L'Oklahoma pazzo per i Thunder
Il basket ha unito l'intero Stato

La University of Oklahoma è una potenza del football americano Ncaa e i rivali di Oklahoma State sono una forza dominante nella lotta greco-romana. Ma oggi, questo Stato può vantare un'altra realtà che mette d'accordo tutti gli sportivi: un'esordiente nelle finali Nba. Le bandiere blu e arancioni degli Oklahoma CityThunder sventolano sulle auto in tutta la città e in tutto lo lo Stato, giusto tributo alla squadra che quattro anni fa era tra le peggiori del campionato. Un grattacielo di Oklahoma City è stato ricoperto con uno striscione che recita “Let's Go Thunder” e un negozio ha messo una barba finta gigante in vetrina in onore all'irsutismo di James Harden.

L'esultanza dei tifosi di Oklamoma City alla Chesapeake Energy Arena. Reuters

il top — Prima dell'approdo dei Thunder nel 2008 - un uomo di affari di Oklahoma City ha portato la squadra in città dopo la mancata promessa di Seattle di costruire un nuovo stadio - il tifo degli abitanti dell'Oklahoma era diviso tra Oklahoma University e Oklahoma State. “È la più grande realtà sportiva che abbiamo mai avuto”, dice Tony Wright, fan dei Thunder intervistato a una stazione di servizio mentre riforniva di benzina il suo Suv decorato di adesivi di OKC. Oklahoma City ha il vantaggio di giocare in casa le partite decisive della serie al meglio delle 7 partite contro gli amati, o odiati a seconda dei punti di vista, Miami Heat e il duo delle meraviglie composto da LeBron James e Dwyane Wade. Ma la situazione non è mai stata migliore di questa.

la svolta — Nella loro prima stagione, i Thunder hanno vinto solo tre delle loro prime 32 partite, chiudendo l'annata con 23 vittore e 59 sconfitte, il terzo peggior record del campionato. Ai quei tempi era facile trovare i biglietti. “Praticamente li regalavano”, dice Matthew Brown, neolaureato alla University of Oklahoma e appena trasferitosi a Little Rock, Arkansas. Oggi le partite attraggono così tanta gente alla Cheesapeake Energy Arena che, per un periodo, l'amministrazione comunale è stata costretta a installare dei maxischermi fuori dallo stadio. Durante le semifinali della Western Conference contro i Los Angeles Lakers, circa 7.000 tifosi senza biglietto si sono accalcati fuori dall'arena da 17.000 posti, appena fuori Bricktown. Ma due settimane fa, una sparatoria in tarda nottata con otto feriti vicino allo stadio dopo una vittoria dei Thunder ha convinto l'amministrazione locale a rimuovere i maxischermi. Il municipio però ha smentito che ci sia una correlazione con la partita.

in massa — “C'è sempre stata una gran folla prima delle gare, adesso andranno da qualche altra parte a vederle, ad esempio in un bar o a casa di qualcun altro”, ha dichiarato Mick Cornett, sindaco di Oklahoma City. “I fan al seguito della squadra crescono di giorno in giorno e purtroppo non possiamo prevedere quanta folla possa accalcarsi al di fuori dello stadio e che cosa possa succedere”. Scott Brooks, coach dei Thunder, ha ringraziato i tifosi per l'energia che infondono ai giocatori e allo staff tecnico. “Si sentono e sono giustamente parte di questo successo. Hanno fatto un ottimo lavoro nel farci sentire parte integrante di questa comunità”, ha dichiarato. “E i nostri ragazzi amano giocare qui, sono consapevoli del fatto che ogni sera avranno la miglior tifoseria di questo sport, che, vada come vada, sarà lì sugli spalti ad incitarli”.

