Nba, Minnesota ritrova coach Adelman
"Dobbiamo dare tutti qualcosa in più"

Rick Adelman, 66 anni, allena dal 1988. Ap

Rick Adelman è tornato ad allenare dopo un’assenza di tre settimane a causa delle precarie condizioni di salute di sua moglie: senza di lui, i Minnesota Timberwolves hanno perso 9 partite su 11 e tante posizioni nella corsa playoff a Ovest. Quando è arrivato ai Wolves, lo scorso anno, Adelman ha contribuito a restituire la speranza a una franchigia depressa e di conseguenza Minnesota ha sentito molto la sua mancanza: ma è altrettanto probabile che Adelman abbia bisogno dei Wolves quanto i Wolves hanno bisogno di lui. Il coach ha diretto l’allenamento e ha dichiarato che spera di sedersi in panchina contro i Clippers se le condizioni di salute di sua moglie Mary Kay saranno soddisfacenti: il coach dei Wolves ha spiegato di aver deciso di posticipare il suo ritorno in panchina in attesa che la situazione migliorasse, precisando che sua moglie adesso sta meglio e che il peggio sembra essere passato. "Non è stato facile – ha dichiarato Adelman -. Non mi è mai successo, ma ci sono alcuni aspetti della vita che sono più importanti del basket e di tutto il resto e credo che la squadra lo capisca. Spero che adesso la situazione sia definitivamente migliorata". Adelman ha preferito non rilasciare dichiarazioni sui problemi di sua moglie, che sono emersi questo mese e hanno costretto la donna al ricovero in ospedale mentre i medici studiavano una cura. Il 7 gennaio scorso il tecnico non si è presentato all’allenamento, mentre l’8 gennaio ha saltato la sua prima partita: è stato il suo assistente Terry Porter a sostituirlo nella vittoria casalinga contro Atlanta.

guai in serie — Le speranze dei Wolves di superare indenni il difficile percorso senza il loro coach si sono infrante contro una serie di infortuni: Kevin Love, Brandon Roy, Chase Budinger, Josh Howard e Malcolm Lee hanno dovuto fare i conti con problemi fisici di lunga durata, e di recente anche Nikola Pekovic e Alexey Shved hanno subito degli infortuni e sono dovuti restare ai box per più di una settimana. Ricky Rubio è ancora in attesa di ritrovare la migliore condizione fisica dopo la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro del marzo scorso. Minnesota, che aveva iniziato la stagione con la speranza di conquistare un posto nei playoff per la prima volta dal 2003-04, ha un record di 17-24 ed è attualmente in 12° posizione nella Western Conference: i Wolves sono reduci da quattro sconfitte consecutive, compreso il doppio ko in trasferta dello scorso weekend a Washington e Charlotte che ha permesso ai Bobcats di mettere fine a una striscia di 16 sconfitte interne consecutive. Durante la sua assenza Adelman è sempre rimasto in contatto con il suo staff e ha discusso quotidianamente con Porter e con il presidente David Kahn dei possibili movimenti legati al roster: lo scorso 16 gennaio il coach dei Wolves ha incontrato brevemente i giocatori, per informarli della sua situazione e cercare di motivarli. "Abbiamo ancora metà stagione a disposizione – ha dichiarato Adelman -. Anche se abbiamo dovuto fare i conti con numerose difficoltà, la vita continua: dobbiamo trovare il modo di fare il pieno di energia e concentrarci su quello che possiamo fare. Come ho detto alla squadra, dobbiamo dare tutti qualcosa in più".

ripartenza — Pekovic e Shved sono tornati ad allenarsi ieri con la speranza di essere a disposizione domani sera, quando i Wolves affronteranno il primo di sei impegni casalinghi di fila, e la presenza di Adelman durante l’allenamento è sicuramente una spinta in più per la squadra: "È un’ottima notizia – ha dichiarato l’ala Andrei Kirilenko -. Ritroviamo delle sensazioni positive: il morale non era sicuramente dei migliori, ma tutto sta tornando alla normalità". Chi conosce bene Adelman descrive con parole dolci il suo amore per Mary Kay: i rari sorrisi sul volto del severo coach dei Wolves spuntano solo prima dei match in cui è presente sua moglie, quando la cerca nelle tribune e la saluta con un cenno nel prepartita. "Rick ha passato dei momenti difficili – ha dichiarato Porter, che conosce Adelman dalla fine degli anni 80 quando, da playmaker, era un suo giocatore a Portland -. Ho cercato solo di fare del mio meglio per aiutarlo a sentirsi meno stressato: il mio lavoro consiste anche nell’essere pronto quando vengo chiamato in causa". Tornare in campo è stata sicuramente un’ottima terapia per Adelman: il coach dei Wolves, che ha dedicato tutta la sua vita al basket, è tornato alla routine che lo contraddistingue da molti decenni, e il suo umore è subito migliorato quando gli è stata chiesta una valutazione sul lavoro di Porter. Adelman ha scherzato sulla sanzione di 2000 dollari inflitta al suo assistente a causa di un fallo tecnico: "Al resto ci penserò io – ha dichiarato il tecnico – ma lui dovrà pagare la multa". Adelman ha cercato di non rendere pubblica la situazione di sua moglie: anche due dei suoi figli lavorano per i Wolves – R.J Adelman nel front office, David nello staff tecnico – e entrambi hanno continuato a lavorare in assenza del padre. "Anche loro sono più sollevati – ha dichiarato Adelman -. Cercheremo di andare avanti giorno per giorno".