Dopo i tre anticipi di sabato (spicca la vittoria di Milano a Sassari), si completa la 25ª giornata di Serie A, la 10ª del girone di ritorno. Il posticipo delle 20 è Avellino-Siena

Cimberio Varese-Acea Roma 81-58
In una sfida dai toni aspri, la Cimberio offre una gran prestazione difensiva per respingere le ambizioni di Roma e mettere un altro tassello importante nella costruzione di una stagione da primato. Lo spunto iniziale è firmato da capitan Ere, che apre le danze con 8 punti consecutivi per dare a Varese il primo vantaggio (8-4 al 3'30”). Intanto Dunston prende le misure a Lawal, costretto a due infrazioni consecutive in attacco. Dopo una penetrazione di Banks sul lato destro (12-6 al 4'30”), Calvani chiama il suo primo timeout: al rientro Taylor prende il sopravvento su Green, pasticcione (per lui una striscia di 0/3 da sotto), e chi ne approfitta subito è proprio Lawal che, salendo a quota 6 punti, guida il controbreak capitolino (15-17 al 9'). Serve l'energia del duo De Nicolao-Polonara per ridare fiato all'attacco Cimberio, balbettante in avvio di secondo quarto: il play classe '91 trova buone percussioni ma offre anche intensità difensiva mentre l'ala coetanea svetta a rimbalzo (7 in 12 minuti nel primo tempo). Quando anche Talts dà reattività sotto l'anello avversario ed Ere ritorna a colpire dalla distanza, la Cimberio sale a +8 (31-23 al 17'). L'ex Goss coglie il momento di difficoltà del suo quintetto e brucia la retina con due triple consecutive: si va all'intervallo lungo con soli 5 punti di differenza sul tabellone (33-28). In avvio di ripresa l'obiettivo di Green è quello di accendere il motore di Dunston: è il centro Usa che dalla linea dei tiri liberi permette alla Cimberio di ottenere il primo +10 della serata (38-28 al 22'), che s'allunga subito fino al nuovo massimo vantaggio sul +13 (41-28 al 23'30”). L'Acea esce dal black-out solo a metà del terzo periodo con Taylor che buca dalla distanza, ma De Nicolao è super con una fiondata che affonda Roma (54-38 al 30'). Calvani ricorre alla zona-press. Alla Cimberio però adesso tutto viene facile e, quando Talts dice stop per due volte di fila alle penetrazioni di Goss, i 4.643 di Masnago possono esplodere in un lungo appluaso che premia gli uomini di Vitucci. (Antonio Franzi)
Varese: Ere 13, Rush 10, Polonara 9
Roma: Datome 19, Taylor 13, Goss 9

