Tutta di domenica la 27ª giornata di Serie A, aperta dal successo di Sassari su Roma nella sfida dell'ora di pranzo. A cena travolgente vittoria di Varese su Milano.

Banco Sardegna Sassari-Acea Roma 105-87
Sassari nell'anticipo di mezzogiorno ritrova la luce dopo tre k.o. consecutivi e lo fa in maniera perentoria, spazzando via una malcapitata Acea che fallisce così l’aggancio alla seconda piazza proprio del Banco Sardegna. Primo tempo con tanti errori: Roma segna il primo canestro dopo 4’11 e si tiene in partita con tre triple di fila (Jones e due di Datome), chiudendo poi la frazione avanti di 2 (16-18) grazie ai liberi finali di Taylor. I 16 punti del Banco vengono raddoppiati nella frazione successiva, mentre Roma va in bambola completa subendo un clamoroso break di 20-2 (da 16-20 a 36-22) complice una difesa molto allegra (4 triple subite senza mai mettere neppure una mano in faccia all’avversario) e la giornata no in attacco di Goss e Lawal, zero punti in due in 28’. L’Acea vede il fondo dopo un antisportivo a Jones che la manda sul -16 (40-24) prima di approfittare dei minuti in panchina di Drake Diener e della vena di Goss, Datome e Taylor che con un gioco da tre punti trova il -5 (40-35). Ma nel finale due triple di fila del capitano sassarese Vanuzzo (11 punti) mandano i suoi al riposo lungo su un rassicurante +11 (48-37). Non c’è partita neppure nel terzo quarto: Sassari con tanta zona e una super percentuale da tre punti ingrana la sesta trovando pure il +20 in due occasioni, l’ultima sul 76-56. Negli ultimi 10’ l’Acea non ha più la testa per reagire, continua a subire triple (Sassari finirà con 15/31), non prende rimbalzi (37-26 il computo finale), solo con i punti di Goss evita di andare incontro a una bastonata ben più pesante anche se a un certo punto arriva pure il -28 (99-71). E per la squadra di Sacchetti, così, difendere il secondo posto è semplicissimo. (dal nostro inviato Mario Canfora)
Sassari: Easley 17, Sacchetti 17, D. Diener 15
Roma: Goss 21, Datome 17, Taylor 15

Montepaschi Siena-Oknoplast Bologna 75-55
La Montepaschi torna al successo dopo aver perso cinque delle ultime sei partite contro Bologna che, con rotazoni condizionate dall'esteso impiego dei ragazzi per vincere il premio a chi dà più spazio agli italiani, ha comunque cose migliori dai giovani che dai pochi senatori rimasti. In casa senese era il giorno del debutto di Dionte Christmas, che esordisce con 2 punti in 17' con 1/7 al tiro. Decisivi gli ex Moss e Kangur. La Virtus è indubbiamente più corta, ma da subito - con Pullen che parte dalla panchina - non sta in partita neanche coi titolari. Bologna sbaglia i primi undici tiri della serata e va a picco: 10-2 subito coi canestri di Brown, poi anche 20-5 al 9' con le triple di Kangur, giù fino al 28-10 di inizio secondo quarto. Gli ospiti si rianimano nei momenti con Imbrò al timone quando la zona frutta un break di 9-0 per tornare 35-26 al 19' tenendo Siena tre minuti senza segnare. E' un attimo, anche perché Poeta (al rientro), Gigli e Rocca in tre al riposo hanno 2/14 al tiro. Così 10 punti in 5' di Moss tra triple e contropiede tra la fine del primo e l'inizio del secondo tempo fanno lievitare di nuovo il vantaggio senese sul 50-30 prima della metà del terzo quarto. Si arriva fino al 57-33, perché la Virtus nei primi otto minuti della ripresa segna solo un canestro e 5 punti in tutto. Con Imbrò a gestire e Fontecchio a segnare, Bologna infila un 17-2 a cavallo degli ultimi due quarti approfittando della perdita di urgenza dei padroni di cosa, che diventa poi anche perdita del bandolo della matassa segnando un solo canestro in oltre sei minuti senza Moss e Kangur in campo. Ci si mette anche Andusic e la Virtus rientra addirittura sul 59-50 al 34'. Il rientro dell'estone ridà una quadratura alla Montepaschi, che con un paio di recuperi e rimettendosi in moto coi viaggi in lunetta chiude la pratica tenendo Bologna a 5 punti negli ultimi sei minuti. (Giuseppe Nigro)
Siena: Kangur 18, Brown 15, Moss 14, Eze 10
Bologna: Pullen 12, Andusic 9, Poeta 7

