A bordo della Ferrari Roma sui luoghi del film del 1960, per dimostrare come unĄŻauto, al pari di un monumento antico, possa essere considerata unĄŻopera dĄŻarte
Quali criteri bisogna seguire per la costruzione di unĄŻauto con la A maiuscola? Fra pareri contrastanti, sembra prevalere lĄŻidea di un connubio fra efficienza tecnica e ragion dĄŻessere, vale a dire la sua utilit¨¤. E su questo punto si potrebbero aprire centinaia di parentesi su quale effettivamente sia lĄŻutilit¨¤ di unĄŻauto. Quella che riguarda esclusivamente il trasporto di passeggeri e bagagli dal punto A al punto B? O esiste unĄŻaltra via, che permetta di trasformare lĄŻauto in un oggetto animato, portatore della componente emotiva? La risposta oramai la conosciamo: ¨¨ s¨Ź. E la si trova nella bellezza. LĄŻItalia, in particolar modo, con la sua longeva e ricca tradizione nella carrozzeria, ha saputo coniare lĄŻestetica dellĄŻauto. Dal Futurismo in poi, una bella automobile ¨¨ riconosciuta universalmente come opera dĄŻarte. Dunque la sua bellezza e la sua estetica corrispondono alla sua utilit¨¤.
NUOVA DOLCE VITA
ĄŞ ?Per dimostrare questo assunto, abbiamo realizzato a bordo della Ferrari Roma un tour nei luoghi de La Dolce Vita. Probabilmente il modo migliore per celebrare il film di Federico Fellini, che nel 1960 riscriveva la storia del cinema, cogliendo una rivoluzione sul piano del costume e dellĄŻestetica e portandola sul grande schermo. DĄŻaltronde, la connessione fra la Rossa e il regista riminese ¨¨ suggerita dalla stessa Ferrari, che per il lancio della Roma ha coniato lo slogan Ą°Nuova Dolce VitaĄą, introducendo un linguaggio stilistico ultramoderno, ma con un forte richiamo alle linee delle vetture che hanno reso celebre la casa di Maranello negli Anni ĄŽ60.
IL TOUR DELLĄŻACQUA
ĄŞ ?Ą°Marcello, come here!Ąą. La scena pi¨´ celebre de La Dolce Vita ¨¨ indubbiamente quella del bagno di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni nella Fontana di Trevi, con il rumore dellĄŻacqua scrosciante che aumenta fino a interrompersi con la luce del giorno. LĄŻacqua ¨¨ uno degli elementi pi¨´ ricorrenti del film, dallĄŻimmagine iniziale dellĄŻacquedotto Claudio alla scena conclusiva sul bagnasciuga di Fregene. La scelta registica di rappresentare acquedotti e fontane ¨¨ stata ripresa anche in film successivi, ad esempio da Sorrentino ne La Grande Bellezza, ed ¨¨ dovuta alla forte associazione fra Roma e lĄŻacqua - uno degli elementi caratterizzanti dellĄŻantica civilt¨¤ romana - che ancora oggi, con la sua abbondanza e freschezza, stupisce i visitatori dellĄŻUrbe.
campo gerini
ĄŞ ?LĄŻacquedotto Claudiocompare nella scena di apertura, girata nel campo da calcio dove oggi si allena la Quadraro Cinecitt¨¤, che milita nella terza categoria. Due elicotteri sorvolano lĄŻantica costruzione romana: il primo trasporta una statua di Cristo, inseguito dal secondo velivolo, sul quale si trovano il giornalista scandalistico Marcello Rubini e il pressante fotografo Paparazzo, da cui prende il nome lĄŻomonima categoria. Quella che noi riusciamo a vedere ¨¨ una parte minima dellĄŻacquedotto: gran parte della rete degli acquedotti romani era infatti sotterranea, mentre la parte esterna - solo 80 km su un totale di 500 - veniva costruita esclusivamente per mantenere la costanza del livello di scorrimento dellĄŻacqua. La costruzione ¨¨ in Ą°saxo quadratoĄą, cio¨¨ costruita da grandi blocchi, nella fattispecie di peperino. QuestĄŻopera ha un carattere eminentemente pratico, ma noi riusciamo a percepirne, anche a distanza di secoli, lĄŻintrinseca qualit¨¤ artistica e la capacit¨¤ di ridefinire in modo armonico il paesaggio. Tornano utili gli insegnamenti di Vitruvio, che nel De Rerum Architectura definisce i tre criteri di utilitas, la firmitas e la venustas. Ovvero la ragion dĄŻessere di unĄŻopera, la sua stabilit¨¤ architettonica e la sua bellezza. Gli stessi criteri, dunque, che vanno tenuti a mente per progettare unĄŻautomobile.
