Nba, Bryant fa 42 punti e trascina i Lakers: rimonta e vittoria

Chiudendo la partita con un 20-0, i Lakers rimontano da un inopinato -25 contro New Orleans aggrappati a un monumentale Kobe Bryant da 42 punti: i gialloviola si tengono così in vita nella corsa playoff, approfittando delle sconfitte di Utah a Cleveland e di Houston a Dallas nel rovente e godibile rematch del derby texano. Contro i meno quotati Magic, Miami ha bisogno del canestro decisivo di LeBron James per estendere a 16 la striscia record per il club di vittorie consecutive. Anche senza Anthony, New York vince a Detroit e sorpassa Indiana, sconfitta da un canestro all'ultimo secondo di Boston firmato da Jeff Green. In zona playoff, vincono anche Atlanta a Philadelphia e Brooklyn a Charlotte. Sulla scia del buon periodo di forma, Grizzlies e Clippers a Ovest continuano a macinare vittorie, rispettivamente su Portland e Milwaukee. Golden State batte Sacramento col canestro decisivo di Thompson, mentre Rubio trascina Minnesota al ritorno al successo contro Washington.

Kobe Bryant contro Darius Miller. Reuters

Miami Heat-Orlando Magic 97-96
Salvati dal Prescelto. LeBron James a 3”2 dalla fine firma il canestro che permette a Miami (45-14) di battere Orlando (17-45) e portare a 16 gare la miglior striscia vincente della storia della franchigia. Ma gli Heat hanno rischiato di buttare via tutto, dilapidando nel secondo tempo 20 punti di vantaggio, salvati dalla classe del migliore del pianeta dopo non aver infilato un canestro per oltre 7’. “Non so come sia successo - ha raccontato a fine partita Wade -. Ma per noi conta solo vincere e siamo comunque riusciti a trovare un modo”. Sotto 60-40 ad inizio terzo quarto e incapace di tenere testa al trio delle meraviglie di Miami, Orlando ha trovato la forza di rialzarsi. Spinti da Nikola Vucevic (46 punti e 50 rimbalzi in due partite stagionali contro gli Heat), i Magic hanno travolto Miami 56-37 nel resto del match, tenendo gli avversari al 30% al tiro (James e compagni avevano tirato col 51% nel primo tempo) e dominandoli 25-13 a rimbalzo. Orlando sorpassa per la prima volta sul 82-81 con Nelson a 9’23” dalla sirena finale, costruisce un vantaggio grande anche 5 punti ed è avanti 96-93 quando inizia l’ultimo minuto. Harris firma il 98-93 a 52” dalla fine ma vede la sua prodezza cancellata da un fallo in attacco su Battier. Bosh con due liberi riporta sotto Miami, che grazie a una stoppata di Wade ha 12” per cercare il sorpasso. La prodezza di LeBron, il suo primo canestro della vittoria segnato a meno di 10” dalla fine da quando è a Miami, costa a Orlando la 21ª sconfitta nelle ultime 24 partite.
Miami: James 26 (6/8, 1/6, 11/12 tl), Wade 24, Bosh 17. Rimbalzi: Bosh 10. Assist: Chalmers 5.
Orlando: Vucevic 25 (11/16, 3/3 tl), Nelson 16, Harris 16. Rimbalzi: Vucevic 21. Assist: Nelson 14.

Detroit Pistons-New York Knicks 77-87
Il trio delle meraviglie. Senza Carmelo Anthony, messo k.o. dal dolore al ginocchio destro che coach Woodson ha ammesso di aver sottovalutato, New York (37-21) trova da Raymond Felton, Amar’e Stoudemire e J.R. Smith 68 punti buoni per battere Detroit (23-40) e centrare la quinta vittoria nelle ultime 6 partite. E’ la prova di Stat a regalare il sorriso più grande ai Knicks: 22 punti, massimo stagionale eguagliato, con appena 12 tiri, a cui il numero 1 aggiunge 9 rimbalzi (6 offensivi). I Pistons, senza gli infortunati centri Drummond e Monroe e con coach Frank assente per problemi familiari, incassano la terza sconfitta di fila, sesta nelle ultime 7 partite, pur tenendo gli avversari al 41,3% dal campo. New York è avanti 44-38 al riposo, grazie a 17 punti di Stoudemire e al dominio (28-15) a rimbalzo, ma penalizzata da 15 palle perse che consentono a Detroit di risalire dal -15 di inizio 2° quarto. Ispirati da Calderon e da 11 punti di Knight, i Pistons volano sul 65-55 a 2’44” dalla terza sirena, ma New York impatta sul 65 prima di fine periodo e mette le mani sulla vittoria con un 16-0 aperto e chiuso da Felton con cui vola sul 87-73 a 2’17” dalla fine.
Detroit: Knight 17 (2/9, 4/8, 1/2 tl), Maxiell 14, Singler 13. Rimbalzi: Maxiell 9. Assist: Calderon 16.
New York: Felton 26 (6/10, 4/5, 2/2 tl), Stoudemire 22, Smith 20. Rimbalzi: Chandler 11. Assist: Kidd 6.