Un canestro di Westbrook durante gara-6 contro San Antonio. Reuters

l'ambiente — La guardia Kevin Durant, uno dei due giocatori che si sono trasferiti da Seattle e che hanno guidato i Thunder alle finali di Conference l'anno scorso, ha detto di volersi concentrare sul prossimo obiettivo. “Come ben saprete ricevo numerose chiamate da familiari e amici che vogliono venire a vedermi giocare”, ha detto Durant. “Ma credo che tutti stiano facendo un ottimo lavoro, rispettando il mio spazio personale e lasciandomi concentrare su ciò che dobbiamo fare”. Ma molti residenti di Oklahoma City abbracciano la squadra come se fosse la loro famiglia. Helen Jones ha dichiarato di avere una sua foto insieme a Durant e Russel Westbrook come sfondo del telefonino e che Harden di tanto in tanto si presenta il mercoledì sera alle sessioni di studio della bibbia nella Fifth Street Missionary Baptist Church da lei frequentata. “Sono ragazzi a posto, con i piedi per terra e, guardandoli, danno davvero l'impressione di essere se stessi”, dice Jones, titolare di un abbonamento stagionale.

bravi ragazzi — Durante un campus giovanile di pallacanestro organizzato dai Thunder venerdì, Cindy Melton ha osservato Caity, sua figlia di otto anni, e decine di altri bambini scorrazzare per il campo. “Abbiamo fatto del nostro meglio per convincerla ad andare a letto presto questa settimana, visto questo impegno, in modo da riposarsi”, ha detto Melton, residente a Choctaw. “Ma con queste bellissime partite in programma, la lasciavamo dormire sul divano, ma non è mai riuscita ad addormentarsi”. Quando il playmaker Eric Maynor è arrivato a far visita, tutti i coach del campus hanno suonato il fischietto e i bambini hanno urlato “Forza Thunder!” all'unisono. Bud Carter, 93enne, conosce bene tutti i giocatori. Lavora per la Huntleigh Usa, che fornisce monitoraggi di sicurezza per i giocatori Nba in partenza dal Will Rogers World Airport di Oklahoma City. “Questi ragazzi sono davvero miei amici, li controllo sempre io”, ha detto Carter. “Sono davvero un bel gruppo di giovanotti”.

regali — L'orgoglio Thunder è sentito in tutto lo stato, come dice Sarah Neal, 34enne residente a Tulsa. “C'è un grandissimo senso di comunità, provate ad andare a vedere una partita in un bar. Sarete seduti a un tavolo con degli sconosciuti, ma vi darete continuamente il cinque e, a turno, vi offrirete da bere. È davvero un bel momento per il nostro stato”. A Tulsa, nel negozio di articoli sportivi Bedlam Sports, il socio Steve McCormick ha dovuto riorganizzare gli spazi lasciandone molti per i gadget e per l'abbigliamento dei Thunder. “Le persone si sentono parte della squadra e io devo adeguarmi, ordinando tutto il merchandising”, ha dichiarato.

one — Roberto Velez, 24enne residente a Oklahoma City, è uno dei quei fan. Stretto dentro una t-shirt blu che recita “We're One” (“siamo una cosa sola”, ndt), Velez si è trasferito da Phoenix e ha spiegato perché - nonostante fosse originario di Miami - abbia cambiato colori così facilmente. “È grazie a questi giovani giocatori che si sono dimostrati in grado di battere squadre leggendarie come i Lakers, gli Spurs e i Mavericks “, ha detto Velez. “Questa squadra è una ventata d'aria fresca nell'Nba e merita almeno un anello”.

c'è solo il basket — Il primo cittadino Cornett e altri amministratori locali hanno gettato le basi per l'approdo di una franchigia Nba dopo l'Uragano Katrina, ospitando i New Orleans Hornets per due anni. Questo è bastato a far passare in secondo piano nella mente degli sportivi dell'Oklahoma il settimo titolo Ncaa di football americano dei Sooners e il 34° titolo di campioni nazionali di lotta greco-romana di Oklahoma State. “È cominciato tutto con gli Hornets, successivamente, il sogno di avere una squadra nostra è diventato realtà”, ha detto Eric Loftis, abbonato alle partite dei Thunder e residente a Norman. “Ci siamo dimenticati del football americano e di tutto il resto. Questa è la nostra squadra. L'unica che abbiamo mai avuto”.