Scavolini Pesaro-Vanoli Cremona 88-81
La Scavolini supera Cremona e – complice la sconfitta di Biella a Brindisi – conquista la salvezza matematica a tre giornate dal termine del campionato. Super Mack, ma vittoria di squadra e cinque uomini in doppia cifra. La Vanoli resiste 26’, poi smette di lottare. In fondo la squadra dell’ex Gigio Gresta aveva già raggiunto il suo obiettivo stagionale e le forze erano quelle che erano. Si comincia a ritmi elevati (13-13 al 5’), con 8 punti quasi immediati di Kinsey. Cremona risponde con Peric, che ne infila 10 in 8’30” di primo quarto evidenziando i problemi nel ruolo di quattro della Scavolini. Senza Harris e con Ruini inutilizzabile, Cremona perde anche Johnson per un problema alla schiena dopo 5’ di gioco e la coperta diventa cortissima. La Vanoli si affida molto ai lunghi ma è precisa anche dal perimetro, Pesaro soffre in difesa e a rimbalzo (20-12 per i lombardi al 20’) ma in attacco si fa valere, sempre e soprattutto con il tiro da tre (57% dopo 20’). E’ 31-29 al 23’, con gli ospiti presi letteralmente per mano da Luca Vitali, autore di 9 punti nei secondi 20’. Con qualche accelerazione di Barbour e Mack la Scavolini si proietta sul 64-56 al 27’, Stipcevic porta i suoi a più 10 (70-60 al 28’) sbloccandosi con due triple. Nel terzo periodo, la Vanoli segna appena 14 punti mentre Pesaro resta costante nei suoi attacchi. Al 32’ l’Mvp Mack piazza due triple (78-62) che chiudono virtualmente il match. Al 36’ esterni di Pesaro ancora a segno e 85-66, con Gresta che perde la pazienza e si fa sanzionare con un tecnico. Il break finale (15-3) è di Cremona, che rende il divario accettabile. (Camilla Cataldo)
Pesaro: Mack 22, Barbour 18, Crosariol e Kinsey 12.
Cremona: Peric 21, Vitali e Jackson 15, Stipanovic 14.

Lenovo Cantù-Sutor Montegranaro 85-61
Dura poco più di una manciata di minuti la resistenza della Sutor (18-8 al 6') contro una Lenovo reduce sì da tre sconfitte consecutive (e forse proprio per questo determinata sin dalla palla a due a conquistare due punti fondamentali) ma dall'approccio mentale completamente diverso rispetto alle ultime uscite. Un atteggiamento positivo che ha portato gli uomini di Trinchieri a prendersi delle iniziative personali (Smith e Brooks su tutti) ma, soprattutto, a ritrovare la strada di un gioco corale. “Quando raggiungi un risultato dopo un periodo duro come il nostro diventa difficile riciclarsi mentalmente - commenta coach Recalcati - però devo riconoscere che se non abbiamo giocato bene buona parte del merito va a Cantù”. Sereno come sempre, l'ex coach della Nazionale ben poco ha potuto contro la formazione di casa. E' bastata una rapida strigliata di Trinchieri (17-14 al 9') per ritrovare, dopo un parziale rientro dei marchigiani, il ritmo per il 50-29 di metà gara. Con Aradori in vena realizzativa (6/8,0/3) e la solita precisione di Leunen (4/6 da tre), le note liete per la Lenovo arrivano da un ritrovato Mancinelli (5/7 in 19'). “Abbiamo risposto da squadra, abbiamo lottato, abbiamo aggredito l'avversaria - commenta a fine gara Trinchieri -. Spero che questo sia per noi un nostro nuovo inizio”. (Pietro Terraneo)
Cantù: Mancinelli, Aradori e Mazzarino 13, Leunen 12
Montegranaro : Slay 15, Freimanis 1,Cinciarini,Di Bella, Mazzola e Johnson 6.

