Hornets, febbre da draft
Davis sempre più vicino

Quando gli è stato chiesto che cosa sapesse di New Orleans, Anthony Davis ha risposto senza esitazioni. “A New Orleans ho vinto un campionato nazionale”, ha dichiarato il freshman di Kentucky. “Per il resto, non conosco molto bene la città, se non grazie ad alcuni avvenimenti particolari come l'uragano Katrina. Ma chi ha detto che andrò a New Orleans? Non so ancora quale sarà il mio futuro“. Per capire meglio la situazione, è bene ricordare che secondo tutti gli scout NBA Davis sarà la prima scelta assoluta del draft del prossimo 28 giugno e, con tutta probabilità, saranno proprio i New Orleans Hornets a selezionarlo. Curioso che l'ala grande di Kentucky abbia ricordato Katrina, l'uragano killer del 2005 dal quale la Louisiana ha saputo risollevarsi con una forza d'animo straordinaria.

quante responsabilita' — Negli ultimi anni, la città di New Orleans e i suoi Hornets hanno vissuto momenti di forte instabilità; a lungo si è parlato di un possibile trasferimento della franchigia e il giocatore simbolo degli Hornets, Chris Paul, è stato ceduto nel febbraio scorso ai Los Angeles Clippers. Si è poi parlato di una possibile cessione della società, prima rientrata e poi portata a termine con l'insediamento della nuova proprietà. “Si”, ha dichiarato Davis, “negli ultimi tempi ci sono stati molti cambiamenti”. Davis sa che il carico di aspettative nei suoi confronti è molto superiore a quello solitamente riservato a una prima scelta NBA. Se, come pare, saranno i New Orleans Hornets a selezionarlo, il freshman di Kentucky avrà la responsabilità di tirare la propria squadra fuori dalle sabbie mobili (nel 2011-12, gli Hornets hanno chiuso la stagione regolare con un record di 21-45) e riportarla ai playoff. Dovrà offrire un rendimento da superstar per 10 anni, per evitare di essere considerato un fallimento. Non è certo facile per un giocatore di soli 19 anni, che nel 2012-2013 avrebbe dovuto disputare la sua stagione da sophomore a Kentucky University, fare il suo ingresso nel palcoscenico della NBA e dover cercare di essere, fin da subito, uno dei principali protagonisti.

"pronto a essere un leader" — “Vorrei solo ripagare la fiducia della dirigenza, non importa se diventerò il simbolo della franchigia o se sarò solo uno dei tanti”, ha dichiarato Davis. “Vorrei avere l'opportunità di offrire il mio contributo alla crescita della squadra e se andrò a New Orleans farò di tutto per vincere il titolo NBA”. L'ala grande di Kentucky non è spaventato dalle responsabilità. Sa che New Orleans e i suoi Hornets si attendono moltissimo da quello che è considerato il miglior prospetto NBA da molti anni a questa parte. “Sono pronto a essere un leader”, ha dichiarato Davis.

personalita' e maturita' — Il concetto di leadership è fondamentale in questa vicenda. Chris Paul seppe immedesimarsi fin da subito nello spirito battagliero di una città ferita dall'uragano Katrina, ma desiderosa di rinascere e divenne il leader indiscusso degli Hornets fino alla sua cessione ai Los Angeles Clippers nel dicembre 2011 ed alla “rivoluzione giovane” che ha portato New Orleans alla situazione attuale. “Vorrei assumermi le mie responsabilità e trascinare la squadra” ha dichiarato Davis. “Ma potrò farlo soltanto con l'aiuto dei miei compagni, in particolare dei giocatori più esperti. Nessuno può riuscirci da solo”. La personalità e la maturità di Davis, inusuali in un giovane di 19 anni, gli hanno permesso di guadagnarsi la stima di molte persone. Uno dei suoi compagni di squadra a Kentucky, Terrence Jones, ha dichiarato: “Ha una grande personalità. È un grande amico, un grande compagno di squadra e un fratello”. Ed anche se il carattere di Davis non è particolarmente estroverso, il freshman di Kentucky ha dichiarato di aver intenzione di contribuire alla ricostruzione della Costa del Golfo. È un impegno inusuale da parte di un giovane che dovrà investire moltissima energia per centrare l'obiettivo che si è prefisso, quello di diventare un giocatore importante.

simbolo di una citta' — A Davis si chiede non soltanto di essere decisivo, ma di ergersi a nuovo simbolo di una città ancora scossa da un disastro naturale avvenuto nel 2005, quando l'ala grande di Kentucky aveva soltanto 12 anni e di sostituire nel cuore della gente un giocatore come Chris Paul, ceduto nei primi mesi della stagione da freshman di Davis. Per quanto sia difficile, questa è la realtà. “Non mi sento sotto pressione” ha dichiarato Davis. “Devo solo pensare a giocare e, possibilmente, a divertirmi. È quello che mi ripetono sempre la mia famiglia e il mio allenatore. New Orleans ha dovuto prendere decisioni anche difficili per ottenere la prima scelta del draft, ed aver pescato anche la decima scelta assoluta significa molto per loro. “La dirigenza farà il possibile per sfruttare al meglio questa situazione e portare avanti la ricostruzione della franchigia, come del resto ha sempre cercato di fare nonostante le difficoltà dovute all'uragano. Se dovessi andare a New Orleans, cercherò di essere una parte integrante di questo progetto”. Se non è un'ammissione, poco ci manca…