Dopo l'incontro tra gli ambasciatori, anche il voto finale al Consiglio europeo, gi¨¤ slittato una volta, ¨¨ stato rinviato a data da destinarsi. Ora si riaprono gli scenari. Politiche industriali e pianificazioni, c'¨¨ molto da rivedere: dagli investimenti futuri fino al valore residuo delle auto usate
Un clamoroso Ą°Stop allo StopĄą, con la decisione del Comitato dei rappresentanti permanenti?presso l'Unione europea di rinviare a data da destinarsi il voto sul blocco alla vendita di vetture con motore a combustione nei 27 Paesi della Ue a partire dal 1Ąă gennaio 2035. La comunicazione ufficiale della presidenza di turno, retta dalla Svezia, certifica la situazione di stallo senza precedenti creatasi negli ultimi giorni attorno ad un provvedimento cruciale negli indirizzi di politica energetica dellĄŻUnione.?La sua discussione ¨¨ stata ufficialmente stralciata anche dal Consiglio Ue del 7 marzo, la sede chiamata a quella che ci sia spettava come una formale ratifica, e che invece non ci sar¨¤.
LĄŻimbarazzo di una spaccatura plateale tra i Paesi membri ha consigliato altro. "Il Comitato dei rappresentanti permanenti torner¨¤ sulla questione a tempo debito", comunica alla stampa il portavoce della Presidenza svedese del Consiglio Ue, Daniel Holmberg, fotografando una situazione che mette a rischio lĄŻintera pianificazione dellĄŻindustria automobilistica europea degli ultimi anni. Fonti istituzionali da Bruxelles non forniscono ulteriori coordinate per inquadrare lo stato reale di una trattativa che, dopo aver incassato l'astensione di Polonia e Bulgaria a titolo di dissenso, ha poi sub¨Źto la dichiarazione di voto platealmente contrario dellĄŻItalia, ma anche lĄŻapertura di una imprevista negoziazione dellĄŻultimo minuto con la Germania. Secondo lĄŻagenzia Reuters, infatti, Berlino avrebbe avanzato allĄŻUnione Europea una richiesta di deroga, consentendo la vendita di vetture con motore a combustione anche oltre il 2035, purch¨Ś alimentate con carburanti neutrali dal punto di vista delle emissioni di CO2.?
Cosa ci aspettava
ĄŞ ?Il piano Fit for 55, lo ricordiamo, ¨¨ tecnicamente un complesso di otto misure per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, ed ¨¨ stato presentato il 14 luglio 2021 dalla Commissione, contendo al suo interno proprio la norma che prevede lĄŻobbligo per nuove autovetture e nuovi veicoli commerciali leggeri di non produrre alcuna emissione di CO2 dal 2035. L'obiettivo ¨¨ quello di ridurre del 100% le emissioni di questi tipi di veicoli rispetto al 2021. Il 28 ottobre scorso questo provvedimento ha ottenuto il consenso anche del Parlamento europeo e del Consiglio, quindi il 14 febbraio 2023 lĄŻapprovazione finale da parte dellĄŻassemblea di Strasburgo. L'ultimo e formale via libera era previsto proprio nella riunione del Consiglio europeo del 7 marzo.
Scendendo poi nel dettaglio, una vera clausola di emergenza ¨¨ stata aggiunta al testo originale il 29 giugno 2022, nella seduta di Consiglio dei ministri dell'Ambiente dei Paesi Ue, con lĄŻobbligo per la Commissione di svolgere entro dicembre 2026 una Review Stage, una fase cio¨¨ di verifica sui reali progressi compiuti verso la riduzione delle emissioni, ma tenendo soprattutto conto degli eventuali ritardi nella realizzazione di una rete di ricarica capillare e funzionale per auto elettriche, oltre che dellĄŻimpatto sociale della transizione energetica sullĄŻindustria automobilistica. Nelle ultime ore proprio la clausola Review Stage, imposta in realt¨¤ alla Commissione, ¨¨ stata invocata proprio dal commissario Ue al Mercato interno Thierry Breton per convincere della reversibilit¨¤ della svolta elettrica, o comunque della possibilit¨¤ eventuale di spostare oltre il 2035 la data dello stop ai motori termici. Il tentativo, forzato e tardivo, non ¨¨ comunque bastato.?
i costruttori
ĄŞ ?Nel momento delle dichiarazioni seguite al voto saltato i costruttori europei di auto, riuniti nell'associazione di categoria Acea, ritengono che "l'apertura tecnologica rimanga essenziale per mantenere l'agilit¨¤ necessaria a rispondere a diverse esigenze e ad adattarsi alle mutevoli circostanze. Come dimostra l'attuale crisi energetica, la diversificazione ¨¨ essenziale per migliorare la resilienza dell'Europa. Alla fine, si tratta di tagliare le emissioni, non di sbarazzarsi di una tecnologia".?
La commissione europea
ĄŞ ?A fotografare la sensazione quasi di incredulit¨¤ che probabilmente sta vivendo la Commissione non pesa il silenzio di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ma casomai la replica alla stampa della portavoce Dana Spinant; "I voti nei gruppi di lavoro consiliari sono di competenza del Consiglio e ovviamente sono nelle mani della presidenza di turno. Non spetta a noi commentare l'ordine del giorno, le procedure e i processi", dichiara la Spinant, sostanzialmente trasferendo tutta la responsabilit¨¤ del mancato accordo sul Comitato dei rappresentanti permanenti, mentre non manca la difesa del lavoro della Commissione: "La proposta che abbiamo fatto si basa sulla neutralit¨¤ tecnologica, su come raggiungere le zero emissioni di Co2 delle auto nuove dal 2035. Questo ¨¨ l'obiettivo che ci siamo posti, emissioni di Co2 zero entro il 2035. E il modo per arrivarci per quanto riguarda la tecnologia ¨¨ tecnologicamente neutrale".
La posizione italiana
ĄŞ ?"Il nuovo rinvio in sede Ue sulla decisione riguardante lo stop ai motori termici al 2035 tiene giustamente conto di una forte resistenza di alcuni Paesi europei, con lĄŻItalia in prima fila, a unĄŻimpostazione del Regolamento troppo ideologica e poco concreta" commentail ministro dellĄŻAmbiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che disegna con nettezza il perimetro della posizione del governo italiano. "LĄŻelettrico non pu¨° essere lĄŻunica soluzione del futuro, tanto pi¨´ se continuer¨¤, come ¨¨ oggi, ad essere una filiera per pochi. Puntare inoltre sui carburanti rinnovabili ¨¨ una soluzione strategica e altrettanti pulita, che consente di raggiungere importanti risultati ambientali evitando pesanti ripercussioni negative in chiave occupazionale e produttiva".
?Quanto sia grave o definitivo lo stop imposto allĄŻapprovazione del provvedimento, lo spiega ancora Gilberto Pichetto: "La decarbonizzazione del settore dei trasporti, che resta obiettivo prioritario, deve tenere conto delle peculiarit¨¤ nazionali e di tempistiche compatibili con lo sviluppo del settore dellĄŻautomotive. Ci auguriamo che questa pausa consenta anche ad altri paesi e alle stesse istituzioni europee una ulteriore riflessione su un tema cos¨Ź importante per cittadini e imprese". "L'Italia - aggiunge il ministro per Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso - ha svegliato l'Europa e la decisione del rinvio su stop ad auto a benzina e diesel ¨¨ un segnale importante".
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