Nba, Bryant si arrende, i Lakers no; Miami inarrestabile: 21 vittorie

Howard e Nash, trascinatori dei Lakers contro Indiana. Reuters

I Lakers passano in casa di Indiana nonostante Kobe Bryant, dopo il recupero lampo, giochi solo un quarto. Miami passa a Milwaukee e arriva a 21 successi di fila, la terza striscia più lunga della storia Nba. Oklahoma City doma i sogni di rimonta di Orlando e Houston recupera 20 punti a Minnesota. Vittorie anche per Atlanta, Dallas, Toronto e Washington.

Indiana Pacers-Los Angeles Lakers 93-99
A Laker-land c’è vita anche senza Kobe Bryant. Black Mamba si arrende dopo un quarto alla sua caviglia sinistra dolorante, chiude senza punti per la 15ª volta in carriera (la prima dal marzo 2004), ma i Lakers (35 vinte-32 perse in stagione) riescono comunque a vincere in casa di Indiana (40-25), seconda forza a Est, per il 10° successo nelle ultime 13 partite. “Non riuscivo più ad appoggiare il peso sulla caviglia” ha detto Kobe dopo aver passato tutta la gara ad incitare i compagni dalla panchina (“Ma non penso a fare l’allenatore una volta smesso, lo faccio solo quando sono infortunato” ha scherzato su Twitter) mentre aveva la caviglia attaccata ad uno stimolatore elettrico. Proprio la grinta di Kobe ha ispirato gli altri Lakers: la truppa di Mike D’Antoni ha giocato una delle sue migliori gare della stagione, tenendo i Pacers al 37% dal campo e facendo piovere triple (13/26) nel canestro della miglior difesa dal perimetro della Nba. Dwight Howard (6ª doppia doppia consecutiva) e Metta World Peace hanno retto il peso dell’attacco assieme a Steve Blake (5/7 da tre) e Antawn Jamison (17 punti con 4/7 da dietro l’arco), con Steve Nash a dirigere l’orchestra e ad eseguire pick-and-roll a volontà nonostante un problema al polpaccio destro. Indiana, alla seconda sconfitta nelle ultime tre partite, è stata battuta con le proprie armi (la difesa) da una squadra che aveva perso 14 partite in trasferta su 16 contro avversarie con un record vincente. Per i Pacers, trascinati da Stephenson (prima doppia doppia in carriera), si era messa bene in avvio, col 19-8 firmato da Paul George (14/42 nelle ultime 3 gare) a 2’37” dalla prima sirena. Bryant è in campo, ma si capisce che non sta bene: è lento, si muove poco, e quando tira fa fatica (0/4). Dal secondo quarto resta a guardare: i Lakers si rimettono in pista prima grazie a Howard e poi con le triple di Blake e Jamison (11 punti nel periodo), buone per arrivare sul 39-28 a 3’33” dal riposo. Indiana però raddrizza la situazione, chiude il primo tempo sotto 46-41 e torna definitivamente in partita nella ripresa, quando il match diventa battaglia. L’equilibrio assoluto regge fino al 87 pari a 2’31” dalla fine, poi Howard e Jamison costruiscono con un 7-0 un baratro che Indiana non sa più colmare. I Lakers vincono e festeggiano Bryant, che ha già la testa alla sfida di domenica con Sacramento. “Deciderà lui se giocare o no” chiosa D’Antoni. Kobe magari stavolta ci penserà due volte prima di affrettare il recupero. Anche perché i compagni gli hanno dimostrato di potercela fare anche senza di lui.
Indiana: Hill 27 (7/11 da due, 4/8 da tre, 1/2 tiri liberi), George 20, Stephenson 12. Rimbalzi: Stephenson 11. Assist: Stephenson 5.
L.A. Lakers: Howard 20 (7/16, 0/1, 6/11 tl), World Peace 19, Blake 18. Rimbalzi: Howard 12. Assist: Nash 9.

