Ecco Kirilenko e Shved
Due lupi russi per Minnesota

Da sinistra Andrei Kirilenko, Sergey Monya e Alexey Shved durante Londra 2012. Ap

Andrei Kirilenko e Alexey Shved hanno contribuito a riportare la Russia nella mappa del basket che conta, trascinando la loro nazionale alla conquista della medaglia di bronzo all'Olimpiade di Londra: adesso sperano di fare lo stesso con i Minnesota Timberwolves. Kirilenko e Shved sono stati le due principali stelle della nazionale russa a Londra e il playmaker ha segnato 25 punti nella partita contro l’Argentina, che è valsa il terzo posto.

come eroi — Questa vittoria è servita per restituire alla Russia il suo ruolo su scala internazionale, dopo una prolungata assenza di competitività conseguente allo smantellamento dell’ex Unione Sovietica: al loro ritorno a Mosca i giocatori della nazionale sono stati accolti come degli eroi, ricevendo l’abbraccio di tutti gli appassionati di sport. "In molti si sono appassionati al basket dopo aver seguito l'Olimpiade - ha spiegato Shved, al telefono dalla Russia -. Molti bambini adesso scelgono di giocare a basket e non a calcio come succedeva in passato". Il basket aveva perso popolarità in Russia a causa delle difficoltà della nazionale, che non riusciva a ritrovare lo stesso smalto della squadra dell’ex Unione Sovietica: il punto più basso fu toccato nel 2004, quando la Russia mancò la qualificazione all’Olimpiade di Atene e la nazione non riusciva a coltivare dei giovani talenti che potessero essere competitivi a livello internazionale. La conseguenza fu che molti giovani decisero di scartare il basket per dedicarsi al calcio e all’hockey: ma adesso, grazie ai successi ottenuti dal coach David Blatt, da Kirilenko e da Shved, la pallacanestro è nuovamente di moda in Russia. "Tutti ci amano - ha dichiarato Shved – Quando passeggio nella mia città sono molte le persone che si avvicinano per chiedermi una foto ed è una bellissima sensazione. Tra 5 o 10 anni forse il basket prenderà il posto del calcio e diventerà lo sport più seguito in Russia".

voglia minnesota — Con la speranza di far fruttare al meglio la loro splendida estate, Kirilenko e Shved stanno partecipando in questi giorni al programma Nba "Basketball without Borders", che è sbarcato per la prima volta in Russia. L’evento ha l’obiettivo di contribuire alla crescita del basket e della solidarietà su scala globale: 50 tra i talenti più interessanti della pallacanestro europea si sono dati appuntamento per questo weekend a Mosca, dove stanno partecipando a un camp con alcuni giocatori e tecnici Nba. "Questa iniziativa arriva al momento giusto - ha spiegato Kirilenko -. La Russia ha disputato un’ottima Olimpiade e per questo abbiamo avuto un impatto molto forte sulla crescita del basket in questo paese. Adesso molti bambini guardano a questo sport in modo diverso". Anche i Timberwolves sono al centro di un processo di ricostruzione: Minnesota non si qualifica per i playoff dal 2004, ma grazie al nucleo giovane costituito da Kevin Love, Ricky Rubio e Nikola Pekovic, con Rick Adelman come direttore d’orchestra, la situazione sta decisamente migliorando. David Kahn, presidente delle basketball operation dei Wolves, ha acquistato un veterano come Kirilenko, con 10 anni d’esperienza nella Nba e che si sente rigenerato dopo aver trascorso l’ultima stagione accorciata dal lockout in Russia, per dare alla squadra la versatilità e la leadership delle quali si sentiva da tempo il bisogno. Shved è stato preso per dare profondità al backcourt dei Wolves: entrambi i giocatori arriveranno a Minnesota entro i prossimi 10 giorni in vista dell’inizio del training camp, fissato per il 2 ottobre prossimo. "Sto lavorando molto sulle mie condizioni fisiche - ha spiegato Kirilenko –. Si tratta di un fattore importantissimo nella Nba: il mio stile di gioco richiede un notevole dispendio d’energia, per questo quando sono in forma corro molto. Per il mio modo di giocare correre è fondamentale".

consigli a shved — Kirilenko darà sicuramente a Shved, che non ha mai giocato nella Nba, alcuni buoni consigli su come giocare in transizione. "Andrei mi ha aiutato molto - ha dichiarato il playmaker -. Lui ha giocato a Utah, conosce benissimo la Nba. Di fatto sono un rookie e per questo sono molto contento di avere la possibilità di giocare insieme a Kirilenko: so che la sua presenza mi aiuterà tantissimo". L’invasione russa non sarà comunque una brusca presa di potere, ma sarà più simile all’azione di una cavalleria che cercherà di dare il proprio contributo: Kirilenko e Shved sanno chi comanda a Minnesota. Entrambi hanno vinto la medaglia di bronzo all’Olimpiade di Londra, contribuendo a restituire alla Russia la reputazione perduta nel basket internazionale, ma Love ha conquistato una medaglia d’oro. L’ala dei Wolves ha avuto un ruolo importantissimo nella corsa degli Stati Uniti verso il titolo olimpico, diventando ben presto il lungo di fiducia di coach Mike Krzyzewski: inoltre Love ha disputato due All Star Game e si è consolidato come uno dei migliori giocatori della Nba. "Kevin è cresciuto tantissimo, compiendo il salto decisivo da buon giocatore a fuoriclasse - ha ammesso Kirilenko -. Ha la squadra in mano ed è il giocatore simbolo della franchigia. E' il giocatore sul quale dovremo fare affidamento nei momenti decisivi e per questo dovremo cercare di aiutarlo". I tre cestisti dei Wolves si sono incrociati brevemente in un paio di occasioni a Londra, ma non sono riusciti ad approfondire la loro conoscenza a causa del fitto programma di impegni olimpici: avranno modo di farlo durante il training camp, mentre a Minneapolis tutti attendono con impazienza il loro arrivo. Il roster dei Wolves ha un forte sapore internazionale, grazie anche alla presenza del montenegrino Pekovic, dello spagnolo Rubio e del portoricano J.J. Barea. "Sono sicuro che funzionerà tutto al meglio - ha spiegato Pekovic – perché siamo tutti delle bravissime persone".