? stato uno dei primo modelli del cantiere di Paratico: lungo poco meno di sei metri, era capace di toccare 40 nodi e con una soluzione inedita per l'epoca che aumentava l'abitabilit¨¤
I primi Anni 60, quelli del boom economico, sono stati fondamentali per la nascita della nautica in Italia, cercando di conquistare la fascia media. Uno dei cantieri protagonisti ¨¨ stato indubbiamente Rio che nasce, nel 1961, come Avionautica Rio, per volont¨¤ di due giovani di Paratico, cittadina sulla sponda bresciana dell'Iseo: Luigi Scarani e la moglie Anna Maria Ziliani: diventeranno la coppia d'oro della nautica italiana sino al 2011 quando "il Gigi" scompare, allargando l'attivit¨¤ cantieristica anche all'estero. Il nome ¨¨ inconsueto per un cantiere, ma giustificato dalla duplice attivit¨¤: la costruzione di alianti e di motoscafi. Carlo Scarani, fratello di Luigi, progetta anche le imbarcazioni ma ¨¨ laureato in ingegneria aeronautica ed ¨¨ appassionato del volo a vela: ne consegue la costruzione di alianti ¨C sono uno dei tre costruttori in Europa ¨C tra i quali l¡¯M100S di 15 metri di apertura alare. Qualche idea viene buona, anzi buonissima, per i motoscafi: i primi tre vengono presentati al salone Nautico di Genova del 1963 e riscuotono un clamoroso successo di critica? e pubblico.?Hanno motori entrobordo, sono costruiti da abili maestri d¡¯ascia con legni pregiati e hanno nomi destinati a rimanere nella mente degli appassionati di quel periodo: Colorado, 8,20 metri, due motori di 177 Cv e una cabina; Espera, 6,60 metri, un motore di 177 Cv, stuidato per la media crociera e Bonito, 5,60 metri e un motore di 185 Cv, con una visione pi¨´ sportiva. Oggi si chiamerebbe weekender.
185 CV ENTROBORDO
¡ª ?Il Bonito ¨¨ lungo 5,75 metri, largo appena 2 metri al baglio massimo ed ¨¨ spinto dai 185 Cv sviluppati dal suo motore Chris Craft 238-V8 che, visti gli appena 1.150 kg di dislocamento, lo lanciano a velocit¨¤ vicine anche ai 40 nodi: niente male per gli Anni 60. Ma ¨¨ anche un motoscafo di grande classe con linee eleganti, curvilinee e forti, specchio di poppa obliquo, prua sgombra con mogano a vista, e ampio prendisole incassato a poppa, parabrezza quasi a tutta larghezza dello scafo (due metri) con tergicristalli elettrici. La coperta 'pulitissima' ¨¨ interrotta dalla postazione di timoneria, e non ¨¨ come le altre per due tocchi geniali per l'epoca: una cappottina a scomparsa, nascosta dietro il divano anteriore, e una sorta di cuccetta a prua in cui poter dormire.
COME SI CHIUDEVA LO SPAZIO
¡ª ?Appena oltre il divano dove si siedono le persone, la prua ¨¨ sgombra, 'cava' e accessibile: grazie ad un sistema pieghevole, qui ¨¨ possibile estendere una cuscineria dedicata che, in combinazione con la seduta stessa, abbattibile, ricava una cuccetta matrimoniale entro cui estendere la parte inferiore del corpo, mantenendo il capo e la parte superiore all'esterno. Il piccolo capolavoro ¨¨ che estraendo la capotte si sigilla completamente lo spazio, facendo del Bonito un piccolo scafo da campeggio nautico, il primo nella storia della nautica italiana, affidabile e raffinato che pu¨° far sorridere con l'occhio odierno ma ¨¨ stato il trampolino di lancio per un cantiere capace di vendere migliaia di barche e continua a farlo tuttora. Di Bonito ce ne sono pochissime in giro: ne abbiamo trovata una, costruite nel 1966, su un sito francese che viene proposta a 65mila euro. Ci sta.
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