Nba, Chicago-New York 118-111 dts, Golden State-Oklahoma 97-116

Chicago-New York 118-111 d1t.s.,

Chicago (43-35) batte New York (51-27) interrompendo la striscia di 13 vittorie consecutive degli avversari. I Bulls confermano così la propria fama di guastafeste, dopo aver spezzato la striscia di 27 successi consecutivi dei Miami Heat il mese scorso, sempre allo United Center. E’ stata una partita vibrante, intensa, già densa di sfumature da playoff: nulla di nuovo, per due storiche rivali nella Eastern Conference. La novità, a questo giro, è stata che a causa delle assenze (Chandler, Stoudemire, Martin e Camby da una parte, Noah e Gibson, oltre a Rose, dall’altra) entrambe le squadre hanno giocato con quintetti agili e votati al perimetro, partorendo quasi 60 tentativi da tre complessivi. Chicago l’ha spuntata in rimonta, con un grande sforzo di squadra. Ha fatto il suo anche Marco Belinelli, che in attacco non ha brillato, ma ha portato un buon contributo a rimbalzo e in difesa. “Sia Marco che Rip Hamilton sono apparsi più in ritmo, sono sulla via del recupero” ha detto coach Thibodeau a fine partita.    

PROTAGONISTI — La vittoria dei Bulls porta inscritti in bassorilievo i nomi di Jimmy Butler e Nate Robinson. L’ex Marquette, all’ennesima performance sontuosa della stagione, ispira la rimonta nel momento in cui tutto sembra perduto, con New York avanti 77-62 a fine terzo periodo. Due palle rubate, due schiacciate, e l’ambiente riprende fiducia, anche se sarebbe ingiusto ridurre una partita da 22 punti e 14 rimbalzi a queste giocate. Robinson, dal canto suo, tira fuori una prestazione realizzativa memorabile (35 punti, massimo stagionale), dominando da solo il supplememtare e prendendosi tutte le responsabilità nel finale. Comprese quelle che avrebbero potuto mettere le cose in ghiaccio alla fine dei regolamentari, e che invece sono risultate in due tabellate orripilanti, tenendo così in vita i Knicks alla fine dei 48’. Singoli a parte, è stata però  tutta la squadra di Thibodeau a produrre uno sforzo notevole, offrendo anche scampoli di eccellente esecuzione offensiva grazie alla solida regia di Kirk Hinrich. I Knicks, dal canto loro, si sono disuniti nel finale, dopo tre quarti eccellenti. Felton e Smith hanno forzato molto, mentre Anthony, obbligato a sacrificarsi più del solito sotto alle plance (19 rimbalzi), è arrivato poco lucido al momento del dunque, sbagliando un tiro della vittoria tutto sommato comodo alla fine dei regolamentari. 

RIMONTA — Come successo molte volte in stagione, i Bulls partono malissimo, mettendosi nella posizione di dover rincorrere per il resto della partita. Pronti via, e New York è già avanti 23-6, trascinata da Felton e Anthony. Colpita a freddo, la squadra di Thibodeau ci mette qualche minuto a entrare in partita. Sono l’energia di Jimmy Butler e l’intraprendenza di Luol Deng a riportare sotto i Bulls, che chiudono il primo quarto sotto di 7 (23-30). Una mano la dà anche Belinelli, nel suo miglior sprazzo offensivo della serata: prima canestro in dai e vai con Boozer, e poi canestro e fallo in entrata contro Copeland.  Da quel momento in poi, per altri due quarti il vantaggio dei Knicks non farà altro che oscillare tra la doppia cifra e i 4-5 punti, senza che Chicago riesca ad arrivare in parità. La squadra di Woodson, con Anthony da ala forte per tutta la serata, apre bene il campo, e sembra riuscire sempre a trovare un corrodoio di penetrazione vincente. E così, quando Prigioni segna il 77-62 a 5’ dalla fine del terzo quarto, la tavola sembra apparecchiata per un altro naufragio interno. Se non fosse che il principio del “adeguati al tuo avversario” si mostra ancora una volta una legge universale tra le mura dello United Center. Quasi ispirati dal talento dei Knicks, i Bulls si ribellano al proprio destino e rientrano vigorosamente in partita, fino a conquistare la quarta vittoria in stagione su quattro sugli acerrimi rivali.  E ai playoff cosa succederà?
Chicago: Belinelli 7 (3/5 da 2, 0/2 da 3, 1/1 ai liberi, 3 rimbalzi, 3 assist in 25’), Robinson 35, Butler 22. Rimbalzi: Boozer 15, Butler 14. Assist: Hamilton 8, Hinrich 5.
New York: Anthony 36, Smith 28, Felton 19. Rimbalzi: Anthony 19, Smith 14. Assist: Felton 6. 

Golden State-Oklahoma City 97-116
Kevin Durant flirta con una tripla doppia e trascina i Thunder (58-21) al successo contro Golden State (45-34) che riporta Oklahoma City in testa alla Western Conference. Una sconfitta che costa parecchio ai padroni di casa i quali adesso devono guardarsi le spalle dai Rockets nella corsa al sesto posto. A rendere ancora più amara la debacle, arriva anche l’ennesimo infortunio di Andrew Bogut il quale va ko nel primo quarto (distorsione alla caviglia sinistra) e non rientra più sul parquet. La sua presenza per la delicata sfida con i Lakers di venerdì ora è in forte dubbio. Golden State parte con il piede giusto e mette in difficoltà gli ospiti nei primi minuti con la fisicità di David Lee. Con l’andare dei minuti però Serge Ibaka e Russell Westbrook riportano il match sui binari preferiti dalla squadra di Oklahoma City. Gli ospiti prendono in mano il pallino del gioco a metà del secondo quarto. Kevin Durant cambia passo e i Warriors, pur giocando una discreta pallacanestro, restano indietro. La tripla di Sefolosha allo scadere del primo tempo, poi, regala ai Thunder il +6 con il quale gli ospiti vanno negli spogliatoi all’intervallo. Oklahoma City mette subito le cose in chiaro a inizio ripresa, segna nove dei primi 11 punti del terzo quarto e arriva al vantaggio in doppia cifra. Il passaggio a vuoto dell’attacco dei Warriors permette agli ospiti di allungare. Kevin Martin diventa letale dal perimetro e i Thunder toccano quota +20 nelle battute finali del terzo periodo. Ci vorrebbe un inizio di quarta frazione da urlo per Golden State per provare a mettere pressione ai campioni in carica della Western Conference, invece la coppia Martin-Durant tiene lontani i Warriors. La tripla di Derek Fisher a 4’16’’ dalla sirena così riporta Okc al +20 e chiude definitivamente ogni discorso.
Golden State: Curry 22 (6/12, 3/6), Jack 19. Rimbalzi: Lee 11. Assist: Curry 7.
Oklahoma City: Durant 31 (8/13, 2/3), Martin 23, Westbrook 18, Ibaka 17. Rimbalzi: Durant 10. Assist: Westbrook 9.