Indiana Pacers-Boston Celtics 81-83
La rimonta. Jeff Green a mezzo secondo dalla fine firma l’impresa di Boston (33-27), che passa in casa di Indiana (38-23) prendendosi la 13ª vittoria in 17 partite senza Rajon Rondo dopo aver recuperato 9 punti negli ultimi 4’35” ai Pacers, prima della gara seconda forza a Est. “Abbiamo trovato il modo di vincere - ha detto Green, 11 punti con 5/15 al tiro, nel dopo gara -. Stiamo facendo quello che ci chiede il coach e adesso abbiamo tanta fiducia”. I Celtics, alla seconda partita in due giorni, hanno tenuto i Pacers al 36,4% dal campo, aggrappandosi alla doppia doppia di Kevin Garnett per raddrizzare una situazione che si era fatta difficile. Dopo aver chiuso il primo tempo avanti 49-42, Indiana prende in mano il match nel terzo quarto, scappando con Stephenson sul 63-49 a 5’48” dalla sirena, dove i Pacers arrivano sul 68-58. Indiana però nell’ultimo periodo crolla: tira 4/20 dal campo, e l’ultimo punto lo infila a 4’36” dalla sirena, quando George da tre firma l’81-72. Poi è solo Boston: Terry (8 punti negli ultimi 12’), inizia la rimonta, Bradley firma il pari a 1’21” dalla fine e Garnett ispira Green per il canestro che costa a Indiana la seconda sconfitta nelle ultime tre gare casalinghe.
Indiana: George 16 (5/13, 2/9), Hill 14, Stephenson 12, Hibbert 12. Rimbalzi: West 16. Assist: West 4.
Boston: Garnett 18 (6/9, 1/1, 3/4 tl), Pierce 13, Bradley 13. Rimbalzi: Garnett 10. Assist: Bradley 4, Pierce 4, Green 4, Terry 4.

Atlanta Hawks-Philadelphia 76ers 107-96
Inversione di rotta. Atlanta (34-26) ritrova il successo dopo tre sconfitte consecutive, superando in casa Philadelphia (23-37), che ha perso 10 delle ultime 11 esibizioni. Gli Hawks ci riescono cancellando grazie a Kyle Korver e Jeff Teague l’8-0 con cui i Sixers avevano aperto il match, mettendo in piedi uno show al tiro nel resto del primo tempo (25/36) che li spedisce negli spogliatoi avanti 59-47 dopo essere stati avanti anche di 19. Philadelphia ritorna fino a 66-63 a metà terzo quarto, ma Atlanta grazie a Teague e Tolliver (5/7 da tre) rimette in cassaforte il match arrivando alla terza sirena avanti 91-70 e non permettendo ai Sixers di avvicinarsi nel parziale conclusivo. Gli Hawks chiudono col 53,8% dal campo, Philadelphia domina 48-38 a rimbalzo ma ottiene solo un 4/19 al tiro dai suoi fari Holiday e Turner.
Atlanta: Teague 27 (7/10, 3/5, 4/4 tl), Horford 21, Tolliver 21. Rimbalzi: Horford 12. Assist: Teague 11.
Philadelphia: Wilkins 21 (6/9, 2/2, 3/4 tl), Wright 20, T. Young 16. Rimbalzi: Hawes 11. Assist: Holiday 12.