LeBron James a caccia di un pallone oltre il campo. Reuters

Milwaukee Bucks-Miami Heat 94-107
Miami cerca il suo posto nella storia. Con 76 punti dei suoi Big Three, gli Heat (50-14) travolgono Milwaukee (32-32) e centrano la 21ª vittoria consecutiva. Quella degli uomini di coach Spoelstra è ora la terza striscia vincente più lunga della storia della Nba, seconda solo a quella record dei Lakers che nel 1971-72 vinsero 33 gare, e a quella lunga 22 partite di Houston versione 2007-08 (di quei Rockets faceva parte Shane Battier). “E’ impressionante quello che stiano facendo - gongola LeBron James -. Siamo riusciti a migliorare continuamente durante questa serie. È fantastico”. A Milwaukee, contro la squadra che probabilmente ritroveranno nel primo turno dei playoff, Miami tira col 52% dal campo e tiene gli avversari al 36% al tiro condannandoli alla terza sconfitta di fila. James, Chris Bosh e Dwyane Wade ci mettono tutta la loro classe: insieme mettono 32 dei 41 canestri di Miami, raccolgono 24 dei 41 rimbalzi e servono 16 dei 24 assist. Il Prescelto si ferma a 3 assist dalla tripla doppia, Bosh sforna la sua miglior gara da un mese e Wade, nonostante lo spavento iniziale per una bruttissima caduta che fa temere una commozione cerebrale, chiude con la 40ª gara stagionale con almeno 20 punti, la 12ª consecutiva. Miami prova la partenza sprint, ma Milwaukee resiste e grazie a Daniels e Ilyasova (22 punti equamente divisi nei 12’ inaugurali) chiude il primo quarto avanti 27-26. Gli Heat scappano nel secondo quarto, con un irresistibile 8-0 chiuso da James sul 46-36 a 1’57” dal riposo, poi rompe gli argini nella ripresa, quando i Bucks faticano in difesa a contenere lo strapotere fisico delle stelle avversarie e gli ospiti fuggono fino al 83-66 firmato James a 56” dalla sirena. I padroni di casa non affondano ma vengono sempre tenuti tra i 10 e i 15 punti di svantaggio e affondano definitivamente quando Sanders, a 2’44” dalla fine, si fa cacciare dopo aver rimediato il secondo tecnico della sua serata per un brutto fallo su LeBron. Allen e lo stesso James dalla lunetta mettono in cassaforte la nuova perla nella serie più bella che Miami abbia mai vissuto.
Milwaukee: Ilyasova 26 (9/17, 1/3, 5/5 tl), Jennigs 21, Daniels 14, Redick 14. Rimbalzi: Ilyasova 17. Assist: Ellis 7.
Miami: James 28 (12/22, 0/2 4/5 tl), Bosh 28 (10/13, 2/3, 2/3 tl), Wade 20. Rimbalzi: James 10. Assist: Wade 9.

Oklahoma City Thunder-Orlando Magic 117-104
Harakiri scongiurato. Oklahoma City (49-17) rischia grosso contro Orlando (18-48) riuscendo comunque a centrare la 10ª vittoria nelle ultime 12 partite, la 30ª della stagione in casa. Dominatori assoluti con 73 punti e il 64% al tiro nel primo tempo, avanti anche di 22 ad inizio ripresa, i Thunder permettono ai Magic di riportarsi fino a -4 nel finale, quando riescono ad impedire agli ospiti di completare la rimonta perché l’infuriato coach Scott Brooks richiama in campo i titolari, a cui stava concedendo qualche minuto in più di riposo visto l’ampio margine. “Ci è mancata la concentrazione durante tutta la gara - ha raccontato il tecnico -. Ci vantiamo del fatto di rimanere concentrati in ogni partita e in ogni possesso, ma stavolta non è andata così: dovremo migliorare in questo aspetto”. Oklahoma parte sparata, spinta da 10 punti e 4 assist dell’ispirato Russell Westbrook fino al 39-26 della prima sirena. Il vantaggio si dilata fino al 57-30 che Martin firma dalla lunetta a 7’42” dal riposo, Orlando però approfitta di un leggero calo dei Thunder e grazie a Harris e Vucevic riduce a 17 (73-56) i punti da recuperare al rientro negli spogliatoi. Oklahoma è sul 83-61 a 7’05” dalla prima sirena, quando l’interruttore degli uomini di Brooks si spegne. I Magic trovano da Afflalo e Nelson i punti per tornare a contatto, fino al 103-99 quando da giocare restano 6’20”. Brooks rispedisce in campo i titolari, ma invertire il trend non è facile: ci riesce Durant con 7 punti negli ultimi 200”, mentre Orlando sbaglia gli ultimi 5 tiri e alza bandiera bianca.
Oklahoma City: Durant 26 (7/10, 1/5, 9/12 tl), Westbrook 23, Ibaka 20. Rimbalzi: Perkins 12. Assist: Westbrook 6.
Orlando: Nelson 26 (5/10, 5/12, 1/2 tl), Vucevic 21, Afflalo 20. Rimbalzi: Vucevic 14. Assist: Nelson 7.

