Kevin Prince Boateng e Melissa Satta al Forum di Assago per Milano-Sassari. LaPresse

La classifica si accorcia dopo la 10ª giornata di Serie A: primo stop in campionato per Varese che cade a Roma, Sassari sbanca anche Milano e si porta a -2 dalla capolista. Continuano i momenti no di Cantù (k.o. a Caserta al supplementare) e Venezia (battuta a Cremona), Montegranaro ottiene il primo successo interno e lascia Pesaro (battuta a Bologna) da sola all'ultimo posto in classifica. Ecco nel dettaglio i servizi sugli incontri domenicali in attesa del posticipo del lunedì tra Siena e Avellino.

Acea Roma-Cimberio Varese 91-87
Col cuore, con la grinta, con la spinta del pubblico finalmente "attivo" del palazzetto: Roma infligge alla capolista Varese la prima sconfitta stagionale, dopo 20 sorrisi consecutivi (11 in precampionato e 9 in questo inizio di stagione regolare). Finisce 91-87 una gara molto intensa agonisticamente, che ha confermato le enormi doti tecniche dell'Acea, tra le squadre più belle da vedere della serie A. Primi 20' gradevoli, giocati su ritmi molto alti, con Roma sempre avanti nel punteggio, illuminata dall’intelligenza di Taylor, bravo a realizzare e a dispensare assist (12+3 al riposo lungo). L'Acea corre tanto (in quintetto si vede D'Ercole per Goss) e trova beneficio dall’atletismo di Lawal che vince il confronto con Dunston. Varese subisce tanto in difesa, si ritrova addirittura sotto di 15 (47-32) al 18’ prima di piazzare il break di 9-2 che fissa il punteggio sul 49-41. Terza frazione con l’Acea che riprova a scappare (59-44) ma comincia scontare un po' la fatica. Lawal perde palloni su palloni (ben 5), Datome sembra fuori fase, solo Czyz fa il diavolo a quattro e tiene botta in attacco e in difesa. Una tripla di Ere sulla sirena del 30' porta il -4 (65-61), all'inizio dell’ultima frazione altre tre triple, di Ere, De Nicolao e Polonara significano la parità (70-70), poi addirittura Talts da sotto mette la Cimberio avanti per la prima volta, 70-72 a -6'20". Roma nel panico? No, anzi la squadra di Calvani trova la forza per reagire con un break di 8-2 (78-74). Negli ultimi 3', Lawal esce per 5 falli (ma con 10/10 al tiro!), due liberi di Banks (super) valgono ancora la parità, 80-80. Polonara subisce fallo sul tiro da tre ma fa solo 1/3 a -1'55" (80-81). Si va avanti e indietro per il parquet con i tiri liberi, ma la svolta definitiva è di D'Ercole che a -31" infila la tripla del 89-85: quattro punti di vantaggio che infiammano il palazzo e portano Roma al successo. A rovinare la bella giornata di sport, gli incidenti nel prepartita tra le opposte tifoserie fuori l'impianto. (Mario Canfora)
Roma: Lawal 23, Goss e Taylor 17.
Varese: Green e Ere 20, Banks 19.

