In quel 25 aprile del 1953, Checco Costa geniale e visionario import¨° i GP del motomondiale sulle rive del Santerno e ebbe inizio la storia del ¡°piccolo N¨¹rburgring¡± con le grandi corse sul circuito di Imola
Anche il motorsport resta nella tenaglia del coronavirus e dei suoi effetti devastanti, impegnato a tutti i livelli per tentare prima possibile una ripartenza dei campionati nazionali e internazionali e ridisegnare un futuro tutt¡¯ora vago e incerto. Pur in un contesto assai diverso, si torna indietro di decenni quando dopo le devastazioni della Seconda guerra mondiale anche in Italia lo sport e in particolare l¡¯automobilismo e il motociclismo contribuirono allo sforzo collettivo della ricostruzione post bellica. Gi¨¤ nel 1946, ¡¯47, ¡¯48 in quasi ogni citt¨¤ si organizzavano corse di moto e di auto: ai bordi di circuiti improvvisati nei centri storici o nelle periferie si accalcavano folle festanti desiderose di dimenticare il passato di lutti e di rovine e tornare a vivere correndo veloci come i piloti, verso un futuro basato sul ¡°nuovo¡±, anche fatto di piccole cose, come lo era stato il ¡°chewing gum¡± o il boogie woogie portato dai soldati americani. Fu cos¨¬ anche far correre le moto con gomme artigliate e manubri dalle corna di bufalo su percorsi accidentati, su strade sterrate e infangate.
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Autodromo di Imola, la pazza idea di Checco Costa
¡ª ?Il 13 maggio 1948 ecco in Italia il motocross con la prima gara internazionale sulle gobbe del Castellaccio di Imola (fino al 1965 si disputeranno 9 mondiali, 5 campionati europei, 5 ¡°tricolori¡±!) organizzata dal Dottor Francesco ¡°Checco¡± Costa che gi¨¤ nel 1937 aveva portato il fuoristrada nel parco delle Acque Minerali e il 21 luglio 1946 la velocit¨¤ nei viali del centro con il GP citt¨¤ di Imola. Costa ragionava in grande puntando a un impianto permanente, all¡¯epoca considerata una ¡°pazza idea¡±. Scriver¨¤ poi il figlio di Checco, Claudio (¡°dottorcosta¡±) fondatore della Clinica Mobile: ¡°Questa idea, come fragile creatura, fu accolta, aiutata, cullata e nutrita da tanti, ma solo uno ne fu padre per sempre: Checco Costa¡±.
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Nel 1952 il collaudo con la Ferrari e Alberto Ascari
¡ª ?Gi¨¤. In meno di un amen Francesco Costa pass¨° dall¡¯idea ai fatti, muovendo tutti i santi in Paradiso e i manovali per cominciare a spalare la terra in riva al Santerno. Il 6 marzo 1950 ecco il primo colpo di piccone dato dal presidente del Coni, Giulio Onesti. Il 18-19 ottobre 1952 c¡¯¨¨ il collaudo della nuova struttura con l¡¯abbraccio-consacrazione a Checco Costa di Enzo Ferrari. Cos¨¬ il rombo dei motori da corsa scuote per la prima volta la quiete secolare del parco imolese. Scendono in pista Alberto Ascari sulla Ferrari F1, Umberto Masetti sulla Gilera 500 4 cilindri, Enrico Lorenzetti sulla Guzzi. Per Checco, acclamato dalla folla, ¨¨ il trionfo.
La prima corsa ad Imola: motociclismo
¡ª ?La notizia ¨¨ lanciata in Italia e fuori da giornali, radio e tv. Il circuito del Santerno entra nel Motorsport internazionale: qui si disputeranno gare memorabili rimaste nel cuore degli appassionati e vergate nell¡¯albo d¡¯oro del motociclismo e dell¡¯automobilismo mondiale. Il 25 aprile 1953, 67 anni fa, in una assolata giornata primaverile, si disputava sull¡¯inedito circuito del Santerno di Imola la prima corsa motociclistica di velocit¨¤ riservata alle classi 125, 250, 500 Grand Prix. Iniziava cos¨¬ la straordinaria avventura del ¡°Piccolo N¨¹rburgring¡±, uno splendido saliscendi misto-veloce mozzafiato di 5.017 metri che diverr¨¤ uno degli autodromi internazionali pi¨´ importanti e famosi con giornate esaltanti e altre cupe e tragiche come quella del 1¡ã Maggio 1994 con la morte di Ayrton Senna.
