Heisley vende i Grizzlies
"Spero di non pentirmene"

Marc Gasol, 27 anni, uno dei simboli dei Grizzlies. Reuters

Michael Heisley, proprietario dei Memphis Grizzlies, ha confermato lunedì di aver raggiunto un accordo di massima, attualmente al vaglio dell'Nba, per la cessione della squadra a Robert Pera, 34enne imprenditore nel campo delle telecomunicazioni. ESPN.com è stata la prima testata a dare la notizia di questa trattativa, dal valore stimato tra i 350 e i 375 milioni di dollari, e lunedì fonti ben informate hanno detto di ritenere che l'affare andrà a buon fine.

le ragioni della cessione — Heisley è proprietario dei Grizzlies dal 2000, quando ancora la franchigia si trovava a Vancouver. Nonostante la promessa di mantenere la squadra in Canada al momento dell'acquisto dall'allora proprietario John McCaw, i Grizzlies si sono trasferiti a Memphis nel 2001, dopo aver preso in considerazione la possibilità di giocare ad Anaheim, California, o a New Orleans. In un'intervista telefonica Heisley ha dichiarato di essere stato contattato da Pera due o tre mesi fa. In quei giorni, il proprietario dei Grizzlies aveva contattato alcuni dei soci di minoranza della squadra che avevano da anni espresso il desiderio di aumentare la propria quota. Ma soltanto Pera è riuscito a chiudere la trattativa. “È già da un po' che dico che se arrivasse qualcuno con un'offerta sostanziosa in mano, prenderei seriamente in considerazione l'ipotesi di vendere la squadra - ha detto Heisley -. E non era certo un segreto per nessuno, né a Memphis né tantomeno nel resto degli Stati Uniti. Comunque non mi sono prodigato attivamente nella vendita della squadra: non conosco di persona il signore che la comprerà, è stato lui a cercarmi.” Nonostante goda ancora di buona salute, il 75enne Heisley ha detto di aver avuto un paio di “problemini” cardiaci che hanno accelerato la sua volontà di vendere. “Questa vendita è una cosa positiva sia per me che per la città - ha dichiarato -. Onestamente, ormai ho 75 anni, ho passato il timone delle mie aziende a mia figlia… Sono contento di aver trovato una persona ragionevole e razionale come acquirente: sarà l'uomo giusto per la città di Memphis. Credo che la situazione qui sia molto migliorata rispetto a quando sono arrivato io”. Un dirigente aziendale legato a Heisley si è detto d'accordo con lui, specificando quanto l'attuale proprietario ritenga importante lasciare i Grizzlies in buono stato. “Almeno è riuscito a restituire competitività alla squadra” ha dichiarato. Nell'intervista di lunedì, Heisley ha voluto specificare che ci sarà un periodo di transizione di due mesi prima che Pera possa assumere il controllo della squadra. L'attuale proprietario dei Grizzlies è già stato protagonista di una trattativa di vendita fallita alcuni anni fa, quando raggiunse un accordo con gli ex giocatori Christian Laettner e Brian Davis, che avevano dichiarato di essere appoggiati da una cordata disposta a sborsare 360 milioni di dollari. Ma quell'accordo saltò non appena fu annunciato.

nessun trasloco — Secondo Heisley, Pera non porterà via i Grizzlies da Memphis, la cui amministrazione comunale, in occasione dell'inaugurazione del FedEX Forum nel 2004, è riuscita a imporre una clausola di rescissione molto onerosa dal contratto di affitto. Originariamente, se il proprietario avesse deciso di rescindere con la città, avrebbe dovuto pagare 175 milioni di dollari, cifra che si è poi ridotta negli ultimi anni. L'unica scappatoia da questo contratto di affitto, che scade nel 2021, può essere il caso in cui i Grizzlies non riescano a rispettare determinate soglie in termini di spettatori complessivi, salottini vip o posti venduti nelle prime file. Se i Grizzlies non dovessero rispettare questi parametri, secondo una fonte ben informata sui termini contrattuali di questo accordo, Heisley potrebbe vendere la squadra, con l'amministrazione comunale che avrebbe la facoltà di esercitare il proprio diritto di opzione offrendo la stessa cifra. Nel caso in cui non dovesse esercitarla, il nuovo proprietario sarebbe libero di portare la squadra da un'altra parte - sempre che paghi la clausola di rescissione. Secondo questa fonte, l'anno scorso la clausola ammontava a 107 milioni di dollari. Il prezzo scenderà sotto i 105 milioni l'anno prossimo, nel 2014 a poco più di 101 milioni , mentre nel 2015 scenderà a 97 e nel 2016 arriverà a 94. Heisley ha dichiarato di non aver mai parlato con Pera della possibilità di spostare la squadra in un'altra città. “Abbiamo detto chiaro e tondo agli imprenditori locali e ai soci di minoranza che lo spostamento della franchigia non è mai stato tirato in ballo né da parte nostra né da parte sua, e che la squadra rimarrà al suo posto perlomeno fino al 2021 - ha detto Heisley -. Pera non ha alcun interesse a trasferire la squadra. Certo, non lo ha mai smentito, ma, allo stesso tempo, non ha nemmeno preso seriamente in considerazione questa ipotesi”. L'anno scorso Heisley aveva intavolato delle trattative col miliardario Larry Ellison, interessato all'acquisto di una squadra Nba. Ma i negoziati sono saltati nel momento i cui Ellison ha dichiarato la sua intenzione di trasferire i Grizzlies in California. “Non volevamo essere coinvolti in nessuna trattativa che presupponesse il trasferimento della squadra - ha detto Heisley -. Ellison o uno dei suoi uomini avevano deciso di portare la squadra a San José, e l'idea non mi piaceva per niente”.

