme ¨C ad esempio la conformazione dei condotti di aspirazione dei propulsori ¨C sia i materiali impiegati, con il ricorso ai cosiddetti radar-absorbent materials (Ram).
EUROJET, POTENZA IN ABBONDANZA
ĄŞ ?Se il Typhoon ¨¨ considerato uno dei caccia pi¨´ prestazionali sulla piazza ¨¨ merito anche del suo impressionante comparto propulsivo. A spingere il potente Typhoon ci pensano due EJ200, turboventola a basso rapporto di diluizione prodotti dal consorzio Eurojet. Con otto stadi di compressore (tre a bassa pressione, cinque di alta pressione) e due di turbina, ognuno dei due EJ200 ha un diametro di circa 74 cm ed ¨¨ lungo poco meno di quattro metri, per un peso di 990 chili a secco: i 60 kN di spinta diventano pi¨´ di 90 con il postbruciatore inserito, ma esiste anche la possibilit¨¤ di impiegare una sorta di Ą°overboostĄą che in caso di emergenza consente di spingersi addirittura oltre. La grande riserva di potenza di questi due jet ne rende per¨° sostanzialmente superfluo lĄŻutilizzo, a tutto beneficio degli intervalli di manutenzione. LĄŻEJ200 ¨¨ predisposto anche allĄŻimplementazione degli ugelli a spinta vettoriale, ma a dispetto del lavoro svolto da Eurojet in tal senso il Typhoon non ha ancora beneficiato del thrust vectoring.
PRESTAZIONI DA URLO
ĄŞ ?In grado di raggiungere velocit¨¤ superiore a Mach 2 fino allĄŻequivalente di circa 2.500 km/h, lĄŻEurofighter pu¨° anche vantare la cosiddetta supercrociera, cio¨¨ la possibilit¨¤ di volare in regime supersonico senza la necessit¨¤ di accendere i postcombustori. Questo gli consente di limitare enormemente i consumi di carburante: se con afterburner inserito i due EJ200 richiedono circa 15.500 chilogrammi di kerosene lĄŻora ciascuno, senza postbruciatore sono molto meno assetati, dal momento che ci vogliono Ą°soloĄą 4.500-5.000 chili/ora. Sale in questo modo anche lĄŻautonomia, compresa tra i 3.500 i 4.000 km grazie ad un serbatoio interno di circa 5.000 litri (ma cĄŻ¨¨ la possibilit¨¤ di impiegare anche quelli ausiliari). La quota massima raggiungibile dal Typhoon ¨¨ invece di 20.000 metri, sebbene la sua tangenza operativa sia di circa 13.000 metri. A lasciare sbalorditi, per¨°, ¨¨ soprattutto il dato relativo alla velocit¨¤ di salita: questo formidabile scalatore pu¨° infatti superare i 315 m/s, vale a dire che ¨¨ in grado di arrampicarsi a 10.000 metri di altitudine in soli trenta secondi.
A CACCIA DI ZOMBIE, MA NON SOLO
ĄŞ ?Il fatto che lo scramble (il decollo rapido per intercettare gli zombie, cio¨¨ i velivoli non identificati) sia la sua specialit¨¤ non impedisce allĄŻEurofighter di adattarsi ottimamente anche ad altri profili di missione. Pur rimanendo un multiruolo fortemente votato allĄŻintercettazione e alla superiorit¨¤ aerea il Typhoon ha gradualmente Ą°imparatoĄą, grazie a programmi di aggiornamento come il Long Term Evolution, a svolgere efficacemente anche compiti di interdizione (attacco su obbiettivi terrestri), ricognizione e Close Air Support, cio¨¨ il supporto alle forze amiche schierate a terra con munizionamento aria-superficie. LĄŻarmamento? Oltre al cannone Mauser da 27 mm, ormai un retaggio dellĄŻepoca del cosiddetto dogfight, lĄŻEurofighter pu¨° imbarcare circa 6.500 kg di carichi esterni tra missili, bombe, serbatoi e pod, agganciabili su 13 piloni ventrali e sub-alari. Negli ultimi anni si ¨¨ parlato anche di una eventuale abilitazione al ruolo di bombardiere nucleare, ventilata in particolare dalla Germania per sostituire i suoi Tornado Ids, e della possibilit¨¤ di dotarlo di capacit¨¤ Sead (Suppression of Enemy Air Defences): questo ulteriore step evolutivo consentirebbe ad Ami e Luftwaffe di rimpiazzare gli ormai datati Tornado Ecr.
COCKPIT E AVIONICA
ĄŞ ?Anche se esiste una variante biposto denominata TF-2000A dallĄŻAeronautica Militare, questa viene impiegata solamente per lĄŻaddestramento: lĄŻEurofighter ¨¨ quindi essenzialmente un aereo monoposto. Ma come fa un solo pilota a gestire un velivolo cos¨Ź complesso, ad occuparsi al contempo di navigazione, sistemi di bordo ed armamenti, magari sopportando virate che possono arrivare a nove g positivi e tre g negativi? Ovviamente grazie ai computer del Flight Control System, ad una miriade di circuiti che lo aiutano a governare tutto dal piccolo abitacolo del Typhoon. A guardarlo ora, a poco meno di ventĄŻanni dalla sua entrata in servizio, il cockpit dellĄŻEurofighter non appare particolarmente futuristico o tecnologico, soprattutto se comparato con i dispositivi smart che ormai utilizziamo quotidianamente. La plancia di comando include tre schermi a colori, unĄŻinfinit¨¤ tra pulsanti e interruttori ed una cloche centrale per garantire la possibilit¨¤ di manovrare con ambo le mani anche nelle condizioni pi¨´ critiche. Le Ą°manetteĄą, invece, sono a sinistra. Se non fosse per la quantit¨¤ enorme di strumenti (come faranno i piloti a ricordarsi tutto quanto?!) verrebbe quasi da dire che ad uno sguardo superficiale non cĄŻ¨¨ di che sbalordirsi: dĄŻaltra parte la tecnologia di consumo corre veloce, molto veloce, ed ¨¨ improbabile che lĄŻinterfaccia del Typhoon possa visivamente sorprendere un nativo digitale. Il fatto ¨¨ che qui la tecnologia vera ¨C e talvolta anche segreta ¨C ¨¨ nascosta sotto la pelle.