SAIE3 Bologna-Scavolini Banca Marche Pesaro 76-58
Zare Markovski torna su una panchina del massimo campionato dopo tre anni e mezzo e ricomincia con una delusione proprio sul parquet di quella Virtus che lo cacciò nonostante la finale raggiunta nel 2006. Il coach macedone appena subentrato a Ticchi inserisce in quintetto Hamilton, guardia americana in odor di taglio. Peppe Poeta comincia la sua duecentesima gara in A prendendo un duro colpo in faccia ma non è nulla di grave e nel primo quarto il playmaker bianconero ingaggia un duello personale con Cavaliero segnando 8 punti contro 10. Al primo intervallo breve il risultato è sul 19-17. A piazzare il primo break dopo l’equilibrio iniziale è la Virtus, un 7-0 che porta i bianconeri sul 28-21. Pesaro è troppo molle in difesa tanto che nel secondo quarto non commette alcun fallo; le V Nere approfittano dello spaesamento dei marchigiani dopo il cambio di coach e a metà gara si è sul 42-30 con Poeta ed Habrouck appaiati a quota 10 per la SAIE3 e Cavaliero unico sprazzo di luce nella Scavolini con 12 punti. Nel terzo periodo la partita è davvero bruttina e fra tanti errori spiccano gli 11 punti in un amen di Minard, che scava il solco decisivo e trascina la Virtus al 64-44 dell’ultima pausa. Il quarto quarto serve solo ad aggiornare il massimo vantaggio bianconero: +25 sul 72-47 al 36’. Bologna mette in cascina 2 punti pesanti in funzione Final Eight mentre Pesaro (sesta sconfitta consecutiva) resta desolatamente da sola all’ultimo posto in attesa di rinforzi. Una solo tegola per la Virtus: Gigli è uscito dopo 10 minuti per un dolore allo stesso ginocchio già infortunato ma in un altro punto. Sarà sottoposto ad esami. (Nicola Zanarini)
Bologna: Poeta 14, Minard 13, Hasbrouck 11.
Pesaro: Cavaliero 17, Crosariol 14, Barbour 7.

Vanoli Cremona-Umana Venezia 92-88
La Vanoli bagna la propria 100esima gara in serie A e la prima casalinga di Gresta con una vittoria che apre la crisi di Venezia, al settimo stop in 10 gare e con Mazzon sempre più in bilico. Per tornare al successo dopo 4 sconfitte, Cremona è tornata sopra gli 80 punti (quota cui non ha mai perso), giovandosi della miglior gara in carriera di Luca Vitali, 27 punti 5/6 da tre, ma rischiando contro una Venezia (ancora senza Clark) che non ha trovato continuità nella sua rotazione infinita, ma ha rincorso con orgoglio fino all'ultimo possesso. L'Umana, recuperato Diawara, autore con Young del primo allungo (10-16 al 6'), sembra ritrovare anche le percentuali dall'arco, con il 5/8 dei primi 13' che tiene indietro una Vanoli ispirata prima da Harris e poi da un Vitali da 9 punti in 4' (24-26 al 10'). La quinta tripla è quella di Szewczyk del 24-31 al 13', massimo vantaggio di Venezia prima dell'ondata Vanoli, che in 7' piazza un break di 29-8 alimentando con la difesa la transizione di Johnson, Harris e Vitali. Dal 53-39 del 20' Jackson spinge Cremona al +17 sul 56-39, i tifosi veneti chiamano l'orgoglio della Reyer, scosso dalla coppia Young-Diawara in un break di 14-2 che riporta l'Umana in partita (58-53 al 25'); a tenerla a distanza sono le triple di Vitali, due buone per il 72-62 del 30' e l'ultima per l'85-71 che sembra chiudere il match. Venezia rimonta di pancia con Young e Bowers, con un 19-3 che la porta a -2 (90-88 a 3” dalla fine) prima dei liberi risolutivi di Jarrius Jackson. (Michele Talamazzi)
Cremona: Vitali 27, Jackson 15, Peric 13, Harris 13
Venezia: Young 23, Szewczyk 16, Diawara 14

