Oltre 1.500 km in Marocco per intercettare le prime tappe della gara che porta a Dakar, seguendo la rotta originale della gara nel deserto pi¨´ famosa del mondo. Paesaggi da cartolina, curve sulla sabbia e l¡¯atmosfera del bivacco
Il fascino dei Rally Raid africani ¨¨ qualcosa di difficile da spiegare. Prendiamo la Dakar: belli gli anni in Sudamerica, passando per paesaggi straordinari tra Bolivia, Cile e Per¨´. Ma gi¨¤ allora c¡¯era chi si lamentava non fosse "la vera Dakar". Innanzitutto perch¨¦ Dakar, intesa come la capitale del Senegal, non la si vedeva neanche col binocolo. E poi perch¨¦ passare giorni e giorni nel Sahara, il pi¨´ vasto deserto caldo della Terra, attraversando da nord a sud la Mauritania transitando per la linea immaginaria del Tropico del Cancro, beh¡ ha un sapore diverso. Di avventura, di sfida contro (e di contatto con) la natura. Uomo e macchina (intesa come mezzo a motore, quindi s¨¬, moto compresa) contro ci¨° che esiste da 3 milioni di anni. Ma anche di conoscenze, scoperte, condivisione con il popolo locale. Da qualche anno (dal 2009, per la precisione) tutto ci¨° ¨¨ riemerso con Africa Eco Race, la gara che ripercorre la rotta originale verso Dakar. E con la Yamaha T¨¦n¨¦r¨¦ 700 World Raid abbiamo attraversato il Marocco andando a intercettare la gara in punti strategici, per assaporare, in parte, il gusto di un vero Rally Raid africano.
Si inizia
¡ª ?Da Marrakesh ad Agadir ci sono 250 km seguendo la strada pi¨´ breve. Ma l¡¯itinerario studiato da Yamaha e dallo staff di Tom42 per questa esperienza non poteva certo limitarsi a ci¨°. Per vivere l¡¯Africa Eco Race non bastano appena 3 ore in moto andando sempre dritto. Ecco allora che lasciata la citt¨¤ si punta verso Tagounite, sede del bivacco nella notte tra la seconda e la terza tappa. E cos¨¬ si attraversa la catena dell¡¯Atlante, salendo al Col du Tichka fino a 2.260 metri e si comincia ad assaporare l¡¯Africa. Curve, tornanti, pendii: una strada circondata dal nulla se non da qualche villaggio qua e l¨¤, ogni 20 km, quando va bene.
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Lungo il percorso
¡ª ?A mezzogiorno il primo assaggio di off-road, con gli occhi incantati di un bambino fissi sul serbatoio delle T¨¦n¨¦r¨¦ intente ad abbandonare l¡¯asfalto. In citt¨¤ ma soprattutto nelle piccole realt¨¤ locali non sono abituati, grandi e piccini, a vedere cinque moto, nuove di zecca e di grande taglia (per quello che ¨¨ il concetto di moto e scooter in Africa) passare in quei luoghi sperduti. E allora il filo conduttore del viaggio diventa il sorriso dei bambini, che sin da piccolissimi affollano le strade dei paesi. Lo sguardo che si illumina, il gesto di fare un¡¯impennata davanti a loro, la mano tesa nel tentativo di battere il cinque, un qualsiasi cenno del capo seguito da un sorriso spontaneo: tutto estremamente umano, gioioso e distaccato dalla frenetica realt¨¤ europea. Sono queste le cose che rimangono nel cuore dell¡¯Africa, i piccoli gesti. E le emozioni lungo il percorso.
Tappe intermedie
¡ª ?Dopo una quarantina di km in fuoristrada una fortezza in costruzione in mezzo a una distesa di terra e sabbia si fa sempre pi¨´ grande metro dopo metro: ¨¨, in realt¨¤, uno scenario degli Atlas Studios alle porte di Ouarzazate. Questa, infatti, ¨¨ una zona cara alle case cinematografiche, specie per la creazione di film ambientati nei secoli scorsi. E poi perch¨¦ la luce all¡¯alba e al tramonto ¨¨ ricca di colori vivi e rossastri, in aggiunta al fatto che il clima ¨¨ mite tutto l¡¯anno, con inverni soleggiati ed estati molto calde. Ma prima di arrivare al bivacco via asfalto c¡¯¨¨ un¡¯altra tappa da fare: affacciarsi sul deserto del Sahara. Sabbia e dune senza fine all¡¯orizzonte, la pelle d¡¯oca che cosparge il corpo di chi vede per la prima volta uno scenario simile e lo spavento nel trovarsi un dromedario a 50 centimetri dalla testa appena dopo essersi tolti il casco. Tutto assimilato, per forza di cose, in pochi istanti, perch¨¦ l¡¯adrenalina nell¡¯attesa di scattare due foto sulla sabbia sale in tempo zero. Le Pirelli Scorpion Rally Str, ottime gomme per l¡¯asfalto, reggono il confronto con la sabbia pur non essendo nate e pensate per far ci¨°. Certo, affrontare il Sahara magari no, ma due curve le possono fare, con la complicit¨¤ del pilota che deve calibrare bene dove passare, quanto ruotare la manopola dell¡¯acceleratore (generalmente, su sabbia, tanto) e come posizionarsi con il corpo. Che spettacolo.
