Nba, Miami allunga il record a 27
Lakers: un k.o. che fa paura

Anche senza Wade, Miami conquista sul velluto sul facile campo di Orlando il successo consecutivo numero 27. E' la grande notte di John Wall, al massimo carriera di 47 punti per permettere a Washington di domare Memphis. Indiana è più forte delle assenze e consolida il secondo posto a Est resistendo al rientro di Atlanta da -28. I Lakers mettono al rischio il loro piazzamento playoff: alla seconda partita dal rientro di Bryant e Gasol perdono (e nettamente) il terzo match di fila sul campo di Golden State, e vedono riavvicinarsi a un successo di distanza i Jazz noni, che a Philadelphia tornano al successo dopo un periodo nero.

Tutta la delusione di Kobe Bryant. Ansa

Washington Wizards – Memphis Grizzlies 107-94
La miglior partita in carriera di John Wall condanna Memphis (47-23) alla quarta sconfitta nelle ultime sei partite, indolore nella corsa playoff perché la contemporanea sconfitta di Denver la tiene a un successo di distanza da chi la precede. Contro una squadra difensiva e un mastino come Tony Allen, Wall aggiunge anche 7 rimbalzi e 8 assist a una partita in cui 19 dei suoi 47 punti arrivano dalla lunetta, segnandone 26 nel primo tempo e 17 nel quarto periodo in cui si decide la partita. Il divario matura con un 14-3 nei 5'30'' centrali del quarto in cui i Grizzlies, senza Gasol e con un Randolph solo da 4/8, segnano un solo canestro su azione: avanti 96-83 a 3'47'' dalla fine, Washington (26-44) vede Memphis tornare fino al -4 negli ultimi due minuti con il gran finale di Bayless, quando poi gli ospiti non segnano più e i Wizards possono condurre in porto la sesta vittoria negli ultimi otto incontri. E la squadra della Capitale, che chiude con 31/59 da due e ringrazia anche un Okafor da 21 punti e 9 rimbalzi cresciuto esponenzialmente dal ritorno di Wall, era pure senza cinque dei suoi sette migliori giocatori: Nenè (ginocchio), Beal (distorsione caviglia), Ariza (influenza), Webster (addominale) e Price (inguine).
Washington: Wall 47 (11/18, 2/3, 19/24 tl), Okafor 21, Singleton 10. Rimbalzi: Okafor 9. Assist: Wall 8.
Memphis: Conley 23 (8/10, 1/4, 8/8 tl), Pondexter e Bayless 14, Randolph 10. Rimbalzi: Randolph e Davis 7. Assist: Conley e Bayless 7.

Orlando Magic – Miami Heat 94-108
Il calendario aiuta Miami (56-14) a proseguire la sua striscia di successi, la seconda più lunga nella storia della Nba, fino a quota 27 consecutivi. Dopo i Bobcats peggior squadra Nba, gli Heat campioni vanno sul campo della squadra col secondo peggior record, Orlando (18-53), in crollo verticale alla sconfitta numero 40 nelle ultime 46 partite. Ancora senza Wade per l'infortunio al ginocchio destro, LeBron James va a un rimbalzo dalla tripla doppia ed è il supporting cast a non tradire: 4/5 da tre Chalmers, 4/6 Allen, 3/4 Cole e perfino 3/5 Lewis per il 15/28 di squadra. Il break arriva quando, dopo il rientro casalingo sul 68 pari nel terzo quarto, a cavallo degli ultimi due periodi, Miami scappa con un parziale di 20-2 costruito su 9 punti di James e tre triple di Allen per il 70-88 a 9'32'' dalla fine, toccando poco dopo anche il +20 nel finale. Già priva di Afflalo e Vucevic, Orlando perde quasi subito anche Nicholson per una distorsione alla caviglia sinistra, e prova a restare in partita col 5/10 da tre di Nelson e buone cose anche da Harris e quantità da Moore (anche 9 rimbalzi e 7 assist), mentre vanno a sbattere Harkless (3/15) e Udrih (1/9). Per Spoelstra è il successo in panchina numero 250, e Miami è ora a sei successi di distanza dal record ogni epoca di 33 vittorie consecutive dei Lakers 1971/72. La serie Heat di quattro trasferte consecutive prosegue a Chicago, prima di andare a New Orleans e San Antonio.
Orlando: Nelson 27 (4/10, 5/10, 4/5 tl), Harris 20, Moore 13, O'Quinn 12. Rimbalzi: Harkless e Moore 9. Assist: Nelson 12.
Miami: James 24 (9/16, 6/10 tl), Chalmers 17, Bosh e Allen 12, Lewis 11. Rimbalzi: Haslem 10. Assist: James 11.

