Polonara scatenato, Varese in volo. Ciam/Cast

Il 2013 parte col il colpo grosso dell'Enel Brindisi, che sbanca Bologna con la SAIE3 fischiata dal pubblico. Ma nel pomeriggio arriva lo stop più importante per la classifica attuale: cade il Banco di Sardegna Sassari a Caserta, nulla hanno potuto stavolta i due Diener. E così Varese vincendo a Pesaro va a + 4 sui sardi. L'Acea Roma in casa con Biella trema, ma passa. Colpo grosso di Avellino a Venezia, mentre Reggio Emilia passa a Cremona. Nel posticipo Cantù sbanca Milano. Il posticipo del lunedì è Siena-Montegranaro. Ecco i resoconti di tutti i match.

Bologna-Brindisi 75-88
Nell’anticipo dell’ora di pranzo a Casalecchio Brindisi fa un passo decisivo verso la Final Eight mentre una Virtus sempre più dimessa e incompleta saluta la Coppa Italia. L’acciaccato Minard è nel roster ma resta confinato in panchina. La Virtus parte con il piede giusto e si porta sul 13-2 dopo 4’ trascinata da 8 punti di Hasbrouck. Gli ospiti sprecano troppo e finiscono a -16 limitando i danni grazie a 4 canestri da sotto di Simmons e ad un tiro da 3 di Gibson da metà campo sulla sirena del primo quarto (30-17). Il secondo periodo si apre con una fiammata Enel e con 4 punti di Ndoja; Brindisi chiude le maglie in difesa ma le Vu Nere riescono a mantenere un vantaggio costante in doppia cifra se non nel finale di tempo, quando una tripla di Viggiano riporta i pugliesi a -9 (43-34). Nel terzo quarto la zona di Bucchi continua a dare frutti e i biancoblù piazzando un parziale di 13-0 confezionato in gran parte da Viggiano, che infila la tripla del primo sorpasso (48-49 al 24’). La Virtus reagisce e si procede in equilibrio fino al 61-61 dell’ultimo intervallo. Nel terzo periodo spiccano i 14 punti di uno scatenato Viggiano (alla fine 6/12 da 3) e i 10 di Hasbrouck. Nell’ultimo quarto gli ospiti volano sul +5 con una tripla allo scadere dei 24 secondi di Reynolds (61-66) mentre i padroni di casa segnano la miseria di 3 punti in oltre 7 minuti e finiscono a -10 su un tiro da 3 di Fultz (64-74). Nel finale non c’è storia e Brindisi trionfa davanti ad un migliaio di tifosi al seguito mentre la Virtus sprofonda tra i fischi verso una posizione di classifica sempre meno degna del suo rango. In casa Bologna piove sul bagnato, Hasbrouck si è pure fatto male. Risentimento muscolare per lui, incerti i tempi di recupero ma intanto l'a.d. Sabatini esclude un ritorno sul mercato. (Nicola Zanarini)
Bologna: Hasbrouck 26, Poeta 15, Smith 10
Brindisi: Viggiano 25, Gibson 17, Ndoja 13.

