Nba, Lakers, gioia da playoff

Kobe Bryant festeggia: 30 punti per lui. Ap

Prosegue il momento d'oro di New York, che con Washington conquista il 13° successo consecutivo che ne consolida il secondo posto a Est, e di Carmelo Anthony, che segna 36 punti di cui 21 in una fiammata di sette minuti. Se Melo dilaga, ignora la corsa al titolo di capocannoniere Kevin Durant, che tira solo 10 volte eppure sfiora la tripla doppia nel successo dal doppio risvolto dei Thunder in casa di Utah: Oklahoma City si riavvicina a mezza lunghezza di distanza dal primo posto a Ovest degli Spurs, i Jazz scendono di nuovo al nono posto. L'ottava piazza che vale l'accesso ai playoff, per mezza lunghezza, torna dei Lakers, che battono New Orleans con 71 punti del trio Bryant-Gasol-Howard e il miracoloso rientro di World Peace. Miami senza Wade e Bosh batte con il “solito” LeBron James i Bucks nell'anticipo del primo turno playoff, alle spalle Indiana ringrazia il gran finale di George e Hill per evitare lo scivolone con Cleveland, mentre Brooklyn domina in area con Philadelphia. Houston batte i Suns peggiori a Ovest solo grazie a un canestro allo scadere di Harden convalidato grazie al video: l'instant replay ha evidenziato un'interferenza di O'Neal. Golden State tiene a distanza i Rockets battendo Minnesota, mentre Memphis continua l'inseguimento al terzo posto superando Charlotte.

Indiana Pacers–Cleveland Cavaliers 99-94
Ai Pacers (49-29) serve una furibonda rimonta nel finale dal -20 nel quarto periodo per evitare che con una delle peggiori squadre a Est come i Cavs (24-53) arrivi la terza sconfitta di fila. Decide un 17-0 per tornare in partita, decide un ultimo quarto da 12 punti di George Hill e 11 punti (su 14) da metà quarto periodo in poi di George, fin lì 3/11, che segna la tripla del sorpasso a 29'' dal termine e i due tiri liberi della staffa nel finale. Indiana si ferma a 38% al tiro nel primo tempo, e chiuderà col 40.5% dal campo e un brutto 31/46 dalla lunetta, perché ai problemi di George si aggiunge l'1/12 della coppia Green-Johnson dalla panchina. I Pacers rimediano con una valanga di rimbalzi d'attacco (18) e approfittando delle tante perse di Cleveland (12 dei registi Irving-Livingston). I Cavs scappano con un 29-11 nel terzo quarto con in mezzo un 16-3 costruito sugli errori dei big casalinghi West, Hibbert e George più Hansbrough per volare 64-84 a fine terzo quarto e tenere il +20 fino a 8'41'' dalla fine: da qui in poi gli ospiti segnano solo due canestri, e imbarcano subito il 17-0 che fa tornare in partita Indiana. L'espulsione per proteste di coach Vogel rianima i Pacers, che sanno anche approfittare per l'uscita nel quarto periodo per falli di Zeller, nativo dell'Indiana, 18 punti. Cleveland a 37'' dalla fine ha comunque la testa avanti 93-94 con due tiri liberi di Irving, in una serata di assoli, che però perde due dei suoi otto palloni nell'ultimo minuto: una tripla di George dà il +2 ai padroni di casa, che con un libero di Hill allungano a +3. Ellington a 7'' dalla fine sbaglia la tripla della parità, due liberi di George fanno passare lo spavento. Con sole quattro gare da giocare, i due successi e mezzo di distanza dal secondo posto dei Knicks paiono ormai incolmabili per i Pacers.
Indiana: Hill 27 (8/12, 1/3, 8/9 tl), West 15, George 14, Stephenson 13, Hansbrough 12. Rimbalzi: West 9. Assist: Hill 4.
Cleveland: Irving 29 (8/14, 2/6, 7/8 tl), Zeller 18, Thompson e Livingston 10. Rimbalzi: Thompson e Casspi 7. Assist: Irving 7.

