Carlisle e i Mavs in crisi
"Fermo chi non mi segue"

Rick Carlisle, 53 anni, guida Dallas dal 2008. Reuters

La pazienza a Dallas è limitata, proprio come il portafoglio di Mark Cuban ai tempi in cui riusciva a malapena a permettersi di insultare gli arbitri dai posti meno ambiti della tribuna. Dopo l’ennesima brutta sconfitta, la batosta per 111-86 rimediata due giorni fa contro San Antonio, il coach dei Mavericks Rick Carlisle ha dato segnali di sconforto: dopo aver condannato, una settimana fa, la prestazione dei suoi, annichiliti sempre dagli Spurs con uno scarto di 38 punti, Carlisle ha dichiarato che prenderà delle decisioni drastiche, come ad esempio quella di sospendere i giocatori dal rendimento insoddisfacente, per cercare di dare una scossa a una squadra che sembra disorientata. "Dovrò lavorare di fantasia e trovare delle soluzioni, non ho alternative migliori – ha spiegato il tecnico -. Nelle ultime settimane, durante gli allenamenti e le sedute di tiro, ho dovuto letteralmente urlare in faccia a due giocatori per farmi capire: continuerò a farlo. Se dovrò cominciare a sospendere dei giocatori che in campo non fanno quello che chiedo, lo farò: ne parlerò con Cuban ma la situazione deve cambiare in qualche modo, non si può dare la colpa soltanto alle difficoltà del calendario". Forse non si arriverà a delle sospensioni, ma il concetto stesso lascia percepire un livello di disperazione che è sintomatico della velocità con cui sta scivolando via questa stagione: Carlisle può certamente scegliere di tenere fuori i giocatori che rendono al di sotto delle proprie possibilità, del resto non ha molte altre opzioni a cui affidarsi.

supporto — "Qualsiasi decisione prenda il coach, sono con lui - ha dichiarato Shawn Marion, ala dei Mavs -. È giusto che sia Carlisle a decidere quello che vuole fare: a prescindere da quali saranno le sue scelte sono dalla sua parte". I Mavs hanno perso nove delle ultime dieci partite, con sei sconfitte consecutive in cui hanno incassato uno scarto medio di 19.1 punti. Gli Spurs hanno battuto i Mavericks per due volte, con 38 e 25 punti di scarto, Denver li ha sconfitti con un +21 e anche Miami e Memphis hanno vinto contro Dallas con uno scarto in doppia cifra. Nell’unico match in cui sono stati competitivi, contro gli Oklahoma City Thunder, i Mavs non sono riusciti a gestire il vantaggio nel quarto periodo e hanno perso di sei punti nell’overtime. Dallas, che ha un record di 12-19, ha bisogno di un’immediata inversione di rotta: se non dovesse accadere, il record di 12 qualificazioni consecutive ai playoff sarebbe in serio pericolo. "Gennaio sarà un mese da dentro o fuori per questa squadra", ha ammesso un giocatore dei Mavs. Carlisle ha spiegato: "Non siamo più la squadra che siamo sempre stati da quando Cuban ha acquistato il club, e questa è una striscia senza precedenti. È una situazione negativa e dobbiamo cercare di risolverla, io per primo. Me ne assumo tutte le responsabilità".

Il ritorno di Nowitzki non è servito ai Mavs. Reuters

obiettivo — I Mavericks sono al 12° posto nella Western Conference, a quattro vittorie di distanza dall’ottavo e ultimo utile posto per i playoff, e in questa stagione il loro differenziale punti continua a andare nella direzione sbagliata: a -4.8 punti, è migliore solo di quello di Sacramento (meno 5.0) e di New Orleans (meno 5.9). Solo Houston (103.8) concede in media più punti di Dallas (103.1), ma i Rockets segnano 7 punti in più a partita. Dirk Nowitzki è rientrato da quattro partite, ma i Mavs le hanno perse tutte: il tedesco è uscito dalla panchina e ha avuto molte difficoltà al tiro. Ad aggravare il problema c’è il costante calo di O.J. Mayo. Il 2013 di Dallas comincerà a Washington: se perdessero contro i Wizards, che hanno un record di 4-24, i Mavs sarebbero molto vicini a toccare il fondo in vista dell’imminente match di giovedì sera a Miami. "Dobbiamo essere più cattivi e tornare a lottare – ha spiegato Marion -. Dobbiamo trovare un modo per uscire da questa situazione, che al momento fa veramente schifo".