Nba, i Lakers tornano a sorridere. La miglior serie è ora di New York

Caduta Miami, la striscia vincente più lunga è di New York, che onora la sesta vittoria di fila trascinata da JR Smith contro Memphis. Indiana tiene il passo nella lotta per il secondo post a Est andando a fare il colpo a Houston: i Rockets, soffocati dalla difesa Pacers, continuano a sperare nel 6° posto perché Golden State cade in casa con Sacramento. Col fiatone nel finale, con una sospetta stoppata di Bryant su Rubio, i Lakers tornano al successo contro Minnesota e tengono a distanza Utah vincente su Phoenix. Un canestro all'ultimo secondo di Jeff Green a Cleveland permette ai Celtics di interrompere una serie di cinque perse di fila, mentre Milwaukee perde a Philadelphia. Più in alto a Est, Brooklyn e Atlanta vincono a Portland e Toronto. Thunder e Clippers (che eguagliano il massimo di 49 successi stagionali della loro storia) vanno sul velluto su Wizards e Hornets. Charlotte batte Orlando nella sfida tra le due peggiori squadre Nba.

Kobe Bryant contro Ricky Rubio. Reuters

Philadelphia 76ers – Milwaukee Bucks 100-92
Monta Ellis è troppo solo e i Bucks (34-36) implodono nel quarto periodo per la quarta sconfitta di fila, e settima nelle ultime nove: in otto minuti perdono sei palloni e sbagliano 7 tiri su 8, così Philadelphia (28-43) ci costruisce la quarta vittoria nelle ultime sette gare con il 15-0 che la lancia 98-87 a 5' dalla fine. Il protagonista è Spencer Hawes, al massimo in carriera di 17 rimbalzi, che nelle ultime sette gare segna 16 punti di media con 11.9 rimbalzi. Phila deve fare i conti con la giornata da 6/17 al tiro e 6 perse di Holiday e infatti dal +18 si ritrova sotto 76-83 a inizio quarto periodo, ma per troppi Bucks è una giornata no. Brandon Jennings resta senza segnare per la prima volta in carriera, chiuderà con 0/3 in 17' prima che Boylan decida di richiamarlo a inizio ripresa. Insieme a Redick (2/12 complessivo) e Ellis totalizza un 3/17 totale da tre punti. Anche un Ilyasova da 5/17 partecipa alla brutta giornata da 41.6% al tiro degli ospiti, che nel finale devono soccombere.
Philadelphia: Holiday 18 (4/13, 2/3, 4/4 tl), Wilkins 18 (6/12, 1/3, 3/4 tl), Hawes 15, T.Young e Wright 14, Turner 13. Rimbalzi: Hawes 17. Assist: Holiday 6.
Milwaukee: Ellis 29 (10/12, 2/9, 3/3 tl), Sanders 15, Ilyasova 13. Rimbalzi: Ilyasova 18. Assist: Ellis 7.

Charlotte Bobcats – Orlando Magic 114-108
Charlotte (17-54) ha il colpo di reni finale e battendo Orlando (18-54) nella sfida tra le due squadre col peggior record della Nba, la riavvicina a sola mezza vittoria di distanza, con l'ambizione di sorpassarla nelle 11 partite che le restano per non chiudere ancora ultima nella lega. La quarta vittoria nelle ultime partite dei Bobcats è firmata dalla super prestazione di Henderson (22.5 punti di media nelle ultime 10 giocate) e Walker, 34 punti a testa, in una giornata da 38/65 da due di squadra. A 4'07'' dalla fine i Magic sono avanti 104-106 ma da qui in poi segneranno solo due punti: ad affossarla sono cinque errori al tiro di fila e tre perse, soprattutto con Nelson (6/19 e 5 perse...) e Harris, così i canestri di Biyombo, Henderson e McRoberts firmano l'8-0 della fuga casalinga. Harris macchia in fondo il suo massimo in carriera di 29 punti, così come massimo erano stati i 23 punti (11/14, 11 rimbalzi e 6 assist) del rookie O'Quinn, che in ala forte approfitta per farsi spazio delle assenze di Nicholson e Vucevic, oltre a quella di Afflalo, per non parlare di quelle di lungo termine dei vari Davis, Harrington e Turkoglu. Per i Magic è l'ottava sconfitta di fila e la numero 41 nelle ultime 47 partite.
Charlotte: Walker 34 (11/17, 2/6, 6/9 tl), Henderson 34 (11/16, 1/2, 9/10 tl), Biyombo 11. Rimbalzi: McRoberts 8. Assist: Walker 9.
Orlando: Harris 29 (8/15, 2/5, 7/8 tl), O'Quinn 23, Harkless 18, Jones e Nelson 13. Rimbalzi: O'Quinn 11. Assist: Nelson 11.

