Lo sviluppo delle nuove tecnologie mettono a rischio l'approvvigionamento dei minerali, soprattutto di quelli definiti rari, utili all'industria dei semiconduttori. Dal 1970 il consumo globale si ¨¨ quadruplicato e rischia di trasformare in una battaglia l'accesso ai materiali necessari a sostenere il mondo dell'automotive, sempre pi¨´ orientato all'elettrificazione
La Cina su chip e terre rare domina largamente il mercato mondiale. Stando all'ultimo censimento, datato 2016, sulla Terra esistono 5.090 specie di minerali, di cui 2.550 considerate rare. Secondo l'American Mineralogist, oltre due terzi dei minerali conosciuti sono attribuiti a cambiamenti biologici. Uno dei minerali pi¨´ rari del mondo, composto da torio e molibdeno, ¨¨ stato scoperto nel 2013 a Sarroch, a pochi km da Cagliari in localit¨¤ Su Seinargiu. Poi ci sono hazenite (California), alburnite (Romania) e nevadaite (Nevada) per ricordarne altri. Come si pu¨° dedurre dai dati pubblicati annualmente dall'Usgs (United States Geological Service) sulla Terra si consumano quantit¨¤ sempre pi¨´ crescenti di materiali, minerali e metalli.
A caccia di nuovi materiali
¡ª ?Dal 1970 il consumo globale si ¨¨ quadruplicato a vantaggio della Cina. Il 50% comprende sabbia, argilla, ghiaia e cemento oltre a minerali vari per produrre fertilizzanti. Scendendo nel dettaglio, carbone, petrolio e gas costituiscono il 15% del totale mentre i metalli incidono per il 10%, il resto ¨¨ costituito da piante e alberi. Fra i materiali forti ricordiamo il lutezio, un elemento delle terre rare, molto costoso (un grammo vale circa sei volte un grammo d'oro) e viene impiegato nelle leghe metalliche e come catalizzatore in processi chimici. E ancora l'osmio, della stessa famiglia del platino, tungsteno, acciaio, cromo, titanio, ferro, vanadio, zirconio, tantalio. Per non parlare del grafene, un super materiale caratterizzato da un unico strato di atomi di carbonio disposti in un reticolo esagonale. In relazione al suo spessore offre una resistenza meccanica cento volte superiore a quella del'acciaio. ? inoltre un super conduttore, elettrico e termico, in grado di far sfigurare il rame. Poi ¨¨ leggero come una piuma, impermeabile e biodegradabile. Tanto che l'azienda Leonardo vuole applicarlo sulle ali degli aerei per evitare depositi di ghiaccio.
Minerali e auto elettriche
¡ª ?Un'auto elettrica ha la necessit¨¤ di decine di metalli per funzionare, pi¨´ o meno rari. Le sue batterie richiedono, oltre al litio, anche grafite e manganese, cobalto, nickel, rame, ferro ed alluminio. La diffusione delle EV ha scatenato la caccia a questi metalli con la formazione di preoccupanti speculazioni e di rischi socio-ambientali e materie prime definite critiche (critical raw materials, Crw). E con la penuria di queste si sta ottenendo un effetto a cascata che penalizza le case costruttrici. L'allarme arriva dal rapporto pubblicato da Swisse Resource Capital AG (Src). Partendo dalle batterie agli ioni di litio, il mercato ne necessita a milioni (litio che incide poco sul prezzo finale, circa un 4%). Ma ¨¨ iniziato da mesi un percorso ad ostacoli perch¨¦ le materie prime sono concentrate in poche regioni.
Problemi di approvvigionamento
¡ª ?Quasi il 50% delle fonti mondiali di cobalto si trova nella Repubblica Democratica del Congo, mentre il 58% del litio proviene dal Cile. O ancora l'80% delle riserve di grafite si trovano in Cina, Brasile e Turchia, mentre il 75% delle riserve di manganese sono reperibili in Australia, Brasile, Sudafrica e Ucraina. Risultato? Nascono preoccupazioni sulla sicurezza dell'approvvigionamento. Una delle soluzioni evidenziate nel report consiste nell'aumentare il tasso di riciclo dei materiali a partire da una migliore progettazione delle batterie e sviluppando standard di riciclaggio ad alta efficienza collegati ad uno schema di certificazioni.
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Strapotere cinese
¡ª ?A dominare il mercato ¨¨ la Cina, che controlla il 54% della capacit¨¤ mondiale di estrazione delle terre rare e ben l'84% della loro raffinazione ma ¨¨ leader anche nella produzione della grafite. Nel recente G7 hanno recitato un ruolo importante nelle discussioni i semiconduttori, terre rare, minerali e batterie. La Cina ¨¨ l'unico Paese al mondo che controlla l'intera componentistica presente nei motori dell'auto, negli aerei, negli hard disk, nei missili teleguidati e nella macchine per la risonanza magnetica. Non deve sorprendere se l'approvvigionamento dei chip abbia penalizzato alcune Case automobilistiche costretta ad un blocco forzato degli stabilimenti di produzione. In ogni auto ci sono tra i 50 e i 140 microchip. Se viene a mancare un chip da 1 dollaro si blocca la vendita di un modello che ne vale all'incirca 40.000. La carenza di semiconduttori ha penalizzato Toyota, Ford, il Gruppo Volkswagen, Honda (costretta a ridurre le stime sulla produzione dei modelli Fit in Giappone e Civic e Accord negli Usa) e ancora Nissan, costretta a rallentare la produzione dell'ibrido Note, Mazda, Subaru ed altri marchi come GM, Daimler, Audi. Anche Carlo Tavares, Ceo di Stellantis, durante la conference call sui conti 2021 del Gruppo ha detto "di vedere due ostacoli: le materie prime ed i chip". Seguito a ruota da Luca De Meo, Ceo di Renault che ha parlato di "una lotta quotidiana per accaparrarsi i chip". Oggi senza semiconduttori non si pu¨° nemmeno alzare il finestrino dell'auto. Non solo. Gran parte degli oggetti di uso quotidiano funziona grazie a questi materiali: dalle auto agli smartphone, dai computer ai televisori, agli elettrodomestici. La recente inflazione negli Usa ¨¨ in parte legata alla carenza di chip, che ha spinto verso l'alto i prezzi delle auto di seconda mano. La carenza di chip incider¨¤ per 110 miliardi di dollari nell'industria automobilistica in termini di ricavi quest'anno a causa della mancata produzione di 3,9 milioni di veicoli.
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