L'Nba è a metà stagione
VOTA la squadra rivelazione

La stagione Nba 2012-13 ha doppiato, non senza sorprese, la boa di metà anno. E dopo 41 partite è tempo di fare un primo bilancio. Ma questa volta chiediamo a voi lettori di assegnare i primi riconoscimenti votando i sondaggi che il nostro sito vi sta proponendo questa settimana. Dopo aver scelto l’mvp, la rivelazione e il miglior italiano, vi chiediamo di scegliere la squadra rivelazione. Come al solito vi proponiamo 5 candidate, in ordine alfabetico: Los Angeles Clippers, Memphis Grizzlies, New York Knicks, Pacers, e Golden State Warriors.

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Chris Paul, play dei Los Angeles Clippers. LaPresse

LOS ANGELES CLIPPERS (32-12) — Quasi tutti hanno avuto il compagno di liceo bruttino, grasso, con gli occhiali e i brufoli. Quello che in 5 anni non è mai uscito con una ragazza. Poi magari lo rivedete negli anni dell'università. Dimagrito, palestrato e mano nella mano con Miss Ateneo. Ecco, nella Los Angeles baskettara quest'anno è successo questo. I cugini barzelletta, i Clippers, hanno spodestato gli imbolsiti Lakers dal trono. Tutto nasce con l'arrivo di Chris Paul l'anno scorso, dopo le note vicende "Sterniane" che impedirono a CP3 di raggiungere Kobe. Il play più fantasioso della lega trova Blake Griffin, De Andre Jordan, Caron Butler. La squadra, dopo aver fatto i playoff nel 2011-12, quest'anno viene potenziata e prende fiducia nei suoi mezzi. L'innesto chiave è Jamal Crawford (16 di media da 6° uomo) , ma positivi sono stati anche gli innesti di Matt Barnes e Willie Green. Squadra molto atletica, dipenderà molto dalle lune di Paul nei playoff, che disputerà spesso col vantaggio del campo, visto il provvisorio terzo posto a 1.5 partite da Okc. I dubbi? Griffin ha un po' rallentato una crescita che sembrava inarrestabile. E di esperienza a giocare certe partite ce n'è pochina. A meno che Billups e Odom non ritrovino la condizione proprio quando conta di più.

Zach Randolph, ala-pivot dei Memphis Grizzlies. Ap

MEMPHIS GRIZZLIES (27-14) — Chissà se Maurizio Zamparini ed Enrico Preziosi conoscono la storia di questa franchigia. Fino a pochi anni fa, qualunque giocatore avrebbe risposto male al suo agente se gli avesse chiesto di andare a Memphis. Ma a volte conta avere un progetto serio a medio-lungo termine. E difenderlo dai primi riscontri, quando paiono modesti. Dando la possibilità a giovani di spessore come Mike Conley, Marc Gasol, Rudy Gay e O.J Mayo (partito quest'estate per Dallas da free-agent), i Grizzlies sono diventati una squadra da playoff. Rivitalizzando anche uno dei giocatori più ingestibili della Lega, Zach Randolph. Carattere difficile e idiosincrasia alle diete, è il miglior lungo mancino dell'Nba e tra i top in assoluto. Due anni fa la fantastica serie con Okc, persa 4-3. Stesso verdetto l'anno scorso al primo turno, stavolta coi Clippers. La squadra del bravo coach Lionel Hollins viaggia con un eccellente quarto posto provvisorio a ovest. E' equilibrata, sa attaccare e difendere. Due dubbi in vista playoff: Rudy Gay è un'ala di notevole talento, ma gli manca l'ultimo gradino da scalare. E la panchina è parecchio corta, nonostante qualche lampo di Quincy Pondexter e Darrell Arthur.

Carmelo Anthony, ala dei New York Knicks. Ap

NEW YORK KNICKS (26-14) — L'ex album Panini della Nba (stelle ammassate senza troppo costrutto) ha ulteriormente aumentato il tasso di talento. Diventando anche squadra sotto coach Mike Woodson. Il talento offensivo illegale di Carmelo Anthony si amalgama bene con Tyson Chandler, vera frontiera in mezzo all'area e clamoroso difensore, e Jason Kidd, il regista che mancava da parecchio a NY. Nonostante sia 5-5 nelle ultime 10, rischia di arrivare parecchio avanti, specie se Stoudemire e J.R Smith, usati dalla panchina, saranno caldi nei momenti che contano. Se Stat e Melo evitano di farsi la guerra, sono una coppia offensiva inarrestabile, come si è visto a tratti nell'ultimo derby coi Nets. J.R. è il numero 2 puro con più talento dell'intera Lega e sta limitando i suoi eccessi, dentro e fuori dal campo ("l'anno scorso mi son fatto fregare dalla nightlife di New York, facevo sempre tardi"). Squadra scomodissima nei playoff. E se gli uomini meno in vista (Shumpert, Copeland, il bombarolo Novak e Prigioni) daranno minuti di qualità, il Garden può sognare.

Paul George, ala degli Indiana Pacers. Reuters

INDIANA PACERS (26-17) — Si può essere terzi a est senza la tua stella, Danny Granger, ancora alle prese con un serio infortunio al ginocchio? Sì, se hai un bravo allenatore, Frank Vogel, e un numero tre Paul George, che ti esplode definitivamente sui due lati del campo. La miglior difesa dell'Nba è una squadra ben costruita, non molto profonda, ma con ruoli ben definiti. Sotto canestro non mancano attacco ed esperienza con David West, difesa e intimidazione con Roy Hibbert. Decisiva anche la crescita in regia di George Hill, molto migliorato da quando ha lasciato S. Antonio e Indiana ha deciso di puntare su di lui mollando Darren Collison. Lance Stephenson è in progresso, ma un po' di qualità manca nel settore guardie. E anche in questo caso la panchina è decorosa e nulla più. Se però Granger rientrasse in condizioni decenti (a novembre si parlava di 3-4 mesi di stop) e l'eccellente Vogel trovasse il modo di farlo coesistere con George...

Stephen Curry, play dei Golden State Warriors. Reuters

GOLDEN STATE WARRIORS (26-15) — Alla Oracle Arena tutto sembrava apparecchiato per l'ennesima stagione incolore. Per carità, ci si è sempre divertiti a vedere giocare Golden State, fin dai tempi di Don Nelson, molto zemaniano negli anni in California. Quest'anno non c'è più Monta Ellis, mandato a Milwaukee durante la scorsa stagione, che con Stephen Curry formava la coppia di esterni più divertente di tutta la Lega. 40 tiri in due di media, grandi picchi e periti balistici mobilitati. Ma vittorie poche. La partenza di Ellis ha dato il via libera a Klay Thompson, definitivamente esploso (16 punti col 39% da 3). Curry con la guida di Mark Jackson in panchina e un giocatore più lineare accanto, sta giocando la sua miglior stagione. David Lee, che forse prima o poi giocherà in un top-team come merita, è un vero trascinatore con 19.8 punti e 10.8 rimbalzi di media. Positivo anche l'impatto dei due rookie da quintetto, l'ala Harrison Barnes e il centro Festus Ezeli. Dalla panchina fondamentali i 12.5 punti di media in 29' di Jarret Jack, visto che Richard Jefferson è ormai a fine corsa. Sarà complicato difendere l'attuale quinto posto, ma meglio evitare tutto questo talento al primo turno dei playoff.