Cleveland Cavaliers – Boston Celtics 92-93
Un canestro all'ultimo secondo di Jeff Green evita ai Celtics (37-34) la sesta sconfitta di fila e permette a Boston di rimettersi in moto. La squadra di Rivers rischiava di rimetterci le penne sul campo di Cleveland (22-48) alla nona sconfitta nelle ultime undici partite, la quinta di fila, ancora priva di Irving e Waiters oltre a Varejao. Eppure, grazie alle sei triple dalla panchina, i Cavs erano ancora a +14 a 8' dalla fine e a +8 a 2'56'' dal termine prima di smarrirsi nel finale sotto il 21-6 dei Celtics. Ancora sotto 92-89 a 39'' dalla fine, gli ospiti tornano a -1 con un canestro di Pierce (partita totale da 19 punti, 10 rimbalzi e 8 assist), poi a 10'' dal termine Livingston in uno contro uno contro Terry si alza in sospensione dopo un “giro e tiro” da 5 metri frontale contro Terry e sbaglia. Timeout e rimessa per Boston, che serve Green fuori dalla linea del tiro da tre: l'ala, ancora titolare al posto di Garnett (assente ancora per problemi alla caviglia, come Lee), passa sul blocco di Terry, approfitta della confusione della difesa di Cleveland che lo perde, attacca il ferro e segna sulla sirena il canestro della vittoria. Chiude così col botto una prestazione a tutto tondo da 21 punti, 7 rimbalzi e 5 assist. Per Rivers, bene anche Bass e un Crawford da 12 punti dalla panchina.
Cleveland: Ellington 16 (6/12, 1/4, 1/2 tl), Miles e Speights 13, Gee e Livingston 12, Zeller 11. Rimbalzi: Thompson e Zeller 9. Assist: Miles e Gibson 6.
Boston: Bass 22 (8/14, 6/7 tl), Green 21, Pierce 19, Crawford 12. Rimbalzi: Pierce 10. Assist: Pierce 8.

Toronto Raptors – Atlanta Hawks 88-107
Tenendo i Raptors (26-45) a 34 punti nella ripresa, Atlanta (40-32) tiene il passo di Chicago nella lotta per il quinto posto a Est. Alla continuità di Horford ancora in doppia doppia, si aggiunge l'impatto dalla panchina di Johnson e Stevenson e il buon 10/21 da tre punti. Tre di queste triple arrivano da un Teague da 9/15 complessivo, che con 8 punti di fila è l'anima del 16-0 nel quarto periodo che permette agli Hawks di scappare 97-80 a 4'39'' dalla fine tenendo quasi cinque minuti senza segnare i canadesi. Alla sconfitta numero 12 in 15 partite e quinta di fila, senza l'infortunato Andrea Bargnani fino al termine della stagione, Toronto è condannata anche dallo 0/8 da tre dei titolari (4/17 totale) e dall'uscita di scena nella ripresa di Amir Johnson per una contusione alla gamba sinistra: da lì in poi ha imbarcato un parziale di 55-29. Nonostante i dolori alla schiena che avevano fatto balenare l'idea di chiudere anzitempo la stagione, c'era Rudy Gay, che al massimo stagionale di 12 rimbalzi ha aggiunto una modesta prestazione offensiva da 6/14. Reduce da tre sconfitte in cinque gare, Atlanta si qualifica matematicamente ai playoff per il sesto anno di fila.
Toronto: Valanciunas 19 (8/11, 3/4 tl), Gay 15, DeRozan 14, Ross 13, Anderson 12. Rimbalzi: Gay 12. Assist: Lowry 10.
Atlanta: Horford 26 (10/18, 6/6 tl), Teague 23, Smith 19. Rimbalzi: Horford 12. Assist: Teague 13.