Indiana Pacers – Atlanta Hawks 100-94
La prova di forza di Indiana (44-27) non è tanto il successo su una solida squadra da playoff come Atlanta (39-32), il quarto nelle ultime cinque partite per consolidare il secondo posto a Est con mezza vittoria di vantaggio su New York. I Pacers ci riescono anche in una giornata in cui devono fare a meno di due pilastri come Hill e West, ma anche di Stephenson, oltre ancora a Granger, eppure vince di misura solo perché Atlanta rientra nel finale. E' la qualità del basket di Indiana a risentire delle assenze, perché nelle rotazioni sale lo spazio per Augustin e Mahinmi, che chiudono con 1/10 in coppia, ma alle 20 perse (12 in coppia proprio di George e Augustin) si rimedia con un gran lavoro a rimbalzo (15 in attacco, 10 solo tra Hibbert, mvp, e Hansbrough, ancora solido titolare). Pendergraph e Orlando Johnson danno un solido contributo dalla panchina, mentre Gerald Green mette il sigillo nel finale: i Pacers erano scappati con un 11-0 durante il secondo quarto fino al 58-40 prima del riposo, esteso fino all'81-53 nel terzo periodo prima di subire il 24-6 in 9' del ritorno in gara di Atlanta, che a 7' dalla fine sull'87-77 sarebbe ancora in tempo per giocarsela. In effetti gli Hawks tornano fino al 94-90 a 1'07'' dalla fine con due tiri liberi di Jenkins, che però sull'attacco successivo perde palla e in contropiede Augustin serve proprio Green per la tripla del +7 della staffa a 34'' dal termine. Senza Harris col piede sinistro dolorante, Atlanta ha 6/15 da Horford, 3/10 da Teague e 6/12 dalla lunetta di uno Smith altrimenti positivo (anche 4 recuprei): alla terza sconfitta in cinque gare, e nona nelle ultime quindici, gli Hawks sono raggiunti da Chicago al quinto posto e sono romai a due vittorie e mezzo di distanza dal quarto posto di Brooklyn.
Indiana: Green 19 (4/6, 2/4, 5/6 tl), Hibbert 17, Johnson 15, Pendergraph 14, George 13, Hansbrough 12. Rimbalzi: Hibbert 13. Assist: Augustin 5.
Atlanta: Smith 20 (7/9, 0/1, 6/12 tl), Horford 13, Mack 10. Rimbalzi: Horford 8. Assist: Smith e Mack 4.

Utah Jazz – Philadelphia 76ers 107-91
Serviva la visita di Philadelphia (27-43), alla quindicesima sconfitta in 21 partite, per rimettere in moto Utah (35-36). I Jazz tornano alla vittoria dopo quattro k.o. di fila e 11 nelle ultime 14 gare che li avevano fatti uscire dalla griglia playoff: adesso però il contemporaneo stop dei Lakers riavvicina Utah a un successo di distanza dall'ottavo posto dei gialloviola, staccando anche di mezza lunghezza Dallas. I padroni di casa scappano con un 13-0 per il 58-40 prima dell'intervallo, toccando anche il +22 nel quarto periodo di una gara mai in discussione. I Sixers hanno una misera giornata da 2/8 di Holiday al timone della squadra, 19 punti in tutto tra lui, Thaddeus Young e Turner. Alla giornata da 38.6% al tiro degli ospiti partecipano anche lo 0/4 del precario Pargo e il 3/14 di Allen dopo i fuochi d'artificio della partita precedente. Utah vince con la ricetta contraria, perché le triple di Hayward (3/3 lui, 3/6 Foye) incanalano da subito una partita che però vive sul contributo distribuito sul collettivo, mandando sette uomini in doppia cifra. Nel lungo testa a testa playoff coi Lakers, i Jazz giocheranno quattro delle prossime cinque partite in casa e attendono mercoledì sera i Suns ultimi a Ovest.
Utah: Foye 17 (3/4, 3/6, 2/2 tl), Hayward 15, Favors 13, Kanter Burks e Jefferson 12, Millsap 11. Rimbalzi: Favors 10. Assist: Mo Williams 5.
Philadelphia: Wright 19 (3/4, 2/8, 7/7 tl), Hawes e Moultrie 14, Wilkins 13. Rimbalzi: Hawes, Moultrie e Allen 8. Assist: Wright 4.

