Nba, a Boston decide LeBron: Miami allunga la striscia

NEW YORK (Usa), 19 marzo 2013

Contro i Celtics privi di Rondo e Garnett, risolve James a 10" dalla fine, poi Pierce prende il ferro: 23° successo di fila degli Heat, secondo record di sempre. Corsa playoff: sale Dallas, cadono Lakers e Utah

Il canestro decisivo di LeBron James a 10" dalla fine fa entrare nella storia Miami, che raggiunge il successo consecutivo n°23: nella storia della Nba solo una squadra, i Lakers di 41 anni fa, fecero meglio. Il tiro finale di Pierce finisce sul ferro, così gli Heat campioni si salvano all'ultimo secondo sul campo dei valorosi Celtics privi anche di Garnett oltre che di Rondo. Ancora senza Kobe Bryant, stavolta i Lakers si devono arrendere nel giorno del secondo ritorno a Phoenix di Nash, ma perde anche Utah, inseguitrice nella corsa playoff: i Jazz cedono a domicilio ai Knicks che tornano al successo dopo quattro sconfitte di fila nonostante le perduranti assenze delle tre stelle Anthony, Stoudemire e Chandler. I Knicks evitano così la fuga di Indiana, che resta avanti di un successo vincendo a Cleveland senza West, e il riavvicinamento di Brooklyn, che dilaga sul campo dei Pistons, squadra più malconcia della Nba al nono k.o. di fila. Memphis torna al successo con Minnesota e Golden State supera New Orleans, mentre risale Dallas dando spettacolo in attacco ad Atlanta. Philadelphia batte in volata Portland, Walker trascina nel finale i Bobcats contro i Wizards di Wall.

Philadelphia 76ers–Portland Trail Blazers 101-100
Al termine di una gara superlativa, LaMarcus Aldridge sulla sirena prova il "giro e tiro" in sospensione contro Hawes ma sbaglia, e il tapin di Matthews è fuori misura. E' così che Philadelphia (26-40) vince la terza partita nelle ultime quattro dopo aver perso 12 delle precedenti 13 gare che fatalmente l'hanno allontanata ormai irrimediabilmente dalla corsa playoff. A guidare i Sixers è un'altra serata di quantità di Holiday: 27 punti, 8 rimbalzi, 6 assist di cui 11 punti nel quarto periodo e 6 negli ultimi decisivi 2'30''. Intorno a lui, efficace qualità vicino a canestro da parte di Thaddeus Young e Hawes, nel giorno da 1/8 di Turner. Portland (31-35) si aggrappa all'inizio super di Aldridge ma soprattutto ai 27 punti con 5/7 da tre di Lillard, di cui 10 punti nel quarto periodo. Oltre a loro due però i Blazers hanno dagli altri tre triple di Batum, due di Babbitt (12/28 di squadra) e poco altro. Proprio gli errori da tre punti, di Babbitt e non solo, nel finale, fanno perdere contatto a Portland sull'89-92 di vantaggio a 4' dalla fine: i Blazers da questo punto sbagliano 5 dei successivi 6 tiri, di cui 4 dalla lunga distanza, e finiscono sotto 99-94 a 33'' dalla fine. Ma riescono a riaprirla: le triple di Aldridge e Lillard la riportano 101-100 a 7'' dal termine, Thaddeus Young perde palla e Portland ha il pallone della vittoria. Ma Aldridge lo tira sul ferro.
Philadelphia: Holiday 27 (8/15, 3/6, 2/2 tl), T.Young 19, Hawes 18, Wright 16, Wilkins 12. Rimbalzi: Hawes 13. Assist: Holiday e Wilkins 6.
Portland: Aldridge 32 (12/26, 1/2, 5/5 tl), Lillard 27, Batum 9. Rimbalzi: Aldridge 14. Assist: Lillard 7.