New York Knicks – Memphis Grizzlies 108-101
Caduti gli Heat, è di New York (44-26) la striscia vincente più lunga della Nba. La firma un superlativo JR Smith, che chiude con 35 punti una giornata inarrestabile nell'attaccare il ferro, invece di accontentarsi dei tiri in sospensione. Il sesto successo di fila arriva con uno scalpo d'eccezione, quello di Memphis (47-24) che però alla terza sconfitta in quattro partite vede i Clippers terzi lontani ormai un successo e mezzo, e anche Denver quarta avanti di un successo. A lungo traditi dalla loro proverbiale difesa, i Grizzlies provano a rientrare nel finale di una partita condizionata, nonostante il rientro di Gasol (modesto 4/7), da un abulico ex Randolph che in 25' da 1/3 al tiro e 5 perse (nelle 16 di squadra) e dal 6/21 da tre (4/7 solo di un Bayless da 24 punti). E infatti i Grizzlies affondano 66-37 a 1'30'' dal riposo, a cui i Knicks sono andati al riposo col massimo stagionale di 69 punti. Gli ospiti cominciano qui a suon di viaggi in lunetta (29/35, 12/14 di un incisivo Conley) una risalita che li porta a -14 nel terzo quarto e sul 100-95 a 1'39'' dalla fine. A evitare ogni rischio è una tripla di Kidd a 1'15'' dalla fine per il +8 ribadita, dopo il -4 ospite, dal 5/6 finale dalla lunetta. Con due partite giocate in meno, i Knicks restano per pochi millesimi (.629 a .625) avanti a Indiana al secondo posto a Est. Raccogliendo anche 22 punti da Anthony in una giornata da 25/43 da due e 41.9% da tre contro una delle migliore difese Nba, New York era all'ottava partita di fila senza Chandler e dopo 4' della ripresa ha perso anche Camby, espulso per doppio fallo tecnico.
New York: Smith 35 (7/11, 3/7, 12/13 tl), Anthony 22, Shumpert 16, Felton 13. Rimbalzi: Smith e Anthony 7. Assist: Felton 4.
Memphis: Conley 26 (4/8, 2/8, 12/14 tl), Bayless 24, Allen 18, Gasol 13, Pondexter 10. Rimbalzi: Allen 10. Assist: Conley 6.

New Orleans Hornets – Los Angeles Clippers 91-105
Il ritorno di Chris Paul sul campo in cui era stato idolo coincide col giorno in cui i Clippers (49-23) pareggiano il record di successi stagionali, 49, nella storia della franchigia, con 10 partite ancora da giocare. I californiani si riscattano dalla sconfitta al supplementare di 24 ore prima con Dallas, non palesando la stanchezza, e vincono sul campo di New Orleans (25-47) che aveva appena fatto tre vittime eccellenti come Boston, Memphis e Denver. Ma gli Hornets sono traditi dallo 0/10 complessivo da tre del trio di specialisti Vasquez-Gordon-Anderson, e per vincere non bastano l'impatto a rimbalzo d'attacco di Lopez, la partita comunque complessivamente buona dell'altro grande ex Gordon e i buoni numeri della prima scelta assoluta Anthony Davis (9/13 al tiro con 9 rimbalzi). I Clippers prendono il largo sull'81-91 con un 10-2 in tre minuti all'inizio del quarto periodo. Gli ospiti costruiscono la loro giornata da 44.8% da tre, nonostante lo 0/5 di Paul, sul 3/4 di Billups (rientrato da un infortunio all'inguine, uscirà di nuovo anzitempo), sulle tre triple di Crawford e sul paio a testa di Butler, Barnes e Green.
New Orleans: Gordon 24 (9/14, 0/4, 6/7 tl), Davis 19, Lopez 13, Roberts 10. Rimbalzi: Davis 9. Assist: Vasquez 4.
LA Clippers: Griffin 19 (6/12, 7/8 tl), Paul 16, Crawford e Butler 13, Billups 11. Rimbalzi: Jordan 11. Assist: Paul 9.