Umana Venezia-Juvecaserta 85-88
L’Umana fallisce il primo match-ball playoff e rilancia le quotazioni di Caserta. Unica nota positiva è aver salvato la differenza canestri (83-77 al PalaMaggiò per i granata). Si decide in volata, dalla lunetta, con la Juve che capitalizza con Jelovac e Mordente il vantaggio con cui si era presentata all’ultimo minuto (78-83). Reyer senza Clark, seduto in panchina per un risentimento muscolare, assenza alla fine determinante perché spesso l’Umana ha peccato di lucidità in cabina di regia, Caserta con Marzaioli in avvio. Parte decisa l’Umana (12-5), ma Jonusas (12 punti alla prima sirena) trova varchi nella difesa granata. Mareschia firma il sorpassa (12-14). Senza la luce di Clark, la Reyer fatica davanti alla difesa schierata di Caserta (18-22). Nel secondo periodo la Juve viaggia a mille, capitalizza due antisportivi fischiati a Marconato e Bulleri per involarsi (29-37), arrivando anche a +13 (29-42). Bowers e Szewczyk provano a scuotere i compagni (34-42), ma i campani non mollano (41-48). La Reyer sprofonda sotto i colpi di Jelovac e Jonusas (43-56), poi inizia la grande rimonta con Caserta in tilt davanti alla muraglia granata (58-58). Bowers è devastante, Young un trascinatore. Venezia commette l’errore di non pigiare sull’acceleratore. Sacripanti sistema l’attacco, la Reyer si smarrisce ancora nella metà campo avversaria. Umana sempre a contatto, mai davanti (76-77), poi Gentile e Mordente spaccano la partita (78-83) dal perimetro. Rosselli rianima la Reyer (82-83), mancano solo 15” e la roulette dei tiri liberi premia la freddezza di Jelovac. Caserta ritorna a sognare. (Michele Contessa)
Venezia: Bowers 19, Szewczyk 15, Young 15
Caserta: Jelovac 25, Jonusas 19, Mordente 13, Gentile 12

Sidigas Avellino-Trenkwalder Reggio Emilia 69-78
La sfida tra le due formazioni più in forma del campionato non ha tradito le attese. Ad allungare il passo è Reggio Emilia che riduce ulteriormente le già flebili ambizioni play-off di Avellino. Gli emiliani, all’ottavo successo nelle ultime dieci, hanno messo in mostra un basket frizzante ed efficace condito dall’eclettismo dei singoli. Avellino, meno intensa in difesa rispetto alle ultime uscite, ha pagato le percentuali asfittiche nel tiro da tre (6/26). Eppure le premesse sembravano indicare tutt’altro. Partenza sprint dei padroni di casa (7-0 al 3’). La fluidità offensiva dettata da Lakovic si fa apprezzare e trova i lunghi pronti a capitalizzare tutti i vantaggi creati. Prima con Ivanov e Biligha, poi con Johnson, positivo in uscita dalla panca. Reggio Emilia si affida al dinamismo degli esterni: ispirato Cinciarini, pungente come al solito Taylor. La Sidigas, già priva di Spinelli, incassa in apertura di secondo quarto il terzo fallo di Dean ed un gioco da quattro punti di Jeremic che vale il primo vantaggio esterno (21-22 al 11’). Reggio Emilia è in assoluto controllo offensivo. Taylor apre e chiude un break di 8-0 (33-39 al 19’). Pancotto lascia in panca Johnson, sebbene Menetti sfoderi un quintetto bonsai con Antonutti centro (37-42 al 20’). Lakovic prova a dare la scossa in avvio di ripresa. Non basta perchè Reggio Emilia trova con facilità la via del canestro e allunga nuovamente con Taylor (45-53 al 24’). Due falli in attacco frenano la buona vena di Johnson. La Sidigas stringe le maglie in difesa affidandosi al tiro di Lakovic e alle uniche iniziative di Dean (55-57 al 29’). E’ l’ultimo sussulto dei padroni di casa. La Trenkwalder chiude i giochi con un avvio di ultima frazione da urlo: 10-0 di parziale. Il vantaggio degli ospiti sale sul +17 (59-76 al 36’) prima che la reazione di orgoglio di Lakovic e Ivanov riporti la sconfitta a dimensioni accettabili. (Massimo Roca)
Avellino: Johnson 17, Ivanov 13, Richardson 12
Reggio Emilia: Taylor 17, Brunner 12, Bell e Cinciarini 11

