In occasione della presentazione della stagione di gare 2022, Honda ha lanciato il nuovo logo di Hrc, che da oggi fonde il mondo delle due ruote con quello delle quattro. Ecco la storia e i mezzi pi¨´ iconici
Ufficialmente, Hrc (Honda Racing Corporation) ¨¨ il reparto corse della casa di Tokyo, ma dagli appassionati ¨¨ considerato lĄŻOlimpo delle competizioni, la Mecca dellĄŻingegneria motoristica, il paradiso della tecnica a due e quattro ruote. Insomma, un vero e proprio luogo di culto dove vengono progettati, sviluppati e sfornati i mezzi pi¨´ performanti, e spesso vincenti, della storia del motorsport. Tre lettere e tre colori simbolici che, a partire dai primi anni ĄŻ70, hanno invaso il mondo delle corse e da questĄŻanno cambiano volto con un nuovo logo per simboleggiare il secondo rivoluzionario salto evolutivo del racing department pi¨´ famoso al mondo.
COME ? FATTO IL NUOVO LOGO
ĄŞ ?Sui tre colori non si transige e su questo fronte Honda ha voluto rispettare la storia del leggendario marchio. Il nuovo logo Hrc, gi¨¤ presente sulle moto da rally che hanno concluso la Dakar, si fa quindi sempre notare per la presenza del rosso nella parte alta e del blu (ora leggermente pi¨´ scuro) in basso, con una linea netta bianca a spezzare in due la sigla. I caratteri hanno per¨° un design pi¨´ moderno e slanciato: infatti, le forme squadrate del passato logo sono state rese pi¨´ morbide smussando gli angoli delle tre lettere, aumentando lo spessore della cornice bianca e inclinando di qualche grado a destra la scritta. Il risultato ¨¨ molto affascinante e non solo in termini estetici: la Honda Racing Corporation, da sempre reparto corse delle due ruote a tutto tondo (MotoGP, Superbike, motocross e trial), espande il suo orizzonte di sviluppo anche alle quattro ruote, come una fusione tra i due mondi. Per questo, in Formula 1, nonostante lĄŻuscita ufficiale di Honda, si continuer¨¤ a parlare della collaborazione di Hrc con Red Bull tramite il marchio Acura.
LA STORIA DI HRC (PARTE 1)
ĄŞ ?LĄŻesperienza nelle corse dellĄŻAzienda dallĄŻAla Dorata ha inizio ben prima della nascita di Hrc. Siamo nei primi anni ĄŻ60 e Honda riesce gi¨¤ a imporsi nei confronti delle case europee che nel decennio di stagioni precedenti dominavano i Gran Premi. Le moto erano rosse e argento, con un piccolo baffo color oro sulla carenatura laterale: una livrea ancora oggi di impatto, che simboleggia i primi grandi successi del marchio giapponese nelle gare del Mondiale GP. La prima moto tricolore ¨C bianca, rossa e blu ¨C debutt¨° nel 1973, alla 200 miglia di Daytona, una gara dedicata alle derivate di serie. La CB750 guidata da Morio Sumiya non presentava ancora loghi di un particolare reparto corse ma, proprio da quello stesso anno, il Racing Service Center (siglato Rsc), team ufficiale che gestiva le attivit¨¤ sportive del marchio, divenne unĄŻentit¨¤ separata dalla Honda Motor Co. Ltd con un suo simbolo dedicato. Dal 1974 inizia a comparire uno stemma tricolore in sostituzione del precedente in verde con sfondo nero, ma spesso il rosso viene sostituito con il giallo/arancione, a conferma che la combinazione di colori non era ancora stata definita. Nel 1976, proprio ispirandosi alla 750 sopra citata, il capo progetto dellĄŻEuropeo Endurance Honda, Masakazu Matsuzawa, decide di vestire la Rcb1000 con i tre iconici colori: la squadra vince tutte le gare a cui partecipa, facendo acquistare sempre pi¨´ popolarit¨¤ a quel mix di tinte che presto diventeranno il simbolo di Hrc.
LA STORIA DI HRC (PARTE 2)
ĄŞ ?Con il ritorno nel Mondiale velocit¨¤ nel 1979, dopo quasi dieci anni di assenza, Honda sorprende doppiamente: infatti, oltre allĄŻannuncio, decide di schierare una moto a quattro tempi e con pistoni Ą°ovaliĄą per contrastare le mostruose due tempi dellĄŻepoca. La NR500, ovviamente schierata con grafiche tricolore, era un progetto cos¨Ź innovativo che aveva bisogno di ancora un poĄŻ di sviluppo per poter competere con le avversarie, quindi, il primo successo arriv¨° solo nel 1981, alla 200 miglia di Suzuka. I risultati faticano ad arrivare e lĄŻanno successivo la casa dellĄŻAla Dorata decide di tornare ai prototipi a miscela e si mette al lavoro sulla mitica tre cilindri NS500, nonna della futura NSR500. Proprio nel ĄŻ82, pi¨´ precisamente lĄŻ1 settembre, viene fondata ufficialmente la Honda Racing Corporation, che va a sostituire la Rsc. LĄŻunica missione ¨¨ di sviluppare, produrre e vendere motociclette e componenti per le corse, sia su asfalto per il fuoristrada. Cos¨Ź ha inizio il mito di Hrc.