Charlotte Bobcats-Brooklyn Nets 78-99
Intervallo prezioso. Dopo aver chiuso il primo tempo sotto 53-43, Brooklyn (35-26) domina Charlotte (13-48) nella ripresa ritrovando la vittoria dopo due sconfitte consecutive. Il dominio dei Nets dopo il riposo è impressionante, sia in attacco che in difesa: Bobcats travolti 56-25, col 64,7% al tiro, tenendo gli avversari a 10/40 dal campo e dominandoli 31-11 a rimbalzo. “Nel secondo tempo siamo riusciti a fare tutto quello che non abbiamo fatto nel primo” ha raccontato Deron Williams, che con Joe Johnson e Brook Lopez ha retto il peso dell’attacco di Brooklyn, che ha escluso definitivamente dalla rotazione a 10 Kris Humphries. Per Charlotte, all’ottava sconfitta di fila, l’unico a salvarsi è stato Michael Kidd-Gilchrist, autore di 10 punti dopo l’intervallo: il rookie ha tirato 5/10 nella ripresa, i compagni 5/30.
Charlotte: Kidd-Gilchrist 17 (8/11, 1/1 tl), Gordon 16, Henderson 11. Rimbalzi: McRoberts 6. Assist: Walker 8.
Brooklyn: Johnson 22 (3/6, 5/8, 1/2 tl), Williams 20, Lopez 16. Rimbalzi: Evans 16. Assist: Williams 8.

Cleveland Cavaliers-Utah Jazz 104-101
L’orgoglio dei Cavs. Kyrie Irving prende per mano Cleveland (21-40) quando serve di più, guidandola con 11 punti (ne aveva messi 9 tirando 4/13 dal campo fino a quel momento) negli ultimi 4’21” a una vittoria in rimonta su Utah (32-29), la prima dopo due k.o. consecutivi. I Cavs, sotto 88-76 a 7’26” dalla fine, infilano un 7-0 ispirato da Irving e chiuso da una schiacciata di Ellington che consente loro di sorpassare sul 102-101 a 56” dalla fine. I Jazz potrebbero sorpassare con Williams (brutto rientro da 3/12 dal campo con 4 palle perse), ma il suo layup a 4” dalla fine danza a lungo sul ferro prima di venire definitivamente respinto. Ellington ne approfitta per sigillare dalla lunetta il successo di Cleveland, che chiude con 6 giocatori in doppia cifra e vince 49-38 a rimbalzo. Utah, per la terza gara di fila senza Al Jefferson (distorsione a una caviglia), incassa la terza sconfitta esterna consecutiva.
Cleveland: Irving 20 (5/16, 2/4, 4/5 tl), Ellington 16, Thompson 16. Rimbalzi: Thompson 12. Assist: Irving 10.
Utah: Hayward 25 (5/12, 3/5, 6/8 tl), Kanter 17, Millsap 16. Rimbalzi: Favors 12. Assist: Hayward 7.

Memphis Grizzlies – Portland Trail Blazers 91-85
Avanti 76-82 a metà quarto periodo, Portland (28-32) segna un solo canestro su 12 tiri negli ultimi 6'30'' e deve cedere alla rimonta di Memphis (40-19), che può così continuare la sua striscia positiva: anche approfittando del calendario positivo, nelle ultime 11 partite ha perso solo con Miami e blinda il quarto posto a Ovest. Senza l'ex di turno Randolph (distorsione alla caviglia sinistra) e il sostituto Arthur (collo), i Grizzlies si aggrappano alla difesa, la migliore in Nba per punti subìti per frenare i Blazers reduci da tre gare da 113,3 punti di media, e alla coppia Gasol-Conley, che in due segnano col 60,7% a fronte del 35,5% del resto della squadra in giornata no. E' così che Memphis, con un secondo tempo da 53-35, materializza la rimonta su Portland che domina fino al 63-46 poi subisce il 19-4 del rientro casalingo firmato dall'impatto dalla panchina di Bayless, altro ex. Portland si vede mancare la terra sotto i piedi conuna giornata al tiro da 31/76 dopo i 122 punti segnati nell'ultima partita, frenata dal 2/13 di Aldridge e dall'1/6 da tre di Matthews nel 6/20 di squadra. Non va molto meglio ai Grizzlies, con il 3/12 di Prince e il 4/13 di Allen oltre all'1/4 di Davis inedito titolare, e infatti la zampata arriva solo nel finale, ma a fronte della valanga di errori ospiti bastano i sei tiri liberi negli ultimi 21 secondi di Gasol (anche 5 rimbalzi d'attacco), Conley (6 assist) e Allen per portarla a casa, rendendo vano l'unico sussulto dell'entrata di Lillard a 17'' dalla fine: il rookie spettacolo dei Blazers si è spento col passare dei minuti dopo un primo quarto da 12 punti. Portland resta ora a tre vittorie e mezzo di distanza dall'ottavo posto playoff di Utah.
Memphis: Gasol 23 (10/17, 3/6 tl), Conley 20, Bayless 13, Allen 10. Rimbalzi: Gasol 12. Assist: Conley 6.
Portland: Lillard 20 (6/10, 2/6, 2/3 tl), Hickson e Maynor 12, Matthews 11, Aldridge e Batum 10. Rimbalzi: Hickson 13. Assist: Aldridge 6.