Brook Lopez in azione. Ap

Brooklyn Nets-Philadelphia 76ers 104-83
Brooklyn (45-32) assicura il quarto posto a Est, approfittando della sconfitta di Chicago per ritagliarsi un margine di tre vittorie, dominando Philadelphia (31-46). I Sixers soccombono per il 30/80 totale al tiro, col 34.8% al tiro figlio dell'1/9 di Thaddeus Young e del 3/10 di Turner e Wright. L'unico a contribuire è Nick Young dalla panchina e con lui si tiene fino al 33-38 di inizio secondo quarto, dopo che già a fine parziale i padroni di casa erano andati sul 29-17, con 25 dei primi 31 punti dei Nets segnati dalla coppia Lopez-Evans. E' il simbolo del dominio dei tabelloni dei padroni di casa, che chiuderanno con 24 rimbalzi d'attacco, di cui 9 di Evans, 6 di Lopez e 5 di Humphries. Dal -5, Philadelphia segna un solo canestro dal campo in 7'30'' prima del riposo e va negli spogliatoi sotto 56-37, soccombendo fino al -27 nel terzo quarto. Brooklyn non ha bisogno di chiedere più di 11 punti a testa alle stelle Deron Williams e Joe Johnson ma si gode i 24 rimbalzi di Evans e i 29 punti di Lopez.
Brooklyn: Lopez 29 (13/22, 3/4 tl), Evans 17, Brooks Williams e Johnson 11. Rimbalzi: Evans 24. Assist: Williams 4.
Philadelphia: N.Young 18 (5/8, 2/2, 2/2 tl), Holiday 15, Turner 11. Rimbalzi: Hawes e Allen 6. Assist: Turner 5.

New York Knicks–Washington Wizards 120-99
New York (51-26) vince il primo titolo divisionale dal 1994 e allunga a 13 successi la terza striscia vincente più lunga nella storia della franchigia contro Washington (29-49). Padrone dello spettacolo continua a essere Carmelo Anthony, 36 punti con 8 rimbalzi e 6 assist, di cui 21 in 7' di onnipotenza a fine terzo quarto, con 40.6 punti di media nelle ultime cinque gare in cui non è mai sceso sotto i 35. Ci sono anche tre sue triple nel record del club eguagliato di 20 triple, ed era già 10/14 al riposo (20/36 alla fine). Altre quattro triple a testa sono arrivate da Shumpert, che con 8 punti in fila allunga sul 69-47 di inizio ripresa, e dai panchinari Copeland e Novak: è con le seconde linee, come sempre consolidate dalla qualità di JR Smith (che segna anche una tripla da 9 metri), che i Knicks sono 33-19 già sul finire del primo quarto e +15 a metà del secondo. Sulle spalle di super Melo, poi tornato in panchina a riposare, entrano sul 95-71 nell'ultimo quarto, quando toccano anche il 120-89 di massimo vantaggio. Senza Ariza e Beal, i Wizards hanno un Wall solista e troppo solo da 33 punti ma incapace di evitare il tracollo, con 7/14 da oltre l'arco dalla panchina di Martin e Price, e solo 13 punti in coppia di Okafor (4 rimbalzi d'attacco) e Nenè. Eppure in casa newyorkese era tornato a mancare Tyson Chandler, per il riacutizzarsi dei dolori al collo, e anche Kenyon Martin è uscito di scena a gara in corso per un infortunio alla caviglia.
New York: Anthony 36 (10/17, 3/4, 7/9 tl), Shumpert 18, Copeland e Smith 17, Felton 10. Rimbalzi: Copeland 9. Assist: Felton 8
Washington: Wall 33 (11/19, 11/14 tl), Martin 16, Price 11, Webster 10. Rimbalzi: Okafor 8. Assist: Nenè 5.

LeBron James, ennesimo show. Epa

Miami Heat–Milwaukee Bucks 94-83
L'antipasto dell'ormai certa sfida al primo turno playoff contro Milwaukee (37-40) tranquillizza Miami (61-16), che con quattro successi di margine sugli Spurs e cinque gare rimaste da giocare è a un passo dall'assicurarsi il fattore campo per tutta la post-season. Troppo solo Brandon Jennings, mentre LeBron James firma il suo solito one man show da 28 ptuni, 7 assist e 7 rimbalzi in 30' (11/15 da due) con l'acuto di una schiacciata dopo un "auto-assist" alzandosi la palla al tabellone. Alla quinta gara di fila senza Wade (ginocchio) e la seconda senza Bosh (influenzato), gli Heat riescono a chiudere i giochi solo quando, segnata la prima tripla della serata, ritrovano il canestro da oltre l'arco dopo averne sbagliati 15 di fila in oltre due quarti: quanto tornano le triple, arriva il 14-2 per toccare il +15 a 2' dalla fine del secondo quarto, toccando con i tiri da fuori di Allen e Jones il +18 a inizio quarto periodo. Ellis viene limitato a 8 punti con 8 tiri e 6 perse in 27', anche Redick si ferma a 2/9, così per Milwaukee è inevitabile la terza sconfitta su quattro, undicesima nelle ultime sedici partite. Nell'8/35 totale da tre di Miami (22.9%) c'è lo 0/6 di Lewis, 2/14 in coppia con Allen dalla panchina. Compensano in parte i 5 rimbalzi d'attacco di Haslem (alla prima doppia doppia stagionale) e i 6 di Andersen. Per gli Heat, sconfitti negli ultimi 70 giorni solo a Chicago e con New York, è il successo numero 32 in 34 partite. Arrivano così a 61 successi stagionali, eguagliando il record franchigia del 1996/97.
Miami: James 28 (11/15, 0/1, 6/6 tl), Cole e Allen 11, Haslem 10. Rimbalzi: Haslem 15. Assist: James 7.
Milwaukee: Jennings 30 (6/7, 4/9, 6/6 tl), Sanders Ellis Dunleavy e Mbah a Moute 8. Rimbalzi: Sanders 9. Assist: Jennings e Redick 4.