Pesaro-Varese 69-82
Varese è campione d’inverno, la Scavolini trova l’undicesima sconfitta consecutiva. Dopo 15 anni, la Cimberio torna ad espugnare il campo di Pesaro, passando sopra una Vuelle in una crisi sempre più profonda. Il solco è scavato nel terzo quarto, la ripresa è un dominio ospite. Già priva di Ere e Cerella, Varese nel corso del match perde anche Banks per una distorsione. Mike Green e Cavaliero fanno i protagonisti e l’avvio è in equilibrio: 10-10 al 6’, con la Cimberio piazzata a zona. Barbour porta la Vuelle al 16 pari al 12’ con una schiacciata volante più libero supplementare. Pesaro è cresciuta in difesa rispetto al recente passato, Varese sembra un po’ scarica. Stipcevic chiude un break di 8-9 per il 21-16 al 12’, Pesaro gioca senza pressione e lotta su ogni palla. Banks si infortuna alla caviglia sinistra in un’azione offensiva al 14’, il punteggio arride a Varese (24-30) al 16’con due triple di Talts. Sistemato il reparto esterni, i problemi per la Vuelle arrivano dai lunghi avversari. Varese spinge senza fare gli straordinari e si porta 26-32 al 17’ e poi 43-49 al 24’. Il match si spacca sul 43-59 al 26’, Pesaro ci riprova: 53-61 al 19’. La Scavolini Banca Marche è viva a rimbalzo offensivo ma i lombardi non mollano la presa: 53-65 al 31’. Polonara e Dunston trascinano i biancorossi ospiti, Pesaro non ha nulla da opporre anche perché Crosariol si autoesclude al 25’ commettendo un quinto fallo di frustrazione. Sussulto: 62-71 al 35’, ci pensa Sakota a spegnere gli entusiasmi con un tiro dai 6,75. Partita morta e sepolta. Prima del match alcuni tifosi pesaresi – due dei quali denunciati dalla polizia - avrebbero teso un agguato ai supporters ospiti. Si è sentito uno scoppio: una sospetta bomba carta. (Camilla Cataldo)
Pesaro: Cavaliero e Stipcevic 16, Kinsey 11.
Varese: Polonara 20, Dunston 18, Green 17.

L'esultanza di Jelovac. Ciam/Cast

Caserta-Sassari 88-81
Continua il momento magico della Juvecaserta, che dopo la vittoria nel derby, conquista due punti fondamentali in chiave salvezza contro la Dinamo Sassari, arrivata al Palamaggiò per continuare la rincorsa a Varese, con una serie aperta di cinque successi consecutivi. Pronti, via e Caserta è subito costretta ad inseguire. Sassari piazza otto punti nel primo minuto e scappa già sul 2-8; dopo 4' i punti segnati sono 19 e Sacripanti prova a fermare tutto col timeout (19-12) e con Mordente al posto di Jelovac ad abbassare il quintetto. Col teramano in campo la Juve ritrova il suo gioco e in chiusura di quarto rientra fino al 22-23. Nella seconda frazione la gara si accende: i padroni di casa stringono le maglie in difesa e al 12' arriva il primo vantaggio (26-25). Sacchetti ferma tutto, ma i suoi trovano punti solo dai cugini Diener, che in due segnano 15 dei 17 punti della Dinamo nel secondo quarto (45 su 81 alla fine) e la Juve ne approfitta infilando il parziale di 15-5 che vale il 49-40 al 20'. Il quarto decisivo è però il terzo, quando Sassari prova a rientrare con la zona, attaccata in maniera lucida dai bianconeri, che al 28' volano sul 65-49 (+16 massimo vantaggio) con la tripla di Mavraides. Sacchetti allora si affida alla panchina e trova punti preziosi da Devecchi e dal figlio Brian (oltre ai soliti Diener), che a suon di triple fanno rientrare la Dinamo (70-64 al 33’). Il fallo antisportivo fischiato ad Akindele al 38’ potrebbe essere decisivo per riaprire la gara (dal 79-69 al 79-74) ma prima i punti dello stesso nigeriano, poi i liberi di Jelovac regalano la vittoria ai bianconeri. (Giuseppe Bernardo)
Caserta: Jelovac 16, Mordente 14, Gentile 12.
Sassari: T. Diener 25, D. Diener 20, Ignerski e Sacchetti 10.