Sutor Montegranaro-Angelico Biella 82-75
E alla sesta partita casalinga la SutorMontegranaro riesce a sfatare il tabù "PalaRossini". Una vittoria che vale doppio perché ottenuta contro l'Angelico Biella, diretta avversaria nella corsa salvezza. Una partita colma a lungo controllata dalla squadra di coach Cancellieri ma rovesciata negli ultimi minuti di partita quando a salire in cattedra sono stati gli americani Slay e Burns con due triple che hanno portato i gialloblù sul +5 (78-73) a 50" dalla fine. Sicuramente pesante nelle file dell'Angelico l'assenza di un giocatore come Brackins, infortunatosi alla mano contro Venezia, la cui presenza avrebbe potuto dare una mano allo stratosferico Johnson (31 punti) nello scardinare la difesa a zona di Montegranaro. Avvio di partita davvero drammatico con tanti errori da una parte e dall'altra giustificati solo in parte dall'alta posta in palio del match. Dopo 6'20" il punteggio è ancora in parità (9-9) con Johnson e Cinciarini che si affrontano a viso aperto. La Sutor sbaglia dai 6,75 e ai liberi mentre l'Angelico fa valere il peso dei centimetri con Chrysikopulos, Mavunga e Chiacig chiudendo avanti il quarto, 13-20. Nel secondo periodo sale il ritmo della partita, la Sutor trova il pari con Steele (33-33) al 16'20" ma ancora una volta Trey Johnson riporta avanti i suoi. L'Angelico al rientro dalla pausa lunga torna a spingere forte con Robinson (10 punti personali nel quarto) e con il solito Johnson vola sul +11 (46-57 al 27'). A ridare linfa a Montegranaro ci pensa una tripla di Slay sulla sirena. Nell'ultimo quarto è un'altra Sutor, più aggressiva sui due lati del campo e abile a mettere in crisi Biella, a corto di fiato, con la zona (0/8 da tre nell'ultimo periodo). Amoroso, all'esordio con la Sutor, firma il sorpasso con un tap-in, quindi Slay e Burns affondano l'Angelico agganciandola in classifica. (Aaron Pettinari)
Montegranaro: Slay 19, Burns 18, Cinciarini 15
Biella: Johnson 31, Robinson 14, Chrysikopulos 8, Mavunga 8

Juve Caserta-Chebolletta Cantù 76-74 d.t.s.
La ChebollettaCantù perde per la terza volta consecutiva dopo le sconfitte contro Siena e Khimki Mosca, al termine di una partita vietata ai deboli di cuore. Caserta approfitta delle assenze canturine di Aradori e Smith e continua il suo momento magico, giocando ancora con soli sette effettivi in rotazione. La partita si decide tutta nell’ultima frazione, dopo quaranta minuti di sostanziale equilibrio in cui nessuna delle due squadre riesce a prevalere sull’altra. Al 34’ Cantù prova ad allungare sul 50-56 (massimo vantaggio della partita) con le triple di Mazzarino e Markoishvili, ma in un attimo Caserta riesce a rientrare (55-56) con Gentile (il migliore dei suoi a fine partita) e Jelovac, nullo fino a quel momento. Poi la Chebolletta prova a gettare il cuore oltre l’ostacolo, tentando di vincerla nel finale, a due minuti dal termine (63-67), con Markoishvili e Leunen, quest’ultimo rimasto in campo per tutti i 45’. Sembra fatta per Cantù, ma prima i liberi di Mordente (65-67), poi una folle tripla da otto metri di Gentile manda il match al supplementare (68-68). Poi l’overtime e il successo bianconero, generato soprattutto dalla buona difesa di Caserta e dall’assenza di canestri dal campo della Chebolletta, prima della tripla finale di Mazzarino per accorciare il passivo. (Giuseppe Bernardo)
Caserta: Gentile 16, Akindele 15, Jonusas e Mordente 11
Cantù: Cusin e Leunen 14, Markoishvili 12