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Checco Costa resta un personaggio fuori dal tempo e dagli schemi, di grande vitalit¨¤, umilt¨¤ e umanit¨¤, un eterno ragazzo innamorato della motocicletta e del motociclismo. Checco Costa resta insuperabile nell¡¯arte di organizzare le corse, il principe del motociclismo mondiale capace di fondere campioni e folle, la sintesi di una realt¨¤ culla di questo sport di passioni e di rischi ¨C l¡¯Emilia Romagna ¨C che non ¨¨ solo una espressione geografica, ma il cuore e l¡¯anima stessa delle corse, dove da sempre si esalta il culto ¡°de mut¨°r¡±.
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Motomondiale ad Imola, l¡¯energia di Costa
¡ª ?Costa fu il primo a intuire l¡¯importanza dei media e soprattutto della tv nonch¨¦ dei grandi sponsor. Dal 1949 al 1988, alla guida del Moto Club Santerno di Imola, Checco Costa firma 23 edizioni della Coppa d¡¯Oro Shell, 12 edizioni della 200 Miglia, 9 gare del Motomondiale. Il primogenito dottor Claudio Costa ¨¨ stato l¡¯ideatore e direttore della Clinica Mobile e l¡¯altro figlio, avvocato Carlo Costa, speaker ufficiale dell¡¯autodromo. Entrambi, Claudio e Costa, degni figli di Checco, giganti del motociclismo e del Motorsport internazionale.
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Scrive Marino Bartoletti nella prefazione del libro di Angelo Dal Pozzo e Claudio Ghini (Bacchilega Editore): ¡°Sapeva vedere lontano Checco: forse perch¨¦ era figlio dei campi, aveva il senso di un orizzonte che non finisce mai. E soprattutto sapeva vedere ¡°avanti¡±, molto avanti. Perch¨¦ abbinava le sue passioni alla genialit¨¤; le sue speranze alla concretezza; la sua apparente lucida follia alla pi¨´ disarmante facilit¨¤ nel trasformarla in fatti reali. E sarebbe nulla se, nel suo ineguagliabile percorso di vita e di lavoro, non avesse abbinato tutto questo a un candore e a un entusiasmo quasi infantili, a un¡¯onest¨¤ e un rigore praticamente inimitabili. Checco era un bambino coi baffi da adulto; un cucciolo saggio e responsabile, un Peter Pan che aveva trasformato l¡¯Isola che non c¡¯¨¨ in un Castello che solo lui poteva immaginare¡±.
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Checco Costa, un gigante
¡ª ?Nato il 9 aprile 1911 Checco mor¨¬ 77enne il 30 luglio 1988 per un banale incidente appena uscito di casa in bicicletta dopo essere stato travolto da un motociclista: quando si dice il destino beffardo! L¡¯estensore di queste note, ragazzino a fine anni ¡¯50, ricorda Checco Costa ¡°Direttore d¡¯orchestra¡± del Santerno con la sua bacchetta magica pedalare sulla sua biciclettina, zigzagare sulla griglia di partenza (all¡¯epoca spostata verso la curva Rivazza) della Coppa d¡¯Oro Shell e portare il suo saluto ai piloti, dal pi¨´ illustre all¡¯ultimo dell¡¯ultima fila.
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Indietro non si torna anche se non sarebbe male che il dopo Coronavirus portasse una ventata d¡¯aria nuova anche al motociclismo cui manca quell¡¯umanit¨¤ semplice e profonda e quella genialit¨¤ inesauribile alla Checco Costa. Checco era davvero un ¡°gigante¡± buono e sensibile, colto nel suo latino e greco antico e amante del bello ovunque fosse ¨C prototipo da corsa o quadro di Raffaello - uomo che ha fatto del motociclismo un¡¯opera d¡¯arte alla portata di tutti, fuori dal tempo, proiettandolo oltre le mitiche serpentine del Santerno e i mutevoli confini dello sport.
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