New Orleans Hornets – Los Angeles Lakers 102-108
Incredibili Lakers, nel bene e nel male, spaziale Kobe Bryant da 42 punti. In casa degli Hornets penultimi a Ovest (21-41) i gialloviola (31-31) avvicinano i playoff, con l'ottavo posto playoff di Utah distante ora una vittoria e mezzo (e Houston a due vittorie), grazie a una rimonta selvaggia nell'ultimo quarto. I Lakers chiudono la partita con un parziale di 20-0 per conquistare il successo solo nell'ultimo minuto dopo essere sprofondati anche fino a -25 nel terzo quarto: a trascinare New Orleans al massimo stagionale da 67 punti nel primo tempo erano stati i 39 punti di squadra nel secondo quarto. Ancora avanti 100-83 a 8'48'' dalla fine, qui implodono gli Hornets, che da questo punto in poi segnano solo due punti, nessuno negli ultimi 6'47'' quando sbagliano gli ultimi 12 tiri della propria partita e perdono 4 palloni. Trascinati dalla rimonta dalle triple di Meeks, i Lakers cominciano pian piano a crederci e da metà quarto periodo in poi chiudono la partita con 7/10 al tiro con tre triple. Il 25-2 di fine partita dei gialloviola è schiacciante, eppure la parità arriva solo a 1'34'' dalla fine con un'entrata di Kobe Bryant che, dopo una persa di Gordon, segna poi il vantaggio a 36'' dalla fine. Howard, in una giornata da 20 punti e 15 rimbalzi, stoppa il tentativo di pareggio di Lopez, così ancora Kobe può allungare a 23'' dalla fine: a 9'' dal termine la tripla sbagliata da Gordon (0/6 nel quarto periodo) è la bandiera bianca degli Hornets, con Bryant a sigillare dalla lunetta con gli ultimi due liberi. Kobe chiuderà con 25 punti nella ripresa e una giornata da 11/14 da due e tre triple con 11/14 ai liberi. Per New Orleans, alla settima sconfitta nelle ultime nove gare, fatali le 17 perse di cui 12 del trio Vasquez (6/16)-Anderson-Gordon (3/13 da due) per vanificare il gran lavoro a rimbalzo fin lì di Lopez (4/13) e Anderson, preferito nel finale a un Anthony Davis da 13 punti in 17' con 5/8, 6 rimbalzi e due stoppate. Il rientro da -25 è la terza più grande rimonta vincente dei Lakers da che c'è Kobe Bryant.
New Orleans: Gordon 18 (3/13, 4/10), Vasquez 15, Anderson 14, Davis e Lopez 13, Aminu 12, Rivers 10. Rimbalzi: Aminu 16. Assist: Vasquez 12
LA Lakers: Bryant 42 (11/14, 3/7, 11/14 tl), Howard 20, Meeks 19, World Peace 11. Rimbalzi: Howard 15. Assist: Bryant 12.

Minnesota Timberwolves – Washington Wizards 87-82
Entrata avanti negli ultimi due minuti, Washington (19-40) lascia sul piatto il successo a Minnesota (21-37), che aveva perso 23 delle ultime 28 partite e non vinceva dal 20 febbraio. Ancora senza Beal per la distorsione alla caviglia sinistra, i Wizards sono traditi dalle 24 palle perse (7 Nenè, 6 Wall, 4 Ariza) che garantiscono ai Wolves abbastanza possessi in più per restare in partita fino in fondo nonostante una partita da 40,8% al tiro. Ma la vittoria casalinga è firmata da Ricky Rubio ancora prima che Washington infili uno 0/4 al tiro con una persa per vanificare il vantaggio negli ultimi 109''. Il play spagnolo chiude con 6 recuperi e 7 rimbalzi una giornata in cui, come Derrick Williams (4/12), è trascinante più che al tiro (4/15) piuttosto con la capacità di produrre gioco e conquistare falli. Con Washington a +8 entrando nell'ultimo quarto, Minnesota ribalta il match con un break di 21-9 costruito negli ultimi 9'30'' di gioco soprattutto sulle 4 palle rubate da Ricky Rubio negli ultimi 8'25''. L'ultima, quella decisiva, arriva a 30'' dalla fine, quando sul +1 Wolves si tuffa sul parquet per raccogliere una palla vagante persa da Wall e mandare Barea (finale super, nel quarto periodo 10 dei suoi 12 punti) a segnare l'85-82 a 28'' dalla fine. Washington aveva appena sbagliato due tiri con Nenè e Wall eppure a 13'' dal termine ha avuto con Ariza la tripla della parità, ma ha sbagliato.
Minnesota: Williams 16(3/9, 1/3, 7/11 tl), Ridnour e Rubio 15, Barea 12, Cunningham 11. Rimbalzi: Williams 8. Assist: Rubio 11.
Washington: Wall 19 (7/14, 0/1, 5/5 tl), Ariza 16, Nenè 12, Webster 11, Okafor 10. Rimbalzi: Okafor 14. Assist: Wall 7.