Charlotte Bobcats–Washington Wizards 119-114
Il gran finale di Kemba Walker trascina Charlotte (15-52) al secondo successo in quattro partite. Washington (23-43) si ferma dopo tre successi consecutivi, pagando anche contro la peggior squadra Nba un cammino da 26 sconfitte in 31 gare in trasferta. Trascinati da John Wall, 25 punti, i Wizards erano entrati sul 106-111 negli ultimi 3'15'' e qui si accende Walker: entrata per il -3, poi assist per la tripla del 111 pari di Gordon dopo una persa di Ariza, poi dopo un'entrata sbagliata e un fatto in attacco su di lui di Wall punisce con altri due canestri, in sospensione e in entrata, chiudendo col recupero da cui nasce la tripla del 118-111 della staffa di Henderson a 55'' dal termine. Proprio Henderson chiude così col botto il decisivo 12-0 Bobcats e una sua gara super da 27 punti con 16 tiri e 10/11 dalla lunetta, col massimo in carriera eguagliato di 8 assist e un gran periodo da 23.2 punti nelle ultime sei gare. Charlotte manda 7 uomini in doppia cifra, compresi i 19 punti dalla panchina di Gordon con tre triple e la gara da 17 punti e 7 rimbalzi di McRoberts: prima del flop finale, il peccato capitale di Washington è concedere 119 punti (e 63 al riposo) a una squadra che ne segnava 92.7 punti di media. Non bastano la gara da 7 rimbalzi, 7 assist e 9/11 al tiro di Nenè, i 17 punti con 6/8 di Temple e gli 8 rimbalzi d'attacco in coppia di Booker e Okafor. Alla seconda gara dal rientro, Beal chiude con 5 punti e 2/8 al tiro in 20'.
Charlotte: Henderson 27 (7/14, 1/2, 10/11 tl), Gordon 19, Walker 18, McRoberts 17, Mullens 12, Pargo e Kidd-Gilchrist 11. Rimbalzi: McRoberts e Kidd-Gilchrist 7. Assist: Henderson 8.
Washington: Wall 25 (7/16, 1/1, 8/9 tl), Nenè 21, Okafor e Temple 17, Webster 12. Rimbalzi: Okafor 9. Assist: Nenè 7.

Cleveland Cavaliers–Indiana Pacers 90-111
Senza David West fuori per problemi alla schiena, ci pensano Hansbrough e Pendergraph al suo posto a tenere alto lo standard di Indiana (41-26), che torna al successo dopo aver perso quattro delle ultime sei partite, confermando il secondo posto a Est con un successo di margine su New York. Tanto basta sul campo dei Cavs (22-43) alla quarta partita di fila senza Irving per la lussazione alla spalla sinistra che lo terrà fuori altre tre settimane, e alla settima sconfitta in nove partite. Anche con 5 rimbalzi d'attacco, Hansbrough lascia la sua impronta di intensità alla partita, che nonostante il gap tecnico vive anche un momento di tensione col fallaccio che costa l'espulsione a Speights nel terzo quarto, per aver colpito malamente al collo George in contropiede. Eppure, grazie anche alle 5 stoppate di Hibbert per tenere al 38% l'attacco Cavs, la partita si decide col 60-38 ospite nei quarti centrali. Indiana scappa con 11-0 durante un secondo quarto da 33 punti segnati di cui 13 di Green, il migliore dei Pacers in una serata da quattro triple. Gli ospiti vanno al riposo sul 43-60, estendendo il divario fino al 64-92 a inizio quarto periodo sotto la guida di Hill in regia. Cleveland ha un 2/18 complessivo di Ellington e Gibson dalla panchina, da dove si alza un Miles da 4/8 da tre: il resto della squadra farà 2/16 da oltre l'arco. Si salva dalla debacle un Thompson da 9/16 al tiro con 6 rimbalzi d'attacco.
Cleveland: Miles 21 (4/8, 4/8, 1/2 tl), Thompson 20. Rimbalzi: Thompson 11. Assist: Zeller e Walton 4.
Indiana: Green 20 (3/6, 4/7, 2/2 tl), Hansbrough 18, George 14, Hibbert 12, Pendergraph 11. Rimbalzi: Hansbrough 11. Assist: Hill 7
.