Houston Rockets – Indiana Pacers 91-100
La difesa di Indiana (45-27) va a dettare legge sul campo di una delle squadre a più alta produzione offensiva, i Rockets (39-32), che erano oltretutto reduci da cinque successi in sei partite. Ma i Pacers tengono a un misero 38.6% al tiro in casa propria i texani, che sbagliano 15 triple su 21 e vedono gli ospiti rallentare il loro attacco, limitando Harden a 6/24 al tiro e anche Parson a 5/14. Ancora senza West, oltre a Granger, e facendo i conti con la giornata da 1/11 di Hille da 4/17 della stella George, Indiana costruisce il quinto successo in sei gare sui massimi stagionali di punti realizzati di Stephenson e Hibbert, dominante con 11/17 al tiro, 13 rimbalzi e 3 stoppate. Proprio il centro è l'uomo a cui appoggiarsi quando i padroni di casa tornano a -5 a 9' dalla fine, dopo il 19-37 di inizio secondo periodo che ha orientato la partita e dopo essere già stati respinti da Stephenson e George sul ritorno 64-68 a metà terzo quarto. I Pacers restano per pochi millesimi alle spalle di New York nella lotta per il secondo posto a Est, ma con due partite giocate in più.
Houston: Harden 22 (3/14, 3/10, 7/9 tl), Smith 18, Parsons 11, Robinson 10. Rimbalzi: Smith 19. Assist: Harden 8.
Indiana: Hibbert 28 (11/17, 6/8 tl), Stephenson 21, Hansbrough e George 16. Rimbalzi: Hibbert 13. Assist: Hill 5.

Oklahoma City Thunder – Washington Wizards 103-80
Il massimo risultato con il minimo sforzo. John Wall non è quello dei 47 punti segnati con Memphis e chiude con 3/18 al tiro, così Washington (26-45) dopo sei vittorie su otto paga dazio e non può che fermarsi sul campo di Oklahoma City (52-19) all'undicesima vittoria in 14 partite, ancora a una vittoria e mezzo di distanza dal primo posto a Ovest degli Spurs ma con una partita in meno. I 59 punti dei Big Three casalinghi arrivano con un totale di 27 tiri, il resto lo fanno il 57.1% da tre di squadra (3/4 Martin) e il 37/41 dalla lunetta, tenendo Westbrook in campo solo 25'. Per volare fino al 103-76 a 3' dalla fine è però sufficiente tenere a 35 punti nella ripresa i Wizards, in una giornata negativa da 22/64 da due e 5/20 da tre, traditi anche dal 3/12 di Singleton e dal 6/14 di Seraphin. Washington era comunque quattro titolari (o quasi) come Ariza, Webster, Nenè e Beal.
Oklahoma City: Westbrook 21 (4/7, 1/1, 10/11 tl), Durant 20, Martin 18. Rimbalzi: Perkins 11. Assist: Durant 6.
Washington: Wall 18 (3/17, 0/1, 12/15 tl), Temple 13, Seraphin e Martin 12, Booker 10. Rimbalzi: Okafor 10. Assist: Wall 12.