Dallas Mavericks – Houston Rockets 112-108
Nowitzki è quello dei bei tempi, Marion un fattore ma la zampata decisiva è forse quella di OJ Mayo, che con 7 punti di fila ribalta nel finale il match dal -5 al +5 entrando negli ultimi minuti, poi gestito da lì alla fine da Dallas (27-33). La riedizione del derby texano vendica i Mavs tre giorni dopo il +33 Rockets (33-29) a campi invertiti che pareva chiudere ogni speranza playoff alla squadra di Carlisle. Resta una missione impossibile per Dallas, che resta a quattro successi e mezzo di distanza dai playoff, mentre Houston non riesce ancora a chiudere i giochi, con sole due vittorie di vantaggio sui Lakers. Al termine di una partita in cui riesce a macinare più coi viaggi in lunetta (16/16) che al tiro (5/17), Harden segna 10 degli ultimi 12 punti dei Rockets, tutti da metà quarto periodo in poi, ma si arena sul -1 a 1'06'' dalla fine: qui Marion fa 1/2 dalla lunetta ma di nuovo Harden sbaglia prima una tripla, poi – dopo una revisione al video per decidere la rimessa – fallisce anche l'entrata del pareggio a sei secondi dal termine, permettendo a Collison (partito dalla panchina) di chiudere i giochi dalla lunetta. Con una giornata da 54.2% al tiro e 34/57 da due nonostante l'assenza di Kaman, Dallas prova così a chiudere con orgoglio la stagione, dopo aver perso quattro delle precedenti cinque partite. Preferendo affidarsi nel finale a Beverley piuttosto che a Lin, Houston si era retta sul 5/8 da tre di Parsons, con tre triple anche da Delfino, tradita dal 4/11 ai liberi di Asik e dallo 0/4 da tre di Motiejunas: meglio di lui ha fatto Robinson, con 8 punti (4/6) e 4 rimbalzi in 28'. Per Nowitzki +17 di plus-minus, Mayo aggiunge alla sua prestazione da leader anche 6 rimbalzi e il massimo in carriera di 12 assist.
Dallas: Nowitzki 22 (8/14, 1/2, 3/3 tl), Marion 22 (10/14, 0/2, 2/5 tl), Carter 16, Mayo 13, Wright 12. Rimbalzi: Carter 7. Assist: Mayo 12.
Houston: Harden 28 (3/10, 2/7, 16/16 tl), Parsons 23, Asik e Lin 12, Delfino 11. Rimbalzi: Asik 15. Assist: Harden 9.

