Spoelstra non scopre la carte
Quanti minuti giocherà Bosh?

Arrivati alla vigilia delle finali Nba, il coach Erik Spoelstra non vuol rivelare la sua intenzione di inserire Chris Bosh in quintetto base o se deciderà di farlo partire ancora una volta dalla panchina. Bosh ha sempre iniziato dal campo durante la regular season e fino all'infortunio all'addome durante i playoff della Eastern Conference, rientrando dalla panchina nelle ultime tre gare contro Boston. Spoelstra non ha intenzione di divulgare il quintetto base di martedì sera in gara-1. “Prenderò le mie decisioni tra oggi e domani”, ha dichiarato ieri. “Credo che possa reggere qualche minuto in più, ma dobbiamo ancora valutare la situazione. Nell'ultimo incontro ha retto 31 minuti in campo, dovendo uscire un paio di volte, ma credo che la sua condizione stia migliorando di partita in partita”. Bosh ha saltato nove partite per colpa di uno stiramento al basso addominale e ha gradualmente aumentato il tempo trascorso in campo a partire dal suo ritorno martedì scorso in gara-5 delle finali dell'Est. In quella occasione ha giocato 14 minuti, diventati 28 in gara-6 e 31 in gara-7, segnando 19 punti e mettendo 3 tiri da tre. “Come ho detto la scorsa settimana, non mi interessano questi discorsi. Voglio solo dare il mio contributo e, così come tutti i miei compagni, garantire alla squadra le migliori chance di vittoria”, ha detto Bosh. “Quindi, qualsiasi decisione presa per il bene della squadra andrà bene anche a me”.

Chris Bosh abbraccia Mario Chalmers. Reuters

GIOCO DURO — Non aspettatevi che Oklahoma City metta la contesa con gli Heat sul piano fisico, facendoli innervosire come hanno fatto gli Indiana Pacers nelle semifinali dell'Est, guadagnando falli tecnici e antisportivi. O perlomeno è ciò che dice Kendrick Perkins, gigante dei Thunder, citando la filosofia del suo ex coach Doc Rivers. “Noi non scenderemo sul parquet per dimostrare al mondo che siamo capaci di giocare in maniera dura - ha detto Perkins -. E' una caratteristica che possiamo o non possiamo avere, indipendentemente dal metterla sul piano fisico o meno”. “Per quanto riguarda Boston, sapevo che era una squadra con queste caratteristiche. Ma contro Indiana gli Heat volevano dimostrare al mondo di poter risolvere le partite sul piano fisico. Quando si gioca in questa maniera non c'è bisogno di dire nulla o fare qualcosa di stupido. Si gioca e basta”. Pensa quindi che i Thunder siano una squadra capace di giocare duro? “Senza voler sembrare arrogante - ha risposto Perkins -. Penso proprio di sì”.

TRIBUTO A WILLARD — Gli arbitri Nba porteranno il numero 57 sulle loro divise per tutta la serie finale in onore dell'esperto collega Greg Willard. La National Basketball Referees Association (l'Associazione degli arbitri NBA, ndt) ha diffuso la notizia della diagnosi di un tumore al pancreas per Willard - che veste la divisa degli arbitri n.57. Willard ha diretto alcuni incontri durante i playoff di questa stagione tra cui uno la settimana scorsa tra Miami Heat e Boston Celtics. Era tra i designati a dirigere gara-6 delle finali di Western Conference prima di doversi tirare indietro. La NBRA ha definito questa iniziativa, in collaborazione con l'NBA, come un gesto di supporto morale per Willard e la sua famiglia. Willard è arbitro NBA da 24 stagioni, ha diretto più di 1.500 incontri di regular season, 120 partite dei playoff e alcune gare delle finali del 2010 e 2011.

DRESS CODE — Russell Westbrook, play di Oklahoma City, ha ormai preso l'abitudine di presentarsi alle conferenze stampa post-partita vestito in maniera insolita, ad esempio, indossando una polo ricoperta di ami da pesca o occhiali da vista senza lenti. Interpellato su questi ultimi, ha risposto di vederci meglio senza quelle inutili lenti. E a coach Scott Brooks tutto questo va bene: “Finché i miei ragazzi giocano così, non mi interessa come si vestono”, ha detto Brooks. “Non mi importa se indossano occhiali senza lenti, io, invece, i miei li indosso con le lenti. Comunque è un bel look, anche perché tutto sta bene addosso a Russell. Ha la fortuna di essere un bel ragazzo e avere un bel fisico corredato da un gran sorriso. Fategli indossare qualsiasi cosa e comunque avrà un look ottimo. Io invece mi devo vestire sempre bene per sembrare presentabile.”

VARIE — L'Nba ha annunciato che Jessica Sanchez, finalista di “American Idol” canterà l'inno nazionale statunitense prima di gara-1. La 16enne di San Diego ha partecipato anche al programma “America's Got Talent” all'età di 11 anni. Anche se Miami è la squadra che giocherà in finale per la seconda volta consecutiva, a Las Vegas danno per favorita Oklahoma City, che giocherà in casa l'eventuale gara-7 in virtù della vittoria in più rispetto a Miami durante la regular season. “È senza ombra di dubbio bello essere i favoriti, ma alla fine non conta niente “ ha detto Bosh. “Per esempio, l'anno scorso lo eravamo noi e guardate come è andata a finire.” Da quando è arrivato la scorsa estate agli Heat come free agent, Shane Battier ha detto di aver imparato quanto LeBron James sia umano e coi piedi per terra. “Voi non lo vedete come lo vediamo noi nello spogliatoio, sull'aereo della squadra e sugli autobus durante i trasferimenti. Non ama particolarmente la birra, ma se gli fosse piaciuta sarebbe il compagno di bevute ideale - ha detto Battier -. A me la birra piace, quindi berrò anche per lui”.