Minnesota Timberwolves – Los Angeles Lakers 117-120
Ricky Rubio protesta e urla a gran voce per un fallo di Kobe Bryant nella stoppata su di lui, sull'ultima tripla sulla sirena: lo spagnolo sarebbe andato in lunetta coi tre tiri liberi del potenziale overtime. I Lakers (37-35) non riescono a vincere in maniera normale, rimettendo in discussione il risultato sbagliando 9 degli ultimi 16 liberi tentati, ma quantomeno tornano al successo dopo tre sconfitte di fila e tengono a distanza di sicurezza di una vittoria Utah per l'ottavo posto a Ovest. Sul campo di Minnesota (25-45) i gialloviola si fanno rimangiare il +17 del quarto periodo, ancora a +14 a 6' dalla fine e 103-112 quando mancano 2'18''. Molto incide il fallo sistematico su Howard, che sbaglia sei degli ultimi otto tiri liberi in una serata per il resto trascinante da 25 punti, 16 rimbalzi, 5 recuperi e 5 stoppate. Ci si mette anche Nash, in una giornata da 6 perse (tante quante Bryant) con un altro errore, così i Lakers si espongono ai canestri di Budinger (in buone condizioni dopo la lunga assenza), Cunningham e Rubio per il ritorno casalingo 111-114 a 1'08'' dalla fine. A 18'' dal termine su un errore di Meeks è decisivo il rimbalzo d'attacco di Bryant, a 15'' dal termine, che però dalla lunetta fa 1/2 per il +4. Dopo il 117-119 di Pekovic (dominante a rimbalzo, 7 dei 17 offensivi casalinghi sono suoi), ancora Kobe va in lunetta e fa ancora 1/2, anche se poi il sigillo sulla partita maiuscola da 31 punti con 7 assist sarà la successiva stoppata, contestata ma decisiva, sulla sirena su Rubio. Senza World Peace che dovrà stare fuori un mese e mezzo per l'infortunio al menismo, un passo avanti lo fa un Jamison da 18 punti, ma soprattutto è la miglior partita dal rientro di Pau Gasol, che chiude con 17 punti, 9 rimbalzi e 8/12 al tiro.
Minnesota: Pekovic 19 (6/14, 7/8 tl), Cunningham 18, Williams 15, Budinger 14, Rubio 13, Kirilenko Ridnour e Barea 11. Rimbalzi: Pekovic 16. Assist: Barea e Rubio 7.
LA Lakers: Bryant 31 (9/14, 3/7, 4/6 tl), Howard 25, Jamison 18, Gasol 17, Nash 16. Rimbalzi: Howard 16. Assist: Nash 8.

Utah Jazz – Phoenix Suns 103-88
Prove tecniche di ripartenza per Utah (36-36), che col secondo successo di fila riacciuffa il .500 di record e tiene una lunghezza di distanza dai Lakers nella corsa all'ottavo posto a Ovest. L'ostacolo era relativo, i Suns (23-49) ultimi nella conference all'ottava sconfitta in nove partite, per di più senza la stella Dragic, al cui posto il rookie Marshall chiude con 14 assist, ma anche 5 perse e 2/7 al tiro. Per Phoenix si rivede Brown, c'è un Wesley Johnson da 4 triple ma non perfiene la difesa. Ne approfittano i Jazz per dilagare con Hayward ormai alla consacrazione, che firma il primo break a fine primo quarto insieme a Favors (13 rimbalzi dalla panchina in una giornata di controllo dei tabelloni). L'altra vera spallata arriva con sette punti di Jefferson e una tripla di Burks a costruire il 10-0 per l'85-71 a 8'57'' dal termine. Già archiviata la pratica, sulle spalle di Marvin Williams Utah allunga fino al 92-73 il suo break di 17-2 e pensa alla prossima partita.
Utah: Jefferson 25 (12/23, 1/1 tl), Hayward 25 (6/9, 3/6, 4/5 tl), Millsap e Foye 12. Rimbalzi: Favors 13. Assist: Williams 10.
Phoenix: Johnson 22 (4/9, 4/7, 2/2 tl), Scola 20, Dudley e Mark.Morris 10. Rimbalzi: Scola 7. Assist: Marshall 13.