Los Angeles Clippers – Milwaukee Bucks 117-101
A metà quarto periodo Jamal Crawford scappa in contropiede, salta e mentre è in volo si fa passare la palla sotto le gambe e la alza per l'alley-oop di Blake Griffin, che sta arrivando da dietro. Tra i canestri più belli dell'anno, è il simbolo della vittoria dei Clippers (44-19) per fermare Milwaukee (30-29) che veniva da quattro vittorie consecutive. I californiani si rimettono in modo dopo la sconfitta di domenica coi Thunder e proseguono il buon momento da 10 vittorie in 12 gare trascinati non solo dalla tripla doppia di Griffin, la prima dopo l'anno da rookie. Oltre ai rimbalzi d'attacco di Jordan (5) e alla gara in pieno controllo di Paul (6/12 con 9 assist), lo slancio dei losangeleni arriva dal gran contributo dalla panchina di super Crawford (8/10 da due e 3/6 da tre) e di un Barnes da 6/11 da oltre l'arco. I Clippers chiudono così con 35/58 da due e il 41,4% da tre contro la squadra che rifila più stoppate in Nba: stavolta solo una. Ma ai Bucks, trascinati da Ellis (però 5 perse e soli 4 punti nella ripresa), è mancata la difesa perimetrale, rendendo insufficiente il 44,8% da tre costruito sul 5/10 di Jennings, il 3/5 di Ilyasova e il 2/3 di Dunleavy. Un 16-2 con tre triple, due di Barnes e una di Billups, ha dato 15 punti di margine ai Clippers già nel secondo quarto. Milwaukee torna fino a -5 a 10' dalla fine, quando però i californiani chiudono i giochi con un 10-0 in meno di due minuti firmato da Crawford, una tripla di Barnes, poi una penetrazione e un'altra tripla di Bledsoe per il 103-88 a 8' dalla fine. In casa Milwaukee, Redick chiude solo con 3 punti in 22' e 1/5 al tiro.
LA Clippers: Crawford 25 (8/10, 3/6), Griffin 23, Barnes 20, Paul 14, Jordan 10. Rimbalzi: Griffin 11. Assist: Griffin 11.
Milwaukee: Ellis 22 (7/9, 2/6, 2/2 tl), Ilyasova 20, Jennings 18, Sanders 11, Dunleavy 10. Rimbalzi: Sanders e Henson 7. Assist: Jennings 12.

Golden State Warriors – Sacramento Kings 87-83
Nel precedente stagionale a Sacramento Klay Thompson aveva sbagliato il tiro dell'overtime. Si riscatta infilando la tripla decisiva a 7''5 dal termine con cui i Warriors (35-27) consolidano il 6° posto a Ovest, vista anche la contemporanea sconfitta di Houston, ed evitano la buccia di banana dei Kings ultimi nella Western Conference (21-42). Golden State tiene Sacramento, che aveva vinto i due precedenti stagionali, ben al di sotto i 110.9 punti che segnavano nelle ultime 12 partite, ed è così che si tengono in gara in una giornata negativa prima ancora che con il rush finale, l'unica parte da raccontare di una brutta gara piena di errori. In una terribile gara da 36% al tiro, Golden State si tiene in gara con il 25/29 dalla lunetta e con la difesa che tiene anche Sacramento non oltre il 39,8%. I Kings mettono per l'ultima volta la testa avanti con la tripla di Patterson a 1'24'' dalla fine sull'82-83 e buttano via il successo non segnando più da qui in poi: Jack e Klay Thompson sbagliano due tiri di fila, così Sacramento ha due palloni per allungare, buttandoli prima con una persa di Salmons e soprattutto sbagliando a 17'' dalla fine con Toney Douglas il possibile +3. A ribaltare così il match è dall'altra parte del campo una tripla di Klay Thompson, pescato da un illuminato ribaltamento di campo dalla lunetta di Lee, lasciato colpevolmente solo sul lato debole da Salmons che era andato a riempire l'area. Thompson completa l'opera tenendo in difesa sull'ultima penetrazione con cui Evans poteva portare la gara all'overtime con 7'' a disposizione. E' proprio Thompson, grazie anche alle quattro triple, il migliore di Golden State, in una giornata in cui Curry e Jack 3/14, con due triple a testa ma 2/15 in coppia da due punti. Accanto a un Bogut da 8 rimbalzi ma 0/2 e 2 punti in 28', bene Barnes (14 in 26') e soprattutto un Lee alla doppia doppia numero 41 in stagione, il migliore in Nba, con la ciliegina di quel decisivo passaggio nel finale. Sacramento affonda alla nona sconfitta nelle ultime 11 partite complicandosi la vita col 4/14 di Evans, il 2/9 di Salmons, l'1/5 da tre di Thornton e il modesto 2/10 di Cousins, pescando però dalla panchina le prestazioni in doppia cifra di Patterson e Douglas, ovvero i due uomini che in maniera opposta segnano le luci e le ombre nel finale dei Kings.
Golden State: Thompson 20 (2/7, 4/10, 4/4 tl), Lee 17, Barnes 14, Curry 13, Jack 12. Rimbalzi: Lee 10. Assist: Curry 8.
Sacramento: Thompson 17 (8/13, 1/3 tl), Patterson 15, Douglas 10. Rimbalzi: Patterson e Thompson 8. Assist: Evans e Douglas 6.