Nba, Kobe sorpassa Chamberlain. I Lakers non mollano Utah

Kobe Bryant supera i 31419 punti in carriera di Wilt Chamberlain. Reuters

Kobe Bryant supera Wilt Chamberlain al quarto posto tra i migliori marcatori della storia della Nba e guida da regista i Lakers, visto l'infortunio di Nash, al successo su Sacramento per tenere il passo di Utah – quarta vittoria di fila, stavolta con lo scalpo eccellente di Brooklyn con 8/9 da tre di Foye – nella corsa per l'ottavo posto a Ovest che vale i playoff. Vincendo a Minneapolis nel gustoso derby spagnolo Rubio-Gasol, Memphis supera col quarto record della Western Conference i Clippers sconfitti anche dai Rockets senza Harden, che a loro volta sono tenuti a distanza da Golden State (super Curry da 39 punti con Portland). I Thunder vincono a Milwaukee con Westbrook in tripla doppia e Durant a 30 punti, mentre Indiana torna seconda a Est grazie al successo a Phoenix e Atlanta stacca Chicago battendo Orlando nonostante le assenze. Philadelphia continua il buon momento con Charlotte.

Atlanta Hawks – Orlando Magic 97-88
Atlanta (41-33) stacca Chicago nella lotta per il quinto posto a Ovest battendo senza affanno Orlando (19-55). Gli Hawks avevano saputo da poche ore che dovranno fare a meno di Pachulia per un intervento al tendine d'achille del piede destro. Non l'unica assenza, visto le perduranti assenze di Jenkins, Stevenson e soprattutto Al Horford. In sua assenza è la grande serata di Johnson, che chiude con 21 punti e 10 rimbalzi. E' con lui, Smith e Devin Harris che Atlanta tiene a distanza Orlando nonostante il 6/21 di squadra da tre e il 3/14 complessivo al tiro di Teague. I Magic crollano a motivo dei soli 33 punti segnati nei due quarti centrali, e la valanga di rimbalzi d'attacco (17) nel giorno del ritorno di Vucevic non è sufficiente in un giorno da solo 39.1% al tiro di squadra, con 5/18 di Tobias Harris e uno scarso 1/9 dalla panchina di O'Quinn e Moore.
Atlanta: Smith 21 (7/12, 0/2, 7/9 tl), Johnson 21 (7/14, 7/8 tl), D.Harris 17. Rimbalzi: Johnson 10. Assist: D.Harris 6.
Orlando: Udrih 20 (6/18, 2/5, 2/3 tl), Harkless e Vucevic 17, T.Harris 11. Rimbalzi: Vucevic 15. Assist: Udrih 8.

Philadelphia 76ers – Charlotte Bobcats 100-92
Jrue Holiday chiude con 9 punti in cinque minuti una giornata da 6/17 al tiro e così conduce Philadelphia (30-43) al settimo successo in undici partite. Messa la testa avanti con Ivey, l'altro protagonista di giornata con tre recuperi e tre triple dalla panchina, i Sixers conducono in porto il successo negli ultimi 75'' quando Henderson, McRoberts e Jannero Pargo sbagliano tre tiri di fila, permettendo a Turner di chiudere dalla lunetta la partita, che finisce come top scorer. Ma è tutto il quintetto di Phila a brillare, da Wilkins ai lunghi Hawes e Thaddeus Young. A Charlotte (17-56) non basta la confortante prestazione da 9/11 al tiro di Kidd-Gilchrist intorno alla quantità prodotta anche da Walker, Henderson (16 assist in due) e McRoberts, con Mullens ancora assente con la caviglia destra dolorante. Salta il derby in famiglia tra i fratelli Pargo, perché Jeremy non entra.
Philadelphia: Turner 22 (7/11, 1/3, 4/6 tl), Hawes 19, T.Young e Wilkins 15, Holiday 14, Ivey 11. Rimbalzi: T.Young 10. Assist: Holiday 9.
Charlotte: Kidd-Gilchrist 21 (9/11, 3/4 tl), Henderson 19, Walker 16, McRoberts 15, Pargo 11. Rimbalzi: Biyombo e Kidd-Gilchrist 9. Assist: Walker 9.

