Listeria: sintomi, incubazione, dopo quanto si sta male e le conseguenze

L’infezione si contrae per via alimentare: ecco cosa può causare e cosa fare per prevenirla

Recentemente si è tornati a parlare di listeria monocytogens, dopo la notizia della contaminazione di un lotto di salmone affumicato prodotto dal marchio Kv Nordic. Questo batterio può infatti provocare seri problemi di salute e causare la listeriosi, una patologia che può rivelarsi molto pericolosa soprattutto per chi ha già un sistema immunitario debole o compromesso, ad esempio gli immunodepressi, i pazienti oncologici, gli anziani e le donne in gravidanza. L’infezione si contrae per via alimentare: il batterio infatti può essere presente nell’acqua, nei cibi conservati male (latte, verdura, formaggi, pesce) e nella carne poco cotta.

Listeriosi: incubazione e sintomi

La listeriosi causa principalmente febbre, sintomi gastrointestinali e dolori muscolari, che in buona parte dei casi si risolvono in maniera abbastanza spontanea. Si comincia a stare male solitamente dopo 24 ore dall’infezione. Nelle persone più a rischio, invece, la listeriosi può manifestarsi in una forma molto invasiva, causando meningite, meningoencefalite e sepsi. In questo caso i sintomi possono manifestarsi molto dopo,?tra i 10 e i 30 giorni dopo l’assunzione dell’alimento contaminato. Le conseguenze possono essere più gravi, soprattutto per le donne in gravidanza, poiché la listeriosi può causare infezioni del feto, aborti spontanei, morti in utero e parti prematuri.

Come si cura l’infezione da listeria

La listeriosi si cura con degli antibiotici specifici. La listeria, infatti, è resistente alle cefalosporine. Quando la sintomatologia è leggera, invece, ci si limita ad assumere farmaci che fronteggino i sintomi gastrointestinali. La diagnosi avviene tramite un prelievo del sangue o del liquido cerebrospinale.

Come prevenire la listeriosi

Per prevenire la listeriosi è importante seguire delle linee guida basate sul rispetto delle norme igieniche e sulla giusta conservazione del cibo. Innanzitutto, non bisogna consumare cibi scaduti. Gli alimenti cucinati, se non mangiati subito, non vanno tenuti a temperatura ambiente, ma vanno conservati in frigorifero e poi riscaldati. Inoltre, mai consumare crudi i cibi che richiedono cottura. Quando si cucina bisogna lavarsi frequentemente le mani e mantenere sempre pulito l’ambiente di cottura.