Atlanta Hawks–Dallas Mavericks 113-127
Dallas (32-35) ci crede ancora e con una giornata offensiva d'eccezione continua l'inseguimento ai playoff, giocati negli ultimi dodici anni: con 15 partite ancora da giocare, i Mavs sono a tre vittorie di distanza dall'ottavo posto a Ovest dei Lakers, e adesso avranno sei gare di fila in casa per l'ultimo disperato tentativo. I texani fanno il colpo sul campo di Atlanta (37-30), che resta avanti a Chicago e Boston sconfitte ma perde terreno nei confronti del quarto posto a Est di Brooklyn. Ancora senza Pachulia, agli Hawks non basta una giornata da 34/54 da due, con 8 giocatori in doppia cifra. Ma non rientreranno mai oltre il -11 nella ripresa di una gara in cui hanno subito almeno 29 punti in ognuno dei quattro periodi. Affatto priva di energia alla quarta partita in cinque notti, Dallas ha una serata spettacolo da 38/67 da due e 13/22 da tre, con 68 punti nel solo primo tempo e un pick-and-roll a cui Atlanta non ha avuto rimedio, permettendo così ai Mavs di trovare canestri ad alta percentuale o di spaziare il campo per le triple: 3/4 da tre per Mayo e James, 3/5 di Carter, 2/2 di Collison e Nowitzki.
Atlanta: Teague 19 (7/10, 0/3, 5/7 tl), Horford 16, Smith 13, Tolliver 12, Korver 11, Harris Johnson e Jenkins 10. Rimbalzi: Horford 11. Assist: Teague 7.
Dallas: Collison 24 (8/11, 2/3, 2/3 tl), Nowitzki 22, Mayo 17. Kaman 14, Carter 13, Wright 12. Rimbalzi: Wright 8. Assist: Nowitzki e Collison 5.

Detroit Pistons–Brooklyn Nets 82-119
Brooklyn (39-28) risponde con la seconda vittoria più larga in stagione, volando anche a +43 in trasferta, alla sconfitta di 24 ore prima ad Atlanta che ne ha bloccato la crescita. Dà spettacolo un Deron Williams da 31 punti con 18 tiri in 28'. Persa il giorno prima l'opportunità di riavvicinarsi, i Nets restano una vittoria alle spalle dei Knicks, ma consolidano intanto il quarto posto a Est allungando a due successi di vantaggio sugli Hawks. Aiuta il fatto che di fronte ci fossero i Pistons (23-46), che in questo momento hanno la serie negativa aperta più lunga in Nba, nove sconfitte di fila, e la luce in fondo al tunnel non facile da vedere: Detroit era senza Brandon Knight per una distorsione alla caviglia, è da 40 giorni priva di Drummond (schiena) e dopo il primo quarto rinuncia all'influenzato Calderon. Impossibile che i Pistons restino in gara, andando sotto soprattutto in area, dove Monroe perde sei palloni e Lopez-Evans banchettano con 8 rimbalzi d'attacco in coppia, mentre in attacco i padroni di casa falliscono 17 dei 18 tiri da tre, con l'unico “gol” di Villanueva. Perse 13 delle 15 partite dopo l'All Star Game, Detroit subisce 113.6 punti nelle ultime cinque partite: per i Nets il 54.8% da due e il 42.9% sono un coltello nel burro. Intorno a Deron Williams, Brooklyn non deve spremere Johnson, ha qualità (7/10) da Lopez e trova un contributo senza flessioni dalla panchina con Teletovic, Blatche, Brooks e uno Stackhouse da 10 punti (5/6) al rientro dopo due mesi.
Detroit: Bynum 18 (8/17, 0/2, 2/2 tl), Monroe 17, Stuckey e English 10. Rimbalzi: Monroe 7. Assist: Bynum 6.
Brooklyn: Williams 31 (6/10, 4/8, 7/8 tl), Lopez 18, Blatche 15, Johnson 13, Stackhouse e Brooks 10. Rimbalzi: Evans 11. Assist: Williams e Watson 5.

