La discesa in politica dell¡¯imprenditore suscita ostilit¨¤ e determina forti cali di vendite e del valore delle azioni. Ci sono per¨° elementi che giocano a favore del marchio pi¨´ diffuso di auto elettriche

Scendere in politica non sempre fa bene a un imprenditore; anzi, spesso ¨¨ controproducente. Lo sta provando sulla propria pelle Elon Musk, le cui fortune economiche, pur immense, rischiano di essere messe in crisi dalla scelta di sostenere Donald Trump nella sua corsa alla presidenza degli Stati Uniti e di affiancarlo in una gestione del potere giudicata da alcuni spregiudicata, ora che le elezioni sono state largamente vinte dal candidato repubblicano insediatosi alla Casa Bianca. A farne le spese sembra essere la Tesla, principale creatura di Musk, le cui vendite, fino a poco fa in crescita costante, hanno iniziato a declinare in varie parti del mondo. Solo in gennaio, il mercato europeo ha visto una flessione del 45,2% delle immatricolazioni delle vetture elettriche di Musk (con un successivo picco pari a -76,3% in Germania a febbraio), ma gi¨¤ l¡¯intero 2024, anno della discesa in campo dell¡¯imprenditore di origini sudafricane, aveva fatto segnare una prima, seppure lieve, flessione delle vendite (-1,07%) e dei ricavi automobilistici (-6%), arrivata dopo anni di crescita ininterrotta. Dati sui quali hanno certamente influito anche fattori estranei alla politica, come l¡¯attesa della nuova versione della Model Y che ha frenato molti potenziali acquirenti e la crescita della concorrenza di costruttori cinesi di vetture elettriche come Byd, i cui modelli stanno diventando sempre pi¨´ competitivi e attraenti. Ma ci sono altri segnali che indicano come le posizioni radicali di Musk, determinato a licenziare migliaia di dipendenti pubblici americani e acceso sostenitore dei partiti di destra di molti Paesi (a partire dall¡¯AfD tedesco), stiano suscitando rifiuto e contestazione tra i consumatori. Che, oltretutto, faticano a capire il paradosso di un Musk che ha costruito parte della propria fortuna sull¡¯auto elettrica per eccellenza diventato accanito sostenitore di un politico come Trump, che invece odia le elettriche e intende porre fine a qualsiasi legislazione favorevole a una loro maggiore diffusione.?

rabbia e violenza
¡ª ?Il risultato ¨¨ che oggi c¡¯¨¨ chi si vergogna di guidare una Tesla e appone sulla carrozzeria adesivi in cui spiega di averla comprata "prima che Musk impazzisse"; ma si sono registrati anche atti di violenza contro le concessionarie del marchio e gli impianti di ricarica, alcuni dei quali, come racconta il Washington Post, sono stati incendiati in Stati di grande tradizione democratica come il Massachusetts, mentre nel Maryland ¨¨ stato vandalizzato un edificio apponendovi scritte "No Musk" e in Oregon un punto vendita Tesla ¨¨ stato oggetto di colpi di fucile automatico e del lancio di molotov, con danni per mezzo milione di dollari. Episodi analoghi di ostilit¨¤ si sono registrati in Oregon, Colorado e California, mentre a Londra sono comparse scritte nelle quali la Tesla viene definita una "Swasticar" (un¡¯auto-svastica, ossia simbolo dell¡¯ideologia nazista), in grado di "passare da 0 al 1939 in 3 secondi". Anche a Milano, lo showroom Tesla di piazza Gae Aulenti ¨¨ stato oggetto di contestazione da parte di attivisti di Extinction Rebellion che si sono "incollati" al negozio per protestare contro il "fascismo green". Insomma, il sentimento generale nei confronti della Tesla e di Musk, in passato simbolo del progresso, di prodotti all¡¯avanguardia e di benefici per l¡¯ambiente, ¨¨ in gran parte cambiato in seguito alla svolta politica dell¡¯imprenditore.

effetti economici
¡ª ?E le conseguenze non si sono fatte attendere: il valore di un¡¯azione Tesla a Wall Street ¨¨ crollato dai 488 dollari registrati come punta massima in dicembre, dopo l¡¯elezione di Trump a presidente e la designazione di Musk come suo consigliere privilegiato, ai 263 dollari del 9 marzo. E il patrimonio personale di Musk, che comunque resta l¡¯uomo pi¨´ ricco del mondo, ¨¨ diminuito di quasi 140 miliardi di dollari nel giro di soli due mesi.?

segnali contrastanti
¡ª ?Che cosa accadr¨¤ alla Tesla nel prossimo futuro? Molto dipender¨¤ dall¡¯evoluzione dello scenario politico e dalle scelte dell¡¯amministrazione Trump, non tutte negative per Musk. Che, per esempio, potrebbe beneficiare dei dazi imposti sulle auto d¡¯importazione cari al presidente americano, visto che le Tesla destinate agli Usa sono prodotte negli stabilimenti americani di Fremont e Austin, in Texas, quindi non sono soggette alle barriere tariffarie, a differenza di quelle di molti concorrenti; e i prezzi gi¨¤ competitivi di modelli come la Y e la 3 potrebbero risultare ancor pi¨´ convenienti. Anche le colonnine di ricarica Tesla nascono negli States, precisamente a Buffalo, nello Stato di New York. E l¡¯utilizzo di componentistica locale, che riduce fortemente le importazioni di parti necessarie all¡¯assemblaggio delle vetture, costituisce un ulteriore vantaggio per Musk. Ci sono, per¨°, anche aspetti critici nel quadro complessivo. Le affermazioni aggressive nei confronti del Canada, che Trump vorrebbe diventasse il 51esimo stato americano, hanno suscitato forti reazioni di rifiuto da parte dei consumatori di quel Paese. E l¡¯ostilit¨¤, espressa anche con la guerra doganale, nei confronti della Cina sta mettendo in difficolt¨¤ anche in quell¡¯enorme mercato asiatico le vendite di Tesla, prodotte sul posto a Shanghai e in parte destinate ai mercati europei; a questo si aggiunge la forte concorrenza dei produttori locali, a partire, come detto, dall¡¯arrembante Byd. La partita, insomma, ¨¨ pi¨´ aperta che mai e si pu¨° essere certi che Musk giocher¨¤ tutte le sue carte per riportare al vertice delle vendite le sue elettriche di successo, agendo anche sulla riduzione dei prezzi, una politica che gli altri costruttori non sono in grado di seguire a causa dell¡¯impossibilit¨¤ di comprimere i propri costi di produzione.
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