Nba, Miami 26 vittorie in fila. A Houston il derby texano. Oklahoma spazza Portland

Una fase del derby texano: James Harden (a sinistra) marcato da Manu Ginobili. Afp

Con il canestro decisivo di Harden, Houston batte San Antonio nel derby texano che era il big match della notte. Oklahoma City ne approfitta così per riavvicinarsi agli Spurs grazie al successo con Portland, mentre alle spalle Dallas sconfitte Utah e la riaggancia al nono posto a Ovest, a due successi di distanza dai Lakers e dalla zona playoff. La serie record di vittorie di Miami continua e tocca quota 26 anche senza Wade, anche se il successo sui Bobcats peggior franchigia Nba non fa notizia. In zona playoff a Est prezioso successo di Atlanta a Milwaukee, per tenere il passo di Brooklyn che resta quarta espugnando Phoenix e per restare davanti a Chicago che vince a Minnesota senza, tra gli altri, Marco Belinelli. Successo di Philadelphia a Sacramento.

Milwaukee Bucks-Atlanta Hawks 99-104 (Tabellino)
Atlanta (39-31) continua a inanellare preziose vittorie nella corsa al miglior piazzamento playoff: espugnando Milwaukee (34-35) mantiene il quinto posto con mezza vittoria di vantaggio su Chicago. Succede tutto nel finale, quando sull'onda di tre triple di fila di Monta Ellis in 1'16'' Milwaukee allunga 92-97 a 2'45'' dalla fine. Da qui in poi però i Bucks deraglieranno con 5 palle perse e 6 tiri sbagliati. Trascinata da un Josh Smith da 10 punti negli ultimi 5 minuti, Atlanta ne approfitta con il break di 12-2. Il momento chiave arriva quando a 27'' dalla fine in parità Tolliver ruba palla a Ellis e poi dopo l'1/2 dalla lunetta di Jones prende il rimbalzo da cui nasce il 2/2 dalla lunetta di Horford a 20'' dal termine per il 99-102 del vantaggio definitivo, prima che Ellis sbagli la successiva tripla e Dunleavy commetta passi. A condannare Milwaukee è anche il 2/17 complessivo di specialisti come Ilyasova, Jennings, Dunleavy e Redick, tamponato solo in parte dai tanti rimbalzi d'attacco, soprattutto con il turco, Sanders e Dalembert. In casa Hawks, sette triple in coppia per Harris e Korver, anche se a trascinare sono stati i 47 punti insieme di Horford e Smith.
Milwaukee: Ellis 20 (5/11, 3/4, 1/2 tl), Ilyasova 19, Sanders 15, Jennings 12, Udoh 10. Rimbalzi: Sanders 12. Assist: Jennings 13.
Atlanta: Horford 24 (10/16, 4/4 tl), Smith 23, Harris e Teague 14. Rimbalzi: Smith 9. Assist: Teague 8.

Minnesota Timberwolves-Chicago Bulls 97-104 (Tabellino)
L'assenza di Marco Belinelli per un infortunio muscolare all'addome si aggiunge per una notte a quella di Yoakim Noah e a quelle di più lungo tempo di Rose e Hamilton, ma i Bulls (38-31) continuano la corsa playoff con il successo a Minnesota (24-44) che significa restare in scia di Atlanta quinta e scavare due vittorie di distanza sui Celtics settimi. Dall'85-90 a metà quarto periodo, un rimbalzo d'attacco di Deng innesca la tripla di Robinson che innesca il decisivo 13-3 per scappare 88-103 a 3'08'' dal termine anche grazie ai viaggi in lunetta di Butler, che approfitta delle assenze sul perimetro per una serata da protagonista, fatta anche di due triple, 9 rimbalzi e 8/9 ai liberi. Thibodeau si muove con una rotazione a otto uomini, raccogliendo 19 punti e 12 rimbalzi da Boozer accanto a Deng e quattro triple (di cui due nel break finale), 10 assist e 22 punti da Nate Robinson dalla panchina. Seppur corta nelle rotazioni, Chicago ha l'energia per dominare a rimbalzo, prendendone ben 20 in attacco. I Wolves dall'altra parte hanno un Kirilenko molto al di sotto del proprio rendimento e un Derrick Williams da grandi numeri, mentre Ricky Rubio porta 4/8 al tiro, 7/10 ai liberi e 7 assist a dirigere l'orchestra, senza significativi contributi dalla panchina di Shved e Barea.
Minnesota: Williams 28 (8/13, 3/5, 3/4 tl), Pekovic e Rubio 15, Cunningham 10. Rimbalzi: Pekovic 8. Assist: Rubio 8.
Chicago: Robinson 22 (5/8, 4/8, 0/2 tl), Butler 20, Boozer 19, Deng 17, Gibson 12. Rimbalzi: Boozer 12. Assist: Robinson 10.