Enel Brindisi-Angelico Biella 101-94
L’Enel Brindisi ritorna alla vittoria dopo sette sconfitte consecutive condannando l’Angelico Biella alla retrocessione in Lega Due (dopo 12 anni di presenza nel massimo campionato) e conquistando così la storica permanenza matematica in serie A. Sulla sconfitta della formazione piemontese ha pesato l’assenza per infortunio del greco Tsaldaris appiedato da un infortunio muscolare nell’ultimo allenamento della settimana, oltre a un atteggiamento rinunciatario. La partenza è tutta di marca Enel con un minibreak di 5-0 firmato da Gibson (25, 4/6 da 2, 3/6 da 3), supportato dalla versione riveduta e corretta di Scottie Reynolds, tornato a livelli di gioco accettabili dopo il calo di forma dell’ultimo periodo. Biella prova a restare nella scia dei padroni di casa riuscendo a passare in vantaggio al 7’ (18-20) con un canestro di Jurak. Gibson con una tripla allo scadere del primo quarto riporta Brindisi davanti (29-26). La situazione falli di Jurak e Pinkney (23, 6/9 da 2) complica il piano partita dell’Angelico. L’Enel diversamente dal solito riesce a punire chirurgicamente anche dall’arco, grazie alla precisione di Formenti (4/4 da tre). Dopo il + 6 dell’intervallo lungo (54-48) i padroni di casa provano a prendere il largo. Fultz firma il +15 (73-58) rispondendo ai canestri di Pinkney, Johnson (26, 11/17 da 2) e Laganà (19, 4/7 da 2, 3/4 da 3), l’ultimo dei rossoblù ad alzare bandiera bianca. Nell’ultimo minuto l’Angelico prova il tutto per tutto portandosi a soli due possessi di distanza (98-92). Troppo tardi per non permettere a Gibson di suggellare la vittoria numero undici della stagione e raccogliere gli applausi del pala Pentassuglia già pronto a riabbracciare anche il prossimo anno la massima serie. (Giuseppe Mazzone)
Brindisi: Gibson 25, Simmons 17, Reynolds 14, Formenti 12
Biella: Johnson 26, Pinkney (23) Laganà 19, Rochestie 14

Cimberio Varese-EA7 Milano 95-81
Con primo tempo vicino alla perfezione (59% da fuori e una difesa di grande spessore) la Cimberio mette k.o. l'EA7 giunta a Varese per il derby del riscatto stagionale. Hairston e compagni, invece, hanno subito in tutte le fasi di gioco l'eccellenza di Dunston, in gran spolvero (40 di valutazione in 29'), e la compattezza offensiva del “wunderteam” di coach Vitucci. Eppure, il primo allungo porta la firma proprio di Milano che, col suo Green, spinge la transizione (2-6 al 2'). L'altro Green, quello varesino, capisce che bisogna subito mostrare leadership e dà il primo vantaggio a un quintetto di casa che con Dunston reattivo a rimbalzo offensivo va sul 15-10 al 5'. Anche Banks scalda la mano e una doppietta da tre punti dell'esterno Usa allunga l'utile Cimberio fino al +11 (21-10 al 6'30”). Gentile sbaglia le sue prime tre conclusioni mentre la squadra di Vitucci sfrutta la rattività di Polonara e Talts sotto l'anello avversario per allontanare ulteriormente l'EA7 (+13 27-14 all'8'20”). Scariolo si affida allora a Langford (10 punti nel primo quarto), che però alla metà del secondo quarto commette in attacco il terzo fallo e immediatamente dopo il quarto con un tecnico per proteste. Sull'altro fronte, capitan Ere scaglia dalla distanza il suo dardo per il +16 (51-35 al 19'30”). Non basta, perché anche De Nicolao partecipa alla festa di Varese costruendo con Dunston azioni difensive da manuale per andare sul +26 (61-35) subito dopo l'intervallo lungo. Per qualche istante del terzo quarto, complice l'infortunio alla caviglia destra che fa uscire dal palasport con le stampelle il reattivo Polonara ("Niente di rotto, solo un trauma distorsivo alla caviglia" rassicura via Twitter dopo il match), la Cimberio cala l'intensità del suo gioco e l'Armani recupera fino al -16 (65-49 del 26'). Bastano però qualche giocata di capitan Ere e una conclusione dell'ottimo De Nicolao contro la zona per mandare in visibilio i 5.000 del tutto esaurito di Masnago. (Antonio Franzi)
Varese: Dunston 20, Mike Green e Banks 17, Ere 15,
Milano: Langford 26, Bremer 13, Marques Green 10