LeBron James contro Paul Pierce. Ap
LeBron James contro Paul Pierce. Ap

Boston Celtics–Miami Heat 103-105
Cinque anni fa Boston fermò a 22 la striscia vincente di Houston. Stavolta i Celtics (36-30) non riescono a bloccare gli Heat (52-14), che con 23 successi di fila raggiungono la seconda serie di vittorie più lunga della storia della Nba, alle spalle delle 33 consecutive dei Lakers 1971/72. Decide un canestro decisivo di LeBron James, 37 punti oltre che miglior assistman (12) e rimbalzista (7) dei suoi, fotografia della partita: in sospensione con un arresto e tiro pochi centrimetri dentro la linea del tiro da tre punti sulla parità a 10''5 dal termine in uno contro uno contro il losing effort Jeff Green. Per l'ex Thunder non basta il massimo in carriera di 43 punti con 21 tiri, 7 rimbalzi, 4 stoppate e 5 triple di fatto da secondo lungo, per sopperire all'assenza dell'anima dei Celtics, l'influenzato Kevin Garnett. Sull'ultimo assalto casalingo, Green viene stoppato da Battier, che giocava anche in quei Rockets da record di cinque anni fa, e sulla rimessa Paul Pierce ha tra le mani la tripla della vittoria: a 4'' dalla fine, con in faccia la mano di LeBron James, la spara sul ferro, con Wade a controllare poi il rimbalzo. Non è l'unico errore per il capitano bostoniano, che ci mette anche 7 perse nella quantità di una giornata da factotum (17 punti, 8 rimbalzi, 8 assist), ultima stella rimasta ai Celtics privi per la stagione di Rondo (oltre che di Sullinger). Sono le 20 perse (15 tra Pierce, Terry e Bradley) a frenare Boston che pure aveva fatto con personalità la partita sin dall'inizio, scappando con un 17-0 a fine primo quarto fino al 41-24 del secondo quarto, l'abisso più profondo da cui gli Heat sono dovuti risalire in questa loro serie vincente. Tranne un momento a inizio ripresa, i padroni di casa hanno la testa avanti per tutta la partita, fino al 92-99 a 5' dalla fine quando si spengono: da qui in poi segnano un solo canestro. A 2'40'' dal termine è una tripla di Chalmers, la seconda bocca da fuoco Heat di giornata con 4/5 da oltre l'arco, a far mettere la testa avanti a Miami sul 100-101. Dopo la risposta di Bradley, che sbaglia 8 degli altri 10 tiri della sua giornata, un tapin di LeBron James ridà a Miami la parità con cui si arriva all'epilogo finale firmato dal Prescelto. L'highlight della sua serata è stato nel secondo quarto l'alley-oop che gli ha alzato Norris Cole in un'azione partita da un passaggio dietro la schiena di Wade, costata però anche un tecnico a James per aver... fatto il bullo su Terry “posterizzato”. Modesto il secondo ritorno da ex di Ray Allen a Boston, con una gara da 6 punti e 0/3 da tre in 30'. Al terzo ko in cinque gare, i Celtics approfittano delle sconfitte delle concorrenti per restare in parità con Chicago e a mezza gara di distanza dal quinto posto a Est di Atlanta. Miami vince per la prima volta in casa dei Celtics dopo 10 sconfitte di fila in stagione regolare e consolida il suo miglior record della lega davanti al 51-16 di San Antonio. Prossimo appuntamento domani sera a Cleveland, ex e forse futura casa di LeBron.
Boston: Green 43 (9/14, 5/7, 10/13 tl), Pierce 17, Lee 13. Rimbalzi: Pierce 8. Assist: Pierce 8.
Miami: James 37 (15/25, 1/4, 4/6 tl), Chalmers 21, Wade 16, Bosh 13. Rimbalzi: James e Wade 7. Assist: James 12.

 

Memphis Grizzlies–Minnesota Timberwolves 92-77
Al ritorno a casa dopo quattro trasferte di fila, Memphis (45-21) ritrova la strada del successo. Dopo aver interrotto la serie di 14 vittorie in 15 gare coi due k.o. sui campi dell'avversaria diretta Denver e di Utah, i Grizzlies si riavvicinano a mezzo successo di distanza dal terzo posto a Ovest dei Clippers e restano per pochi decimi (.682 a .676) davanti ai Nuggets per la quarta piazza. Non si dimostra un'avversaria competitiva Minnesota, in back-to-back dopo aver conquistato 24 ore prima la seconda vittoria nelle ultime quattro gare, approfittando con New Orleans del rientro di Pekovic e Kirilenko, stavolta meno incisivi. Ma è da tutti gli altri che i Wolves sono traditi, prosciugati dalla difesa casalinga sul 23/62 da due e 6/24 da tre per il 33.7% totale al tiro: 3/12 per Williams, 2/10 di Ridnour, 3/13 di Barea e anche 1/6 per uno spento Rubio da solo due assist che esce anzitempo a fine terzo quarto per un infortunio muscolare all'inguine che però pare non preoccupare. Memphis scappa con 9 punti in fila al ritorno dagli spogliatoi per un break di 13-2 che vale l'allungo 58-41 che spacca la partita, esteso poi fino al 72-47. I Grizzlies chiudono con 35/66 da due, 15 punti dalla panchina di Bayless e la qualità di Prince (anche 14 rimbalzi) a corollario del trio Conley (mvp)-Randolph-Gasol.
Memphis: Conley 20 (5/8, 3/6, 1/1 tl), Gasol 16, Bayless 15, Randolph 14, Prince 12. Rimbalzi: Prince 14. Assist: Conley 6.
Minnesota: Shved 12 (4/6, 1/3, 1/1 tl), Gelabale e Barea 11. Rimbalzi: tre con 7. Assist: Ridnour 3.