LeBron James mette a referto 32 punti. Reuters

Miami Heat-Charlotte Bobcats 109-77 (Tabellino)

Anche Nole Djokovic sugli spalti. Ap

La più scritta tra le 26 vittorie di fila con cui Miami estende la seconda striscia vincente più lunga nella storia dello sport americano arriva anche senza Dwyane Wade, fermo con un ginocchio destro dolorante. Gli Heat campioni e col miglior record (55-14) continuano l'insegumento al primato dei 33 successi consecutivi dei Lakers 1971/72 battendo sul velluto la peggior franchigia Nba, i Bobcats da 16-54 di record, nel più classico dei testa-coda. LeBron James non solo sfiora la tripla doppia ma dà dimostrazioni di onnipotenza continue, chiudendo con 11/12 da due e 10/11 dalla lunetta. Dalla panchina di Miami arriva anche un brillante contributo di Allen e Cole, che insieme portano 7/9 al tiro da tre e 29 punti. Charlotte aveva vinto due delle ultime tre partite, ma vede i propri limiti offensivi andare a sbattere contro il muro difensivo degli Heat: 33.7% al tiro dal campo, sbagliando anche 20 triple su 25, ed entrare nelle prestazioni dei singoli diventa ingeneroso. I padroni di casa scappano con un parzialone di 31-6 per rimontare da -11 nel primo tempo, aggiungendo poi un'altra spallata con il 26-5 di break in una ripresa da 62-38 complessivo. Adesso gli Heat sono attesi a quattro trasferte di fila (Orlando, Chicago, New Orleans fino al super-scontro di domenica prossima con San Antonio) per provare a estendere la propria serie. Presenti alla partita a bordo campo Novak Djokovic, Wladimir Klitschko e Rory McIlroy.
Miami: James 32 (11/12, 0/1, 10/11 tl), Bosh e Cole 15, Allen 14. Rimbalzi: James 8. Assist: James 10.
Charlotte: Walker 20 (5/14, 2/7, 4/6 tl), Henderson 18, Kidd-Gilchrist 13. Rimbalzi: Biyombo 11. Assist: Walker 3.

Houston Rockets-San Antonio Spurs 96-95 (Tabellino)
James Harden firma il colpo di giornata, quello con cui Houston (39-31) ferma in volata San Antonio (53-17) prima a Ovest nel big match della domenica Nba. Se i Rockets, all'ottavo successo in undici gare, tornano a mezza vittoria di distanza dal sesto posto di Golden State, gli Spurs vedono Oklahoma City riavvicinarsi a un successo e mezzo dalla loro leadership della Western Conference. Questo derby texano potrebbe anche essere una sfida al primo turno dei playoff, soprattutto se la squadra di Popovich perdesse la prima piazza, ma Houston ha dimostrato di saperla affrontare senza timori reverenziali. Da metà quarto periodo in poi per gli Spurs segna solo Parker, 12 punti nel finale alla faccia della necessità del rodaggio dopo il lungo stop: il top è quando entrando negli ultimi due minuti stoppa Harden e va a segnare l'89-93. Qui una tripla di Parsons riavvicina i padroni di casa, prima che gli errori di Duncan in sospensione e Leonard da tre diano ai Rockets l'assist per poter tirare per la vittoria con 20 secondi a disposizione. Palla naturalmente a James Harden, protagonista della consueta prestazione da marziano condita anche da 9 rimbalzi, 6 assist, due recuperi, due stoppate e 18 punti nella sola ripresa. Due di questi arrivano quando a 4'' dal termine completa il pick-and-roll passando sul blocco di Asik, restando di fronte a Duncan che protegge l'area e alzandosi in sospensione dai sei metri per il 96-95 del vantaggio. San Antonio ha comunque il tiro per vincere, ma sia Duncan in sospensione sulla rimessa che Ginobili sul successivo rimbalzo d'attacco mandano sul ferro. Per il centro veterano degli Spurs è la chiusura di una giornata no, sempre dalla parte sbagliata della storia, condita anche da 5 perse, ma anche l'argentino chiude con 1/6 al tiro in 27': complice anche il 2/11 di Green, a fine giornata il conto dice 23/56 da due per San Antonio, che aveva vinto quattro partite di fila e 8 delle ultime 10, ma solo per la seconda volta nelle ultime 11 gare andava lontana dal parquet di casa. Houston ringrazia l'impatto a rimbalzo anche offensivo di Asik e dà il meglio con Beverley (anche due triple) in regia al posto di Lin e quando c'è sul parquet Delfino ad allargare il campo, anche se chiuderà con 1/6 da tre.
Houston: Harden 29 (4/11, 2/5, 15/17 tl), Parsons 20, Beberley 11, Motiejunas 10. Rimbalzi: Asik 14. Assist: Harden 6.
San Antonio: Parker 23 (7/12, 0/1, 9/9 tl), Duncan 17, Leonard 12, Splitter e Diaw 10. Rimbalzi: Duncan 7. Assist: Parker 7.

