Supercar
Bmw M1, all¡¯asta l¡¯esemplare appartenuto a Paul Walker
Una Bmw M1 ¨¨ gi¨¤ di per s¨¦ cosa rara, uno di quegli oggetti attorniati da un¡¯aura mistica che mandano in visibilio gli appassionati di motori. Se poi ¨¨ addirittura una delle auto appartenute a Paul Walker, il divo del cinema scomparso nel 2013 in seguito ad un incidente con una Porsche Carrera GT, allora la faccenda si fa ancora pi¨´ interessante. Ed ¨¨ proprio il caso della vettura messa all¡¯asta in questi giorni su un sito statunitense specializzato nella compravendita di auto storiche e di prestigio.
LA STORIA
¡ª ?? la met¨¤ degli anni ¡¯70 quando Bmw, che aveva appena fondato la sua divisione Motorsport, decide di lanciarsi nel progetto di una sportiva senza compromessi, quella che oggi chiameremmo una supercar. Le origini della M1, in realt¨¤, vanno fatte risalire al 1972, quando in occasione delle Olimpiadi di Monaco (passate alla storia per l¡¯ irruzione nel villaggio olimpico di un commando di terroristi palestinesi) la Casa bavarese present¨° la concept Turbo, una berlinetta dalle linee futuristiche che sfruttava il quattro cilindri sovralimentato della pi¨´ sportiva delle 2002. Nel 1976, nella volont¨¤ di realizzare una macchina capace di tenere alta la bandiera dell¡¯Elica nel Gruppo 5 del campionato GT, Bmw decide dunque di rispolverare l¡¯avveniristico prototipo arancione presentato qualche anno prima.
ITALO-TEDESCA?
¡ª ?A Monaco hanno in mente una vettura che sia affidabile come una tedesca ma esotica e affascinante come una italiana: ¨¨ il periodo delle Countach, delle 512 BB e delle Pantera, e in Baviera sanno bene che da queste parti abbiamo pochi rivali quando si tratta di sfornare vetture da sogno. Ed ¨¨ cos¨¬ che la M1 nasce come una sorta di vettura italiana con un cuore tedesco: nel progetto vengono coinvolti Gian Paolo Dallara, che si occupa del comparto telaistico, e la Italdesign di Giorgietto Giugiaro, che prende in carico la realizzazione della carrozzeria in fibra di vetro. In un primo momento sembra addirittura profilarsi una collaborazione con Lamborghini, che mette disposizione il suo impianto di Sant¡¯Agata per la produzione della sportiva teutonica. Il Toro, tuttavia, sarebbe rimasto a bocca asciutta.
LA M1: ESOTICA BAVARESE
¡ª ?L¡¯auto viene presentata al Salone di Parigi nel 1978, per poi essere prodotta tra la Germania, l¡¯Emilia ed il Piemonte. ? a tutti gli effetti una dream car stradale come lass¨´, nell¡¯allora Repubblica Federale Tedesca, non se ne erano mai viste, e lo ¨¨ anche nel senso moderno del termine. Sono gli anni della grande transizione dalle sportive ¡°classiche¡± degli anni ¡®50 e ¡®60 alle supercar come le conosciamo oggi, fatte di linee aggressive e soluzioni tecniche senza compromessi. Dalla scuola italiana dell¡¯epoca la M1 eredita anche l¡¯impostazione a motore centrale, incastonato longitudinalmente nel telaio tubolare a traliccio dotato di rinforzi in lamiera. La trazione ovviamente ¨¨ posteriore, mentre le sospensioni a quadrilateri deformabili fanno il paio con un impianto frenante che sfoggia dischi su tutte e quattro le ruote. Il caratteristico design teso e squadrato tradisce la matita di Giugiaro, autore di altri ¡°cunei¡± leggendari come Maserati Merak e Bora, Lotus Esprit e Alfa Romeo 33 Iguana.
IL PROPULSORE
¡ª ?Sotto al cofano c¡¯¨¨ il motore di casa Bmw, quel sei cilindri in linea che nei decenni a venire sarebbe diventato una vera e propria bandiera del brand dell¡¯Elica. ? il bialbero a 24 valvole progettato da Paul Rosche, l¡¯M88 da 3.5 litri che abbinato ad un cambio manuale a cinque marce eroga in questa configurazione 277 cavalli a 6.500 giri. Abbastanza per spingere la M1 oltre i 260 km/h e farla accelerare da 0 a 100 km/h in soli 5,6 secondi. Per fare un paragone la coeva Ferrari 308 (che per¨° pagava lo scotto di 500 cc di cilindrata in meno) metteva sul piatto ¡°solo¡± 255 cavalli e 252 km/h di velocit¨¤ massima.
LA CARRIERA SPORTIVA
¡ª ?In seguito al cambio di regolamento del Gruppo 5 ¨C il numero di esemplari richiesti per l¡¯omologazione fu nel frattempo innalzato a 400 ¨C Bmw dovette correre ai ripari e rivedere i suoi piani di produzione. Fu cos¨¬ costruito, tra il 1978 e il 1981, un totale di 456 M1, di cui 400 stradali e 56 da corsa. Queste ultime presero parte alle gare di Gruppo 5, Gruppo 4 e in seguito al monomarca ProCar, un campionato organizzato da Bmw i cui round si svolgevano in concomitanza con i weekend di Formula 1 e che vedevano la partecipazione di assi dei Gran Premi come Niki Lauda, Nelson Piquet, Didier Pironi ed Elio De Angelis.
M1 AHG
¡ª ?La M1 messa all¡¯asta su Bringatrailer ¨¨ un esemplare del 1980, modificato dal dealer Bmw Ahg con il pacchetto Studie. Da un punto di vista estetico sono ben evidenti il bodywork ispirato alla M1 Procar e i cerchi Bbs da 16 pollici, nonch¨¦ la livrea tricolore Bmw Motorsport che ha preso il posto dell¡¯originale colorazione bianca. Internamente, invece, la stoffa dei sedili originali ¨¨ stata sostituita con della pelle nera. Per quanto riguarda la meccanica il sei-in-linea ¨¨ stato elaborato fino a raggiungere la potenza di circa 350 cavalli, in un boost di potenza di oltre 70 cavalli rispetto al modello originale pur nel mantenimento del layout aspirato.
IL BOLIDE DI O¡¯CONNOR
¡ª ?Dopo essere stata importata negli Usa, la M1 Ahg ¨¨ rimasta in Georgia fino al 1995, quando ¨¨ stata acquistata prima da un appassionato texano e poi da Paul Walker, il Brian O¡¯Connor di Fast and Furious. La M1 ¨¨ entrata cos¨¬ a far parte della collezione che il celebre attore statunitense condivideva con l¡¯amico Roger Rodas, deceduto con lui nel terribile incidente di Santa Clarita (California). Nel corso di questi otto anni la M1 ¨¨ stata messa all¡¯asta senza successo almeno altre due volte, una da Sotheby¡¯s e una da Mecum. Ora ci prova anche Bringatrailer: per aggiudicarsela c¡¯¨¨ tempo fino al 1¡ã febbraio; al momento l¡¯offerta pi¨´ alta ¨¨ di 390 mila dollari, l¡¯equivalente di circa 320 mila euro.
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