New Orleans Hornets–Golden State Warriors 72-93
La quarta vittoria nelle ultime cinque gare dei Warriors (39-30) non è firmata solo dalla grandinata di triple dei “soliti” Curry e Thompson, 9/15 in coppia da oltre l'arco. Golden State forse per la prima volta in stagione si gode gli effetti dell'accoppiata tra Lee e Bogut, forse alla più efficace gara dal trasferimento in california, fotografata solo in parte dalle cifre: 8 punti, con 4/6 al tiro, 9 rimbalzi, 5 assist per distribuire gioco dal post basso, +24 di plus/minus e 4 stoppate a certificare in parte una difesa che ha tenuto a 2/10 il dirimpettaio Robin Lopez. New Orleans (22-46) resta da sola in coda alla Western Conference, perché la pessima giornata di tiro vanifica i possessi in più conquistati per le perse della coppia Curry-Thompson (11) e per i rimbalzi d'attacco di Anderson (il migliore degli Hornets) e di un Davis da 7/12 ma non particolarmente incisivo. Tutto buttato via sbagliato 14 dei 17 tiri da tre in una giornata da 33.7% dal campo con 3/21 del trio di titolari Mason-Lopez-Aminu, e naturalmente senza Eric Gordon come sempre in regime di back-to-back. Il solco è scavato dal 13-0 ospite poco prima del riposo, che lancia i Warriors in doppia cifra di margine a inizio ripresa: gli Hornets non torneranno mai oltre il -8, prima del cedimento finale fino a -21. Con questo successo Golden State difende il sesto posto a Ovest allungando a due successi di vantaggio su Houston settima e tre sui Lakers ottavi.
New Orleans: Anderson 21 (8/13, 1/6, 6/6 tl), Davis 16, Vasquez 14. Rimbalzi: Anderson 9. Assist: Vasquez 9.
Golden State: Curry 30 (4/10, 6/9, 4/4 tl), Lee 20, Thompson 13. Rimbalzi: Lee 11. Assist: Bogut e Jack 5.

Steve Nash: 19 punti contro la sua ex squadra, Phoenix. Afp
Steve Nash: 19 punti contro la sua ex squadra, Phoenix. Afp

