Il primo prototipo di Hrc per la categoria che sostitu¨¬ la 500 era un concentrato di tecnologia esaltato da un motore decisamente all'avanguardia. Domin¨° i primi anni della nuova premier classe a 4 tempi, ma fu poi sonoramente sconfitta proprio dal Dottore
A inizio secolo?Honda?decise di prendere di petto il previsto avvento della MotoGP, un radicale rinnovamento della classe regina del Motomondiale che sarebbe entrato in vigore dal 2002. La nuova categoria si apprestava a spalancare le porte ai propulsori 4 tempi con cilindrata fino a 990 cc e cos¨¬ il destino agonistico delle vecchie 500 cc a 2 tempi, fino ad allora incontrastate dominatrici, fu segnato. Honda aveva vinto moltissimo nella vecchia Premier Class grazie alla tanto potente quanto longeva Nsr500 e certamente voleva mantenere la sua leadership in questa nuova era. Per farlo doveva per¨° creare un nuovo prototipo partendo praticamente da zero, una posizione in cui non si trovava da anni e che comportava inevitabilmente diversi rischi. Alla luce della sua posizione dominante, Honda era per¨° intenzionata a proporre una moto straordinaria, ad altissimo tasso tecnologico e in grado di lasciare tutto il mondo a bocca aperta. Per questo decise di prendersi subito un rischio non indifferente, ovvero quello di sviluppare un propulsore dal layout mai visto prima: un V5.?La missione fu affidata al project leader Tomoo Shiozaki che scelse Shinya Wakabayashi per lo sviluppo del motore e Shinichi Kokubu per la parte telaistica. Oggi Wakabayashi ¨¨ presidente della divisione motociclistica di Hrc mentre Kokubu ¨¨ il responsabile del suo dipartimento per lo sviluppo tecnologico.
La genesi della honda RC211V
¡ª ?Il nuovo e ambizioso motore V5 4 tempi da 990 cmc rappresent¨° indubbiamente il punto focale dell'intero progetto. "Ispirato" dal V4 da 750 cc della superbike Rc45, proponeva tre cilindri anteriori e due posteriori a formare una V di 75,5¡ã che lo rendevano particolarmente stretto. Vantava inoltre 4 valvole per cilindro con distribuzione bialbero per una fasatura Big Bang?(mutuata dalla Nsr500) e un innovativo carter semi-secco. Hrc lo accreditava di 210 Cv di potenza a 14.000 giri/min, sufficienti per spingere la nuova moto a punte di velocit¨¤ attorno ai 330 km/h. Il nuovo regolamento non poneva limiti al frazionamento del motore, ma stabiliva comunque un peso a secco minimo per tutte le moto di 145 kg. A differenza di Yamaha, che adatt¨° il suo nuovo 4 cilindri in linea alla collaudata ciclistica della Yzr500 (rinunciando anche a raggiungere la cilindrata piena per riuscirci), Honda ridisegn¨° completamente anche il telaio a doppia trave in lega leggera ritrovandosi cos¨¬ con ampio spazio per l'ottimizzazione di tutte le componenti. La nuova Honda risult¨° cos¨¬ sensibilmente pi¨´ filante, snella e compatta di tutte le sue rivali. Soprattutto rispetto alla nuova Yamaha M1, che a differenza sua aveva conservato anche l'alimentazione a carburatori invece di passare a quella elettronica. Il nome sarebbe stato composto dal prefisso Rc, tradizionalmente riservato alle Honda da competizione a 4 tempi, dal numero 211 a significare il suo status di prima moto factory del 21¡ã secolo e da una V per sottolineare la disposizione dei suoi cilindri.
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subito intoccabile con valentino rossi
¡ª ?La nuova Honda Rc211v fece letteralmente a pezzi la concorrenza nel 2002, primo anno della neonata MotoGP. Il suo V5 era pi¨´ corto del V4 di Suzuki, pi¨´ stretto del quattro cilindri in linea di Yamaha e generava maggior potenza di entrambi. Nelle mani dell'ultimo?campione del mondo della 500 Valentino Rossi, il nuovo bolide di Hrc conquist¨° 11 vittorie e 7 pole per consegnare al pesarese il titolo piloti con oltre 100 punti i vantaggio su Max Biaggi e la sua Yamaha. L'altro pilota ufficiale Tohru Ukawa mise a segno una vittoria mentre il "privato" Alex Barros, in forza al team Pons, ne mise a referto altre due dopo aver ricevuto la Rc211v per gli ultimi quattro GP dell'anno. Nella stagione inaugurale della MotoGP, la nuova arma di casa Honda vinse 14 gare su 16 aggiudicandosi in carrozza anche il Mondiale Costruttori. Solo Biaggi fu capace di spezzarne l'egemonia. Inoltre fece segnare la pi¨´ alta velocit¨¤ di punta dell'anno, 324,5 km/h con Ukawa al Mugello. La moto ricevette solo piccole modifiche nel corso della sua prima stagione, non aveva ancora il controllo di trazione (che sarebbe arrivato l'anno dopo), ma disponeva di un sistema di gestione della potenza su tre livelli con comando sul manubrio, altro elemento che la distanziava chiaramente da tutti gli altri prototipi in griglia.