il nuovo proprietario — Secondo Forbes, Pera, ex dirigente della Apple, ha perso il suo status di miliardario la scorsa settimana, quando il valore della sua azienda, la Ubiquiti Networks, è crollato sotto i 15 dollari per azione, al termine di una caduta libera dai 35.99 per azione del mese scorso. Tuttavia Pera, che ha lasciato la Apple a 25 anni per fondare la Ubiquiti, dispone comunque di risorse finanziarie ingenti. L'anno scorso, in un'intervista rilasciata a Forbes Magazine, ha dichiarato: “La Apple è un colosso, ma io ho capito di voler arrivare al successo più rapidamente”. La sua azienda ha costruito reti wireless in aree industriali a forte sviluppo in Brasile, Indonesia e Repubblica Ceca, creando sistemi con software proprietario e vendendo i propri prodotti e servizi in tutto il mondo. Si dice che Pera viva in maniera semplice e che si presenti ancora al campetto a giocare a basket con gli amici.

tra alti e bassi — Heisley sta ancora aspettando la fine del processo di vaglio e approvazione della trattativa prima di riflettere sui suoi anni a Memphis. “Per ora non c'è tempo per rilassarsi e festeggiare - ha detto -. La trattativa sarà conclusa solo quando avremo l'approvazione del contratto di vendita e i soldi saranno messi sul tavolo”. I suoi 12 anni da proprietario sono stati a tratti controversi: per esempio, Heisley ha sempre vissuto a Chicago e non si è mai trasferito in pianta stabile a Memphis. In seguito alle tre fallimentari postseason in cui i Grizzlies, guidati da Pau Gasol, non sono mai riusciti a vincere una partita dei playoff, Heisley ha ordinato di rifondare la squadra e tagliare gli stipendi più pesanti ed è stato duramente criticato dopo aver dato l'ok per il trasferimento di Gasol ai Lakers nel 2008. Ma Heisley ha insistito nel dire che sarebbe disposto a spendere ancora se i Grizzlies gli garantissero la bontà dell'investimento. E ha mantenuto la sua parola con la ricostruzione dei Grizzlies sotto la guida del general manager Chris Wallace e del coach Lionel Hollins. Per la sua rinascita, Memphis ha puntato su giocatori giovani come Marc Gasol, fratello minore di Pau, Rudy Gay e Mike Conley e su scommesse come l'ala Zach Randolph, che ha ripagato la fiducia con una stagione 2010-11 strepitosa culminata con l'eliminazione di San Antonio, testa di serie numero 1, nei playoff. Memphis è poi uscita sconfitta da Oklahoma City nel secondo turno, ma ormai i Grizzlies avevano ridestato entusiasmo in città e si sono confermati in questa stagione mettendo in bella mostra il proprio potenziale. La squadra ha patito una deludente eliminazione al primo round dai Clippers, perdendo gara-7 in casa. Ma i Grizzlies hanno un futuro come squadra in grado di fare risultato anche avendo un piccolo mercato alle spalle. “Sembra che questa sia davvero la volta buona e sarei veramente sorpreso se la trattativa non andasse in porto - chiosa Heisley -. Spero veramente di non pentirmene: amo Memphis, mi ha dato davvero tanto, sia la città che tutto il resto. E amo l'Nba e esserne coinvolto. Mi piacerebbe ancora continuare, ma, francamente, penso che sia arrivata l'ora di farsi da parte. Se avessi avuto una squadra a Chicago probabilmente sarei rimasto in questo mondo, ma è veramente faticoso fare avanti e indietro da qui a Memphis”.