James Harden contro Ricky Rubio: per il 'Barba' 37 punti. Reuters

Houston Rockets-Minnesota Timberwolves 108-100
Gli specialisti in rimonte. Sotto 59-39 dopo il primo canestro della ripresa, Houston (36-30) recupera per l’undicesima volta in stagione uno svantaggio in doppia cifra, e rifila a Minnesota la decima sconfitta nelle ultime 12 partite. A trascinare i Rockets, alla seconda vittoria di fila e sempre settimi nella Western Conference, è stato ancora una volta James Harden (18ª volta in stagione con almeno 30 punti), protagonista con 25 punti di una ripresa in cui i padroni di casa hanno segnato 69 punti e tirato col 60% dal campo dopo i soli 39 punti del primo tempo.”Il primo tempo è stato davvero frustrante, non ci possiamo permettere di giocare in quel modo - è stato il commento di Chandler Parsons -. Non ci sono molte squadre in questa lega contro cui possiamo andare sotto così tanto e poi recuperare”. Minnesota firma gli ultimi 4 punti di un equilibrato periodo inaugurale per arrivare sul 27-22 alla prima sirena, poi scappa negli ultimi 5’20” del primo tempo, trascinata da 8 punti di Barea fino al 57-39 dell’intervallo. Al ritorno dagli spogliatoi Stiemsma firma il +20 Twolves, ma Houston, 38,5% al tiro nel primo tempo, a quel punto cambia marcia, riaccesa da Harden che propizia il 14-3 in meno di 200” che riporta i Rockets sotto la doppia cifra di svantaggio (62-53). Minnesota accusa il colpo ma riesce comunque a chiudere il periodo avanti 80-74. Nell’ultimo periodo però crolla: Houston aggancia sull’82 con Lin a 8’51” dalla fine, poi scappa nel finale di partita, toccando con Parsons il 102-92 a 1’03” dalla sirena. Ai Twolves non resta che la resa.
Houston: Harden 37 (3/6, 5/10, 16/18 tl), Lin 24, Parsons 14. Rimbalzi: Asik 11. Assist: Harden 8, Lin 8.
Minnesota: Williams 19 (5/9, 2/5, 3/4 tl), Barea (6/7, 2/5, 1/1 tl), Rubio 14. Rimbalzi: Rubio 7, Gelabale 7. Assist: Rubio 7.

Atlanta Hawks-Phoenix Suns 107-94
Vittoria di squadra. Con 27 assist, 12/23 da tre e 5 giocatori in doppia cifra, Atlanta (36-29) liquida Phoenix (22-44) centrando il secondo successo consecutivo. “Abbiamo giocato come un vero team, mettendo da parte il nostro egoismo e passando molto bene palla” ha raccontato Josh Smith, il più produttivo degli Hawks fermatosi a tre assist dalla sua prima tripla doppia in tre anni. I Suns si sono arresi per la 5ª volta nelle ultime 6 esibizioni, nonostante la decima partita con almeno 20 punti di Goran Dragic e la seconda doppia doppia stagionale di Markieff Morris. Smith prova con 11 punti nel primo quarto a lanciare la fuga di Atlanta, ma Phoenix cede solo nel finale di secondo periodo, quando sotto le triple di Korver affonda fino al 57-46 con cui si chiude il primo tempo. Atlanta approfitta delle 11 palle perse dai Suns nel terzo quarto per scappare fino al 82-68 alla sirena e controllare agevolmente negli ultimi 12’.
Atlanta: Smith 17 (8/12, 0/2, 1/1 tl), Horford 16, Korver 16. Rimbalzi: Smith 11, Horford 11. Assist: Smith 7.
Phoenix: Dragic 21 (6/10, 1/2, 6/8 tl), O’Neal 18, Markieff Morris 15. Rimbalzi: Markieff Morris 11. Assist: Dragic 8.