Per Datome 17 punti preziosissimi. LaPresse

Roma-Biella 67-59
Soffertissima vittoria dell'Acea contro Biella, ottenuta grazie ad un ultimo quarto giocato su ritmi più alti dei precedenti. Primi due quarti di rara bruttezza: Roma sembra avviata a un pomeriggio di totale tranquillità, va avanti 19-3 al 9’ e trova un Angelico che nella prima frazione non trova di meglio che una tripla e due liberi (19-5). Ma invece di sferrare il colpo del k.o., l'Acea si specchia, gioca con estrema superficialità e così, senza sbattersi più di tanto, per l’Angelico tornare in partita è un gioco da ragazzi, grazie soprattutto a Johnson che segna 12 dei 23 punti della squadra di Cancellieri, mentre Roma al riposo lungo si ferma a 26 con percentuali da brividi da 2 (33%) e da 3 (25%) e con Lawal impreciso sotto canestro (3/9), ben fermato da Mavunga. Calvani da pure 10’ al giovane Tambone, ottenendo poco o nulla. Al rientro, i romani continuano la loro giornataccia con una serie infinità di errori, e a Biella non par vero toccare gli 8 punti di vantaggio al 29’ (34-42) prima del canestro sulla sirena di Datome che fissa al 30' il punteggio sul 36-42. Il quarto finale si apre con la tripla di Robinson (+9 Biella, 36-45), prima del 9-0 Acea che trova così il 45-45. Angelico avanti 45-50, poi il break Roma di 13-0 (58-50) che chiude di fatto la gara con Taylor e Jones decisivi: e per l’Acea arriva pure la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia. (Mario Canfora)
Roma: Datome 17, Jones 14, Taylor 12.
Biella: Johnson 23, Jurak 18, Robinson 8.

Venezia-Avellino 93-97
Avellino riporta l’Umana sulla terra, Sidigas in orbita, che interrompe la striscia negativa, mettendo fuori i granata dalla Final Four. Prestazione balistica impressionante nella seconda parte della contessa con Venezia che smarrisce il filo. Grandinata di canestri sulla Reyer, che incassa 57 punti dopo l’intervallo. Mazzon ritrova Clark, in panca anche il neogranata Clemente. Magro regge alla grande l’impatto con Johnson, insieme a Young confeziona anche il +5 (12-7 al 4'), ma la Szewczyk si ritrova con due falli dopo nemmeno 3'. Avellino va a sbattere contro il muro granata, tiene il passo solo con i liberi (15-12), prima che Rosselli apra dall’angolo il box, imitato da Clark (23-14), che aveva rilevato Bulleri. La Sidigas tentenna, l’antisportivo, dubbio, fischiato al pivot polacco riaccende Avellino (27-26), ma ancora Young e Magro colpiscono a ripetizione (36-28). I falli cominciano a pesare, Szewczyk e Johnson vanno all’intervallo con 4 penalità, Dean e Magro con 3. Vantaggio sempre attorno alla doppia cifra (41-31 al 7', 47-36 al 9', 49-40 alla sirena). Metamorfosi negli spogliatoi, Sidigas scatenata che piazza un micidiale 12-0 (49-52) in 3’ che capovolge il match. L'Umana fatica a difendere, Ivanov e Dragovic martellano dall’arco, Avellino segna 57 punti dopo l’intervallo. L'Umana rialza la testa (74-74), ma Dragovic punisce un’amnesia difensiva granata, poi Shakur allarga la forbice (74-79). Avellino ci crede, la Reyer ci prova, ma non ha più l’inerzia del match- La gara rimane aperta, Bowers riporta la Reyer a -4 (84-88), Avellino non fallisce l’occasione e punisce dalla lunetta. (Michele Contessa)
Venezia: Young 23, Rosselli 15, Bowers 10.
Avellino: Ivanov 21, Dean 17, Spinelli 12.