Russell Westbrook in azione. Reuters

Oklahoma City Thunder-Portland Trail Blazers 103-83 (Tabellino)
Oklahoma City (52-19) si rialza da un periodo da due sconfitte in tre partite con una serata quasi tutta vittuta in controllo su Portland (33-37) che pure veniva da quattro vittorie nelle ultime sei gare. A frenare sono le 17 palle perse contro la difesa fisica dei padroni di casa, soprattutto con Aldridge e Hickson messi in difficoltà dai lunghi dei campioni in carica della conference, su tutti Ibaka e Collison (buon impatto) che chiudono pure con un 12/15 da due in coppia. Anche Jackson e Martin dalla panchina contribuiscono al 39/71 da due dei Thunder, trascinati (oltre a Durant) da Westbrook che con la palla in mano cambia marcia dopo un tecnico a Brooks nel terzo periodo: andata al riposo sul 51.4%, Portland persegna 36 punti nella ripresa e solo 15 nel quarto periodo, chiudendo con 22/53 da due, con 3/12 totale al tiro di Matthews, 3/14 di Aldridge e 3/11 di Batum. Il migliore tra i Blazers è ancora Lillard. Il punteggio finale però è fin troppo severo, perché l'allungo decisivo dei padroni di casa arriva con un 12-3 a cavallo degli ultimi due quarti con 8 punti in tre minuti di Ibaka per allargare il margine oltre la doppia cifra. Poi, quando Portland si rifa sotto sull'88-83 a metà quarto periodo, arriva l'affondo decisivo del 15-0 casalingo di fronte a cui si sciolgono i Blazers.
Oklahoma City: Durant 24 (8/14, 2/3, 2/2 tl), Westbrook 21, Ibaka 16, Martin 11, Collison 10. Rimbalzi: Durant 10. Assist: Westbrook 9.
Portland: Lillard 19 (3/7, 4/9, 1/2 tl), Batum 13, Hickson 12, Aldridge e Maynor 10. Rimbalzi: Aldridge 12. Assist: Batum 8.

Dallas Mavericks-Utah Jazz 113-108 (Tabellino)
Dallas continua la sua corsa fatta di orgoglio, prima ancora che di speranze playoff, e con l'ottavo successo nelle ultime 11 gare (perdendo nel frangente solo con Spurs, Thunder e Nets) completa il riaggancio a Utah al nono posto a Ovest (34-36) vincendo lo scontro diretto proprio contro i Jazz in caduta libera al nono k.o. in dodici gare. Adesso a due successi di distanza dai Lakers ottavi, i Mavs vincono con la suspense finale una partita che avevano saputo indirizzare con decisione nell'ultimo quarto e mezzo. Sotto la leadership a sorpresa in regia di Mike James, anche 7/10 al tiro con tre triple, 37 anni e al timone della squadra solo da due mesi e mezzo, la squadra ha cambiato volto. Accanto al solito Nowitzki da 17 punti e sei rimbalzi, contribuiscono anche un buon Brand (5/5), un Carter di quantità (15 punti soprattutto dalla lunetta) e Collison con la capacità di conquistare falli (11/13 ai liberi), tra cui quello che chiude la partita quando Utah si era rifatta sotto 111-108 a 7'' dalla fine: il 2/2 del regista texano a 5'' dal termine ha archiviato la pratica. In una gara da alte percentuali e tante palle perse, i Jazz ringraziano le riserve per la gran rimonta finale: sul 69 pari di metà terzo quarto gli ospiti hanno imbarcato un break di 29-8 con un parziale di 20-2 in otto minuti che li ha fatti affondare 89-71 a 10' dal termine, fino al 98-77 a 7'28'' dalla conclusione. La vera rinascita avviene dal 104-87 a 3'12'' dalla fine, quando Dallas spegne il motore troppo presto e Utah pesca una serie di jolly segnando 21 punti in tre minuti e tornando fino al -3 con Hayward nel finale, prima che Collison chiuda definitivamente. In crisi nera, l'assist per rilanciarsi arriva a Utah dal calendario: i Jazz giocheranno in casa otto delle prossime dieci gare.
Dallas: M.James 19 (4/6, 3/4, 2/2 tl), Nowitzki 17, Marion e Carter 15, Collison 13, Mayo 10. Rimbalzi: Nowitzki e Marion 6. Assist: M.James e Collison 5.
Utah: Kanter 17 (7/9, 3/4 tl), Millsap e Jefferson 15, Hayward 13, Foye 12, Burks 11, Mo Williams 10. Rimbalzi: Millsap 9. Assist: Mo Williams 8.

