Mavs, Carlisle è pronto
"Sotto pressione ci esaltiamo"

Rick Carlisle, head coach di Dallas. Ap

Nel 2010-11 i Dallas Mavericks misero in mostra un affiatamento ed uno spirito di gruppo quasi senza precedenti, che permisero loro di conquistare il primo titolo Nba nella storia della franchigia. Ma nella scorsa stagione, a causa della partenza di numerosi elementi chiave come il centro Tyson Chandler e il playmaker di riserva J.J. Barea, ai Mavericks è mancato lo stesso spirito di squadra: Dallas ha ceduto lo scettro di campione Nba dopo la sconfitta in quattro partite al primo turno dei playoff contro Oklahoma City.

RIVOLUZIONE — Adesso, dopo aver rivoluzionato quasi interamente il roster per la seconda stagione consecutiva, i Mavs cercheranno di ritrovare il loro gioco di squadra. Ma dopo l’arrivo di cinque giocatori acquistati durante il precampionato e di tre rookie, il coach di Dallas Rick Carlisle ammette che il processo di costruzione di una squadra che sia nuovamente in grado di lottare per il titolo sarà più facile a dirsi che a farsi. "Da una parte sarà stimolante dover integrare otto nuovi giocatori, ma dall’altra parte dovremo cambiare qualcosa nel nostro sistema di gioco. In ogni caso, non vedo l’ora di cominciare - ha confessato Carlisle -. Ho vissuto una situazione identica prima del mio secondo anno a Detroit. Avevamo otto nuovi acquisti in un roster formato da 15 giocatori, per questo ho esperienza nel gestire questo tipo di situazioni. Ho studiato alcuni filmati sui nostri nuovi giocatori: alcuni di loro li conosco perché in passato ho giocato contro di loro. Mi sarà sicuramente utile conoscerli meglio di persona e dal punto di vista caratteriale: trascorrerò del tempo con loro per capire anche qual è il loro stile di gioco e se riescono ad integrarsi al meglio nel nostro sistema. Poi comincerà il training camp, e sono convinto che per un giocatore sia molto più facile capire meglio un nuovo sistema di gioco allenandosi sul campo, e non solo ascoltando i discorsi dell’allenatore. Dal punto di vista pratico siamo a posto, ma dovremo migliorare sull’aspetto teorico, ad esempio cercando di coinvolgere la squadra in qualche discussione o semplicemente vedendo un film tutti insieme: ne abbiamo bisogno per cercare di rafforzare lo spirito di gruppo e per aiutare i giocatori di questa squadra a conoscersi meglio, di modo che anche nei momenti difficili, quando saremo in trincea e mancheranno due minuti alla fine della partita, tutti sapranno di poter contare l’uno sull’altro. I miei giocatori sanno che questa franchigia ha esperienza nel gestire questo tipo di situazioni, dalle quali ha sempre tratto il massimo profitto, e che non teme la pressione. Nella pressione ci esaltiamo e queste situazioni ci stimolano. Per questo non vediamo l’ora di cominciare a viverle".

QUANTE ALTERNATIVE — A sole due settimane dall’inizio del training camp, Carlisle e i Mavs avranno l’opportunità di cominciare il processo di costruzione: la squadra trarrà sicuramente beneficio dalla possibilità di allenarsi e da un calendario con 82 partite in programma, dopo che nel 2011-12, anche a causa della stagione ridotta, è venuta a mancare l’intesa tra i giocatori. Gli ex campioni Nba sperano anche di sfruttare al meglio la profondità del roster: sono molti gli elementi a disposizione di Carlisle e dopo aver costruito un interessante mix di giovani e di veterani come Chris Kaman, Elton Brand, O.J. Mayo, Darren Collison e Dahntay Jones, i Mavericks cercheranno di diventare una squadra vincente, nel tentativo di aggiungere un altro titolo alla loro bacheca. "Siamo convinti che uno dei punti di forza di questa squadra sia la profondità in ogni ruolo, per questo siamo entusiasti - ha concluso Carlisle dopo aver parlato della prossima stagione -. Questo è un gruppo con molta energia: i miei giocatori sono felici di essere qui, noi li ringraziamo e speriamo di continuare così".