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LĄŻIMPERO HRC
ĄŞ ?Quando si parla di Hrc, si parla di Impero. E non solo per il peso simbolico di queste tre lettere allĄŻinterno del mondo delle corse. Hrc, come reparto corse di Honda, ¨¨ una super potenza ingegneristica senza eguali. Un centro di sviluppo dove viene ricercato il limite prestazionale dei mezzi, sia a livello motoristico, ciclistico che elettronico (oggi). Soprattutto nei primi venti anni di attivit¨¤, le decisioni prese allĄŻinterno dellĄŻazienda erano legge, in quanto lĄŻobiettivo era di dimostrare la propria superiorit¨¤ tecnologica vincendo gare, creando una nuova generazione di progettisti e proponendo sempre una tecnologia rivoluzionaria. Ed ¨¨ anche grazie a questa filosofia che oggi, nel mondo delle corse, i veicoli marchiati Honda Hrc sono tra i pi¨´ sorprendenti e vittoriosi della storia.
DOMINIO A DUE E A QUATTRO TEMPI
ĄŞ ?La nascita di Hrc diede unĄŻimportante svolta nella presenza della casa di Tokyo nel motorsport e i numeri parlano chiaro: solo nella classe regina del Motomondiale, dal 1982 ad oggi, Honda ha portato a casa 21 titoli iridati, pi¨´ della met¨¤ delle stagioni corse. Tra i mezzi racing pi¨´ iconici mai progettati cĄŻ¨¨ sicuramente la gi¨¤ citata NS500, tre cilindri a due tempi che nel 1983 vinse il Campionato del Mondo con Freddie Spencer. LĄŻanno successivo venne affiancata dalla leggendaria Nsr500. Il motore era un V4, sempre con alimentazione a base di miscela, ma la cosa particolare ¨¨ che il serbatoio era stato posizionato in basso, sotto al blocco, cos¨Ź da abbassare il baricentro, mentre gli scarichi passavano sopra, allĄŻinterno di una cover a forma di serbatoio tradizionale. Una scelta estrema, forse troppo: infatti, oltre a variare la dinamica della moto man mano che la benzina calava (variando radicalmente la distribuzione dei pesi in corsa), il calore delle quattro espansioni cuoceva letteralmente il pilota, tanto che dallĄŻanno successivo Honda torn¨° a soluzioni pi¨´ convenzionali. Da qui inizia il dominio della due tempi giapponese, che rimane tra le moto da battere fino al 2001, anno dellĄŻultima stagione dedicata alle sole 500 GP, vinta da Valentino Rossi proprio con la Nsr500. Comincia lĄŻera delle MotoGP, i prototipi moderni a quattro tempi, che sembra siano stati voluti insistentemente proprio dalla casa dellĄŻAla Dorata. Infatti, la RC211V, mamma dellĄŻattuale RC213V, fu un progetto rivoluzionario, sviluppato da Hrc con il supporto di Honda stessa (per farvi capire il peso della manovra). I risultati li conosciamo: la cinque cilindri era tre step sopra le altre e il numero 46, allora pilota di punta del team Repsol Honda, fece doppietta sia nel 2002 che nel 2003, salendo sul podio 31 volte su 32 gare.
DALLA PISTA ALLA STRADA (parte 1)
ĄŞ ?Hrc ¨¨ sinonimo di corse, ma questo logo ha avuto una forte influenza anche nel mondo delle derivate di serie. Infatti, anche se gran parte delle moto di produzione che conosciamo oggi sono frutto di Honda, spesso, quando si parla di alte prestazioni, anche un colosso come Honda si ¨¨ affidata al supporto del suo reparto corse per dominare la scena. La Vfr750R RC30 ¨¨ uno degli esempi pi¨´ iconici: la prima ipersportiva mai prodotta, lanciata nel 1987, conquistava per la raffinatezza tecnica di ogni sua componente. Il telaio in alluminio con forcellone monobraccio abbracciava un motore V4 di 90Ąă, quattro tempi, quattro valvole per cilindro, raffreddato a liquido e alimentato da carburatori Mikuni per una potenza massima di 112 Cv a 11.000 giri/min, un record per lĄŻepoca. Venne prodotta in 3.500 esemplari e ancora oggi fa sognare per le soluzioni allĄŻavanguardia e la celebre grafica tricolore.
DALLA PISTA ALLA STRADA (PARTE 2)
ĄŞ ?Poi fu il turno della NR750, in onore della passata NR500 da corsa. La carenata realizzata con Hrc nel 1992 in sole 322 unit¨¤ ¨¨ tuttĄŻora una moto stravolgente. Le dimensioni massicce erano dovute al propulsore che si nascondeva l¨Ź sotto, un quattro cilindri a pistoni ovali con 32 valvole e otto bielle per 125 Cv, un poĄŻ come se fosse un V8. Un progetto Ą°folleĄą, valorizzato dallĄŻampio utilizzo di materiali rari come il carbonio, il magnesio e il titanio. Infine, per citare lĄŻultima creazione con firma Hrc, cĄŻ¨¨ la nuova Honda CBR1000RR-R. La mitica Fireblade ha sempre affascinato per le sue prestazioni unite alla facilit¨¤ di utilizzo anche su strada. Purtroppo, queste qualit¨¤ lĄŻhanno sempre limitata in termini di prestazioni pure sui campi di gara, quindi nel 2020 ¨¨ arrivata lĄŻultima generazione della superbike del Sol Levante che, con il supporto degli ingegneri della Honda Racing Corporation, ha affilato gli artigli. Il risultato ¨¨ una sportiva estrema, dal look decisamente aggressivo e in grado di toccare i 217,5 Cv di potenza massima a 14.500 giri/min, ovviamente con scarico originale e omologato, targa, fari e specchietti...
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