? un fenomeno molto diffuso ma poco conosciuto, che riguarda soprattutto le donne e il loro benessere psico-fisico
Pensare costantemente all'organizzazione della casa e della famiglia e sentirsi sopraffatta da quello che c'¨¨ da fare ha un nome: carico mentale domestico. ? un fenomeno che tutte conosciamo ma che nessuno ha mai esplicitato, perch¨¦ sin da piccole ci hanno insegnato che le faccende di casa e di cura competono alle donne ed ¨¨ un affare privato, un lavoro (non retribuito) necessario.?
Breve storia del carico mentale domestico
¡ª ?La prima volta che ha trovato spazio nel dibattito pubblico, negli anni '70 grazie al movimento femminista "Contro il salario domestico", sembrava un'iperbole. Negli anni '80 il carico mentale domestico ha avuto la sua prima definizione istituzionale grazie alla sociologa francese Monique Haicault, che nell'articolo La Gestion ordinaire de la vie en deux?(La gestione ordinaria della vita a due) riconosce il fenomeno per cui la totale responsabilit¨¤ di casa e famiglia cade sempre sulla donna. Dagli anni Ottanta a oggi le cose non sembrano cambiate, anche se c'¨¨ stato un miglioramento in termini di contributo da parte dell'uomo: mariti e compagni, rispetto a quarant'anni fa, partecipano un po' di pi¨´ alle faccende domestiche e alla gestione dei figli. Di fatto per¨°, il grosso del carico mentale e pratico ricade ancora sulle donne.?
cos'¨¨ il carico mentale domestico
¡ª ?Il carico mentale domestico "consiste nel dover sempre pensare a cosa c'¨¨ da fare. ? un lavoro continuo, sfiancante. Ed ¨¨ un lavoro invisibile¡±, scrive Emma, autrice francese che si firma solo con il nome di battesimo del libro-fumetto?Bastava chiedere!?diventato virale nel 2020. Questo lavoro incessante ¨¨ in capo quasi sempre alle donne: ¨¨ il famoso "secondo lavoro non retribuito" di cui parlavano le femministe. Quando si torna a casa dal lavoro, ecco che ne inizia un altro: cura della casa, dei figli, degli impegni extra-scolastici, della vita sociale familiare. Anche quando la donna cerca di delegare, rimane il deus ex machina dell'enorme e complicata organizzazione familiare e il partner un mero esecutore.?Per avere un'idea di quanto pesi il carico mentale domestico, ecco qualche numero: 5 ore e 5 minuti al giorno ¨¨ il tempo dedicato dalle donne in Italia al lavoro non retribuito di cura domestica e della famiglia, contro un¡¯ora e 48 minuti degli uomini. Sono i dati presentati nell'annuale rapporto di Save the Children sulle condizioni delle mamme lavoratrici nel nostro paese. L'ennesimo gap di genere in cui a soccombere sono le donne.
conseguenze del carico mentale domestico
¡ª ??Il carico mentale domestico ha ripercussioni su svariati aspetti della vita:?
- personali: il 40% delle intervistate dichiara di non riuscire a ritagliarsi del tempo per s¨¦ o di essere troppo stanca per dedicarsi ad altro.
- Salute mentale: ansia, stress cronico, burnout sono solo alcune delle possibili conseguenze.
- Relazionali: il 40% delle donne riporta vissuti di crisi o conflittualit¨¤ nella coppia dopo la nascita del figlio/a, e 1 donna su 5 segnala una maggiore aggressivit¨¤ del partner o dichiara di averne avuto paura.
- Economici: solo 4 donne intervistate su 10 hanno un lavoro (perch¨¦ la donna ¨¨ spesso colei che lascia il lavoro quando nasce un figlio).
Come alleggerire il carico mentale domestico
¡ª ?A ci¨° si aggiungono le differenze di genere e le pressioni della societ¨¤, come afferma l'OMS: "I molteplici ruoli che oggi le donne ricoprono nel contesto sociale le espongono a un rischio pi¨´ alto della media di soffrire di disagi psichici. Le donne, infatti, sono costrette a sopportare il peso delle responsabilit¨¤ legate al loro essere allo stesso tempo mogli e mamme". Rispetto al genere maschile, quello femminile risulta inoltre pi¨´ vulnerabile rispetto ad alcune patologie, come ansia, depressione e abuso di sostanze stupefacenti. Insomma, quello che sembrava una questione privata, da relegare all'intimit¨¤ delle mura domestiche, in realt¨¤ si rivela essere un disagio importante per le donne, di cui ¨¨ necessario parlare. E mentre attendiamo che venga attuata qualche forma di supporto o welfare, ¨¨ necessario pensare a come uscire da questo circolo vizioso.
Le strategie
¡ª ?Come tutte le situazioni complesse, non c'¨¨ mai una soluzione semplice. Per¨° qualche strategia da attuare si pu¨° trovare. Eve Rodsky nel suo libro illuminante, ma dal titolo infelice (Come ho convinto mio marito a lavare i piatti) indica come l'atto di delegare sia spesso frainteso con l'aiutare: prendersi in carico un compito, come ad esempio fare la spesa, deve prevedere tutti i passaggi, dall'organizzazione all'attuazione. Significa quindi fare la lista, recarsi al supermercato, sistemare i prodotti e segnare quanto speso sulle uscite mensili. Delegare deve quindi trasformarsi in un flag verde sulla lista delle cose da fare e non essere pi¨´ un pensiero. Coinvolgere il partner e i figli nelle faccende domestiche ¨¨ un altro passo necessario per liberarsi del carico mentale: stabilire dei turni per le incombenze quotidiane, pensare che spesso "fatto ¨¨ meglio che perfetto", far passare il fatto che la casa ¨¨ di chi ci vive e nessuno ¨¨ ospite a casa propria. Esplicitare il disagio, pretendere che ognuno faccia la sua parte sono i primi passi verso il proprio benessere e la parit¨¤ domestica.?
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