Il commento radiofonico del vicepresidente della Confindustria per filiere e medie imprese, Maurizio Marchesini, potrebbe apparire un'esagerazione. Tuttavia le auto molto vecchie in circolazione in Italia sono tante. E la situazione economica attuale disegna una realt¨¤ distante dalla strada tracciata dall'Unione europea
L¡¯Italia diventer¨¤ come Cuba, automobilisticamente parlando? Difficile avere certezze, al momento, probabilmente si tratta di un paradosso. Che per¨° pu¨° essere utile a ipotizzare uno scenario partendo dai dati attuali del parco circolante. Dato l¡¯assetto normativo in via di definizione, dal 2035 nell¡¯Unione europea non si potranno pi¨´ vendere autovetture e veicoli commerciali leggeri funzionanti a benzina o gasolio. Il riferimento all¡¯isola caraibica ¨¨ di Maurizio Marchesini, vicepresidente della Confindustria per filiere e medie imprese. Intervenendo il 15 febbraio alla trasmissione Zapping di Rai Radio 1, ha dichiarato che il nostro Paese potrebbe rischiare un effetto Cuba perch¨¦ le persone continueranno a circolare con le vecchie auto a combustione, dato che le elettriche costeranno troppo e non potranno permettersele. E i veicoli termici diventeranno sempre pi¨´ vecchi. Perch¨¦ Cuba? Il regime castrista nel 1960 viet¨° l¡¯importazione di qualsiasi automobile. Di conseguenza per diversi decenni gli abitanti continuarono a circolare con quello che avevano, in larga parte veicoli prodotti negli Stati Uniti. E, nonostante l¡¯abolizione del divieto nel 2014, ancora oggi questi veicoli restano largamente diffusi oltre che apprezzati e fotografati dai turisti. Trasferire all¡¯Italia tale destino, come detto, potrebbe apparire un¡¯esagerazione. Ma la realt¨¤ ¨¨ pi¨´ complessa delle teorie. Sempre.
Italia come Cuba? Tante auto vecchie
¡ª ?Le strade italiane oggi non sono affollate di automobili degli anni Cinquanta, non abbiamo lo scenario dell¡¯Avana. Tuttavia un dato di fatto ¨¨ noto e incontrovertibile: circolano ancora molte auto vecchie. Al 30 giugno 2022, secondo le stime di Unrae (associazione costruttori esteri operanti in Italia), circa il 25% del parco circolante italiano era precedente alla classe di emissioni Euro 4, categoria alla quale invece appartiene un altro 24%. Quindi quasi la met¨¤ delle auto in circolazione ha almeno 13 anni. Ma ci sono gli incentivi, si dir¨¤. Anche qui i fatti raccontano una storia diversa.
Incentivi auto elettriche: pochi e anche troppi
¡ª ?Numeri, numeri, numeri. Le auto elettriche costano. Nei listini italiani ci sono meno di dieci modelli (escludendo i quadricicli) dal prezzo inferiore a trentamila euro. Nel 2020 il reddito medio annuale per una famiglia di quattro persone era di 45.438 euro, ultimi dati Istat disponibili. Il tasso di disoccupazione nazionale oggi si aggira intorno all¡¯8% cui va aggiunta la percentuale del tasso di occupazione, ovvero il 60,5% della popolazione (dato Istat del dicembre 2022). Tali cifre non permettono di volare un gran che. E gli incentivi non spostano la situazione. Nel pomeriggio del 16 febbraio 2023 risultavano ancora a disposizione ben 173 dei 190 milioni di euro messi a disposizione dal governo italiano per acquistare un¡¯auto elettrica. Un contributo di 5.000 euro per ciascun veicolo, se si rottama una vettura fino ad Euro 4, altrimenti il bonus scende a 3.000. Quindi tali incentivi sono pochi per una famiglia dalle entrate normali ma anche troppi in generale, dato che sono ancora quasi tutti nelle casse dello Stato.
Incentivi auto termiche: l¡¯attimo fuggente
¡ª ?Gran parte della popolazione ha a che fare quotidianamente con le bollette energetiche e il costo del carrello della spesa. Chi ha potuto sostituire il vecchio veicolo lo ha fatto prevalentemente per evitare i divieti nei centri urbani delle grandi citt¨¤, essendo i mezzi pubblici quello che sono. Acquistando per¨° una piccola auto a benzina, al massimo mild hybrid. I pi¨´ veloci e abili a destreggiarsi nella burocrazia hanno approfittato degli striminziti incentivi stanziati all¡¯inizio del 2023 per le auto con emissioni di CO2 tra 61 e 135 g/km: duemila euro e solo previa rottamazione. Un fondo da 150 milioni, cifra spazzata via in meno di un mese, quasi un attimo fuggente. Il risultato in termini di svecchiamento del parco circolante? Poco pi¨´ di 75 mila auto, all¡¯incirca. Su oltre venti milioni delle ¡°rottamande¡±. Ininfluente. Ma, d¡¯altra parte, non appare nemmeno percorribile la strada di finanziare all¡¯infinito la sostituzione delle automobili con le tasse di tutti.
LEGGI ANCHE
Dirotta su Cuba? No, ma¡
¡ª ?L¡¯economia italiana non ¨¨ paragonabile a quella cubana. Tuttavia non navighiamo nell¡¯oro. Nel 2022 le immatricolazioni di auto elettriche in Germania sono aumentate di circa il 32%, in Francia del 25%, in Spagna del 29%, nel Regno Unito del 40%. In Italia sono diminuite del 26%. Un segnale molto chiaro. Se l¡¯economia generale non migliora, le famiglie non potranno permettersi di sostenere costi del genere. Ricordiamolo: al momento le elettriche meno costose hanno prezzi di listino di circa 21 mila e 25 mila euro, ma si tratta di citycar. Per auto familiari si deve salire abbondantemente sopra i trentamila. Non possiamo prevedere il futuro. Ma la base di partenza ¨¨ questa e non va ignorata.
? RIPRODUZIONE RISERVATA