Lenovo Cantù-JuveCaserta 65-66
Un tiro libero del giovane Domenico Marzaioli, classe 1991, condanna la Lenovo Cantù alla sconfitta di misura al Pianella contro Caserta. Una sconfitta amara, nel giorno in cui Trinchieri rinuncia, di fatto, ad uno spaesato Brooks e inserisce Tyus solo quando gli altri lunghi hanno problemi di falli. Parte a razzo la squadra di Sacripanti, che si porta sul 5-2 grazie a Jelovac e Gentile. Cantù però è molto attenta e impatta con Tabu in un inizio di partita dove si segna pochissimo. Akindele e Marzaioli colpiscono una Lenovo che resta un po’ sui blocchi di partenza, ma che dà l’impressione di poter scappar via: 9-9 al 7’ dopo i canestri di Tabu. Caserta, pur cortissima, riesce a rimanere in partita grazie ad un gioco da tre punti di Michelori e all’esperienza di Mordente, ma Cantù riesce a piazzare un break di 7-0 con Scekic e una tripla di Mazzarino, che manda le due squadre alla prima pausa sul 16-14. Gli uomini di Trinchieri sembrano poter gestire il vantaggio e sul 27-22 gli Eagles srotolano uno striscione che celebra il trentennale della vittoria di Cantù in Coppa dei Campioni a Grenoble. Arriva il terzo fallo di Cusin, che sommato al tecnico per proteste affibbiato a coach Trinchieri, consente a Caserta di rientrare grazie ai tiri liberi sul -1. Intervallo che vede le due squadre in parità a quota 31. L’inizio di ripresa è un incubo per Cantù: Caserta piazza un break di 10-2 chiuso dalla tripla di Marzaioli, che fa volare gli ospiti sul 41-33. Jelovac trova due triple pesantissime e Caserta vola sul +10, ma Cantù reagisce di prepotenza e un gran canestro di Aradori sulla terza sirena chiude il parziale di 13-0 e riporta la Lenovo in vantaggio sul 50-47. La musica non cambia nella prima metà dell’ultimo quarto: Tyus, entrato in campo solo per i problemi di falli dei compagni di reparto, dopo l’esternazione della sua nostalgia per Israele, schiaccia il 57-55. All’ultimo minuto Caserta è ancora in vantaggio sul 63-61, ma ad Akindele viene fischiato un fallo antisportivo: Cusin mette un libero, ma a 16” dalla fine Stefano Gentile pesca uno splendido assist per il lay-up di Michelori. Timeout Cantù. Leunen viene dimenticato dalla difesa di Sacripanti e piazza il tracciante della parità, ma il libero di Marzaioli regala a Caserta una vittoria che sa di grande impresa. (Flavio Suardi)
Cantù: Aradori 19, Tabu 8, Cusin 7.
Caserta: Jelovac 17, S. Gentile 12, Akindele 11.

Umana Venezia-Vanoli Cremona 80-74
La Reyer si avvicina ai playoff, risale dall’abisso (6-22) del primo quarto per distendersi nel finale rovesciando anche la differenza-canestri con la Vanoli. Ancora una prestazione super di Hubalek (15-5), che dà la scossa con Rosselli. Cremona si affloscia quando l’Umana trova l’antidoto a Peric e Stipanovic. Primo quarto da incubo per l’Umana, che non trova soluzioni di fronte al muro di Cremona. Stipanovic e Peric infieriscono, Reyer bloccata a quota 4 per 7’, per la Vanoli è un gioco semplicissimo allungare (4-19). Bowers e Rosselli provano a scuotere i compagni (6-22), Cremona padrona del campo. Risalire non è semplice, anche perché la Vanoli punisce ogni errore difensivo degli avversari. Il ritorno di Clark accende l’attacco granata (20-29), ma al 7’ Cremona torna a +14 (22-36). Il 3+1 del play dell’Umana (e terzo fallo di Johnson) danno la scossa, negli ultimi 3’ Venezia dimezza il ritardo (35-42), ma Peric (12) e Stipanovic (10) sono senza avversari sotto canestro. La Reyer cambia marcia, Cremona è alle corde e Hubalek firma l’aggancio (47-47). L’inerzia del match è cambiata, la Vanoli si smarrisce e Venezia prova subito ad allungare (58-53). Chase tiene a galla i lombardi (58-56). Jackson infila l’ultimo pareggio della gara (58-58) in apertura di ultimo quarto, ma Venezia scappa via di nuovo (67-60). Sul +4 (71-67) a 2’04” Szewczyk si fa fischiare ingenuamente un tecnico per proteste, Vitali trasforma i liberi (71-69)ma poi fallisce l’aggancio. La Reyer respira, sale in cattedra capitan Young con 5 punti in fila (76-71). A 28” dalla fine Vitali spara nel parterre il passaggio a Chase. Finale con fallo sistematico, e all’Umana riesce anche di rovesciare il -4 dell’andata. (Michele Contessa)
Venezia: Clark 19, Hubalek 15, Rosselli 13, Diawara 10
Cremona: Peric 15, Chase 14, Stipanovic 14, Vitali 11