Golden State Warriors – Sacramento Kings 98-105
Sacramento (27-46) sorprende Golden State (41-32), che limita i danni grazie alla contemporanea sconfitta interna di Houston che tiene i Rockets a un successo di distanza dal sesto posto a Ovest dei Warriors. A tradire i californiani è la misera giornata al tiro: 5/24 da tre, 25 errori su 31 tiri in coppia per Curry (5/18) e Thompson (1/13), e non può bastare la sostanza degli altri, da Lee a Bogut, oltre a Jack e Landry dalla panchina. Proprio con Jack arriva l'unico sussulto nel finale, il solo momento in cui i Warriors tornano a un possesso di distanza con una sua entrata a 14'' dalla fine sul 98-101, prima che quattro tiri liberi di Evans e Thomas, intervallati da uno dei 12 errori al tiro di Thompson, chiudano definitivamente la contesa. Proprio Thomas è tra i grandi protagonisti di giornata, con un super terzo periodo da 17 punti e 5/6 da tre, nella giornata da 11 triple dei Kings, bravi anche a controllare i tabelloni. Nelle ultime 14 partite Sacramento ha il .500 di record. Nell'ultimo mese invece Golden State non riesce mai ad andare olrte le due vittorie di fila.
Golden State: Lee 20 (10/13), Curry 17, Landry e Jack 16, Bogut 12. Rimbalzi: Lee 10. Assist: Curry 12.
Sacramento: Thomas 31 (3/6, 7/12, 4/6 tl), Cousins 14, Thornton 13, Evans 12. Rimbalzi: Patterson e Thompson 9. Assist: Thomas 7.

Portland Trail Blazers – Brooklyn Nets 93-111
Reggie Evans superstar. A Portland (33-38) trascina i Nets (42-29) al record franchigia eguagliato di 20 successi esterni stagionali con i massimi in carriera di 22 punti e 26 rimbalzi, di cui 12 in attacco. Senza Johnson per un infortunio al quadricipite di cui non ha voluto forzare il rientro e senza sentire il peso del 3/11 di Deron Williams, Brooklyn vola per la maggiore forza d'urto in area, nella miglior partita di Evans ma anche con i 28 punti di Brook Lopez di fronte ai Blazers che hanno avuto in Aldridge l'unica resistenza nonostante una distorsione alla caviglia destra durante il primo tempo: Batum chiude con 2/10 al tiro, Lillard con 5 perse e al riposo non aveva ancora segnato. Così gli ospiti hanno spaccato la partita da subito, in fuga 24-8 dopo poco più di sette minuti, toccando anche il 50-21 prima dell'intervallo. In verità i Nets smettono di giocare un po' troppo presto, costretti a richiamare in campo i titolari dopo il ritorno dei Blazers sull'87-101, ma in un attimo hanno ripreso il controllo del match. All'ottavo successo in undici gare, Brooklyn mantiene così il quarto posto a Est, equidistante due successi e mezzo dal terzo posto di Indiana e dal quinto di Atlanta. Parola fine definitiva per le ambizioni playoff di Portland, alla quarta sconfitta in sei partite, che con undici gare da giocare ne ha tre e mezzo di ritardo sui Lakers ottavi.
Portland: Aldridge 24 (11/14, 2/2 tl), Lillard 15, Leonard 11. Rimbalzi: Leonard 9. Assist: Batum 6.
Brooklyn: Lopez 28 (12/21, 0/1, 4/6 tl), Evans 22, Blatche Brooks e Wallace 12, Bogans 11. Rimbalzi: Evans 26. Assist: Williams 10.