dominio incontrastato nel 2003
¡ª ?In vista della stagione 2003 furono apportati alcuni aggiornamenti al motore, in particolare la riduzione della corsa e l'aumento dell'alesaggio dei cilindri che contribuirono ad innalzarne la potenza fino a 230 Cv a 14.500 giri/min. Inoltre furono rivisti i sistemi di aspirazione e scarico e, oltre al traction control, vennero aggiunti anche sofisticati sistemi di controllo elettronico per acceleratore e freno motore e l'ammortizzatore di sterzo. In quella stagione la concorrenza si fece pi¨´ folta per via dell'arrivo di Ducati, in pista con una potentissima V4 battezzata Desmosedici Gp, ma la Rc211v si conferm¨° nuovamente dominate aggiudicandosi ben 15 Gp su 16. L'ormai intoccabile?Valentino Rossi ne vinse 9 per riconfermarsi campione del mondo senza mai mancare l'appuntamento col podio. Dietro di lui altri due piloti Honda, lo spagnolo?Sete Gibernau, 4 volte vincitore in stagione, e il connazionale Max Biaggi, 2 volte vincitore per controfirmare la schiacciante supremazia del colosso nipponico tra i costruttori. Solo la neo-arrivata Ducati di Loris Capirossi riusc¨¬ a impedire il cappotto Honda in MotoGP. Yamaha invece, con la miseria di un solo podio racimolato in stagione, rifletteva sul clamoroso fiasco della sua M1. A quel punto tutti consideravano la Rc211v praticamente imbattibile. Tutti tranne il suo principale profeta.
sconfitta da rossi nel 2004
¡ª ?Tra lo stupore generale, per il 2004 Yamaha strapp¨° la stella Valentino Rossi ai rivali di Honda. Il fuoriclasse pesarese, irritato dall'atteggiamento dei vertici Honda e di buona parte della stampa che accreditavano gran parte dei suoi successi alla forza della Rc211v, decise di accettare la corte di Yamaha per provare a resuscitare una moribonda?M1. E per riuscirci si port¨° dietro gran parte della sua crew in Honda, a cominciare da quel?Jeremy Burgess?che era stato anche il "regista" dell'epoca d'oro di Mick Doohan?con la Nsr500. Per la nuova stagione, gli ingegneri Honda affinarono ulteriormente il motore con un nuovo sistema elettromeccanico di gestione delle valvole a farfalla e ritoccando nuovamente corsa, alesaggio e fasatura. Inoltre venne introdotto un nuovo scarico che ne innalz¨° la potenza a 241 Cv a 16.000 giri/min e una carenatura ridisegnata per migliorare la stabilit¨¤ ad alta velocit¨¤. Nel 2004 Honda riusc¨¬ a conservare il titolo costruttori, ma il titolo piloti fu dolorosamente conquistato da Rossi, inaspettatamente iridato con 9 vittorie davanti a 5 piloti Honda. Il migliore di questi fu Gibernau, vincitore di 5 GP, con altre 2 vittorie siglate dal giapponese Makoto Tamada e una da Biaggi. Il Dottore si prese quindi subito la sua rivincita e Hrc era la grande sconfitta.?