Phoenix Suns-Los Angeles Lakers 99-76
Il secondo ritorno a Phoenix di Steve Nash è più brillante sul piano individuale ma non su quello del risultato: con 19 punti il canadese resta solo alla guida dei Lakers (36-33), ancora senza Pau Gasol e soprattutto alla seconda partita di fila senza Kobe Bryant (distorsione alla caviglia), senza cui pure avevano appena battuto i Kings, ma stavolta vedono sparire a gara in corso anche Dwight Howard. Con la miglior prestazione difensiva stagionale da 76 punti subìti, i Suns (23-45) lasciano l'ultimo posto a Ovest e soprattutto vincono la quarta gara di fila in casa sui gialloviola, che a loro volta scendono a un successo di distanza dal settimo posto di Houston ma mantengono la stessa distanza sui Jazz noni, e sconfitti. I californiani restano in gara fino al 71-66 a un minuto dalla fine del terzo quarto: da qui in poi segneranno 10 punti negli ultimi 13 minuti della partita, lasciati a piedi da Howard che dopo l'inizio da 4/5 va a sbattere contro la difesa di O'Neal, Haddadi e Scola per accontentarsi dei tiri in sospensione con cui chiuderà a 6/18 la sua giornata, ma senza neanche tentare un tiro nel quarto periodo. Proprio Scola è invece il re dell'ultimo quarto, quando segna tutti i suoi 14 punti (con 8 rimbalzi) a fronte del 4/21 di squadra (19%) degli ospiti. Seppur con una qualità più bassa, i Suns fanno valere la maggiore profondità contro la rotazione a sette dei Lakers (5/17 World Peace), alla nona partita in 14 giorni in sette città diverse. A sua volta senza Marcus Morris, l'ex Shannon Brown e il centro titolare Gortat, Phoenix intorno al direttore d'orchestra Dragic trova dalla panchina quattro dei suoi sei uomini in doppia cifra, tra cui il regista rookie Marshall da 3/4 da tre, con 5 assist e 5 rimbalzi in 26'. I Lakers avevano vinto 8 delle 11 precedenti partite ma ora hanno bisogno del ritorno di Bryant.
Phoenix: Johnson 14 (5/12, 1/5, 1/3 tl), Scola 14 (4/10, 1/1, 3/4 tl), Dudley 13, Dragic 12, Marshall 11, Beasley 10. Rimbalzi: Johnson e Scola 9. Assist: Dragic 10.
LA Lakers: Nash 19 (5/15, 1/2, 6/6 tl), Howard 16, Blake 13, World Peace 12. Rimbalzi: Howard 11. Assist: Blake e Nash 4.

Utah Jazz–New York Knicks 83-90
Ancora senza le tre stelle Anthony, Stoudemire e Chandler per i rispettivi guai alle ginocchia, New York (39-26) trova il modo per chiudere la serie di cinque trasferte a Ovest con un successo, dopo quattro k.o. di fila, grazie a una difesa super. I Knicks tengono i Jazz in casa loro a un secondo tempo da soli 39 punti con un misero 28.9% al tiro col contributo decisivo in area della sostanza di Kurt Thomas, che pure era in dubbio. Il resto lo fa JR Smith, che segna nella ripresa 18 dei suoi 20 punti e mette lo zampino nei due strappi decisivi. Dopo una gara giocata sempre almeno alla pari, New York scava il solco con un 10-0 (con 8 punti di Smith) tenendo Utah senza segnare per quattro minuti sul finire del terzo periodo. I Jazz tornano sull'81-84 a 3'38'' dalla fine coi canestri di Mo Williams ancora in rodaggio, ma da qui in poi i padroni di casa sbagliano otto tiri di fila: di nuovo un jumper di Smith, un suo tiro libero e due di Kidd chiudono i giochi sull'81-89 a 23'' dal termine. Determinante anche la prestazione di Felton, non solo efficace (19 punti con 6/9 da due, 2/3 da tre, 3 recuperi e 4 assist) ma anche preciso con una sola palla persa. Oltre al contributo di Thomas e Camby in area, New York aveva affrontato il doppio-lungo Jazz anche col quintetto piccolo con Copeland “4” e Martin “5”. Utah non riesce a compensare coi 19 rimbalzi d'attacco (9 in coppia di Millsap e Favors) il brutto 20/57 da due (5/20 la coppia Favors-Jefferson), e a fronte delle 18 perse (4 di Millsap e 3 di Kanter) non basta il 9/19 da tre con tre triple di Hayward, che da titolare è forse il migliore dei suoi (anche 4 stoppate). Utah resta nona a Ovest a una vittoria di distanza dai Lakers ottavi, sconfitti. New York riprende la marcia nel giorno in cui era necessario, perché i contemporanei successi di Indiana e Brooklyn tengono i Pacers avanti di un successo al secondo posto a Est, e i Nets quarti ma solo a una vittoria di distanza sui Knicks. Intanto Carmelo Anthony si è allenato in mattinata ed è pronto al rientro.
Utah: Hayward 17 (3/8, 3/6, 2/2 tl), Millsap 12 (4/8, 0/1, 4/4 tl), Jefferson e Williams 10. Rimbalzi: Favors 13. Assist: Williams 5.
New York: Smith 20 (4/9, 1/4, 9/10 tl), Felton 19, Copeland 14. Rimbalzi: Martin 9. Assist: Kidd 5.

Giuseppe Nigro© RIPRODUZIONE RISERVATA
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