EUR
ĄŞ ?UnĄŻaltra importante location de La Dolce Vita. Qui vengono ambientate le tristi vicende di Steiner e sono girate altre scene minori. Nel 1960, il quartiere a sud di Roma era uno dei pi¨´ moderni e ariosi della citt¨¤. Infatti, il progetto risaliva alla fine degli Anni ĄŽ30 in vista dellĄŻesposizione universale del 1942 e doveva indicare la nuova direttrice di espansione della citt¨¤ verso il mare tramite la Via Cristoforo Colombo. La guerra ne imped¨Ź il completamento, ma i lavori furono intensificati negli anni ĄŽ50, in vista delle Olimpiadi di Roma ĄŽ60. Infatti, in quest'area vennero situati alcuni dei pi¨´ importanti edifici adibiti ai giochi olimpici: il palazzo dello Sport, il velodromo, il laghetto, il palazzo del Coni alle Tre Fontane.
LĄŻEur di oggi ha un aspetto molto diverso da quello felliniano. Eppure, rimane invariato il suo nucleo centrale, il quale, con la sua Ą°romanit¨¤Ąą programmatica, ha un aspetto magniloquente che tuttavia mostra un forte legame con lĄŻarchitettura razionalista e ricorda le assolate, semideserte piazze di De Chirico. In modo simile la Ferrari Roma ha una classicit¨¤ programmatica, che ritroviamo nella purezza delle linee e nella perfezione delle proporzioni, ma reinterpretata in chiave moderna e hi-tech.
San Pietro
ĄŞ ?La nostra passeggiata prosegue per via della Conciliazione, dove ci fermiamo ad ammirare la basilica di San Pietro. Quella che vediamo nel film, nella scena in cui i paparazzi inseguono Anita Ekberg allĄŻinterno della cupola, in realt¨¤ ¨¨ stata ricostruita a Cinecitt¨¤. In questo monumento giganteggiano due dei pi¨´ grandi artisti della storia: Michelangelo e Bernini. Entrambi scultori, essi sono qui chiamati a costruire, ma pur cimentandosi in grandiose opere di ingegneria, non dimenticano mai i valori plastici e formali, come testimoniano lĄŻambiziosa cupola del fiorentino e il colonnato, che da Bernini ¨¨ immaginato come due braccia aperte, volte ad accogliere i fedeli.
Piazza del popolo
ĄŞ ?Proseguiamo sulle orme di Marcello Mastroianni e, attraversando il Tevere, decidiamo di passare per Piazza del Popolo. Nel film lo Sn¨¤poraz (questo il soprannome affibbiatogli da Fellini) si fa accompagnare allĄŻinterno della piazza da Maddalena, interpretata da Anouk Aim¨Śe, a bordo di una Cadillac Series 62 Convertible. Oggi, Piazza del Popolo ¨¨ delimitata da transenne e non ¨¨ possibile guidare al suo interno. Le transenne sono lĄŻultima delle modifiche che hanno interessato lĄŻarea e hanno avuto merito di sottrarre questo monumento straordinario alla funzione di parcheggio. Del resto, la piazza ¨¨ il risultato di una lunga serie di trasformazioni dovuta alla sua funzione di principale ingresso alla citt¨¤.