Cremona-Reggio Emilia 71-87
Torna al successo in trasferta dopo tre k.o. Reggio Emilia, che grazie ad un super Donell Taylor da 35 punti (64 in 65' nelle ultime due gare) rompe il tabù della prima gara dell'anno, che la vedeva perdente da 19 anni consecutivi, e la ministriscia interna della Vanoli, messa sotto a livello di ritmo nella prima sconfitta casalinga della gestione Gresta. Una vittoria che la Trenkwalder ha costruito sin dalla palla a due grazie al controllo dei rimbalzi (25-16 Reggio a fine primo tempo), con la coppia Cinciarini-Brunner a dare la prima leadership (9-15 al 6') contro una Vanoli in partita ma troppo sbilanciata sull'uno contro uno di Peric (7 punti del croato, 17-20 al 10'). Se l'attacco di Cremona naufraga in un secondo quarto da 27% al tiro e 4 perse, con Vitali condizionato dal problema al dito e gli americani fuori partita, quello di Reggio Emilia è invece ispirato da un Taylor da 16 punti in 9', quelli in cui con un break di 20-6 la squadra di Menetti scappa sul +15 (25-40 al 19'). Cremona rientra dagli spogliatoi con un'altra aggressività e riapre il match: dopo un recupero nei primi 20' la difesa della Vanoli forza 6 perse in 3', quelli in cui Jackson si accende guidando, con 9 punti consecutivi, il parziale di 16-0 che vale il secondo vantaggio del match (43-42 al 23'). Un fuoco di paglia, perché Taylor toglie le castagne del fuoco a Reggio Emilia con altri 10 punti in 3' e Cremona non risale mai oltre il -5 (55-60) con cui entra nell'ultimo quarto, dove Cinciarini gestisce e Jeremic mette i titoli di coda, tenendo la Trenkwalder in piena corsa per le Final Eight. (Michele Talamazzi)
Cremona: Jackson 17, Harris 14, Peric 14.
Reggio Emilia: Taylor 35, Brunner 13, Cinciarini 12.

Milano-Cantù 76-84
A 56" dalla fine e a 2" dalla sirena dei 24, da otto metri, Aradori trova la super tripla che regala il derby a Cantù e fa sprofondare Milano. La gara dell’ex senese è strepitosa (9/13 al tiro, 8 rimbalzi, 7 falli subiti e 33 di valutazione) e anche spettacolare per come rosola Langford a fuoco lento. All’EA7 non basta l’energia di Green, l’ultimo arrivato. Il ribaltone natalizio non ha dato frutti ed ora Milano deve vincere a Brindisi se vuole giocare la Final Eight di Coppa Italia. Quando Marques Green mette per la prima volta piede in campo, dopo 8’10", Milano è sotto di 7 (11-18) dopo aver propinato il solito bestiario: palle perse, zero difesa (Brooks e Aradori fanno quello che vogliono), poca reattività a rimbalzo (9-4 il saldo per la chebolletta) mentre in attacco la palla gira lenta e prevedibile. Ma, d’improvviso, tutto cambia. Il folletto, ex Cedevita e Avellino, in 4’ impacchetta il break di 14-4 che spinge l’EA7 avanti ad inzio secondo quarto: triple, scarichi (per i tiri da fuori dell'ottimo Melli) e un gioco più veloce che mette in difficoltà Cantù, a nozze fino a quel momento, col gioco "ragionato" di Milano. Scariolo, preso anche da eterne discussioni con Bourousis a ogni cambio, richiama Green sul +7 (33-26) e dopo 14’ e in un amen Cantù piazza il 7-0 della parità, spinta dal suo leader naturale Manu Markoishvili. Il brianzoli continuano a dominare a rimbalzo (17-8) dopo 20’ e a trovare vita facile quando attaccano: Brooks, Aradori, Markoishvili e anche Cusin (spesso sui secondi tiri) rimettono Cantù davanti (43-48 al 23’). Poi Tabu infila la seconda tripla di Cantù e l’EA7 sbanda. A rimetterla in asse ci pensa Hairston, l’unico in grado di penetrare la difesa canturina nel finale di terzo quarto. Sull’ultima discesa, il 64-63 Milano sancito dalla tripla di Langford è effimero: immediato lo 0-6 di Markoishvili, che ribalta le cose. Si va così, a strappi, fino alla fine. Milano con le sue triple, Cantù padrona sotto canestro e trascinata da un gigantesco Aradori. Che fa la differenza. (Vincenzo Di Schiavi)
Milano: Melli 17, Langford 17
Cantù: Aradori 25, Markoishvili 19, Brooks 14