Finale Nba, ci siamo
Duello Durant-LeBron
OKLAHOMA CITY (Usa), 11 giugno 2012
Thunder e Heat alla sfida decisiva, Oklahoma City impazzita per le prime Finals della storia in città. Durant: "Capisco che sia un matchup molto sexy per i media, ma in questi giorni sto lontano da giornali e Twitter". James: "Comunque vada non avrò rimpianti, sapendo di aver fatto il possibile per vincere"
- LeBron James durante la sessione di riscaldamento alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City. Reuters
E’ tutto pronto. Sono pronti i tifosi, per le prime Nba Finals nella storia di Oklahoma City (la franchigia si trasferì qui da Seattle nel 2008, dopo aver centrato tre finali e vinto l’anello nel ’79), è pronta la Chesapeake Arena, la più rumorosa della lega. Sono pronti Thunder e Heat. “E’ arrivata molto in fretta – dice alla vigilia coach Eric Spoelstra –. Forse perché la serie con i Celtics è andata sino a gara-7 mentre l’anno scorso avevamo chiuso in 5 con Chicago, ma è giusto che sia così nei playoff”. Il tecnico degli Heat non si sbilancia sul ritorno di Bosh in quintetto: “Prenderò in considerazione tutte le ipotesi – dice –. Penso il minutaggio possa crescere, cresce di partita in partita”. La sensazione è che venga ancora utilizzato come sesto uomo, perché quella sarebbe la preferenza di Wade e LeBron. E sappiamo bene chi comanda…
- Kevin Durant e Derek Fisher. Reuters
durant-lebron — L’attenzione di tutti è centrata sul duello Durant-James. Ma i diretti interessati fanno di tutto per nascondersi. “E’ Oklahoma City contro Miami – spiega Durant –: un singolo giocatore non può decidere la serie. Capisco che sia un matchup molto sexy per i media, ma io non leggo i giornali, in questi giorni sto lontano da Twitter, so solo quello che mi dite voi qui in conferenza stampa”. LeBron concorda: “Chi vince sarà il numero uno al mondo? Francamente non mi interessa, cerco di essere il migliore ogni volta che scendo in campo, non posso preoccuparmi degli altri”. King James è cambiato. Non ha più quell’aria di sfida che lo accompagnava l’anno scorso ed è lui il primo ad ammetterlo: “Sono più sereno stavolta, sono tornato a divertirmi giocando a basket, mentre un anno fa cercavo di dimostrare a tutti che si sbagliavano sul mio conto. Nel 2007 invece ero giovane e inesperto e i Cavs erano decisamente inferiori agli Spurs. Comunque vada a finire non avrò rimpianti, sapendo di aver fatto il possibile per vincere”. Difficile però che i critici accettino questa scappatoia in caso di uno zero su tre. E’ il destino dei più grandi. E senza dubbio LeBron è già entrato da un pezzo in quella categoria. Ora gli manca solo l’anello. Se lo dovrà meritare.
dal nostro inviatoMassimo Oriani© RIPRODUZIONE RISERVATA
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