Golden State Warriors – Los Angeles Lakers 109-103
Nella paradossale stagione dei Lakers (36-35) impossibile non registrare che il rientro nelle ultime due gare di Kobe Bryant e Pau Gasol è coinciso con tre sconfitte di fila che hanno interrotto la corsa playoff: Utah è tornata a un successo di distanza. Sarebbe ingiusto però tralasciare stavolta il valore dell'avversaria, Golden State (41-31) dominante molto più di quanto dica il divario finale, al sesto successo in otto gare per tenere Houston a distanza di sicurezza (una lunghezza) dal suo sesto posto a Ovest, in una zona molto più tranquilla dei Lakers. Di fatto non c'è mai partita, perché gli ospiti finiscono sotto in doppia cifra dopo 8'30'' e non rientrano più, andando al riposo sotto 63-40, toccando al ritorno in campo anche il -25 e comunque intorno al ventello di margine fino a 7 minuti dalla fine: nel finale un rientro evanescente produce un ritorno sul 107-100 con Bryant a 31'' dalla fine, sbagliando poi la tripla con Meeks e due tiri liberi su tre con Kobe per rientrare oltre quando ormai era comunque troppo tardi. La copertina la merita Stephen Curry, che non doveva neanche essere della partita per la distorsione alla caviglia destra della partita precedente, non gioca una partita precisissima ma di grandi attributi, con 25 putni, 10 assist, anche 7 rimbalzi e tanta leadership, trascinandosi dietro un Thompson da 6/11 da tre punti e la quantità di Lee (23 punti più 12 rimbalzi), con Jack (19) a dare una mano dalla panca. Il basket imposto dagli esterni Warriors fa deragliare quello dei Lakers, che dovrebbe andare dai lunghi e invece accentra sul perimetro: 57 punti arrivano solo da Nash (anche 4 rimbalzi d'attacco) e da un Bryant da 27 tiri più 16 liberi tirati, mentre Howard e Gasol chiudono con 18 punti in due e 8/23 dal campo tra loro due le riserve Clark e Jamison. Il catalano, alla seconda partita dopo il rientro, chiude con 7 punti, 8 rimbalzi (3 in attacco) e 3/8 al tiro in 23', soffrendo l'intensità dei dirimpettai. I Lakers chiudono col 39.6% dal campo una gara in cui sbagliano 20 triple su 26 tentate, di cui 8 delle 10 di Bryant, che più compagni ha attorno e più pare accentrare su di sé, come via d'uscita al caos di una gerarchia e di un sistema mai veramente definiti per riuscire a mettere in partita tutti. E in casa gialloviola piove sul bagnato: Metta World Peace è uscito con una distorsione al ginocchio sinistro e non è rientrato in campo dopo il riposo. Solo nelle prossime ore sarà possibile valutare l'entità dell'infortunio.
Golden State: Curry 25 (6/15, 3/9, 4/7 tl), Lee 23, Thompson 22, Jack 19, Barnes 10. Rimbalzi: Lee 12. Assist: Curry 10.
LA Lakers: Bryant 36 (9/17, 2/10, 12/16 tl), Nash 21, Meeks 13, Howard 11. Rimbalzi: Howard 15. Assist: Nash 7.