Jeremy Lin contro un raddoppio di Cris paul e Blake Griffin. Reuters

Houston Rockets – Los Angeles Clippers 98-81
Se Houston (40-33) travolge i Clippers (49-25) anche senza Harden, comincia a fare paura. Il cannoniere resta fermo un giro per una distorsione alla caviglia destra, ma i Rockets rimediano mandando 7 giocatori con almeno 9 punti segnati e controllando i tabelloni, approfittando della stanchezza dei californiani: gli ospiti hanno 2/10 da Butler e 2/11 dalla panca da tre punti per Crawford e Barnes messi insieme, perdendo la terza partita nelle ultime quattro (successo solo a New Orleans in questo giro di trasferte). Dunque 24 ore dopo la sconfitta in volata a San Antonio, Chris Paul e compagni devono così rinviare ancora l'appuntamento con la sospirata vittoria numero 50 in stagione che sarebbe record nella storia della franchigia. A decidere è un terzo quarto a senso unico da 30-13 per i texani, che con un break di 20-7 firmato da Asik, Anderson, Parsons e Lin scappano sul 77-59 a 3' dalla fine del periodo, chiuso poi sul +22. Del Negro non rimette neanche in campo gran parte dei titolari per l'ultimo quarto.
Houston: Parsons 15 (4/10, 2/5, 1/2 tl), Lin 15 (3/8, 1/2, 6/8 tl), Garcia 15 (2/3, 3/7, 2/2 tl), Asik 13, Delfino 11. Rimbalzi: Asik 15. Assist: Parsons 4.
LA Clippers: Paul 19 (5/12, 2/3, 3/3 tl), Crawford 15, Griffin 12. Rimbalzi: Hollins 8. Assist: Paul 7.

Marc Gasol e Gregg Stiemsma. Reuters

Minnesota Timberwolves – Memphis Grizzlies 86-99
Memphis (49-24) aggancia e supera i Clippers al quarto posto a Ovest – con mezza partita di vantaggio – raccogliendo sul campo di Minnesota (26-46) il 20° successo esterno stagionale, record franchigia. E in trasferta i Grizzlies giocheranno 4 delle prossime 6 partite. Non basta ai Wolves un Rubio tuttofare, a un assist dalla seconda tripla doppia in carriera, troppo solo senza Pekovic, fuori per una distorsione alla caviglia sinistra riportata 24 ore prima nel colpo su Oklahoma City. Solo il quintetto casalingo perde 14 palloni, Minnesota chiude col 43.4% al tiro, 5/16 da tre, 23/34 ai liberi, solo 7 punti da Ridnour, 5 a testa di Kirilenko e Barea: troppo poco per reggere. E infatti i Grizzlies volano sulle spalle di un super Gasol da 21 punti con 8/12 al tiro, 8 rimbalzi, 6 assist e 3 stoppate nel derby spagnolo con Rubio, con 3/3 da tre di Conley. Ma dare la spinta è la panchina con Bayless (anche se in giornata da 0/5), Daye e Arthur. Proprio quest'ultimo segna 9 punti nel 16-2 con cui gli ospiti aprono il quarto periodo e orientano la partita sul 69-81 a 7' dalla fine, esteso poco dopo sul +13 da Pondexter e anche a +16 nel finale.
Minnesota: Rubio 23 (5/10, 1/2, 10/12 tl), Williams 19, Stiemsma 12. Rimbalzi: Rubio 10. Assist: Rubio 9.
Memphis: Gasol 21 (8/12, 5/6 tl), Conley 19, Arthur 15, Randolph 14. Rimbalzi: Gasol 8. Assist: Bayless 7.

Consegnato fra Russel Westbrook e Nick Collison. Reuters

Milwaukee Bucks – Oklahoma City Thunder 99-109
Oklahoma City (54-20) torna a due successi di distanza dal primato degli Spurs a Ovest e riprende la marcia dopo lo stop con Minnesota, andando a vincere a Milwaukee (35-37) cambiando marcia nel quarto periodo con una difesa soffocante. Ai Bucks non basta il gran lavoro a rimbalzo di Udoh, Sanders e di un superbo Ilyasova, il migliore dei suoi con 29 punti, 14 rimbalzi e 4/6 da tre, perché i Thunder li tengono a un misero 25/59 da due: 4/12 complessivo per Redick e Daniels, 3/13 di Jennings, addirittura 3/17 Ellis di cui 1/12 da due. Oklahoma City vola sulla tripla doppia di un Westbrook e tutto campo e sui 30 punti di Durant ma deve aspettare l'ultimo periodo per chiudere i giochi perché al 36/59 da due si abbina una brutta giornata da oltre l'arco, da dove sbaglia 12 triple su 16. Così c'è bisogno del colpo di reni difensivo quando a 8'38'' dalla fine si trova sotto 92-87: da qui alla fine Milwaukee segna 7 punti e perde 6 palloni. Il primo strappo arriva con un 19-2 per il 94-106 a 1'53' dalla fine mandando a secco l'attacco Bucks per otto possessi di fila. I Thunder sanno vincere, eccome, anche così.
Milwaukee: Ilyasova 29 (8/16, 4/6, 1/1 tl), Udoh 14, Daniels e Sanders 12, Redick 10. Rimbalzi: Ilyasova 14. Assist: Ellis 7.
Oklahoma City: Durant 30 (9/17, 1/2, 9/10 tl), Westbrook 23, Martin 17, Ibaka 16, Collison 10. Rimbalzi: Westbrook 13. Assist: Westbrook 10.