Angelico Biella-Sutor Montegranaro 73-86
La Sutor festeggia la matematica salvezza espugnando con merito il campo di Biella che invece s'avvia alla retrocessione dopo 12 anni di Serie A, anche se i numeri concedono ancora qualche speranza. Nella serata in cui gli italiani, peraltro ex di turno, Di Bella e Cinciarini fanno la differenza, si prende tutta la scena Luca Campani che, approfittando dell'infortunio ad Amoroso (da valutare) si è prodotto in 13 punti con un 100% al tiro e 6 rimbalzi, suggellando una serata storica, festeggiata anche dalla cinquantina di Rangers, premiati col regalo più bello per la lunga trasferta. Dopo una partenza sprint dell'Angelico, 21-16, Recalcati s'è giocato la carta della difesa a zona che purtroppo per Biella ha funzionato per l'ennesima volta in questa stagione. Una volta passata a condurre con una tripla di Slay (21-24), la Sutor non s'è fatta più riprendere, gestendo agevolmente il finale. Serata surreale per l'Angelico, contestata dalla curva ultras, entrata dopo qualche minuto di gioco. Visto l'impegno in campo, e sfoderando una memoria storica che nello sport non è poi così scontata, il pubblico delle tribune ha invece deciso di tifare a gran voce la squadra, applaudendola anche all'uscita dal campo, da sconfitta e con un destino ormai segnato. Una bella lezione di sport ed un bel messaggio ad una società che deve decidere se continuare o meno l'avventura al piano di sotto. (Gabriele Pinna)
Biella: Johnson T. 19, Pinkney 15, Tsaldaris 14,
Montegranaro: Di Bella 17, Cinciarini 16, Campani 13

Sidigas Avellino-Montepaschi Siena 75-70
dal nostro inviato Mario Canfora
Ancora un k.o. esterno per Siena (settimo di fila in campionato) che perde ad Avellino l’occasione di portarsi da sola al quarto posto, mentre la Sidigas continua a coltivare qualche speranzella di playoff. L’inizio è tutto per gli ospiti (sempre senza Hackett ma con Janning) che con quattro triple e il regalo di un tecnico fischiato dall’arbitro Martolini a Richardson (reo di essersi appeso un secondo in più sul ferro dopo una schiacciata) va avanti 17-8, poi anche 21-8 (massimo vantaggio al 6’) col preciso Kangur prima della rimonta fatta di tanti liberi e un Lakovic padrone del quintetto. Il 20-26 di fine prima frazione va più che bene per la Sidigas che nella frazione successiva opera il primo sorpasso con Hunter (31-30) al 13’: è proprio la guardia statunitense a creare i maggiori problemi ai tricolori che al 15’ vanno sotto di 4 (37-33) e restano poi sempre attaccati alla partita solo per la grande vena di Brown. Dopo il rientro dal riposo lungo (42-41) Avellino ingrana la sesta con Lakovic immarcabile: al 24’ c’è il massimo vantaggio della squadra di Pancotto sul +13 (57-44) mentre Banchi mette a sedere un nervoso Brown. L’uscita per un paio di minuti, in concomitanza del terzo fallo, proprio di Lakovic dà vigore ai tricolori che rientrano fino al -3 (59-56) con le triple di Kangur, mentre sempre Martolini fischia un antisportivo a Carraretto proseguendo la sua serata no. La gara ridiventa così punto a punto, anche se Avellino sembra avere sempre qualcosa in più: al 35’ sono ancora 9 i punti di vantaggio (70-61) con Ivanov che giganteggia sotto canestro. Non è finita, perché Siena a 29" dalla sirena con tre liberi di Moss (per fallo di Lakovic dai 6,75) tornano a -1. A -26" Brandon Brown fa 2/2 nei liberi (73-70), quindi Carraretto fallisce la tripla del pari. Ivanov (10 rimbalzi) quindi subisce fallo e fa 1/2 (74-70): può bastare, finirà 75-70.
Avellino: Lakovic 19, Ivanov 15, Hunter 14.
Siena: Brown 20, Kangur 16, Moss 10.