Houston Rockets–Phoenix Suns 101-98
Vittoria con la prova tv per Houston (44-34), che solo all'ultimo secondo e con l'aiuto del video riesce ad avere la meglio sui Suns peggiore squadra a Ovest (23-55). In parità sull'ultimo tiro James Harden palleggia contro PJ Tucker e quando vede arrivare il raddoppio di Dudley si alza per la tripla. La palla finisce sul secondo ferro, sale altissima e quando ricade, a sirena ormai scaduta, sotto al ferro ci sono O'Neal e Beverley che lottano a rimbalzo. Il pallone lo tocca O'Neal, spazzandolo via dal ferro quando è ancora nel cilindro ideale sopra al ferro: gli arbitri la riguardano in tv a bordocampo e danno per buona la tripla della vittoria di Harden, che altrimenti sarebbe uscita. Nel resto della serata i Rockets sbagliano 24 delle 29 triple tentate con 3/10 di Garcia titolare, 0/4 di Lin, 1/5 di Beverley e 2/8 di Harden: senza Parsons (polpaccio) e Delfino (influenza), si reggono sul dominio a rimbalzo di Asik e sulle 19 perse degli ospiti (quattro uomini con almeno 3 perse). A trascinare i Suns sono i tre ex Scola (28 punti e 8 rimbalzi), Dragic (15 punti e 10 rimbalzi) e Marcus Morris (11 punti e 5 rimbalzi). Sul 90-85 a 6'56'' dalla fine gli errori di Harden, Beverley, Garcia e Lin offrono a Phoenix i palloni per piazzare il break di 8-0 che ribalta il match sul 90-93, con 9 punti negli ultimi sei minuti di Scola. E' lui dalla lunetta a tenere avanti gli ospiti sul +2 a 53'' dalla fine. Il pareggio di Lin arriva a 35'' dal termine con due tiri liberi dopo un rimbalzo d'attacco di Garcia. I Suns hanno la palla per la vittoria, ma O'Neal è stoppato da Asik e Scola sbaglia il tiro in sospensione, prima di offrire ai Rockets l'ultimo pallone, chiuso col tiro vittoria di Harden deciso a tavolino. Phoenix conferma il terzo peggior record Nba, con la decima sconfitta di fila, la numero 14 nelle ultime 15 gare, e numero 40 nelle ultime 52. Con quattro gare da giocare, i Rockets restano a una lunghezza di distanza dal sesto posto di Golden State.
Houston: Harden 33 (7/13, 2/8, 13/14 tl), Garcia 15, Lin 13, Smith 12, Jones 11. Rimbalzi: Asik 22. Assist: Lin 6.
Phoenix: Scola 28 (12/20, 4/5 tl), Dragic 15, Mark.Morris e Marc.Morris 11. Rimbalzi: Mark.Morris 9. Assist: Dragic 10.

