Pier Guidi, il pilota-ingegnere: "Ferrari esaltante a Le Mans. Ma possiamo fare anche di più"

Protagonista con Giovinazzi e Calado dell’impresa nella 24 Ore "Alla fine l’auto non partiva, ho resettato tutto: che brivido"

Un successo straordinario, quello di Ferrari a Le Mans, avvenuto proprio nell’edizione del centenario e al ritorno in veste ufficiale nella categoria principale dopo 50 anni di assenza. Una vittoria che "ci ricorda l’importanza di avere il coraggio e l’umiltà di migliorare sempre", nelle parole del presidente John Elkann, presente nei box. Alessandro Pier Guidi, 39 anni, è uno dei tre uomini copertina di quest’impresa: proprio a lui è toccato portare la 499P al traguardo e completare l’opera sua e dei compagni James Calado e Antonio Giovinazzi.?

Partiamo dalla fine: cos’ha provato quando è passato sotto la bandiera a scacchi??

"? sempre un po’ critico fare l’ultimo stint perché hai la responsabilità di portare a casa la macchina quando è in testa. Dall’altra parte è bellissimo: quando tagli il traguardo passi sotto il tuo muretto, con tutto il team che esulta per quello che hai appena fatto. E poi c’è il giro di rientro: andando così piano ci impieghi anche dieci minuti e ti godi il momento, specialmente quest’anno che c’era moltissimo pubblico sul circuito".?

Cosa significa questa affermazione per Ferrari, dopo il grande lavoro di sviluppo della 499P??

"La macchina ha iniziato a girare lo scorso luglio a Fiorano, ho avuto la fortuna di essere il primo a salirci. Ho vissuto tutto lo sviluppo, dal principio fino ad adesso. ? stata un’avventura molto bella, ma onestamente non credo nemmeno che sia finita. ? vero che abbiamo vinto Le Mans, l’obiettivo principale che ci eravamo posti, però penso che abbiamo ancora tanto margine di crescita".?

La sua rimonta la domenica mattina è stata decisiva.

"Nelle ore più fresche avevamo vantaggio, mentre quando era caldo la Toyota ritornava in gioco ed era molto veloce. Nel primo stint di domenica mattina, durante una slow zone, la vettura davanti è riuscita a passare dalla zona a velocità controllata quando ancora non era attiva, quindi l’ha affrontata in pieno. Io ho dovuto percorrerne metà a 80 km/h, così il distacco è salito da sette a 44 secondi. L’unica cosa che si poteva fare in quella fase era spingere. Ero il più veloce in pista e guadagnavo un paio di secondi al giro. Sono riuscito a chiudere il gap, infatti siamo arrivati in pit lane insieme. I ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro e siamo usciti davanti".?

Torniamo a quelle due soste da brivido, in cui la macchina non ripartiva: cos’è successo? Quanto è stato difficile mantenere la calma per risolvere il problema??

"La prima volta è stato complicato: quando la macchina non è partita ho dovuto capire il perché, anche con l’aiuto in radio del mio ingegnere. Ho eseguito la procedura di reset del sistema ibrido e l’auto è tornata in vita. Il problema si è ripresentato all’ultimo stop, quindi ho ripetuto il procedimento, sperando che la risposta fosse la stessa. Per fortuna si è avviata. C’è stato un bel momento di suspense, sentivo fin nell’abitacolo le urla dello speaker dall’altoparlante".?

Il fatto che lei abbia sviluppato la macchina fin dall’inizio la aiuta nella ricerca del setup ottimale?

"Sicuramente la conoscenza della macchina è importante. Io ho sempre cercato di capire come funziona l’auto in generale. Conoscere bene la vettura permette di dare le indicazioni giuste all’ingegnere. Nel migliorare il setup si riesce ad avere un rapporto più diretto perché si capisce quale modifica si sta facendo nello specifico".?

? vero che la chiamano “ingegnere”??

"Sono un ingegnere meccanico. Scherzando mi definiscono il pilota più “ingegnere” della Hypercar. Ma questo perché mi piace essere parte attiva del processo di setup".?

Lei è un pilota ufficiale Ferrari da molti anni e ha già vinto tantissimo. Vede questo successo come il coronamento della carriera??

"Penso di sì. Avevo già vinto tanto, ma ovviamente la categoria assoluta è un’altra cosa. Non a livello di competitività, perché anche in GT il livello era altissimo. Però il prestigio, il blasone e l’emozione che ti dà vincere l’assoluta alla 24 Ore di Le Mans sono senza pari, ancora di più con il ritorno di Ferrari dopo 50 anni proprio nell’edizione del Centenario".