Trenkwalder Reggio Emiila-Enel Brindisi 75-78
È un capolavoro di Gibson a decidere una partita bruttissima. Il capocannoniere del campionato, costretto a rimanere a lungo in panchina con 4 falli, inventa un canestro da 8 metri a 2 secondi dalla fine che spedisce l’EnelBrindisi in paradiso e la Trenkwalder all’inferno. È bastato quel canestro a fare la differenza dopo una partita infarcita di errori e con ben 54 palle perse (26 per Reggio Emilia e 28 per Brindisi): una sorta di record. È bastato quel canestro a fare esultare Brindisi che, malgrado il 52% di realizzazione contro il 39% dei padroni di casa, aveva inseguito per quasi tutto il match. La Trenkwalder era riuscita a scavare il solco negli ultimi 7 minuti del primo tempo (da 21-24 a 46-37). Poi, però, nella ripresa l’Enel era tornata sotto pareggiando sul 53-53. Reggio sembrava illudersi quando, a 4 minuti dalla fine, il tardivo risveglio di Taylor (solo 3/18 al tiro per lui) portava la Trenkwalder sul 69-64. Poi, però, nell’ultimo minuto, con le squadre di nuovo in parità (73-73 a 19 secondi dalla fine) succedeva di tutto. Prima Reggio regalava due liberi a Reynolds e subito dopo buttava via il pallone del possibile pareggio per infrazione di cambio. Brindisi ricambiava la cortesia regalando il pallone a Reggio e Cinciarini pareggiava a 7 secondi dalla fine. Alla fine Gibson infilava un super-canestro nella retina biancorossa e Brindisi volava in paradiso. (Daniele Barilli)
Reggio Emilia: James 17, Taylor 14, Brunner 9
Brindisi: Robinson 20, Reynolds 14, Grant 13

EA7 Emporio Armani Milano-Banco di Sardegna Sassari 80-86
Diciamo subito la cosa che va detta: oggi Sassari è una grande squadra, Milano no. E non basta l'assenza di Keith Langford (stiramento alla coscia destra, in forse per la gara chiave contro lo Zalgiris in Eurolega), il go-to-guy di questa squadra, a spiegare questo risultato. Sassari la vince con l'immensa qualità di Travis Diener, con l'emozionante cuore di Manuel Vanuzzo, con la fiducia ormai radicata nel gruppo di coach Romeo Sacchetti. L'Ufo Tony Easley plana su Milano fin dall'inizio di gara (16-5 per Sassari dopo metà primo quarto, metterà insieme tutti i suoi 15 punti e 10 rimbalzi prima dell'intervallo), e ne mette 13 nel 22-10 che è il massimo vantaggio ospite. I milanesi la recuperano mettendo in campo i cambi: un 12-0 a cavallo dei primi due quarti con in campo Stipcevic, Gentile, Melli e Hendrix insieme a Hairston, chiamato ovviamente al superlavoro. Raggiunta la parità Scariolo sfoggia la carta del doppio playmaker (Cook e Stipcevic) per cercare di mettere ancora più pressione sui sassaresi, che però dopo qualche minuto di smarrimento si ricompongono con 5 punti consecutivi di Drake Diener (38-43 a 1'05 dalla pausa lunga). Easley commette il suo terzo fallo personale a 13 secondi dalla fine del secondo quarto, e Sacchetti fa la scommessa di non schierarlo nella terza frazione. I 10 punti di un Ignerski professorale tengono in piedi gli ospiti, nonostante le tre triple di Stipcevic. Il playmaker ex Varese infila la quarta in avvio di quarto periodo (65-61) per dare slancio alla sua squadra, ma poi arriva Vanuzzo. Due triple consecutive fanno 67-67 a 6'50 dalla fine, l'ex milanese diventa il protagonista assoluto insieme a Travis Diener, autentico rebus per Milano (alla fine 7 assist, ma tanti altri tiri comodi creati per i compagni). L'ex Indiana Pacers mette due triple fondamentali, soprattutto quella del +4 contro un inguardabile Fotsis (lo 0/4 del suo tabellino non rende minimamente l'idea) a 1'04 dalla fine, poi Manuel ci mette il tocco finale. Sullo scarico dell'altro Diener, Drake, mette il +6 di tabella di puro tocco a una trentina di secondi dalla fine (83-77). Emotivamente finisce qui: la tripla successiva di Basile viene spenta dai tiri liberi di Sassari, che manda sei uomini in doppia cifra e vince per la seconda volta consecutiva al Mediolanum Forum. Giustamente. Non sarà stato un capolavoro tattico, ma una squadra ha giocato e l'altra annaspa nei suoi dubbi. (Pietro Scibetta)
Milano: Hairston 25, Stipcevic 14, Cook 11.
Sassari: T. Diener 17, D. Diener e Easley 15

il programma — Lunedì il posticipo tra Siena e Avellino.