La giustizia non ¨¨ mai giusta se i suoi tempi si allungano oltre un limite ragionevole
Il direttore dell¡¯Agenzia mondiale antidoping, Olivier Niggli, ha dichiarato a proposito del supposto caso di doping che ha coinvolto Sinner per una quantit¨¤ infinitesimale di una specifica sostanza vietata: "I laboratori sono pi¨´ efficienti rispetto al passato nel rilevare anche quantit¨¤ infinitesimali di sostanza... Le quantit¨¤ sono cos¨¬ piccole che puoi contaminarti facendo cose banali¡ Quello che dobbiamo comprendere ¨¨ se siamo pronti ad accettare il microdosaggio e dove sia giusto fermarsi". E lo chiede a noi Niggli? A noi che siamo un popolo di giornalisti, operai, impiegati, ingegneri, artigiani e che di microbiologia, fisiologia e biochimica sappiamo il giusto? Cominci a dare una riposta lui, magari sbrigandosi, aiutato dalle decine di esperti da cui ¨¨ circondato e che conoscono il problema da tempo. Due di loro, di quelli illustri, hanno detto nella sentenza di primo grado che Sinner andava assolto. Ma nonostante questo la Wada ha fatto ricorso e chiede al Tas la squalifica di Sinner per uno o due anni.
il disordine nell'antidoping
¡ª ?Incomprensibile. Il cielo sopra l¡¯antidoping mondiale ¨¨ nero: si percepisce un gran disordine e una sfiducia sempre pi¨´ aperta di fronte all¡¯opacit¨¤ e alle decisioni di questa agenzia. Non ¨¨ normale che la Wada sia in aperto conflitto con l¡¯agenzia antidoping americana, che ha querelato per le sue accuse contro la gestione assolutoria di una ventina di nuotatori cinesi. Non ¨¨ normale che la Wada segnali ai francesi un traffico di sostanze dopanti che avrebbe coinvolto niente di meno che il ¡°procuratore¡± dell¡¯antidoping di quel Paese e che la magistratura ordinaria non rilevi nulla di nulla dopo accurate indagini. Non ¨¨ normale che un giudice italiano, Walter Pelino, attacchi pi¨´ volte la Wada nella gestione del caso Schwazer all¡¯interno di un¡¯ordinanza di 80 pagine, archiviando le accuse di doping a carico del marciatore, e che niente ne sia seguito.
il caso sinner
¡ª ?Per tornare alla vicenda del nostro tennista, qualcuno ritiene che non si possa mettere sullo stesso piano il controllante, cio¨¨ la Wada, e il controllato, cio¨¨ Sinner. Il fatto ¨¨ che appare necessario, a questo punto, mettere sotto esame e controllo proprio la Wada e i suoi metodi, sia scientifici sia inquirenti. E lo possiamo chiedere a giusta ragione perch¨¦ siamo noi, contribuenti di tutto il mondo, attraverso i finanziamenti dei vari governi, a tenere in piedi la Wada stessa. La Wada ¨¨ nostra, non di Niggli. C¡¯¨¨ un¡¯altra questione che andrebbe affrontata: la lunghezza esasperante di corsi e ricorsi costringe gli atleti, molti dei quali risultano poi innocenti, a vivere lunghi mesi, a volte un anno, in una condizione mentale terribile. Eppure, la Wada si prende il suo mesetto abbondante per fare ricorso e il Tas, con molta calma, si organizza per il giudizio che sar¨¤ quando sar¨¤. Della salute mentale e dei diritti degli atleti non si cura nessuno. Eppure, la giustizia non ¨¨ mai veramente giusta se i suoi tempi si allungano oltre il ragionevole. Almeno su questo potremmo tutti convenire e mettere mano a questi tempi biblici?
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