Belinelli, show nel finale
Chicago schianta i Lakers

Marco Belinelli e Taj Gibson fanno festa. Reuters

Hinrich martella, Beli rifinisce. Nella notte più fredda dell’anno - termometro della Wind City quasi a -20 - i Bulls (24 vinte-16 perse) schiantano i Lakers (17-24) e infiammano il proprio pubblico, che celebra con una sentita standing ovation il successo. Battere i gialloviola 95-83, pur claudicanti e scollati, suscita sempre un clamore speciale. Soprattutto per Marco Belinelli, che chiude con 15 punti e si erge a protagonista assoluto nell’ultimo grande ultimo quarto. Prima, la scena era stata tutta di Kirk Hinrich, al record stagionale di punti, e Jimmy Butler, inesauribile mastino su Kobe Bryant in assenza di Luol Deng.

DECISIVO — Marco segna più di metà dei suoi punti nel finale, in cui dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, di non avere mai paura. Prima attacca in palleggio Dwight Howard, propiziando il suo quarto fallo e insaccando i liberi. Poi sgancia due triple in rapida serie, con il punteggio ancora in bilico. La seconda, a 2’ dalla sirena, porta i Bulls sul 89-79 e affonda il colpo di grazia sui Lakers, facendo finalmente saltare per aria lo United Center. “Non ho paura a tirare, so che quei tiri erano di buona qualità, e io sono in campo per prenderli” dirà Marco a fine partita. Anche se la giocata più nobile era arrivata molto prima, su un taglio back door perfettamente eseguito contro Kobe Bryant “E’ stato bravo Butler a trovarmi, è stata una giocata costruita da tutti”.

PERIMETRO — In precedenza, l’anima offensiva dei Bulls era stato Kirk Hinrich, 22 punti finali con 2 errori al tiro. Esattamente quanti ne aveva segnati, in totale, nelle precedenti sette partite. L’ex Kansas, marcato da Steve Nash, ha semplicemente potuto godere di spazi e tempi di esecuzione inusuali, di cui ha prontamente approfittato. Ma è stata tutta la difesa sul perimetro a tenere sott’acqua i Lakers, specie nei lunghi minuti in cui World Peace ha giocato in ala forte e non ha potuto coprire sugli esterni. All’inizio è stato Rip Hamilton su Earl Clark, poi un’altra spintarella è arriva da Nate Robinson, nella versione semi-assennata che tipicamente sfodera nei secondi quarti. Tre triple repentine del folletto spediscono i Bulls avanti di 11 (35-24) al 14’, propiziando il primo strappo.

REAZIONE — I Lakers, in mezzo a mille problemi strutturali, hanno almeno il merito di non smontarsi. Ed è proprio la loro voglia di provarci, così evidente e così inutile, che fotografa impietosamente le loro difficoltà. Uno sprazzo di Bryant, contenuto alla grande da Jimmy Butler, regala addiritturo il sorpasso (67-69) a fine terzo quarto. Poi, due liberi di Howard a 7’ dalla fine siglano il pareggio (75-75), nell’unico spezzone di partita in cui gioca assieme a Gasol. Subito dopo, però, il quinto fallo dell’ex Magic fa precipitare tutto. Clark deve rientrare, la difesa si sbilancia ancora, e Hinrich e Belinelli lanciano lo sprint decisivo. Le energie dei Lakers sono finite. Anche la loro stagione, a meno di miracoli, potrebbe esserlo presto.
Chicago: Belinelli 15 (2/5 da 2, 3/3 da 3, 2/2 ai liberi, 1 assist, 1 persa in 22’), Hinrich 22, Boozer 14. Rimbalzi: Noah 13 (6 stoppate). Assist: Hinrich 8.
Los Angeles: Nash 18, Bryant 16, Gasol 15. Rimbalzi: Gasol 12. Assist: Nash 6.