Cinque i segnali e 5 le soluzioni
Avere paura della felicit¨¤?¨¨ un timore irrazionale tanto paradossale quanto diffuso. La cherofobia ¨¨ una forma di ansia anticipatoria rispetto a quanto la felicit¨¤ possa renderci vulnerabili. In poche parole, la felicit¨¤ equivale al dolore. Sono 5 i segnali cui prestare attenzione, per capire se si soffre di cherofobia. Cinque, le soluzioni mentali e pratiche.?
Cherofobia o paura di essere felici: i segnali
¡ª ?Rispetto alle testimonianze di professionisti della salute mentale, possiamo individuare almeno cinque?segnali di cherofobia. In cima alla lista troviamo l'autosabotaggio. La felicit¨¤ viene vista come uno stato volatile, quindi come una minaccia rispetto al proprio equilibrio. La rinuncia inconscia ¨¨ l¡¯unica soluzione. Il secondo segnale ¨¨ il rifiuto alle attivit¨¤ sociali: per il cherofobico sono fonte di ansia e di stress. Guai a diventare ¡°dipendenti¡± da eventi positivi e gratificanti. La cherofobia, inoltre, ha uno stretto rapporto con il senso di colpa nel sentirsi felici. Quarto segnale, la paura del giudizio. Essere felici, fare cose folli, significa sembrare poco professionali, poco seri, poco affidabili. Questo timore pu¨° riguardare anche le potenziali critiche di perfetti estranei. A questo disagio si associa la tendenza a nascondere i propri traguardi, per paura di creare negli altri un senso di inferiorit¨¤ e, al tempo stesso, non sembrare affettivamente dipendente dall¡¯obiettivo raggiunto. Meglio sminuire tutto. Quinto e ultimo segnale: l¡¯associazione perenne di uno stato di felicit¨¤ potenziale con la delusione del passato, che pu¨° affondare radici fino all¡¯infanzia. Qui regna l¡¯insicurezza in se stessi, accompagnata dalla sfiducia verso il mondo esterno.?
Cherofobia: soluzioni
¡ª ?Vediamo ora quali sono le soluzioni che si possono applicare contro la cherofobia.
- Pensare alla felicit¨¤ non significa essere irresponsabili. Al contrario, il richiamo del mondo scientifico converge sull¡¯abitudine a dedicarsi a ci¨° che ci rende felici, a raggiungere la percezione di s¨¦ e il benessere psicofisico, migliorando conseguentemente la performance in tutti i campi.??
- Affidarsi agli altri non ¨¨ un segno di debolezza.?Il dovere di essere perfetti, di dover rappresentare un punto di riferimento nel contesto familiare, relazionale e professionale corrisponde spesso alla solitudine. Prendersi cura di qualcuno o guidare un¡¯impresa non esclude la possibilit¨¤ che qualcuno si occupi di noi.
- Quanta paura hai delle tue emozioni negative??Essere felici ¨¨ un bisogno che va riconosciuto. Occorre riflettere sul perch¨¦ abbiamo disattivato questo bisogno. Riattualizzare il trauma del passato ¨¨ imperativo, per impedirgli di collegare la felicit¨¤ alla sofferenza.
- Non ¨¨ sostituendoci agli altri che ci faremo amare. Qui c¡¯¨¨ un desiderio innato di essere amati. Il problema ¨¨ che si perdono di vista le proprie esigenze affettive, costruendo un rapporto a senso unico. La felicit¨¤ viene dall¡¯ammissione coraggiosa di voler essere corrisposti.?
- La felicit¨¤ non ¨¨ un premio. Qualche volta ci si sente immeritevoli. E si rinuncia a essere responsabili della felicit¨¤ in prima persona. Concedersi del tempo per riflettere su cosa alimenta il nostro stress, su cosa desideriamo nel profondo, su cosa non ci appartiene pi¨´, ¨¨ il punto di partenza per trovare il coraggio di vivere la felicit¨¤. Come? Andandosela a prendere.
? RIPRODUZIONE RISERVATA