Utah Jazz – Brooklyn Nets 116-107
Il secondo ritorno di Deron Williams a Salt Lake City non è più fortunato del primo, così sulle spalle dell'8/9 da tre di Foye i Jazz (38-36) conquistano la quarta vittoria di fila che, a parità di successi coi Lakers, vale l'ottavo posto a Ovest e dunque l'ingresso ai playoff. Alla settima gara, l'ultima fuori conference, di una serie di otto trasferte di fila che finirà mercoledì a Cleveland, Brooklyn per la quarta volta nelle ultime cinque partite subisce almeno 100 punti e senza Joe Johnson (quadricipite) è difficile tenere certi ritmi offensivi. I Nets ci provano, con una giornata da 34/58 da due, pescando dalla panchina un Watson da 22 punti con tre triple, oltre a un brillante Lopez in area da 11/16 al tiro, 7 rimbalzi e 4 stoppate; l'ex Deron Williams chiude con 3/7 da due e altrettanto da tre. Nonostante una giornata da 2/10 di Millsap (ma 9 assist) e 3/12 di Hayward (ma 3 stoppate e altrettanti recuperi), Utah trova intorno all'asse Mo Williams-Jefferson anche la produzione dalla panchina di Favors (13 punti e 9 rimbalzi) e Marvin Williams (7/9) ancora senza Kanter per la lussazione alla spalla. I Jazz chiudono col 55.6% al tiro, 35/64 da due e 10/17 da tre e buona parte dei meriti da oltre l'arco sono di Foye, che segna nella ripresa 7 triple, 5 nel terzo quarto su cui i padroni di casa costruiscono la fuga: ci sono i suoi canestri da tre nel 10-0 che vale il 79-68 un paio di minuti prima di entrare nel quarto periodo, estendendo poi anche a +16 e senza mai scendere sotto il +7.
Utah: Foye 26 (1/2, 8/9), Jefferson e Mo Williams 20, Ma.Williams 14, Favors 13. Rimbalzi: Favors 9. Assist: Millsap 9.
Brooklyn: Lopez 27 (11/16, 5/6 tl), Watson 22, Williams 21, Blatche e Brooks 10. Rimbalzi: Evans 16. Assist: Williams 11.

Kobe Bryant contro john Salmons. Reuters

Sacramento Kings – Los Angeles Lakers 98-103
Kobe Bryant supera i 31419 punti in carriera di Wilt Chamberlain e diventa il quarto miglior realizzatore nella storia della Nba. Non lo fa in una notte da canestri impossibili, chiusa anche con 5/18 al tiro, bensì nella serata da direttore d'orchestra in cui guida i Lakers (38-36) al successo a Sacramento (27-47) che permette di ripartire dopo quattro sconfitte in cinque gare e tenere il passo dei Jazz ottavi a Ovest, in parità per l'ultimo posto playoff disponibile. Sfiorando la tripla doppia con 9 rimbalzi, Kobe chiude eguagliando il massimo stagionale di 14 assist perché piove sul bagnato e – già privi di Metta World Peace – i gialloviola devono rinunciare dopo 1'49'' a Steve Nash per il riacutizzarsi di un infortunio al tendine. Con Kobe regista la palla gira che è una meraviglia, con Gasol (6/11 e 10 assist in 33') a fare da facilitatore di un attacco dalla circolazione di palla finalmente interessante, che trova sbocco nel 5/8 da tre di Blake con più minutaggio, nelle tre triple di Meeks da titolare e nella serata da 24 punti, 15 rimbalzi e 5 stoppate di Howard. Sembra abbastanza per battere Sacramento, che in realtà è squadra di quantità ben oltre i picchi di Evans (21 punti, 9 rimbalzi, 6 assist) e Thompson (7/10 da due), tradita però dai troppi errori di Cousins. Nascono dal lungo gran parte delle cinque perse e dei tre errori al tiro che sul finire del terzo quarto spianano la strada dell'allungo ai Lakers, che ci costruiscono sopra il break di 11-0 per entrare nell'ultimo periodo 75-82. I gialloviola tengono la testa avanti fino in fondo ma un'entrata di Evans ha riportato Sacramento sotto 98-100 a 1'17'' dal termine. Da qui in poi ai Lakers basta il 3/4 di Bryant dalla lunetta per chiudere i giochi, perché ancora Evans perde palla e poi a 18'' dalla fine di nuovo Cousins prima si fa stoppare da Howard, poi sbaglia la tripla del 101 pari a 13'' dal termine.
Sacramento: Evans 21 (9/14, 0/1, 3/3 tl), Cousins 19, Thornton 18, Thompson 15, Salmons 13, Thomas 10. Rimbalzi: Cousins 11. Assist: Evans 6.
LA Lakers: Howard 24 (10/14, 4/10 tl), Bryant 19, Blake 15, Meeks 14, Gasol 12, Jamison 10. Rimbalzi: Howard 15. Assist: Bryant 14.