Mike Conley a canestro. Reuters

Memphis Grizzlies–Charlotte Bobcats 94-75
Memphis (53-25) continua l'inseguimento al terzo posto a Ovest approfittando dell'incrocio coi derelitti Bobcats (18-60) per cogliere con la tredicesima vittoria interna consecutiva il primato di franchigia eguagliato di 31 successi interni in stagione, continuando oltretutto a estendere il miglior record della loro storia. Nelle ultime sette partite i Grizzlies hanno perso solo in volata con i Lakers e nelle ultime cinque partite hanno sempre avuto un Mike Conley da almeno 20 punti: ancora senza Bayless a coprirgli le spalle (ginocchio, assente al pari di Arthur, schiena), il regista impreziosisce la sua giornata con 7 assist e 8/10 da due. Contro la squadra che subisce meno punti in Nba, Charlotte si arena in una giornata da 37.5% al tiro con 2/14 da tre (0/5 di Walker): senza Mullens, pesano lo 0/4 di Gordon, l'1/7 da sotto di Biyombo e il 3/11 di McRoberts, e arriva così il 13° k.o. di fila in trasferta. Il break arriva con un 15-0 a inizio quarto periodo esteso da Memphis fino all'82-63 della sicurezza. A firmarlo è Leuer al massimo stagionale di 11 punti con 4/4 e 5 rimbalzi in 13', brillante come Daye, 10 punti e 7 rimbalzi, con un buon impatto dalla panchina anche di Pondexter e Davis al di là degli 8 punti a testa segnati. Con quattro gare da giocare hanno un margine di sicurezza di una lunghezza e mezzo sui Clippers quinti e inseguono ancora i Nuggets, avanti di mezza partita con una gara giocata in più.
Memphis: Conley 20 (8/10, 0/3, 4/5 tl), Randolph e Leuer 11, Daye 10. Rimbalzi: Randolph 13. Assist: Conley 7.
Charlotte: Walker 19 (9/14, 0/5, 1/1 tl), Henderson 13, Pargo 10. Rimbalzi: Biyombo 12. Assist: Walker 3.

Utah Jazz–Oklahoma City Thunder 80-90
I Thunder (57-21) completano la settimana terribile, in cui hanno battuto San Antonio e Indiana prima di cadere a New York, col successo in casa dei Jazz che permette di continuare a inseguire il primato a Ovest, con gli Spurs distanti mezza lunghezza. Nell'altalena della lotta per l'ottavo posto, Utah (41-38) torna alle spalle dei Lakers di mezza lunghezza, con una partita giocata (e persa) in più). Nel possibile anticipo del primo turno playoff se entrambe raggiungeranno i rispettivi obiettivi, Oklahoma City scappa 13-22 dopo 8'30'' per ritagliarsi un cuscinetto di tre possessi di margine e di fatto li mantiene per tutta la sera. I Jazz rientrano un paio di volte a 7 e 6 punti di distanza con Hayward, sempre ricacciati indietro da un paio di triple dei Thunder, che costruiscono il successo sulla differenza dalla lunga distanza in una giornata in cui entrambe restano sotto il 40% dal campo: al 7/25 dei padroni di casa risponde il 9/21 degli ospiti, trascinati dal 4/8 di Sefolosha e contribuisce anche a rimbalzo per dare una mano a Ibaka e Collison contro uno dei migliori frontcourt della Nba. Con rotazioni ridotte a sette uomini e mezzo senza Marvin Williams e Burks, dopo l'ufficialità della perdita fino a fine stagione di Kanter, Utah paga le cinque perse a testa di Millsap e Mo Williams contro i Thunder da corsa, che volano coi recuperi di Westbrook (25 punti con 21 tiri) e un Durant che pare non tenere affatto alla corona di capocannoniere, prendendosi solo 10 tiri, ma che sfiora la tripla doppia con 12 rimbalzi e 9 assist. I Jazz tornano troppo tardi vicini agli ospiti, sull'80-84 a 23'' dalla fine con Millsap: un 2/2 dalla lunetta di Durant e un'altra rubata di Westbrook chiudono i giochi fino al +10 finale siglato con due liberi del play. I Thunder hanno ora un calendario non impossibile: l'impegno più duro è domani sul campo di Golden State, poi andranno a Portland e chiuderanno in casa con Sacramento e Milwaukee. I Jazz d'atra parte fanno i conti col calendario perdendo la seconda gara su quattro, contro due delle prime quattro forze a Ovest (Denver e Oklahoma City): è attesa ora da due partite con Minnesota, una in casa e una fuori, per chiudere con Memphis ancora in corsa per il terzo posto.
Utah: Mo Williams 19 (5/10, 2/7, 3/3 tl), Hayward 17, Jefferson 15, Foye 10. Rimbalzi: Jefferson 11. Assist: Mo Williams 6.
Oklahoma City: Westbrook 25 (6716, 2/5, 7/8 tl), Durant 21, Ibaka 16, Sefolosha 12. Rimbalzi: Durant 12. Assist: Durant 9.