Sacramento Kings-Philadelphia 76ers 103-117 (Tabellino)
Philadelphia (27-42) torna a vincere in trasferta dopo tre mesi e mezzo e 15 sconfitte di fila, 15 k.o. nelle ultime 19 gare totali. Succede sul campo di Sacramento (25-46), che pure era reduce da un mese intorno al .500 di record. A tradire i Kings, che avevano vinto due delle ultime tre partite, è DeMarcus Cousins, a cinque falli già a metà terzo quarto, poco prima che la partita giri e Philadelphia prenda il largo. Oltre agli aiuti sulle incursioni degli esterni, Holiday su tutti, il suo avversario di giornata è Spencer Hawes, fischiatissimo perché è di Seattle e non lo ha nascosto: è abbastanza impopolare farlo in queste settimane in cui Sacramento rischia di vedere trasferire proprio a Seattle la sua squadra. Intorno all'asse Holiday-Hawes, Wilkins e un Lavoy Allen al massimo in carriera di 20 punti (9/13, anche 7 rimbalzi) completano il break di 18-2 a cavallo degli ultimi due quarti per il 105-84 a 8'22'' dalla fine che di fatto scrive la parola fine sul match. I Sixers mandano sei giocatori in doppia cifra e proprio con quei quattro protagonisti hanno un impatto significativo anche a rimbalzo d'attacco. Sacramento ha 25 punti da Thomas e 22 con 9/12 al tiro da Thornton ma, oltre alla brutta giornata di Cousins, anche la regia di Evans non la porta lontano.
Sacramento: Thomas 25 (6/8, 4/7, 1/1 tl), Thornton 22, Evans 19, Patterson 12. Rimbalzi: Cousins 9. Assist: Evans 8.
Philadelphia: Wright 22 (0/3, 6/10, 4/4 tl), Holiday 21, Allen 20, Wilkins 17, T.Young e Hawes 14. Rimbalzi: Hawes e Holiday 10. Assist: Turner 8.

Phoenix Suns-Brooklyn Nets 100-102 (Tabellino)
Brooklyn (41-29) rischia nel finale sul campo di Phoenix (23-48), peggiore squadra a Ovest, dopo aver buttato via il +16 di inizio ripresa, ma raccoglie la terza vittoria in quattro gare alla metà esatta del giro di otto trasferte a Ovest che non ne sta intaccando le ambizioni playoff: i Nets restano quarti a Est a due partite di distanza da Pacers e Knicks davanti e con altrettante di vantaggio su Atlanta quinta. Non basta ai Suns una delle migliori partite di Goran Dragic, che va a un solo rimbalzo da quella che sarebbe stata la seconda tripla doppia in carriera e a un punto dal suo career high realizzativo. Poteva arrivare con l'ultimo tiro libero, che lo sloveno sbaglia appositamente sul -2 a tre secondi dalla fine, Haddadi conquista il rimbalzo d'attacco ma contro Brook Lopez non riesce a convertire a canestro. Per i Suns è la nona sconfitta nelle ultime undici gare: ancora senza O'Neal e Brown, Phoenix si tiene in gara con la serata da cineteca del suo regista e con una marea di secondi possessi (25 rimbalzi d'attacco), ma anche con il 5/9 da tre di Wesley Johnson. Quattro di queste triple arrivano consecutivamente a fine terzo quarto per rientrare definitivamente in partita dopo essere stati anche a -16 subito al ritorno dagli spogliatoi: nel punto a punto finale la bussola dei Nets è un Watson 12 punti (sui suoi 14 totali) nel quarto periodo, approfittando dello spazio che ha aperto l'assenza dell'ex Joe Johnson per una botta al quadricipite. Brookyln entra 99-97 nell'ultimo minuto quando di qua e di là si sbaglia di tutto: a 14'' dalla fine l'1/2 dalla lunetta di Wallace (sua la maggiore energia insieme a Evans) sblocca il tabellone per il +3 ospite prima dell'epilogo finale sull'asse Dragic-Haddadi. Oltre al 28/31 dalla lunetta e alla quantità di Lopez e Williams, la vera buona notizia in casa Nets è la miglior prestazione stagionale di Kris Humphries, alla seconda gara dopo essere rimasto a guardare per tre settimane.
Phoenix: Dragic 31 (9/16, 1/3, 10/12 tl), Johnson 21, Tucker 14, Mark.Morris 10. Rimbalzi: Mark.Morris 15. Assist: Dragic 12.
Brooklyn: Lopez 21 (6/16, 9/10 tl), Williams 20, Humphries 17, Watson 14. Rimbalzi: Evans 10. Assist: Williams 11.