Più potente, leggera, guidabile: perché cresce l'ottimismo di Marini e Mir sulla nuova Honda

I primi test di Sepang hanno lasciato ai piloti buone impressioni sulla HRC. Vediamo in dettaglio le loro parole e perché la strada imboccata sembra quella giusta

I piloti Repsol Honda HRC, l’ex iridato Moto3 2017 e MotoGP 2020 Joan Mir e il nuovo arrivato Luca Marini, entrambi 26enni, sono diversi per esperienze, curriculum e qualità tecniche ma concordano sui miglioramenti dimostrati dalle nuove RC213V nei recenti test di Sepang del 6-8 febbraio. Adesso gli “ufficiali” Honda Mir e Marini e i piloti Honda LCR Johann Zarco (33 anni iridato Moto2 2015 e 2016) e Takaaki Nakahami (32 anni) si aspettano dalla Casa dell’Ala Dorata nuovi miglioramenti per ridurre il gap dai primi, in vista dell’appuntamento del 19 e 20 febbraio e, soprattutto, della prima gara MotoGP 2024 del 9 e 10 marzo. Come noto, quest’anno Honda – insieme a Yamaha – gode delle “concessioni”, cioè degli aiuti tecnici consentiti dai nuovi regolamenti MotoGP 2014 per dare una mano alle Case meno competitive di recuperare il loro gap.?

le concessioni

Si può discutere se sia giusto o meno decidere dall’alto, con i regolamenti, per modificare la competitività in pista, ma è un fatto che per lo più tali interventi hanno poi reso gare e campionati migliori, più combattuti e seguiti. Stavolta, l’aiuto può forse essere considerato eccessivo nel tempismo, dato che le Case giapponesi cui sono state date queste nuove concessioni hanno vinto l’iride MotoGP ininterrottamente dal 2008 al 2021: 7 volte Honda e 6 Yamaha più 1 Suzuki. La Yamaha, con Fabio Quartararo, dopo il titolo 2021, è stata protagonista nel 2022 finendo seconda. E la Honda è andata in tilt nel 2020 dopo l’incidente a Jerez di Marc Marquez avendo però dominato i mondiali del 2019, 2018, 2017, 2016, 2014, 2013. Giusto aiutare i “bisognosi” anche se va ricordato che, stavolta, principalmente, si parla di Honda che ha vinto nel mondiale 313 Gran Premi e di Yamaha che ne ha vinti 245, con terza la MV Agusta (139).?Quando le concessioni sono state date a Ducati, Aprilia e Ktm, le tre Case – basta vedere i risultati: tempi sul giro e classifiche di qualifiche e gare - ne avevano davvero bisogno. C’è da aggiungere che, a parte qualche mugugno a Borgo Panigale, tutte le Case, tramite la MSMA, hanno approvato le nuove regole anche se con livelli di soddisfazione diversi.?

?i test

Ma torniamo agli ultimi test di Sepang del 6-8 febbraio dominati dalle Ducati di Bagnaia (1’56"682), Martin, Bastianini, Alex Marquez, con Honda nella top ten grazie a Mir che ha chiuso con il decimo tempo (1’57.374) +0.692 dalla vetta. Poi Nakagami 13° (1’57.765) +1.083; Zarco 16° (1’57.942) +1.260; Marini 19° (1’58.008) + 1.326. Sono solo test. Già. Intanto su questi tempi e sui tempi del prossimo 19-20 febbraio si discute e si discuterà per capire, se non altro, l’aria che tira. Per Alberto Puig: “La moto è migliorata molto, dobbiamo provare a essere costanti in gara. Anche con le concessioni ci vorrà tempo per avvicinare Ducati, veniamo da anni difficili. Stiamo lavorando per tornare a un livello in cui i nostri piloti abbiano la possibilità di lottare, e questo sarà il primo passo. Il secondo sarà vincere le gare quando la moto è pronta, il nostro unico obiettivo finale è vincere il titolo”. E, sempre Puig, sul nuovo entrato in HRC Marini: “? molto metodico. Parla chiaro e dà informazioni precise. ? un gran lavoratore e ha una mentalità positiva, non si abbatte”. E Marini: “La moto è migliorata tanto nei giorni di fine test. Mir ha fatto un ottimo tempo. Honda è molto diversa da guidare rispetto alla Ducati, mi devo ancora adattare e dobbiamo lavorare sul setting e sul turning, non riesco a far girare bene la moto nella fase di inserimento. Però abbiamo capito la direzione in cui andare e in Qatar proveremo nuove cose”. Chiudiamo con Mir che pare vedere il bicchiere mezzo pieno: “Abbiamo fatto uno step, perché siamo stati molto più veloci rispetto all’anno scorso. Iniziamo a vedere i risultati dei cambiamenti fatti dalla Honda”.?

soddisfazione

La nuova Honda è più leggera e potente rispetto al 2023 e i piloti parlano di moto guidabile, bel telaio, gran motore sul dritto anche se restano limiti, specie in uscita di curva. In casa Honda pare tornata una moderata soddisfazione per i miglioramenti tecnici della RC213V, in particolare il nuovo pacchetto aerodinamico, anche se il gap complessivo da Ducati resta pesante, come dimostrano i quasi sette decimi dall’1’56.682 della Rossa di Pecco, e sarebbe ancor peggio se restasse così, più o meno, anche dopo il prossimo test del 19-20 febbraio. A freddo, visti i tempi sul giro e in alcune parti del circuito dove pesano lo sbilanciamento sull’anteriore e lo scarso grip sul posteriore, non sarà facile per Honda – lo stesso discorso vale oggi più o meno anche per Yamaha – recuperare l’attuale gap. Non è facile, anche, passare da una situazione dove per anni c’era un solo pilota, Marc Marquez, a dettare la “linea”, a oggi, dove tutti hanno il diritto di parola su qual è la strada da prendere per migliorare il tempo sul giro e fare risultato. Il principale limite tecnico della Honda nelle ultime stagioni era dato dalla ciclistica, con un bilanciamento fra anteriore e posteriore mai trovato da Marquez, sempre in crisi, capace di tenere il passo dei primi solo rischiando oltre misura, con record di cadute. Oggi Honda lavora per rendere guidabile la moto per tutti i suoi piloti.?

l'ex marquez

Non sarà facile passare da un'impostazione precedente, dove tutto ruotava attorno alla linea tecnica di Marc Marquez, a quella attuale con più galli nel pollaio. Un conto è lavorare nelle lunghe giornate dei test, un altro sarà cercare di togliere dal proprio tempo decimi pesanti, nel corso dell’ultimo giro di qualifica. Nei primi test 2024 Ducati ha dimostrato di non privilegiare più la potenza per le velocità sul dritto ma di puntare soprattutto sull’erogazione della potenza (elettronica al top) e sull'aerodinamica in funzione della spinta e della tenuta di strada. In ogni circuito, i rettilinei sono uno-due, mentre tante sono le curve dove in ingresso e soprattutto al centro e in uscita si fa la differenza. Nelle corse, vale sempre il detto “Mai dire mai”. Honda pare molto impegnata e decisa nel recuperare il gap delle ultime stagioni. E se dai test del 19-20 febbraio e soprattutto dalla prima gara dell’8-10 marzo si dovesse prendere atto che ancora le moto delle Case avversarie, specie Ducati, restano davanti, imprendibili? A quel punto a Honda e ai suoi piloti, non resterà che prendere atto che quella del 2024 è una stagione di passaggio e che la strada del recupero “è lunga e polverosa”.