Phoenix Suns – Indiana Pacers 104-112
Seppur arrivato solo negli ultimi minuti, il successo sul campo dei Suns (23-51) ultimi a Ovest e alla sesta sconfitta di fila consacra le ambizioni di Indiana (47-27), che riconquista il secondo posto a Est sull'onda di un periodo in cui nelle ultime otto gare ha perso solo in volata a Chicago, e in sei di queste ha segnato almeno 100 punti. I Pacers sorpassano così i Knicks, rispetto a cui hanno giocato tre gare in più, e vinte due in più, alla prova ora di Clippers e Thunder per proseguire il momento. A Phoenix si reggono sul primo tempo da 16 punti di Hibbert, dominante sotto i tabelloni (4 rimbalzi d'attacco a testa tra lui, West, Hansbrough e Mahinmi) e sulla partita anche da 9/12 ai liberi, oltre che da 25 punti e 4 recuperi, di Paul George: il 34/46 finale è massimo stagionale di tiri segnati e tentati dalla lunetta per gli ospiti. Ma Phoenix a sua volta, al di là di un Markieff Morris da 9/12, si gode il ritorno dopo due gare di Dragic, e tutto gli gira intorno. E' anche così che i Suns non affondano, sempre all'inseguimento ma arrivando a crederci sul canestro più fallo di Jermaine O'Neal a 3'10'' dalla fine per il 101-102. Peccato da qui in poi infilino gli errori consecutivi al tiro di Dudley, O'Neal (due) e Johnson (due) con una delle cinque perse di Dragic: ai Pacers basta così un 5/6 dalla lunetta perché il jumper di West a 34'' dal termine valga il 101-109 della sicurezza.
Indiana: George 25 (5/7, 2/7, 9/12 tl), Hibbert 20, Stephenson 16, Hill 15, West 14. Rimbalzi: West e Hibbert 7. Assist: West e George 4.
Phoenix: Dragic 21 (6/11, 2/2, 3/4 tl), Mark.Morris 18, O'Neal 13, Johnson e Tucker 11, Beasley e Dudley 10. Rimbalzi: Beasley 6. Assist: Dragic 9.

Golden State Warriors – Portland Trail Blazers 125-98
Stephen Curry torna quello da stropicciarsi gli occhi, e anche Landry è inarrestabile. Golden State (42-32) si riprende con gli interessi dalla serata di scarsa precisione al tiro che era costata tre giorni prima la sconfitta con Sacramento col 5/24 da tre. La settima vittoria in dieci gare tiene in sicurezza per ora il sesto posto a Ovest dei Warriors dall'assalto dei Rockets lontani un successo e mezzo, approfittando della quarta sconfitta di fila dei Blazers (33-40), che hanno visto arenarsi le proprie speranze playoff perdendo 17 delle ultime 25 gare. Portland era ancora senza il top scorer Aldridge per la distorsione alla caviglia destra ma non è lì che soffre, coi massimi stagionali di 22 punti e 10 rimbalzi del rookie Leonard. Ma se gli ospiti chiudono con il 38.4% totale al tiro, e soli 43 punti nella ripresa, è perché manca la scintilla, quella che in genere dà Lillard: chiude con 16 punti e 8 rimbalzi, con 4/11 al tiro e tre perse al ritorno nella sua nativa Oakland. La scintilla di Golden State invece la accende il solito Curry alla dodicesima partita in stagione da almeno 30 punti, stavolta 39 con 7/10 da due e 7/12 da tre dopo il 5/18 complessivo coi Kings. Al suo fianco resta ancora nell'ombra un Thompson da 1/6 ma si registra il miglior Landry della stagione con 9/10 al tiro, 7/8 ai liberi e 10 rimbalzi, di cui 3 in attacco. Da loro nasce la giornata da 9/20 da tre e 38/67 da due, salendo oltre la doppia cifra di margine sull'onda del 10-0 a cavallo dei primi due quarti, in fuga 90-70 con un 16-5 nel cuore del terzo periodo fino a toccare anche il 121-93 nel finale.
Golden State: Curry 39 (7/10, 7/12, 4/4 tl), Landry 25, Lee 13, Barnes 11, Bogut 10. Rimbalzi: Landry 10. Assist: Jack e Curry 6.
Portland: Leonard 22 (8/16, 1/1, 3/3 tl), Matthews 18, Lillard 16, Hickson 15. Rimbalzi: Hickson e Leonard 10. Assist: Batum 9.