SIMBIOSI UOMO-MACCHINA
ĄŞ ?Tutto lĄŻapparato sensoristico dellĄŻEurofighter ¨¨ progettato per massimizzare la simbiosi uomo-macchina, aumentando la cosiddetta situational awareness (consapevolezza situazionale) del pilota attraverso la fusione di una pantagruelica mole di dati. Come ormai avviene su molte automobili, che hanno a loro volta ereditato questo sistema dagli aerei militari, anche sul Typhoon troviamo lĄŻHead Up Display (Hud), ma in questo caso cĄŻ¨¨ anche uno sistema ancora pi¨´ raffinato integrato nel casco del pilota e denominato Hmss Mk2. QuestĄŻultimo, oltre a fornire informazioni di navigazione come velocit¨¤ e altitudine, permette di agganciare eventuali bersagli solo spostando lo sguardo, nonch¨Ś di localizzare velivoli amici e nemici anche quando essi sono al di fuori dal campo visivo. Il casco ¨¨ collegato a Pirate (Passive Infrared-Airborne Track Equipment), suite di ricerca infrarossa attraverso cui si possono individuare, tracciare ed agganciare tracce di calore lasciate da un massimo di 200 bersagli contemporaneamente, ma anche a quello che ¨¨ Ą°lĄŻocchioĄą principale del Typhoon. Parliamo di Captor-M, un radar a scansione meccanica che potrebbe essere presto sostituito sui velivoli italiani dalla sua evoluzione, la versione a scansione elettronica Captor-E (al momento ¨¨ montata esclusivamente sugli esemplari pi¨´ recenti in forze allĄŻaviazione del Kuwait). Sono presenti, infine, anche comandi vocali, destinati a sopperire a varie esigenze di tipo esclusivamente tattico.
AIUTI DI BORDO
ĄŞ ?Come sopra accennato sono molti i sistemi avionici che possono venire in aiuto del pilota in caso di pericolo, sia esso provocato in combattimento eventuali avversari oppure dovuto ad inconvenienti nella navigazione. Ovviamente ¨¨ impossibile dire che tutti questi controlli rendano Ą°facileĄą il mestiere del pilota, ma se non altro contribuiscono a rendergli la vita un poĄŻ meno stressante. Ad esempio la Disorientation Recovery Facility pu¨°, quando attivata mediante pressione di un pulsante di emergenza, rimettere automaticamente in assetto lĄŻaereo in qualunque posizione si trovi, consentendo al pilota disorientato di riprendere il controllo del velivolo in tutta sicurezza. A loro volta sono presenti anche un dispositivo di atterraggio automatico (di cui sono ormai dotati anche moltissimi liner civili), e lĄŻAutomatic Low Speed Recovery System, che in condizioni prossime allo stallo interviene su assetto e potenza dei motori per riparare ad eventuali errori umani. Sfruttando lĄŻinterazione tra mappe digitali e un piccolo radar per il controllo del terreno, infine, il Ground Proximity Control System tiene sottĄŻocchio la quota di navigazione ed eventuali ostacoli, allertando il pilota e scongiurando cos¨Ź possibili collisioni.
COMBAT READY
ĄŞ ?Quando il gioco si fa duro, cio¨¨ quando lĄŻaddestramento combat si trasforma in guerra vera, tutto ¨¨ lasciato alla manovrabilit¨¤ del Typhoon e allĄŻabilit¨¤ del pilota, che per¨° ha anche in questo caso una sorta di asso nella manica: lĄŻEuro-Dass. Il Defensive Aids Sub-System, in particolare dopo lĄŻaggiornamento Praetorian guidato da Leonardo, pu¨° rispondere automaticamente a minacce provenienti dal cielo e da terra, facendo ricorso ad un ampio pacchetto avvisi e contromisure attivate secondo le varie necessit¨¤ e stabilendo addirittura una scala di priorit¨¤ tra le stesse. La reazione pu¨° concretizzarsi nella forma di chaff, vale a dire lĄŻemissione di materiale radar-riflettente come allumino o fibra di vetro (utili contro missili a guida radar), flare (inganni per sfuggire ai missili a ricerca di calore) ed Ecm (Electronic Countermeasure). Se tutto ci¨° non funziona? Nel caso in cui la faccenda dovesse farsi davvero critica cĄŻ¨¨ sempre lĄŻanello giallo e nero che spunta tra le gambe del pilota: serve per attivare lĄŻMk.16, il seggiolino eiettabile che con i suoi due motori a razzo cerca di limitare i danni quando proprio non ¨¨ rimasta alternativa. UnĄŻevenienza che, fortunatamente, non sussiste quasi mai: la preparazione dei piloti e la professionalit¨¤ del personale a terra rende il salvifico Martin-Baker un accessorio molto poco utilizzato su velivoli cos¨Ź vicini alla perfezione aeronautica. Pilotato per altro da autentici assi dellĄŻaria, che ad oltre cento anni dalle imprese di Francesco Baracca sono ancora tra i migliori del Mondo.
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