Gasol a canestro. Reuters

Los Angeles Lakers–New Orleans Hornets 104-96
Il gran finale di Kobe Bryant dà ai Lakers (41-37) il nuovo sorpasso nella corsa all'ottavo posto a Ovest, riconquistando mezza lunghezza di vantaggio sui Jazz. Alla quinta sconfitta in sette gare, New Orleans (27-51) mette più volte la testa avanti ma perde contatto a metà di un quarto periodo in cui esplode Kobe, che segna 26 dei suoi 30 punti dall'ultimo minuto del terzo quarto in poi: 10 punti in un minuto, 16 nel resto della gara. All'appello gialloviola manca ancora Steve Nash, alla quarta assenza di fila per l'infortunio al tendine, mentre è il giorno del rientro miracoloso di Metta World Peace, 4 punti in 15 minuti a meno di due settimane dall'intervento al ginocchio sinistro. Ma sono Lakers a trazione anteriore, perché Gasol (22 punti e 11 assist) e Howard fanno arrivare a 71 punti su 104 di squadra il tassametro dei Big Three californiani, e anche Jamison contribuisce con 13 punti. Gli Hornets hanno una gara da numeri interessanti della prima scelta assoluta Anthony Davis, 18 punti (7/14) con 14 rimbalzi e 4 recuperi, affiancato dalle tre triple di Anderson, anche se la partita la fanno sul perimetro la mole di gioco di Gordon (tanti viaggi in lunetta ma 5 perse) e di Vasquez (11 punti e 11 assist). Sono gli errori delle due guardie che offrono ai Lakers i palloni per il 10-2 aperto da un gioco da tre punti di Jamison e chiuso da uno di Bryant sul 94-86 a 2'35'' dal termine da cui New Orleans non riuscirà più a rinvenire. I californiani raccolgono il massimo dalla giornata, ripartendo dopo il k.o. con i Clippers, ma sono chiamati a difendere l'esiguo vantaggio con un calendario durissimo: vanno a Portland, aspettano Golden State (entrambe avversarie anche dei Jazz) per chiudere in casa con Spurs e Rockets.
LA Lakers: Bryant 30 (7/11, 2/7, 10/11 tl), Gasol 22, Howard 19, Jamison 13. Rimbalzi: Gasol 11. Assist: Blake e Bryant 6. New Orleans: Gordon 22 (6/10, 0/3, 10/11 tl), Davis 18, Anderson 14, Vasquez 11, Lopez 10. Rimbalzi: Davis 14. Assist: Vasquez 11.

Golden State Warriors–Minnesota Timberwolves 105-89
Golden State (45-33) ufficializza matematicamente il ritorno ai playoff dopo sei anni, approfittando contro Minnesota (29-48), pure reduce da tre vittorie su quattro gare, per tenere una lunghezza di distanza su Houston nella difesa del sesto posto a Ovest. I Wolves sono traditi da Ricky Rubio, che sbagliando tutti i suoi 10 tiri trascina giù gli ospiti a una giornata da 36.7% al tiro, ma l'unico tra i titolari a salvarsi è Kirilenko, perché anche Pekovic e Williams infilano un 2/8 a testa, così che il meglio degli ospiti arriva dalla panchina: tre dei quattro uomini in doppia cifra, cinque delle sette triple della serata (con Budinger e Barea), uno Shved da 1/6 ma anche 9 assist. E' anche così che i Warriors ritrovano almeno nominalmente la difesa, grande accusata in questo avvicinamento ai playoff. A spaccare la partita non è l'inizio strepitoso di Klay Thompson, che segna i suoi primi nove tiri e al riposo ha già segnato 25 punti: aggiunge 5 recuperi, e 6 triple nel 10/24 di squadra da oltre l'arco. Piuttosto, con i Wolves ancora con la testa avanti a inizio ripresa, decide il break di 19-4 a metà terzo quarto, con 11 punti in poco più di sei minuti di uno Stephen Curry da 24 punti e 10 assist alla fine (2/9 da tre): si vola così sull'88-70 di inizio quarto periodo, toccando anche il +20 nel finale. Doppia cifra a rimbalzo, oltre a Bogut, anche per Lee (12) e Barnes (10). Vinte quattro delle ultime cinque partite e otto su undici, i californiani hanno adesso un finale complesso per difendersi dai Rockets: aspettano Oklahoma City, vanno in casa dei Lakers, ricevono gli Spurs e chiudono a Portland.
Golden State: Thompson 30 (4/9, 6/10, 4/4 tl), Curry 24, Lee e Barnes 15. Rimbalzi: Bogut 14. Assist: Curry 10. Minnesota: Budinger 17 (5/11, 2/4, 1/2 tl), Kirilenko 15, Barea 13, Cunningham 11. Rimbalzi: Stiemsma 9. Assist: Shved 9.