Rodrigue Beaubois, di Dallas, al tiro contro Cleveland. Ap

Dallas Mavericks-Cleveland Cavaliers 96-86
Aiuto insperato. Dopo aver giocato appena 33’ dal 22 febbraio, Roddy Beaubois si riscopre eroe di Dallas e con 9 punti e tre assist nell’ultimo quarto trascina i Mavs (31-34) alla vittoria interna su Cleveland (22-43), la quarta in cinque partite per gli uomini di Rick Carlisle che sognano ancora un posto nei playoff. “Sappiamo che dobbiamo essere sempre pronti - ha detto Beaubois, 3,8 punti e 12,1 minuti di media quest’anno -. Anche se non giochi per un po’ sai che potrebbe toccare a te in ogni momento, quindi devi essere pronto e aiutare la squadra a vincere”. I Cavs, che chiudono con 5 giocatori in doppia cifra, partono meglio e chiudono il primo tempo avanti 46-38, con Zeller a quota 10 e gli avversari tenuti a 38,6% dal campo. Ma nella ripresa la situazione si capovolge e Dallas domina, tirando col 63,2% e vincendo 22-15 la sfida a rimbalzo. I Mavs sorpassano sul 55-54 con Collison ma chiudono il terzo periodo sotto 68-67. Beabuois però a inizio ultimo quarto apre con una tripla il parziale di 15-2 che proietta Dallas sul 84-72 con 6’16” da giocare e consegna a Cleveland la terza sconfitta nelle ultime 4 partite.
Dallas: Beaubois 18 (3/5, 3/5, 3/4 tl), Collison 13, Nowitzki 13, Wright 13. Rimbalzi: Crowder 14. Assist: Collison 5, Beabois 5.
Cleveland: Waiters 21 (8/16, 1/3, 2/5 tl), Livingston 13, Thompson 12. Rimbalzi: Zeller 10. Assist: Livingston 6.

Toronto Raptors-Charlotte Bobcats 92-78
Punti, rimbalzi e difesa. Trascinata dalla produzione offensiva di Rudy Gay, dal dominio sotto canestro di Amir Johnson, e dal 1/13 concesso agli avversari nell’ultimo quarto, Toronto (26-40) si impone su Charlotte (14-51) e tiene ancora virtualmente aperta la porta dei playoff, distanti 7.5 gare dopo la sconfitta di Milwaukee con Miami, che i Raptors ospiteranno domenica. L’eroe dei canadesi è soprattuto Johnson, primo Raptor dall’aprile 2011 (ci riuscì Dorsey) a chiudere con almeno 20 rimbalzi a referto: “Il career-high è sempre qualcosa di positivo, ma a me interessa soprattutto vincere - ha detto il 25enne alla quarta stagione ai Raptors -. Dobbiamo continuare a giocare in questo modo e vincere quante più gare possibili”. Dopo essersi fatti annullare un vantaggio di 14 punti nel terzo periodo ed essersi fatti sorpassare sul 70-69 da Henderson a 10’55” dalla fine, i canadesi infilano un 15-2 ispirato da 6 punti di Gay che li porta sul 84-72 a 5’09” dalla sirena conclusiva. Charlotte però tira 1/13 nel periodo e non può evitare la sconfitta numero 11 nelle ultime 12 gare.
Toronto: Gay 28 (10/13, 1/3, 5/5 tl), Johnson 12, Telfair 11. Rimbalzi: Johnson 21. Assist: Telfair 5.
Charlotte: Henderson 22 (7/15, 1/2, 5/6 tl), Walker 20, McRoberts 10, Gordon 10. Rimbalzi: McRoberts 9. Assist: Walker 4.

Washington Wizards-New Orleans Hornets 96-87
La notte perfetta. John Wall si inventa la miglior partita al tiro della sua carriera per regalare a Washington (22-42) la vittoria su New Orleans (22-44), la terza in quattro gare. “Abbiamo mancato di rispetto a Wall - ammette Monty Williams, coach degli Hornets -. Gli abbiamo fatto prendere dei tiri come se pensassimo che non riuscisse a metterli e lui ce l’ha fatta pagare”. I Wizards però non sono solo la loro stella, ma una squadra che chiude col 50% dal campo, 9/20 da tre, e tiene gli avversari a 3/19 dal perimetro, con lo spauracchio Ryan Anderson fermo a 1/10 da dietro l’arco. Gli Hornets, alla quinta sconfitta di fila in trasferta, non sfruttano la seconda gara consecutiva con almeno 20 punti di Eric Gordon e la solita bella prova a tutto tondo di Greivis Vasquez. Trascinati da Gordon e Davis, gli ospiti segnano 20 punti in area nel primo quarto, chiuso avanti 30-26 nonostante gli 11 punti di Webster. Il match rimane equilibrato, con le due squadre che rientrano negli spogliatoi sul 50-50 con Wall a bersaglio due volte da tre a fine primo tempo. Nella ripresa il play dei Wizards si scatena: con 10 punti nel 3° quarto porta Washington sul 74-64 della sirena, poi serve a Seraphin l’assist del +13 e confeziona in prima persona il +14, il 91-77 a 4’11” dalla fine con cui il match va in archivio.
Washington: Wall 29 (9/12, 3/3, 2/2 tl), Webster 18, Temple 10, Seraphin 10, Martin 10. Rimbalzi: Booker 13. Assist: Wall 9.
New Orleans: Gordon 20 (6/13, 2/4, 2/3 tl), Vasquez 18, Davis 16. Rimbalzi: Aminu 8, Vasquez 8. Assist: Vasquez 9.