Il primo grande intervento di epoca moderna fu lĄŻinnalzamento dellĄŻObelisco, fatto trasportare dal Circo Massimo da papa Sisto V. La porta fu ristrutturata da Bernini in occasione dellĄŻarrivo a Roma di Cristina di Svezia, a met¨¤ del Seicento. Lo stesso artista ridisegn¨° le due chiese gemelle di Santa Maria dei Miracoli e Santa Maria in Monte Santo. LĄŻultimo Ą°restylingĄą ¨¨ del periodo neoclassico, a opera di Valadier, che rese la piazza una sorta di anfiteatro, collegato in modo suggestivo al Pincio.
Via Veneto
ĄŞ ?Da qui siamo costretti a prendere il Muro Torto e, passando attraverso Porta Pinciana, entriamo in Via Veneto, dove ci attende il celebre fotografo Rino Barillari, che attraverso i suoi scatti ha costruito il mito della Dolce Vita. La via Veneto del film ¨¨, in realt¨¤, una fedele riproduzione, la pi¨´ costosa fra i circa 80 set realizzati a Cinecitt¨¤ per La Dolce Vita. Ciononostante ¨¨ rimasta il luogo simbolo degli anni ĄŽ60 romani. Proprio qui, dopo la scomparsa di Fellini, ¨¨ stata apposta una targa dedicata al regista riminese. EĄŻ una via ampia, realizzata alla fine dellĄŻOttocento e caratterizzata da edifici di pregio destinati allĄŻalta borghesia e ai grandi alberghi e, naturalmente, ai locali notturni frequentati dalle celebrit¨¤. Per gli appassionati di automobilismo, poi, la Mille Migliacontribuisce ad accrescere la magia di Via Veneto. Infatti si conclude qui la celebre manifestazione che rese grande il nome Ferrari nel dopoguerra.
Fontana di Trevi
ĄŞ ?Dopo aver parcheggiato la Ferrari Roma in piazza Barberini, ci dirigiamo a piedi alla settecentesca Fontana di Trevi. Fare il bagno qui ¨¨ vietato, come ¨¨ giusto che sia. Per questo, coloro i quali negli anni hanno cercato di emulare Anita Ekberg e Marcello Mastroianni sono stati sanzionati con multe salatee il daspo urbano. DĄŻaltronde, si tratta di un vero e proprio atto di vandalismo nei confronti di quello che ¨¨ un capolavoro dellĄŻurbanistica tardo barocca e Ą°mostraĄą dellĄŻAcquedotto Vergine. EĄŻ il frutto di un progetto ambizioso, opera del giovane architettoNicola Salvi. La piazzetta su cui doveva essere edificata la fontana ¨¨ irregolare e di modeste dimensioni. Tuttavia lĄŻartista, rinunciando alla circolarit¨¤ della fontana e utilizzando come sfondo il preesistente palazzo Poli, crea il capolavoro della sua vita. La fontana viene costruita come un gigantesco teatro sulla cui scena campeggiano le immagini di Oceano, della Salubrit¨¤ e dellĄŻAbbondanza, le due virt¨´ dellĄŻacqua.
Ma lĄŻattore principale della scena ¨¨ proprio lĄŻacqua Vergine, il cui acquedotto fu fatto edificare da Agrippa allĄŻepoca di Augusto e che, con duemila anni di attivit¨¤, rappresenta un vitale senso di continuit¨¤ attraverso i secoli di questa straordinaria citt¨¤. Se tuttavia lĄŻacquedotto ¨¨ un elemento architettonico che nasce per essere utile e, quasi per caso, trova la bellezza, nella Fontana di Trevi la bellezza ¨¨ il fine ultimo. Ugualmente, una supercar nasce per emozionare: sia alla guida, sia alla vista, sia allĄŻudito. Solo perseguendo questo fine ultimo, unĄŻauto smette di essere un mezzo di trasporto e diventa unĄŻopera dĄŻarte. E la Ferrari Roma lo ¨¨ in modo certo, perch¨Ś le sue linee e la sua bellezza, seppur sostenute da una tecnologia allĄŻavanguardia, corrispondono alla sua vera efficienza. Alla sua vera utilit¨¤.
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