Altra batosta nel 2005
¡ª ?L'affronto patito nel 2004 non fu digerito bene dai vertici Hrc, impazienti di rifarsi immediatamente sul binomio Rossi-Yamaha. In inverno si lavor¨° alacremente sul V5 per renderlo ancora pi¨´ compatto e arrivare a spremerne oltre 250 Cv a 16.000 giri/min. Vennero inoltre introdotti un nuovo telaio e un nuovo forcellone e l'elettronica fu ulteriormente perfezionata, ma la mancanza di un pilota come Rossi e di un tecnico come Burgess a orientare lo sviluppo si fece sentire. Per il 2005 la Rc211v fu affidata a Gibernau, Biaggi, Barros, Tamada,?all'ex-iridato Suberbike Troy Bayliss, al giovane talento americano Nicky Hayden, arrivato nel team ufficiale l'anno prima, e a Marco Melandri, appena rilasciato da Yamaha. Tuttavia, la stagione si rivel¨° addirittura peggio della precedente. Rossi e Yamaha la cominciarono subito col piglio dei dominatori e Honda, pur introducendo diversi upgrades?nel corso dell'anno, non riusc¨¬ mai a trovare il modo per contrastarli in maniera credibile. Il Dottore?si laure¨° campione con 11 vittorie su 17 GP e un margine abissale su Melandri, vice-iridato con due vittorie al suo attivo. Barros e Hayden vinsero una gara a testa, ma questo non bast¨° a Honda per evitare la perdita del titolo costruttori.
La rivincita del 2006 con hayden
¡ª ?Dopo un 2005 disastroso, Honda era impaziente di rifarsi nella MotoGP del 2006. Al confermato Hayden veniva affiancato un giovane e minuto pilota spagnolo di nome Dani Pedrosa, reduce da tre titoli iridati consecutivi nelle classi minori e dotato di uno stile di guida rivoluzionario ed estremamente efficace. La Rc211v del 2006 ricevette un nuovo step del motore, ancora pi¨´ compatto e con una nuova frizione, oltre a un'elettronica ancora pi¨´ evoluta e con un acceleratore ancora pi¨´ preciso. La potenza era ora di 260 Cv a 16.000 giri/min, ma Hrc non sembrava troppo sicura sulla direzione da intraprendere sul versante della ciclistica. Hayden e Pedrosa iniziarono la stagione con due telai diversi mentre ai 'privati' Melandri, Tamada, Toni Elias e Casey Stoner venne affidata un'evoluzione della moto 2005. Hayden inizi¨° la stagione con la stessa frizione di Pedrosa, ma poi opt¨° per quella utilizzata negli anni precedenti. Anche in quell'anno la moto fu costantemente aggiornata e Hayden, approfittando del balbettante inizio di stagione di Rossi con una Yamaha M1 pesantemente rinnovata, fece della costanza la sua arma principale per vincere il titolo piloti nonostante 2 sole vittorie in stagione. Rossi di vittorie ne raggranell¨° 5, ma una scivolata nell'ultimo GP di Valencia gli imped¨¬ di coronare la sua rimonta ai danni dell'americano. Honda si riappropri¨° anche del titolo costruttori grazie alle 3 vittorie di Melandri (che nel corso dell'anno ricevette lo stesso telaio di Pedrosa come Stoner), alle 2 del rookie Pedrosa e a quella di Elias nel penultimo round dell'anno, decisiva nella corsa al titolo. Al Mugello, sulla Rc211v del team Lcr, Casey Stoner raggiunse inoltre la velocit¨¤ record di 334 km/h.
La fine del v5
¡ª ?Al termine della stagione 2006, la Rc211v usc¨¬ di scena per lasciar spazio alla Rc212v, moto nata per competere nella nuova MotoGP del 2007 con limite di cilindrata ridotto a 800 cc. Dotata di un motore V4, la nuova arma di casa Honda adottava una ciclistica in larga parte ereditata dalla moto iridata di Hayden del 2006, ma non riusc¨¬ ad emularne il successo in pista se non nella sua ultima stagione di militanza nella classe regina, nel 2011, anno del secondo titolo iridato di Casey Stoner. L'australiano vinse il suo primo titolo con la Ducati Desmosedici Gp proprio nel 2007 mentre nei 4 anni successivi fu Yamaha a fare incetta di titoli con Rossi e l'astro nascente?Jorge Lorenzo. La Rc211v sub¨¬ s¨¬ la bruciante sconfitta da parte del "transfugo" Rossi, ma numeri alla mano, nei suoi 5 anni di militanza in MotoGP, conquist¨° 7 dei 10 titoli a disposizione tra piloti e costruttori. L'audacia del progetto V5 rimane comunque indelebile per tanti appassionati e vista l'introduzione del limite dei 4 cilindri in MotoGP a partire dal 2012, anno dell'innalzamento della cubatura massima a 1.000 cc, rester¨¤ probabilmente un unicum nella storia del Motomondiale.
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