Atmosfera africana
¡ª ?Dopo 12 ore in viaggio il bivacco dell¡¯Africa Eco Race ¨¨ l¨¬ che ci aspetta, lontano da qualsiasi infrastruttura costruita dall¡¯uomo. In mezzo al nulla, con altro nulla attorno sorge il campo tendato. Non ¨¨ recintato da alcunch¨¦, non serve. Solo un gonfiabile segna l¡¯ingresso, sebbene si possa entrare da qualsiasi lato e angolo del cerchio. Prima che venga buio, ancora con addosso i vestiti da moto, ognuno si monta la propria tenda. Altrimenti che Raid africano sarebbe se si dormisse in albergo? Una volta tramontato il sole il bivacco prende vita: ci si fa una doccia presso la tenda dei bagni comuni, si smonta e rimonta la moto se c¡¯¨¨ qualcosa che non va. Altrimenti si cena, con l¡¯organizzazione che distribuisce cibo e bevande come in una mensa aziendale, tutti in fila col proprio vassoio. Fa caldo, anche di sera: 26¡ã dopo le 22 a ottobre inoltrato. I pazzi della Extreme Rider by Motul, che non hanno assistenza, lavorano fino a tarda notte per ripristinare la propria moto, con una semplice cassetta degli attrezzi. E proprio quando tutti vanno a dormire quelle poche ore per ricaricare le pile giusto il necessario per affrontare la giornata successiva, ecco che arriva un buggy alle 2 di notte con problemi meccanici. E i tecnici lavorano sino alle 5 del mattino, mezz¡¯ora prima della sveglia, sgasando tutto il tempo per sistemare il danno. Come se il rumore dei generatori a due metri dalla tenda non bastasse. Ma ¨¨ un Rally Raid in Africa ed ¨¨ bello anche per questo.
Pianeta Yamaha
¡ª ?I giorni 2 e 3 del nostro viaggio sono un loop della prima giornata, con 12 ore di viaggio al giorno per un pacchetto completo di oltre 1.500 km, per la maggior parte su asfalto condividendo la strada con i mezzi assistenza e con i partecipanti della categoria Raid, sino a prendere la via verso Agadir per l'aereo del ritorno, culminando il viaggio sulla spiaggia di Aglou Plage, vicino a Tiznit. Con cos¨¬ tanta strada a disposizione ¨¨ stato possibile conoscere meglio la Yamaha T¨¦n¨¦r¨¦ 700 World Raid, la viaggiatrice tuttofare con doppio serbatoio per un totale di 23 litri di capacit¨¤. Andare in riserva, detto che in Marocco si riescono a scovare distributori di benzina pi¨´ facilmente che in alcune zone dell¡¯America, ¨¨ letteralmente impossibile, tanto pi¨´ con un consumo medio di 20 km/l. Il maggiore peso rispetto alla versione base c¡¯¨¨ (220 kg in ordine di marcia) e si sente, ma per affrontare un lungo viaggio ¨¨ certamente pi¨´ adatta, non solo per il serbatoio. Comfort e fluidit¨¤ di marcia, grazie all¡¯erogazione dolce del bicilindrico da 689 cc e 74,8 Cv di potenza massima, sono al top.
Il ponte motorsport-prodotto
¡ª ?Per andare da un punto A ad un punto B in assenza di curve alla T7 World Raid manca solo il cruise control, mentre in fuoristrada si avverte una taratura delle sospensioni un poco morbida e togliere l¡¯Abs risulta scomodo dovendo entrare nel men¨´ con la rotella posta sotto la manopola dell¡¯acceleratore ogni volta che si spegne e riaccende la moto. Ma nel complesso ¨¨ straordinario pensare che da un modello standard ¨¨ nata la moto con la quale Alessandro Botturi ha vinto la seconda tappa dell¡¯Africa Eco Race. Un bicilindrico che torna a battere i monocilindrici. Ed ¨¨ subito Africa anni ¡®80/¡¯90.
L¡¯organizzazione
¡ª ?La Tom42 dell'ex dakariano Toni Merendino e di Gianluca Bonilauri, che durante l¡¯anno offre il sogno di solcare le rotte del paese africano in sella a una maxi-enduro (e chiss¨¤ che in futuro non lo riproponga in concomitanza con l¡¯Africa Eco Race), ha messo a disposizione: un fotografo e videomaker, in collaborazione con Yamaha e Rally Pov; un tour leader per aprire la strada sia in off-road che su asfalto, per un totale di cinque T7; un pick-up al seguito delle moto per risolvere in breve tempo ogni imprevisto come una gomma bucata o addirittura poter caricare una moto sul pick-up stesso in caso di danno irreparabile o infortunio del pilota; un vero e proprio camion assistenza al termine della giornata con diversi ricambi per le moto, le tende e tutto il necessario per vivere all¡¯interno del bivacco. Insomma, uno sforzo a trecentosessanta gradi da parte di 6 persone dello staff per godersi il fascino dei Rally Raid africani senza pensieri.
Due i completi usati durante l'esperienza in Marocco all'Africa Eco Race.
Completo enduro stradale
Casco: Acerbis
Mascherina: Progrip x Dainese
Guanti: Dainese
Intimo tecnico: Dainese
Pettorina: Dainese MX2
Giacca: Dainese?
Pantaloni: Dainese?
Stivali:?Forma Predator 2.0
Borsone: Ogio Rig 9800?
Completo enduro specialistico?
Casco: Acerbis?
Mascherina: Progrip x Dainese?
Guanti: Acerbis?
Intimo tecnico: Acerbis?
Pettorina: Dainese MX2?
Maglia: Acerbis?
Ginocchiere: Knee & Shin Guard Dual Axis - Leatt by Athena?
Pantaloni: Acerbis?
Stivali: Forma Predator 2.0?
Borsone: Ogio Rig 9800?
Tester: 174 cm, 76 kg.
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